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Nato per il palcoscenico, i 90 anni di Tuccio Musumeci festeggiati in teatro

Galleria Compleanno speciale al Teatro Brancati di Catania dove sabato 20 aprile l'attore etneo Tuccio Musumeci ha ricevuto gli auguri per i suoi 90 anni da un folto "pubblico" speciale formato dai tanti amici, non solo del mondo dello spettacolo, che non hanno voluto mancare questo appunatemento unico

Dove può festeggiare un attore le sue 90 primavere? A teatro ovviamente, ed è quello che è successo al Teatro Brancati di Catania per l’attore etneo Tuccio Musumeci che sabato scorso ha ricevuto gli auguri per i suoi 90 anni da un folto “pubblico” speciale formato dai tanti amici, non solo del mondo dello spettacolo, che non hanno voluto mancare questo appunatemento unico.
Nato per il palcoscenico è la sintesi perfetta dei primi 90 anni del Maestro Tuccio Musumeci, simbolo del teatro siciliano nel mondo, da alcuni anni direttore artistico del Teatro Brancati. Sabato 20 aprile, in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, ente teatrale dove Musumeci ha lavorato per tanti anni, ha festeggiato Musumeci in teatro con la sua famiglia e i tanti amici di ieri e di oggi che sono venuti per un abbraccio collettivo e per spegnere insieme con lui le candeline di questo bel traguardo. Una mattinata condotta da Salvo La Rosa e che è andata avanti tra emozioni, aneddoti, risate e ironia nel tipico stile del nostro Tuccio.

In una mattinata alla quale ha presenziato quasi tutto il mondo della cultura e dello spettacolo etneo, il grande mattatore ha ripercorso i momenti salienti della sua vita artistica: dagli anni romani e dal sodalizio con Pippo Baudo,  grazie al quale ha conosciuto sua moglie Norina  – «Era molto silenziosa – ricorda – e mi sono detto, è perfetta da sposare. E mi futtiu!» -, a Makari, la fiction TV tratta dai romanzi di Gaetano Savatteri (presente in sala insieme a parte del cast, Domenico Centamore ed Ester Pantano) che il prossimo settembre lo vedrà ancora sul set per la quarta stagione.

I 90 anni di Tuccio Musumeci festeggiati al Teatro Brancati di Catania: da sinistra la nuora Claudia, il figlio Matteo, la nipote Francesca, Tuccio Musumeci, la moglie Norina e il figlio Claudio. Foto di Dino Stornello

Approfittando della presenza di Savatteri, Tuccio Musumeci ha colto l’occasione per una richiesta ufficiale, una cambio di copione: «Sarebbe ora di ricoverare questo padre in una casa di cura, magari a Catania…» e davanti alle proteste dei più e al categorigo diniego dello scrittore, ha subito aggiunto «Ma avete idea di cosa sia l’autostrada Palermo- Catania? Megghiu starisi a casa». Della serie parru cu me soggira e senti me nora…
Anche se scaramanticamente Musumeci non parla di futuro – «Il mio futuro? Quando farò cent’anni non se ne parla di festeggiarli a teatro, li festeggiamo in via degli Apostoli, nella bella cappella di famiglia» dice ridendo – in realtà la sua agenda è già bella fitta: a giugno debutta al Cortile Platamone ne “La Giara” di Luigi Pirandello diretto da Giuseppe Dipasquale e presto saranno annunciate le nuove repliche del grande successo “Pipino il breve” «Alla mia età – dice, mimando la postura del suo personaggio – restateci con le gambe a X per due ore!».
Ma è Orazio Torrisi, manager del Teatro della Città che gestisce il Teatro Brancati di cui Musumeci è direttore artistico, a “svelare” il grande sogno di Tuccio: riuscire a tornare in scena in “Piccolo grande varietà”, spettacolo che il grande attore catanese sente particolarmente nelle sue corde perché rivive un secolo di storia raccontando un “genere” del teatro e tutti quei grandi artisti che ne fecero parte:  Totò, Macario, Taranto, Campanini ed altri.
Intanto Tuccio Musumeci si gode la festa, tenendo il palcoscenico e sfoggiando le sue doti di intrattenitore e grande umorista, capace di trasformare in barzelletta anche le situazioni tragicomiche dell’esistenza quotidiana, e senza far trapelare la minima commozione, neanche al momento della torta – «Ma accussì nica, ci basta pì tutti?» – o quando la folla festosa ha intonato un sentito e affettuoso “Tanti auguri a te”. Non sono mancati i regali (su tutti il bollitore da viaggio, pensiero di Guia Jelo, la cui consegna è stato un pezzo di teatro improvvisato dai due), e le numerossissime foto con (quasi) tutti gli intervenuti alla cerimonia.

