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Quando il pop di Vasco Rossi scese in campo contro il virus

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog La settimana da leggere si apre giovedì 22 con il 'libro copertina' di Mirko Lagotto, l'infermiere di Rivoli, che lo scorso anno postò un video durante la vestizione anti covid con le musiche di Vasco Rossi che poi lo contattò. Ne è nato un libro, pubblicato dalla siciliana Bonfirraro, per donare fondi a chi è vittima di questa guerra senza fine

Sembra non finire mai la questione Sars-Cov-2. Un anno fa le immagini di operatori del settore sanitario hanno inflitto nell’immaginario collettivo di tanti che siamo tutti in guerra! Se ne accorge Vasco Rossi che dice la propria quando vede il post sui social dell’infermiere Mirko Lagotto. Un anno dopo, e anche più, Mirko Lagotto e Fabio Girelli, decidono di raccontarci tutto in Domani arriverà. In trincea contro il virus, edito dalla siciliana Bonfirraro, anche la semplice emozione di venir a contatto con uno dei maggiori artisti italiani. Tutti i proventi del libro andranno a chi è vittima di questo virus. Anche Iva Zanicchi ci sta e prepara una prefazione importante.

Libro copertina: Mirko Lagotto e Fabio Girelli, Domani arriverà. In trincea contro il virus, Bonfirraro

Domani arriverà. In trincea contro il virus, il primo libro di Mirko Lagotto edito da Bonfirraro. Un diario intimo e personale dell’anno che ha cambiato la storia recente dell’Umanità, con la curatela dello scrittore Fabio Girelli e la prefazione della cantante Iva Zanicchi. Per volontà della casa editrice e degli autori, una parte degli utili della vendita saranno donati alla onlus Doctor Cartoon. Lagotto, infermiere presso l’Ospedale di Rivoli, nel torinese, era balzato agli onori delle cronache nella primavera del 2020, quando aveva pubblicato sui social un video della “vestizione” prima di entrare nel reparto Covid, con le note di Vasco in sottofondo.

Un modo come un altro per sfogare la stanchezza e la tensione delle settimane più dure della lotta al coronavirus. Un gesto semplice, che però ha attirato l’attenzione di una persona speciale. A contattare l’infermiere, una settimana dopo la pubblicazione del video, è stato Vasco in persona. «Siamo duri che durano. E ci incontreremo presto!», il messaggio rivolto a Mirko comparso sulle pagine social della rockstar. Rilanciato dal cantante, il video ha raggiunto oltre due milioni e mezzo di visualizzazioni. L’incontro promesso tra Vasco e Lagotto non è ancora avvenuto, per colpa di un’emergenza sanitaria che sembra protrarsi all’infinito. Ma la storia ha già dato speranza e forza a tanti, come testimonia la cascata di messaggi ricevuti dall’infermiere a partire da quel giorno.

Lo scrittore racconta l’esperienza nel libro, tra il commosso e lo stupefatto: «Quando sento di non farcela» – commenta – «mi ricordo che ci sono un’infinità di persone, là fuori, che mi poggiano le mani sulle spalle e mi sorreggono, che mi sussurrano all’orecchio che non sono solo». Ma Domani arriverà non è soltanto la ricostruzione di un episodio, per quanto importante ed emotivamente coinvolgente. È il racconto della battaglia che combattono medici, infermieri e operatori sanitari, ben prima dell’inizio della pandemia. L’emergenza Covid-19 ha ricordato a tutti l’importanza della sanità pubblica, la carenza di risorse e investimenti, la cattiva gestione del comparto, non soltanto nel Meridione. Temi che gli operatori della Sanità pongono da anni, sicuramente aggravati – ma non certo generati – dal coronavirus.

Per questo il libro di Lagotto è dedicato «a tutti gli operatori sanitari d’Italia e del mondo», ma anche a coloro «che hanno sofferto in questi mesi terribili», senza dimenticare «chi non ce l’ha fatta». Persone ricordate da Iva Zanicchi nella prefazione al volume. Com’è noto anche l’Aquila di Ligonchio è stata colpita dal virus, esperienza che l’ha segnata profondamente: «Ho passato giorni infernali, nei quali ho temuto per la mia vita», scrive nelle pagine accorate che aprono il volume. «Ma il dolore più grande» – prosegue l’artista – «l’ho provato quando il mio amato fratello è mancato a proprio a causa del virus, e non aver potuto vedere un’ultima volta il suo volto mi ha spaccato il cuore in mille pezzi». Un dolore che accomuna i parenti delle oltre centomila vittime italiane, numero purtroppo ancora in crescita.

