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Nasce l’alleanza editoriale europea Wir. Tra i candidati allo Strega i siciliani Maugeri e DiQuattro

Blog Quattro i titoli per La nave di Teseo e per Il Saggiatore che è Libro copertina con Jean-Paul Manganaro, e il suo omaggio a Carmelo Bene. Controcopertina a "L'aria intorno a noi" di Tom Malmquist. La siciliana Valeria Ancione esce con "Il resto di Sara" per Arkadia. Nasce Wir, alleanza fra gli editori Wolff Verlag di Berlino, Italo Svevo di Trieste e RiveNeuve di Parigi

Si aprono le danze per la 76° edizione del Premio Strega 2022 e subito alla prima tornata segnaliamo  il catanese Massimo Maugeri con “Il sangue della Montagna” (La nave di Teseo) che noi abbiamo intervistato, all’uscita del romanzo, lo scorso 1° ottobre (clicca qui per leggere l’intervista), presentato da Maria Rosa Cutufelli. Alla seconda tornata risalta la candidatura della ragusana Costanza DiQuattro con “Giuditta e il Monsù (Baldini e Castoldi), candidata da Franco Di Mare.

Maugeri annuncia su facebook l'arrivo in casa propria della prima copia de 'Il sangue della Montagna'

Massimo Maugeri e il suo ‘Il sangue della Montagna’

Questi gli altri candidati fino ad oggi: “Il cercatore di luce” di Carmine Abate (Mondadori), presentato da Alessandro Masi; “Randagi” di Marco Amerighi (Bollati Boringhieri editore), presentato da Silvia Ballestra; “La vita adulta” di Andrea Inglese (Ponte alle Grazie), presentato da Franco Buffoni; “Solo una canzone” di Roberto Livi (marcos y marcos), presentato da Filippo La Porta; “Nessuna parola dice di noi” di Gaia Manzini (Bompiani), presentato da Maria Ida Gaeta; “Emersione” di Benedetta Palmieri (Nutrimenti), presentato da Alberto Rollo; “America non torna più” di Giulio Perrone (HarperCollins), presentato da Elisabetta Mondello; “Stradario aggiornato di tutti miei baci” di Daniela Ranieri (Ponte alle Grazie), presentato da Loredana Lipperini; “Gli invernali” di Luca Ricci (La nave di Teseo), presentato da Guido Davico Bonino; “La verità su tutto” di Vanni Santoni (Mondadori), presentato da Edoardo Nesi; “Poco a me stesso” di Alessandro Zaccuri (Marsilio), presentato da Helena Janeczek; “Nova” di Fabio Bacà (Adelphi Edizioni), presentato da Diego De Silva; “Perché non sanno” di Dario Buzzolan (Mondadori), presentato da Paolo Mieli; “E poi saremo salvi” di Alessandra Carati (Mondadori), presentato da Andrea Vitali; “Spatriati” di Mario Desiati (Einaudi editore), presentato da Alessandro Piperno; “Lingua madre” di Maddalena Fingerle (Italo Svevo Edizioni), presentato da Raffaele Manica; “Il nostro meglio” di Alessio Forgione (La nave di Teseo), presentato da Wanda Marasco; “Atti di un mancato addio” di Giorgio Ghiotti (Hacca), presentato da Sandra Petrignani; “Quando le belve arriveranno” di Alfredo Palomba (Wojtek), presentato da Riccardo Cavallero; “La foglia di fico. Storia di alberi, donne, uomini” di Antonio Pascale (Einaudi), presentato Francesco Piccolo; “La parte di Malvasia” di Gilda Policastro (La nave di Teseo), presentato da Romana Petri; “È tardi!” di Eduardo Savarese (Wojtek), presentato da Elisabetta Rasy.

Costanza DiQuattro

Quest’anno il premio letteraio più importante d’Italia inaugura una nuova categoria dedicata alla migliore narrazione per immagini con il Premio Strega Ragazze e Ragazzi.

Adesso conosciamo questa nutrita settimana di interessi librrari che fanno gola al sol citarne gli argomenti.

