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“Night garden”, il sogno si fa spettacolo in un singolare gioco di luci e coreografie

Recensioni L’immaginifico coreografo italoamericano Anthony Heinl si è inventato una serie di variazioni sul tema della notte, incantando gli spettatori

Al Teatro Massimo Bellini di Catania arriva la Notte in forma di suggestivo balletto. E non si può che plaudire alle scelte del direttore artistico, il maestro Francesco Nicolosi, che coraggiosamente ha voluto il meraviglioso spettacolo Night garden by Evolution Dance Theater,  andato in scena dal 15 al 20 novembre per la stagione dell’Ente etneo.

L’immaginifico coreografo italoamericano Anthony Heinl, coadiuvato da Nadessja Casavecchia e riunendo sei danzatori provenienti dalle formazioni più poliedriche, si è inventato una serie di variazioni sul tema appunto della notte, incantando tutti gli spettatori con un palco senza scenografie, dove si è snodato un singolare gioco di luci e coreografie, accompagnato da musiche sopraffine: AIR, Radiohead, Wookid, Sneaker Pimps, Darkside, Joni Mitchell hanno dato le giuste sonorità a una fusione innovativa di danza, arte, acrobazia e magia.

Night garden by Evolution Dance Theater

Gli sbalorditi spettatori, abituati a ben altri tipi di balletto, si sono così trovati davanti a uno spettacolo insolito, fondato su innovative tecniche da palcoscenico; eppure anche il pubblico più anziano si è lasciato trascinare dal fantasmagorico gioco di colori, incantato dall’eleganza delle immagini che via via, come per incanto, si disegnavano sulla scena.

Prati fioriti, delicati esseri umani fatti di una cascata di farfalle, esili steli filiformi, lucciole splendenti hanno disegnato un raffinato sogno, accompagnato dalla perizia dei bravissimi ballerini (Bruno Batisti, Antonella Abbate, Carlotta Stassi, Matteo Crisafulli, Giulia Pino, Leonardo Tanfani) in un iridescente mutare di forme, dove figure fosforescenti ondeggiano su altalene fatte di aria e il paesaggio si fa infuocato intorno a un castello stregato.

Davvero una chicca “Night garden”, per grandi e piccini, e soprattutto per un pubblico adolescente. E chissà, forse cavalcando l’idea di spettacoli come questo,  potrebbe rinascere a miglior vita uno dei templi della musica classica italiana.

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