Un libro forte ma necessario, insomma, quello di Lagotto. Una scommessa per la casa editrice Bonfirraro, che lo ha scelto come secondo titolo del 2021, l’anno della rinascita dopo i mesi tremendi della pandemia. «Non è il solito libro sul Covid», sottolinea l’editore. Al contrario, la testimonianza di Lagotto «alterna il ricordo di mesi difficili alla speranza di andare avanti per superare questa pandemia, senza cedere alla retorica, ma soprattutto a facili pietismi». Un modo inedito di raccontare un fatto storico tuttora in corso.

Adele Marini, Italia da morire, Chiarelettere
Taglio originale, idea interessantissima, titolo accattivante: sette morti eccellenti e avvolte nel mistero che attraversano cento anni di storia italiana, da Anita Garibaldi a Italo Balbo. Uno stile di scrittura decisamente noir ma ciò che la Marini racconta nel libro è reale e ben documentato: un secolo di Italia narrato in modalità crime ma supportato da lunghi mesi di studio e dal supporto di documenti ufficiali. I protagonisti le cui morti sono raccontate nel libro: Anita Gribaldi, Ippolito Nievo, Camillo Benso di Cavour, Gen. Alberto Pollio, Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, Italo Balbo. La nostra storia è costellata di strane morti, decessi improvvisi, improbabili malori, incidenti fatali. È andata davvero così? Questo è ciò che racconta la verità ufficiale sui sette protagonisti di Italia da morire. Ma è una verità parziale, spesso costruita per occultare trame, interessi e giochi di potere. Serve allora ripercorrere queste storie mettendo finalmente insieme tutti i tasselli del puzzle. Scopriremo così che Anita Garibaldi, la compagna dell’Eroe dei due mondi, è stata probabilmente strangolata o sepolta viva e che Antonio Gramsci sarebbe stato scaraventato giù dalla finestra della clinica in cui era ricoverato. Ben più che semplici sospetti. In questa riscrittura noir ma rigorosamente autentica e documentata, ogni vittima è trattata come il protagonista di un romanzo poliziesco, ogni vicenda è raccontata come un’inchiesta sul campo. Dietro a ciascun episodio c’è la volontà di arrivare a una soluzione del caso, proprio come nelle indagini di polizia, attraverso la ricerca delle prove o l’analisi degli indizi effettuate il più possibile sulle fonti primarie: i documenti ufficiali, le testimonianze dei contemporanei e le sentenze dell’epoca, senza trascurare gli articoli apparsi sui quotidiani e le ricostruzioni degli autori che hanno trattato gli eventi nei loro saggi. Non è un caso se talvolta, con le investigazioni sulle fonti, accade di arrivare a verità diverse e insospettabili, perché chi aveva interesse a occultare, a nascondere, a mentire, non sempre è riuscito a cancellare tutti gli indizi. Verità che permettono di restituire alle vittime la dignità di un’esistenza interrotta non dal destino, ma dalla volontà degli uomini.

Alessandro Barbero, Alabama, Sellerio
Alcuni anni fa, nei suoi percorsi e studi da storico, Barbero ha incontrato una storia che non poteva essere racchiusa in un saggio. Ed è quella di Alabama, che pur non essendo nato come reazione alla storia recente ne anticipa i motivi profondi, scandagliandone l’oscurità delle viscere. È la vicenda di un eccidio di neri, di «negri», durante la Guerra di Secessione, la prima grande lacerazione nazionale che divide il paese tra chi vuole bandire la schiavitù e chi non ne ha nessuna intenzione. Ed è la storia di bianchi pulciosi e affamati che vanno in guerra per pochi spiccioli e che sentono il diritto naturale di fare dei negri quello che vogliono. Tutto questo diventa il racconto fluviale, trascinante, inarrestabile, dell’unico testimone sopravvissuto, Dick Stanton, soldato dell’esercito del Sud, stanato e pungolato in fin di vita da una giovane studentessa che vuole ricostruire la verità. Verità storica e romanzesca, perché Barbero inventa una voce indimenticabile, comica e inaffidabile, logorroica e irritante, dolente e angosciosa, che trascina il lettore in quegli abissi che ancora una volta si sono riaperti. Il nuovo romanzo di Barbero va davvero a toccare i tratti del carattere americano che sono deflagrati negli eventi dell’ultimo anno e degli ultimi mesi: la questione del suprematismo bianco, il razzismo profondo che innerva persino le istituzioni, la mentalità paranoica, l’orgoglio e la presunzione di farsi giustizia da sé, la violenza che scaturisce dalla povertà, dalla rabbia, da ciò che si vive come ingiusto sulla propria pelle e che si rovescia su chi è ancora più debole.