Le uscite di martedì 15 febbraio

Andreas Séché, Namiko e i giardini di Kyoto, Mondadori

Quando un giornalista tedesco di ventinove anni si reca in Giappone per un reportage sull’arte dei giardini, non può certo prevedere che questo viaggio cambierà la sua vita per sempre. Nel corso delle sue passeggiate nei giardini di Kyoto incontra infatti la misteriosa e sensibile studentessa Namiko, custode di un rapporto intimo con la natura, e ne rimane immediatamente affascinato. Ascoltandola ripercorrere l’arte millenaria che rende questi giardini spazi di meditazione e armonia, si rende conto che la donna sussurra e che il tono sommesso della sua voce regala alle parole un’intensità e un significato del tutto nuovi, in grado di toccare le corde più profonde dell’anima. Namiko sussurra non solo con le parole, ma anche con i gesti, lo sguardo e il tatto. Per il giornalista è solo il primo passo di un lungo viaggio, dentro una cultura celata nei caratteri della scrittura e nei tradizionali kúan che il protagonista inizierà a comprendere con l’aiuto del padre di Namiko. Finché una notte, seduto al fianco della giovane donna nel “giardino dei sospiri alla luna” ad ascoltare la melodia di un flauto tradizionale, si troverà a dover prendere una decisione difficile e da cui non potrà tornare indietro. Attraverso una storia d’amore unica e commovente che mette a confronto la mentalità occidentale con quella orientale, questo romanzo esplora l’eterno dilemma tra ragione e cuore, tra avere ed essere, trovando una risposta nella poesia.

Le uscite di mercoledì 16 febbraio

Frank Westerman, Noi, Umani, Iperborea

Un viaggio nella storia di paleontologia e antropologia, un’indagine per capire che cosa ci rende umani, un reportage al confine tra letteratura di viaggio e gonzo journalism.Nel 2003, sull’isola di Flores, fu portato alla luce lo scheletro di un ominide destinato a riaccendere il dibattito sulle origini e l’evoluzione della nostra specie: l’Homo floresiensis risultava infatti alto poco più di un metro e dotato di una massa cerebrale estremamente ridotta. Una nuova specie, oppure un passo indietro nell’evoluzione? O forse un caso di nanismo, in una particolarissima area geografica dove sono state rinvenute ossa di rettili e cicogne giganti e di elefanti nani? Stuzzicato nel suo formidabile fiuto per le grandi storie, Westerman si immerge in un’indagine che lo porta dalle sponde della Mosa alle isole dell’Indonesia, sulle tracce dei nostri antenati. Presto, però, la questione delle origini si rivela elusiva, troppo disputata tra grandi paleontologi e scuole di pensiero, con i dibattiti scientifici spesso viziati da rivalità personali, prestigio internazionale e rancori postcoloniali. E la domanda su chi fosse l’uomo di Flores lascia spazio a interrogativi più disturbanti e urgenti: cosa ci rende geneticamente umani? Come è cambiata nel tempo la risposta a questa domanda, dalla paleontologia degli esordi alle tecnologie di oggi? Quanto il pensiero scientifico, con le sue pretese di oggettività, è invece un’inconsapevole vittima della storia? Dopo anni di viaggi e ricerche, intervistando esperti, leggendo diari dimenticati e testi scientifici, fino a partecipare a scavi e farsi mappare il genoma, Frank Westerman racconta delle nostre origini e di chi le ha studiate, favole avventurose di pionieri, autodidatti, luminari di una scienza forse troppo umana, ma non per questo meno importante e grandiosa.