Il messaggio di auguri di Rita Gari Cinquegrana, presidente del Teatro Stabile di Catania: «In tanti anni di lavoro, con la tua arte e il tuo mestiere – la sintesi delle qualità che un attore deve possedere per essere definito “grande” – hai regalato gioia, buonumore, felicità. E saper regalare emozioni positive, peraltro in un mondo sempre più incupito, distopico, pieno di solitudine, è un’arte difficilissima, anche se praticata da te sembra facile, naturalissima. Non lo è. E’ un grande dono che tu hai voluto condividere con tutti noi. Da catanese ti considero un orgoglio cittadino, da italiana un orgoglio nazionale».

Il messaggio del sindaco di Catania Enrico Trantino: «Nel giorno del suo novantesimo compleanno facciamo con gioia e orgoglio gli auguri a un grande siciliano, un grande artista che ha reso la nostra città e la nostra terra, in Italia e nel mondo,  il palcoscenico della sua contagiosa umanità e della sua sublime, irresistibile, altissima comicità. Buon compleanno a Tuccio Musumeci, maschera unica e grandiosa di un teatro sempre vivo nei cuori del pubblico, ambasciatore del buon umore, giocoso interprete di capolavori siciliani che hanno risuonato con singolare eccellenza presso le platee internazionali. Che ancora altri cento anni possano seguire allo splendore della sua lucente attività artistica e alla sua inossidabile popolarità».

All’anagrafe Concetto Musumeci, l’attore catanese ha iniziato la sua attività nel campo dello spettacolo esibendosi nel cabaret e nell’avanspettacolo in compagnia di Pippo Baudo nella Catania degli anni Sessanta. La svolta della sua carriera di attore avvenne con la nascita del Teatro Stabile di Catania nel quale iniziò a recitare in lavori teatrali, per lo più comici, sia in italiano che in siciliano. Uno dei suoi primi successi fu “Il berretto a sonagli” di Luigi Pirandello interpretato da Turi Ferro. La sua mimica da burattino e la sua vis comica innata, gli hanno consentito una lunga carriera di successo.

La sua attività teatrale lo ha visto impegnato in ruoli come quelli in “Cronaca di un uomo” di Giuseppe Fava, “Il Consiglio d’Egitto” di Leonardo Sciascia, “Pipino il breve” di Tony Cucchiara (ripreso fino a qualche mese fa) e “Classe di ferro” spettacolo di Aldo Nicolaj che ha debuttato nel 2003 al Teatro Biondo di Palermo per la regia di Renato Giordano e le musiche di Matteo Musumeci. Ha calcato i maggiori palcoscenici nazionali e internazionali come Il Piccolo Teatro di Milano, Teatro Stabile di Genova, Teatro Verdi (Trieste), Teatro Argentina, Teatro Stabile di Napoli, Istituto Nazionale del Dramma Antico, Beaumont Theatre di New York e il Teatro Colón di Buenos Aires. Proprio a New York nel 1985 ha ricevuto per la sua interpretazione nel ruolo di Pipino il Breve, il premio Italian – American Forum al Mark Hellinger Theatre: «Pipino? Quannnu trasu ‘n scena nun sacciu mancu ju chiddu ca ricu, tante sono state le volte che l’ho fatto».

Ha preso parte anche ad una quindicina di film, sempre in ruoli da caratterista, fra i quali “Mimì metallurgico ferito nell’onore” di Lina Wertmüller, “Porte aperte” di Gianni Amelio, “Lo voglio maschio” di Ugo Saitta, “Virilità” di Paolo Cavara e “La matassa” di Ficarra e Picone. Per il piccolo schermo è stato guest star in un episodio dell’ottava serie di “Don Matteo”, interpretando il suocero del maresciallo Cecchini, interpretato da Nino Frassica. Dal 2021 è nel cast della serie televisiva “Makari” nella parte del padre del protagonista. Dal 2008 è direttore artistico del Teatro Vitaliano Brancati di Catania.

Ha due figli: Matteo, compositore, e Claudio, che ha intrapreso la strada del padre.

Guarda la galleria delle immagini di Dino Stornello

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