Peter Fleming, Baionette A Lhasa. L’invasione britannica del Tibet, Edizioni Settecolori
L’invasione del Tibet nel 1904 è uno degli avvenimenti più incredibili della storia imperiale britannica. Concepita da Lord Curzon come una mossa strategica all’interno del Grande Gioco – il colossale scontro in atto fra Londra e la Russia zarista per il dominio dell’Asia centrale – fu condotta maldestramente e sulla base di debolissime motivazioni. Guidata da Francis Younghusband, soldato, esploratore e mistico, la missione politico-militare incappò nel fuoco diplomatico incrociato della Cina e della stessa diplomazia inglese e terminò nella vergogna e nel risentimento misto a disgusto dello stesso Younghusband. Nel ricostruire magistralmente questa avventura e i suoi protagonisti, a volte carismatici, spesso grotteschi, Peter Fleming illumina quello che oggi è visto come un momento chiave in quel Grande Gioco i cui echi continuano ancora a risuonare all’interno del suo spazio geopolitico.
Lo fa, come egli stesso racconta, «dall’interno», e non semplicemente da storico. Perché, eccezion fatta per i suoi attori principali, nessuno come lui può vantare una conoscenza di prima mano, frutto di viaggi, vagabondaggi, esplorazioni, di quel centro-Asia fatto di altipiani e montagne, monasteri buddisti e laghi salati, venti aspri, pony dal pelo scarruffato, gente rozza, voci che girano intorno ai fuochi di sterco di yak…

Peter Fleming (1907-1971), giornalista e scrittore, fratello di Ian, è stato uno dei più grandi travel writers del Novecento. Fra i suoi libri, “Avventura brasiliana”, “To Peking: A Forgotten Journey from Moscow to Manchuria”, diario di un’esplorazione in Manciuria, e “News from Tartary”, resoconto di un viaggio di sette mesi attraverso i deserti della Cina e il Kashmir.

Luísa Marinho Antunes, Le malizie delle donne. Arte e potere della seduzione, Marietti1820
Ingannevoli e infedeli, vanitose e irrazionali, ma soprattutto abili nell’arte che suscita negli uomini la paura di essere traditi e condotti alla perdizione. Con un’ampiezza di visione storica insolita, ricorrendo alla testimonianza di testi e documenti non sempre noti, questo libro individua le tematiche e l’intreccio di generi che, a partire dall’antichità greco-romana, hanno concorso a generare la moderna tradizione delle “malizie” e delle virtù femminili. Una vera e propria messe di giudizi, credenze, dialoghi, trattati, poemetti e testi di varia destinazione e forma, ispirati a preconcetti d’ordine sociale, religioso, o morale, persegue l’intento di svelare e denigrare le presunte arti incantatorie delle donne oppure di idealizzarne le doti spirituali e intellettuali.
Luísa Marinho Antunes, specialista di letteratura comparata, è docente all’Università di Madeira, in Portogallo, e membro del Centro de Literaturas e Culturas Lusófonas e Europeias dell’Università di Lisbona. Autrice di numerose pubblicazioni, collabora con la rivista Kamen’. In italiano sono disponibili, per le edizioni della Libreria Ticinum, Creare la parola, creare il mondo. Poeti lusofoni contemporanei (2015) e il racconto per ragazzi Piri-piri e il caso della sparizione della statua (2014).

Libro contro copertina: Dragon Kingdom of Wrenly. La maledizione del fuocofreddo, Tunué


Una prima lettura a fumetti in stile Disney per gli amanti dei draghi, della magia e delle leggende.