AA.VV., The Passenger: California, Iperborea

The Passenger vola per la prima volta negli Stati Uniti per occuparsi di uno stato eccezionale, sotto assedio. I principali media americani, perlopiù espressione di New York e Washington, ci hanno preso gusto a celebrarne il funerale e si sente spesso parlare di «fine della California per come la conosciamo», ma per certi versi è ancora giusto ritenerlo uno stato modello: progressista, libertario e all’avanguardia come ci racconta uno che lo conosce bene, Michele Masneri, in uno dei contributi di questo numero. Viverci, però, è diventato un privilegio e molti, ulteriormente incentivati dalla prospettiva del lavoro a distanza, nonostante un’economia in boom, bussano alle porte degli stati confinanti: è il paradosso spiegato da Francesco Costa nel suo Decalifornication che apre il volume. Per chi non è bianco, invece, non c’è nulla di nuovo, la vita è sempre stata in salita, perfino per le comunità apparentemente più integrate, come quella asiatica, colpita dallo strano pregiudizio di essere una «minoranza modello», uno stereotipo pericoloso come tutti ma che oggi una nuova generazione di romanzieri asiatici americani cerca di ribaltare, Vanessa Hua ci spiega come. Lisa Teasley, scrittrice poeta e artista visiva, mostra come anche in quel che è rimasto dei quartieri multietnici di Los Angeles – città teatro di storiche rivolte nere, dove la quota degli afroamericani si sta abbassando sempre di più – il riscatto e la speranza arrivano dal mondo della cultura. La California in generale ha bisogno di un nuovo storytelling che prenda coscienza del peccato originale – la colonizzazione con il sangue della popolazione indigena – ed è confortante apprendere dall’articolo di Lauren Markham, esperta di flussi migratori e tematiche ambientali, che oggi esista un movimento di restituzione di terreni agli eredi dei legittimi proprietari. Tra le terre conquistate con la violenza nell’Ottocento c’è anche un parco nazionale che ogni americano associa a un ideale di natura incontaminata, a un’oasi di boschi, laghi e cime innevate nella terra del surf: Yosemite, una delle tante Californie che visiteremo in questo numero, in questo caso con lo scrittore Francisco Cantú. Sotto altri aspetti invece non si può più parlare di paradiso naturale e terra promessa, quanto di terra problematica e pesantemente minacciata da cambiamenti climatici. Un’altra scrittrice che ha pubblicato un libro di successo sulla California, Anna Wiener, ci porta nella Central Valley, dove cresce buona parte del cibo per le cucine degli americani e dove un modello di colture ad alto consumo idrico in un territorio afflitto dalla siccità sta entrando in crisi. Concludiamo con la foto di apertura, quella di copertina, con un gruppetto di persone che indicano sullo sfondo la nuvola di fumo di uno dei tanti giganteschi incendi che divampano ogni anno nello stato; il reporter Mark Arax spiega come a fianco ai fattori climatici, ci siano anche pesanti responsabilità politiche.

Giovedì 17 febbraio esce il libro copertina: “Oratorio Carmelo Bene” di Jean-Paul Manganaro, Il Saggiatore

Un palco buio, un volto bianco, gli occhi come pozze nere. Le movenze scattanti, la voce profonda e le parole perentorie di Carmelo Bene. Ciò che la sua bocca carnosa, erotica, pronuncia è il frutto di un procedimento che senz’altro appartiene a una forma rivoluzionaria di arte. Poesia? Sì, quella di Dante, Majakovskij, Shakespeare. Eppure la carica è diversa, contemporanea; in ogni performance brucia il fiato del tempo presente, vibra un furore corporale, pancreatico. L’opera di Carmelo Bene ha attraversato un’intera epoca e ha segnato come poche altre le arti performative del nostro paese. Jean-Paul Manganaro ne compone un ritratto al vivo: “Oratorio Carmelo Bene” è romanzo, autobiografia, saggio letterario e tutte queste cose insieme. È l’opera che meglio può inglobare l’arte di Carmelo Bene perché è anch’essa arte, scrittura dalle infinite possibilità, lingua vivissima e materiale, eccesso e sfrontatezza. Un libro che ricrea tra le sue pagine lo choc di uno spettacolo di Carmelo Bene, trascinandoci verso «sensazioni impercepibili», un «nulla pieno» che ci colma e ci fa traboccare, e che infine è «un tutto che non ammette discorso».

