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Il Bellini di Catania riapre celebrando la Repubblica

Recensioni Il teatro lirico catanese, dopo vari eventi in streaming a causa della pandemia, ha riaperto i battenti al pubblico il 2 giugno con un concerto, diretto da Fabrizio Maria Carminati, dedicato alla festa della Repubblica e destinato agli operatori sanitari che hanno lottato contro il Covid-19). Un successo di pubblico che si è ripetuto per cinque sere consecutive

Una ripresa a tutto spiano, quella del Teatro Massimo Bellini di Catania, che, dopo vari eventi in modalità streaming dovuta alle restrizioni della pandemia, ha riaperto i battenti al pubblico il 2 giugno con un concerto dedicato alla festa della Repubblica (destinato a tutti gli operatori sanitari che hanno lottato contro il Covid-19), poi replicato ben cinque sere consecutive tutte in sold-out, fino a domenica scorsa.

Distribuita su tre quarti della platea, nel rispetto del distanziamento, l’Orchestra del Teatro ha ben figurato, sotto la bacchetta accorta ed elegante di Fabrizio Maria Carminati, nel rileggere con intensità melodica molte sinfonie d’apertura del repertorio operistico dell’Ottocento, tra le quali l’originale versione con quattro fagotti del “Poliuto”  di Gaetano Donizetti. Ad affiancare il ferrato organico strumentale, che non ha lesinato sottigliezze dinamiche, la compagine corale validamente istruita da Luigi Petrozziello. Si è ritornati così  ad una piacevole fruizione  degli spettacoli musicali offerti dal principale ente lirico catanese: per l’occasione la serata domenicale offriva  un’esecuzione limpida e coesa  (sin dalla sinfonia belliniana della Norma), svettante nella sinfonia dal Guglielmo Tell di Rossini, fra le avvolgenti sortite solistiche di violoncelli, flauto e oboe, e le grintose asserzioni di Carminati; e  ancora una resa dai toni ampiamente cantabili  nel Capriccio sinfonico di Giacomo Puccini, imperniato su citazioni d’opera da Bohème, Edgar e Manon Lescaut.

L’Orchestra del teatro Bellini

In delicata cornice espressiva, la curata emissione vocale dei coristi, rendeva  ancor più vibrante, dai palchi  il  linguaggio verdiano che si fa voce del popolo, rispettivamente degli ebrei e dei crociati, nelle pagine storiche  del “Va’, pensiero” dal Nabucco, e “O Signore, dal tetto natìo” da “I lombardi alla prima crociata”, preceduto quest’ultimo dalla sinfonia de “I vespri siciliani”. Tocchi  di arditezze strumentali da Pietro Mascagni, concludevano l’ampia  locandina con Intermezzo da L’amico Fritz e il bissato coro  “Inno del sole”, dall’opera Iris,  diffondendo un’atmosfera di sereno auspicio per  il futuro,  sul caloroso tributo del pubblico. 

Il concerto del 2 giugno al Bellini di Catania

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