Venerdì 23 aprile, la bella realtà Scatole parlanti, del gruppo Alter Ego, presenta una raccolta di racconti in bilico tra il volo da spiccare e il fondo da continuare a scavare.

Giorgio Palumbo, Groppi, Scatole parlanti
Groppi è una raccolta di racconti che hanno come protagonisti persone, uomini o donne, in bilico, condizionati da una situazione economica precaria, che li spinge a fare mestieri ai limiti della legalità, oppure a trovarsi in una condizione esistenziale critica, in cui gli affetti e le relazioni subiscono lo smacco del fallimento o dell’abbandono. I vinti, i poveri, gli indecisi, le vittime del tempo e di una società in disfacimento, hanno qualcosa in comune: quel groppo in gola, tentativo di esternare un blocco irreversibile o un passato doloroso, che si scioglie in pianto o si limita a fagocitare ogni sforzo per rinascere a una nuova vita.

Giorgio Palumbo è nato a Roma nel 1975. Con il collettivo Spoilerin’ ha pubblicato La mamma di Psycho è lui con la parrucca (Rizzoli, 2008) e con lo pseudonimo Bidizeta Cortili(Bookabook, 2020). Attualmente è analista finanziario. In passato è stato dj in vari club alternativi della Capitale e speaker in radio indipendenti romane (Radio Rock, Radio Città Aperta).
Dalla prefazione di Emiliano Colasanti: “Nove racconti in cui la scrittura di Giorgio si muove come una macchina da presa che in un lunghissimo piano sequenza – uno di quelli che così solo Brian De Palma – passa da un personaggio all’altro e pure da una storia all’altra, dando al lettore la sensazione di essere a sua volta parte del racconto. Mastino, Marketa, Enrica, Daniela, persino il cane Vinz, sono tutti personaggi che ognuno di noi potrebbe incontrare o avere incontrato nel suo cammino – e in alcuni casi non so se augurarvi o meno il contrario –, una galleria di “nuovi vinti”, tutti alle prese con un nodo da svolgere e un “problema” da sbrogliare. Il linguaggio è chiaro e diretto, reale, empatico e vivido, per nulla artefatto e forzato. Ma soprattutto molto ritmico e, lo ripeto, cinematografico. Se il mondo fosse giusto, di Groppi, dovrebbero farne una serie tv, una di quelle alla Black Mirror, con le puntate che durano un’ora e le trame che sono solo all’apparenza scollegate l’una dall’altra”.

Lunedì 26 aprile è il giorno della poesia grazie a Il tempo perso in aeroporto di Lorenzo Forlan!

Lorenzo Forlan, Il tempo perso in aeroporto, Graphe.it
Il tempo è il tema di questa raccolta che in tre sezioni ne esplora le molte sfumature. Esso appare come un elemento relativo che si dilata, si comprime, e che soprattutto passa, in rapporto però allo spazio dentro al quale scorre: la dimensione del sogno e della realtà alternativa dei videogame, l’ambiente non cronologico del ricordo o della riflessione, sono contrapposti allo scandire alienante della vita vera, dove il tempo è percepito soprattutto come perdita. Così il lettore procede fra giorni senza calendario o calendari appesi al muro per nasconderne le crepe; si riconosce fra ore piene e vuote, nei minuti precisi che occorrono per cucinare una pastasciutta che però risulta insipida. Insieme alla giornata si rischia di perdere talvolta la strada o il senso di sé: scrivere è allora l’antidoto al disperdersi dei propri momenti, anche quando è soltanto esaurita la pila dell’orologio.

Lorenzo Foltran è nato a Roma e vive in Francia. Dopo gli studi in italianistica a Roma Tre, si è specializzato in management dei beni e delle attività culturali con un master tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’École Supérieure de Commerce de Paris. Ha lavorato per la Casa delle Letterature (Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma, e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi. Ha pubblicato In tasca la paura di volare (Oèdipus edizioni, 2018) e sue poesie sono comparse su varie riviste letterarie come anche sul quotidiano La Repubblica. Nel 2019 ha vinto il Concorso Nazionale Sinestetica per poesia inedita.

Da più di un anno siamo in guerra, tutti! Combattiamo, e fronteggiamo il virus leggendo.

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