Sempre giovedì 17 febbraio esce il libro contro copertina: “L’aria intorno a noi” di Tom Malmquist, NNE

Nella soffitta dei genitori, avvolto attorno a un vecchio piatto di porcellana, Tom Malmquist trova un quotidiano del 1991 che riporta la notizia dell’omicidio di Mikael K, un uomo di trent’anni il cui cadavere è stato rinvenuto in una grotta nella foresta di Sörskogen, alle porte della sua città natale. All’epoca Tom era poco più di un bambino, però ricorda ancora la scena del crimine transennata, e quel giornale risveglia la sua curiosità. Ormai sono passati più di vent’anni, ma il caso è rimasto irrisolto: così Tom decide di setacciare gli archivi, nel tentativo di fare chiarezza su quella morte misteriosa. L’indagine porta alla luce inquietanti analogie tra la vita di Mikael e quella di Tom, trasformandosi progressivamente in un viaggio interiore che mette a nudo fragilità, debolezze e traumi familiari che credeva superati.

Le altre uscite di giovedì 17 febbraio

Valeria Ancione, Il resto di Sara, Arkadia

“L’aria è afosa, densa, appiccica. Anche in moto si suda. I capelli fuori dal casco, increspati dall’umidità, svolazzano isterici al vento caldo e si arrotolano come cannoli. È rosso all’incrocio tra la Consolare Pompea e la discesa di Sperone: Sara si ferma al semaforo e prende il cellulare, scrive due righe e monitora la luce dell’alt. “Vado a casa, mi aspetti per la buonanotte?”. Chiude con un cuore grosso, rosso e pulsante che ci sta sempre bene, tocca invio e il telefono può scivolare nella tasca del pantalone.
Verde: Sara ingrana la prima e la Vespa PX 125 bianca del 1983 riparte, insicura da sempre, non tanto per i suoi anni ma per le ruote piccole, i freni approssimativi e il motore nel bauletto sinistro che fa peso soltanto da un lato. La Vespa è una contraddizione e non è per tutti, è un modo di essere e chi la porta si crede quel modo di essere: incerto e immortale. Sara si sente come il suo “vespone”. Una vecchia Golf corre giù per la discesa, il giallo diventa rosso, l’accelerata indecisa dell’ultimo momento, “Passo o non passo? Passo”, e il fiato risucchiato per tagliare la strada quasi a occhi chiusi. Peccato che le misure e i tempi siano sbagliati e l’impatto è preciso e violento. Sara stava ancora tirando la prima e senza ali ha preso il volo. Quanto dura la discesa? Dove atterro? Cosa resterà di me? Domande in caduta libera come lei, senza risposta, sperdute nel groviglio del cervello o finite in quel per sempre da cui non si torna. Dal cuore grosso e pulsante a finire per terra è un attimo. Sbattuta sull’asfalto caldo di una giornata che ha sfiorato i quaranta gradi, senza accorgersi di niente, senza sapere se c’è un cuore reso che trema per lei nel suo telefono”.

“Ti racconto una canzone”, a cura di Massimiliano Nuzzolo in collaborazione con Eleonora Serino, Arcana Edizioni

Le canzoni che ascoltiamo, a volte per caso, a volte per scelta, spesso rimangono dentro di noi e ci accompagnano per tutta la vita. Questo libro nasce con l’idea di raccontare un momento particolare, delle emozioni, dei ricordi, e ovviamente una canzone che è legata indelebilmente a essi. Un universo sonoro che scorre accanto a noi, nei modi più disparati, per accompagnare la nostra vita. E senza scomodare Charles Baudelaire, di certo la musica come arte ha qualcosa in sé di più “diretto”, più potente e coinvolgente di tutte le altre arti. In questo libro più di quaranta autori e autrici, di ogni età, noti e meno noti, esperti o meno esperti, coinvolti da Massimiliano Nuzzolo, coadiuvato da Eleonora Serino, raccontano con passione la loro canzone: un modo personale di raccontare le emozioni che va oltre la canzone stessa.

I curatori
Massimiliano Nuzzolo
Romanziere veneziano (L’ultimo disco dei Cure, La verità dei topi, Fratture), ha curato per Mursia La musica è il mio radar. Collabora con «Il Gazzettino» e con «Rockerilla». Già produttore di band come Soluzione e Kyrie.

Eleonora Serino
Milanese scappata in Valbormida, è freelance in diversi ambiti. Amante di tutte le forme d’arte, appassionata di animali, supereroi e cioccolata fondente, collabora con «Rockerilla».

Le prestigiose firme scelte di due curatori
Lucio Angelini, Gianluigi Bodi, Andrea Brancolini, Rino Bregani, Annalisa Bruni, Marta Cai, Luca Caviglione, Giovanni Cocco, Francesco Consiglio, Enrico Corradini, Giuseppe Costigliola, Eugenio Delmale, Francesco Dezio, Marco Drago, Edoardo Ghiglieno, Marco Innamorati, Franz Krauspenhaar, Nicolò La Rocca, Massimiliano Maestrello, Andrea Martina, Guido Michelone, Elena Marrassini, Michele Monina, Raul Montanari, Gianluca Morozzi, Ivano Mugnaini, Domenico Mungo, Chiara Negrini, Massimiliano Nuzzolo, Sandro Ossola, Angelo Petrella, Luca Pasquinelli, Marco Patrone, Luca Ragagnin, Sergio Restagno, Paolo Restuccia, Alberto Rimini, Umberto Rossi, Eleonora Serino, Ugo Sette, Marco Steiner, Leo Taverna, Stefano Trucco, Filippo Tuena, Lorenzo Vargas, Carmelo Vetrano.

Michele Pipia, La scomparsa dei dinosauri, Graphofeel

Palermo, Assemblea Regionale siciliana: all’appello mancano sessantadue consiglieri regionali. L’ordine del giorno prevede l’approvazione della legge di bilancio, attesa e discussa da mesi, da cui dipendono i preziosi finanziamenti per l’anno successivo. Dopo la notizia, le prime ricerche portano ad un unico risultato: i consiglieri sono scomparsi. Le indagini vengono affidate al capo della squadra mobile Marco Simoncini, poliziotto toscano in attesa di un trasferimento imminente che di punto in bianco si trova costretto ad addentrarsi nei difficili meandri della vita politica siciliana. Lo sviluppo dell’inchiesta è intrecciato e intervallato da vari flashback che ricostruiscono la vita e la carriera dell’Assessore Antonio Tricinna, un uomo astuto e senza scrupoli, abituato a seguire con abilità la regola dei favori. Accanto a questi personaggi ne compaiono molti altri, uomini e donne ritratti in un affresco contemporaneo del malcostume di grande intensità.

Michele Pipia: «L’idea del romanzo è nata dal bisogno di raccontare la corruzione e la collusione con la mafia di una parte della politica siciliana nel periodo che va all’incirca dal 1965 al 2003. I dinosauri sono i politici che col loro potere elettorale e le loro clientele perpetuavano da più di una legislatura il loro posto all’assemblea regionale. Per la figura dell’ assessore Tricinna mi sono ispirato ad un uomo politico siciliano che ha imperversato per anni e anni e che poi, finalmente, è stato arrestato e condannato».

L’autore 
Michele Pipia è nato a Sciacca, in provincia di Agrigento, nel 1958. Dopo gli studi in ingegneria all’Università di Pisa e un periodo di giovanile passione per le motociclette di grossa cilindrata, ritorna in Sicilia, stabilendosi a Palermo dove tutt’ora vive e lavora. La Scomparsa dei Dinosauri è il suo primo romanzo.

Gianni Barbacetto, Peter Gomez, Marco Travaglio, Mani pulite. La vera storia, Chiarelettere

“Il racconto più completo di una tempesta politica e giudiziaria che non ha eguali nella storia.«Il racconto dei fatti, ricostruiti con certosina pazienza e con la maestria che contraddistingue gli autori, spazza via le sciocchezze e le menzogne che per anni sono state divulgate dai mezzi di informazione” dalla prefazione di Piercamillo Davigo.
“Oggi, trent’anni dopo, possiamo dire che l’inchiesta Mani pulite rimane scolpita nella memoria collettiva e sono miseramente falliti tutti i tentativi di farla dimenticare o, peggio, di farla ricordare come l’opposto di ciò che era” dalla nuova introduzione di Marco Travaglio. “Questo libro è un memorandum formidabile” il commento di Corradio Augias.
Cosa resta oggi di Mani pulite? Secondo la vulgata dominante, nulla, perché la corruzione da allora è continuata, forse addirittura aumentata. Ma un’indagine non si giudica dal numero di reati simili commessi dopo, altrimenti tutte sarebbero un fallimento, visto che nessuna è mai riuscita ad abolire i reati successivi. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 2002 e ora riproposto in una nuova edizione, è il racconto più completo di una tempesta politica e giudiziaria che non ha eguali nella storia: per il numero di persone indagate, processate e giudicate colpevoli in sentenze di condanna, patteggiamento, prescrizione e persino assoluzione o proscioglimento o archiviazione o amnistia o indulto o condono per i più svariati cavilli. In questi trent’anni, c’è chi ha provato a raccontare Mani pulite come un’operazione politica di magistrati ideologizzati per colpire gli innocenti di una parte e favorire i colpevoli dell’altra. Ma le campagne politico-mediatiche negazioniste e revisioniste non hanno scalfito la percezione di quei fatti nell’opinione pubblica, sebbene abbiano fatto breccia e proseliti nel mondo politico, in quello mediatico sottostante e persino in una parte di quello giudiziario. È vero, quasi nessuno dei colpevoli di Tangentopoli ha scontato la pena in galera, ma ciò non è dipeso dalle indagini delle Procure bensì dalle leggi fatte prima, durante e dopo per assicurare l’impunità ai tangentisti. Leggi che fanno dell’Italia il paradiso dei delinquenti e l’inferno delle vittime. Infatti ancora oggi le Italie sono due: quella che vive nel terrore che il 1992 si ripeta e quella che lo spera con tutto il cuore.

AA. VV., Letteratura d’evasione, Scritti dei detenuti del carcere di Frosinone, Il Saggiatore

Questo insieme di racconti, brevi autobiografie, pagine dia- ristiche, lettere, surrealistici «cadaveri squisiti» e altri eserci- zi letterari rappresenta una rottura delle pareti che separano l’esterno del carcere dalla realtà al suo interno, permettendo sia a chi legge sia a chi scrive di abitare insieme uno spa- zio di confronto e vicinanza: quello della letteratura. Uno spazio di libera espressione nel quale gli autori danno voce al proprio passato, ai propri sogni e alle proprie paure, de- scrivono gli ambienti della prigione e le planimetrie di città immaginarie, inventano storie a partire da una fotografia e si reinventano come personaggi di finzione, condividono ricordi e parlano di amore e di morte, di errori commessi e di scelte fatte con coraggio. Arricchita dalle prefazioni di Luigi Manconi e Alessandro Bergonzoni, Letteratura d’evasione è una testimonianza della potenza liberatoria e rigenerante della scrittura. Un’o- pera corale che è anche una riflessione sulla reclusione e sulla possibilità che un carcere non sia solo un punto di arrivo ma anche un nuovo inizio. Come scrive Manconi, «letteratura d’evasione è sia quella che consente al detenuto-lettore di emanciparsi dalla claustrofobia mentale e fisica delle sbarre, delle porte blindate, degli spazi coatti, sia quella prodotta dal detenuto-scritto- re. Ovvero da chi, nella prigione psicologica e materiale, ha trovato uno spiraglio per prendere aria, per sgranchire gambe e braccia, per conquistare una porzione di autonomia e di libertà».
Gli autori
El Mehdi Belaabdouni, Raffaele Borrelli, Abdel Hadi Bousmara, Andrea Ciufo, Alfredo Colao, Pjetri Gjergj, Ermal Gripshi, Andrea Lombardi, Emanuel Mingarelli, Stefano Palma, Christian Pau, Omar Saidani, Mohamed Shoair, Antonio Vampo.

Joseph Henrich, Weird. La mentalità occidentale e il futuro del mondo, Il Saggiatore

Rispetto a tutte le altre popolazioni della storia, siamo decisa-mente strani. Weird, in inglese. O, meglio, w come western, e come educated, i come industrialized, r come rich, e di come democratic. In italiano quindi occidentali, istruiti, industrializzati, ricchi, e democratici. Per funzionare meglio nella nostra forma di civiltà abbiamo modificato i nostri processi mentali, privilegiando il lavoro rispetto ai rapporti umani e diventando più creativi e meno obbedienti. Con la certezza che il nostro fosse l’unico mondo possibile, o se non altro il più evoluto, abbiamo colonizzato mari e terre, esportando ovunque il nostro modo di pensare e delegittimando o addirittura cancellando le culture diverse. Non sorprende che l’idea di forme di umanità alternative alla nostra sia così poco presente anche nel nostro immaginario sul futuro del pianeta e dei suoi abitanti. In “Weird” Joseph Henrich ricostruisce quali siano stati, nella storia della civiltà occidentale, i momenti fondamentali che hanno plasmato il nostro peculiare comportamento sociale: il passaggio da clan e sistemi di parentela complessi alla famiglia nucleare, l’urbanizzazione, la nascita di gilde e corporazioni, l’alfabetizzazione di massa, l’industrializzazione e la nascita dell’Homo oeconomicus, razionale e indivi- dualista. Attraverso le lenti dell’antropologia e della biologia evoluzionistica, dell’economia e della psicologia sociale, Henrich ci porta in viaggio nel tempo e nello spazio, per ere e continenti, interrogandosi sulle differenze tra i popoli del globo, osservando i cambiamenti prodotti dall’incontro con la mentalità “Weird” ed evidenziando la totale relatività di principi del vivere comune che consideriamo naturali. “Weird” è uno strumento fondamentale per fare il punto sul percorso della società umana e sul futuro della nostra specie. E, possibilmente, per costruire un domani migliore nel quale poterci chiedere, guardando indietro, perché la gente del nostro tempo fosse così strana.

Sabrina Mugnos, Atlante del Grande Nord. Alla scoperta di aurore, miti e paesaggi misteriosi, Il Saggiatore

Pensate al luogo più a nord che conoscete. Fissatelo nella mente, poi proseguite ancora e ancora, attraversate centi- naia di chilometri di ghiaccio e neve, oltrepassate vulcani chiazzati di bianco e cascate di cristallo, scivolate tra branchi di renne e orsi polari, smarritevi nel buio gelido della notte artica inseguendo i bagliori verdearancio delle aurore boreali. Ecco, a quel punto – e solo a quel punto – vi accorgerete di essere entrati in una zona al di là di ogni confine: un regno in cui la natura assume i contorni del mito e in cui gli uomini si confrontano ogni giorno con il proprio limite. Eccovi, infine, al cospetto del Grande Nord. Sabrina Mugnos ci conduce in un viaggio scientifico e sentimentale in Lapponia e Groenlandia, nelle isole Svalbard e in Islanda, alla scoperta dei loro incredibili paesaggi e delle popolazioni che li abitano: da Ilulissat, la capitale mondiale degli iceberg, all’area termale di Geysir, sede dei geyser che da questo luogo hanno ricevuto il nome; dalle spettacolari luci aurorali che rischiarano i fiordi attorno a Tromsø alla piccola isola di Magerøya, dove si trova il leggendario Capo Nord, uno dei punti in cui ammirare il «sole di mezzanotte». Tra flora e fauna, scienza e folklore, Atlante del Grande Nord è un’avventura all’estremo dell’umano, una mappa narrativa di come appare il mondo al di là delle colonne d’Ercole delle nostre trafficate e congestionate metropoli. Una fotografia dell’Ultima Thule terrestre in tutta la sua candida, immacolata meraviglia.

Elena Stancanelli, Il Tuffatore, La nave di Teseo

Un romanzo che racconta la fine di un’epoca, quella degli uomini come Raul Gardini, i vincitori, i pirati. La fine di un archetipo di mascolinità, sconfitta dalla storia. Nel tuffatore convivono eleganza e passione per il rischio. Raul Gardini aveva imparato da ragazzino a tuffarsi dal molo di Ravenna. Bello, seduttivo, sempre abbronzato, erede acquisito di una delle più potenti famiglie industriali italiane, aveva l’ambizione di cambiare le regole del gioco e la spregiudicatezza per farlo. Spinto dal desiderio, dall’ossessione di andare più dritto e veloce verso la risoluzione di qualsiasi problema. A qualunque costo. Elena Stancanelli racconta la parabola di Raul Gardini come il romanzo di una generazione scomparsa, fatta di uomini sconfitti dalla storia, fieri del loro coraggio, arroganti, pronti a rischiare fino all’azzardo. Uomini a cui era difficile resistere. La vicenda di un imprenditore partito da Ravenna per conquistare il mondo entra nella vita e nei ricordi della scrittrice, intreccia le canzoni di Fabrizio De André, si muove sullo sfondo di una provincia romagnola tra fantasmi felliniani, miti eroici, ascese improvvise e cadute rovinose. Intorno, i sogni di gloria di un paese che guarda all’uomo della provvidenza con speranza prima, e con sospetto poi. Fino a quando tutto crolla. E il tuffatore resta lassù, da solo, sospeso in volo tra la vita e la morte.

Cynthia Ozick, Antichità, La nave di Teseo

Una delle voci più importanti della narrativa ebraica americana. Uno dei racconti più mirabili di Cynthia Ozick, toccato da un’ironia inquietante e dal sapore sfuggente di una parabola di Kafka, che intreccia, con la sua voce inconfondibile, mito e mania, storia e illusione. Una grande parabola sull’età avanzata, sulla memoria, sul senso dell’identità ebraica. Lloyd Wilkinson Petrie è uno dei sette anziani soci e inquilini del collegio Temple Academy for Boys, ormai fallito, che una volta era stato un orfanotrofio dove gli stessi inquilini erano stati accolti e educati. LLoyd è figlio di un archeologo morto molto giovane; dal padre ha ereditato reperti archeologici dell’Antico Egitto ed è ossessionato dalla memoria. Così decide di raccogliere e salvare la storia del collegio, e in particolare si sofferma sul suo rapporto con un ragazzo ebreo vittima dell’antisemitismo in quegli anni, Ben Zion Elefantin, originario dell’isola Elefantina in Egitto. La figura di questo ragazzo ossessiona Lloyd, lo mette in contrasto con gli altri inquilini che, misteriosamente, iniziano a morire uno dopo l’altro e Lloyd viene accusato di essere il responsabile di queste morti. Il Temple fallisce e Lloyd viene sfrattato. Sembra fallire quindi anche il suo piano di ricostruire tutta la memoria del collegio e salvare le antichità lasciategli dal padre. Ma sarà una rivelazione lasciatagli dal suo amico Ben Zion a consentirgli di accedere al “segreto della memoria”…

Monica Sabolo, Eden, La nave di Teseo

Innocenza, colpa e castigo sono al centro del nuovo romanzo di Monica Sabolo – autrice del precedente Summer, 50.000 copie vendute solo in Francia, finalista al Premio Goncourt e al Premio Interralié – in cui la foresta, luogo di pericolo e fascino, è un personaggio a sé stante. Combinando una prosa inquietante e una suspense implacabile, Eden mette in discussione la parte occulta e selvaggia dell’uomo, e la sua perduta innocenza, esplorando la nostra connessione con le origini e la memoria in un mondo sull’orlo dell’estinzione. La quindicenne Nita vive in una riserva stretta tra un’autostrada e un’antica foresta minacciata dal progresso e sogna di fuggire da quel luogo senza futuro. Non crede più nella bellezza e nel potere del bosco da quando suo padre vi è scomparso in maniera inspiegabile, almeno finché una ragazza di città, Lucy, si trasferisce davanti a casa sua. La loro incerta amicizia adolescenziale risveglia in Nita la consapevolezza dell’esistenza di un mondo invisibile. Misteriosa e solitaria, Lucy si avventura spesso nei boschi, dove osserva le tracce di strani rituali… Pochi mesi dopo viene trovata addormentata ai piedi di un albero, nuda e coperta di ferite. Cosa le sia successo, nessuno lo sa e la ragazza non tornerà più quella di prima. Nita è scossa dall’accaduto e farà di tutto per capire chi, o cosa, sia il responsabile.

Fratelli D’Innocenzo,Trilogia, La nave di Teseo

In occasione dell’uscita del nuovo film America Latina, Trilogia è un ponte imprescindibile tra cinema e letteratura, un unicum per riflettere e riflettersi in storie di ordinarietà che diventano folli una volta venute a contatto con noi, con il problema, irrisolto, dell’essere vivi. In soli tre film i fratelli D’Innocenzo hanno ribaltato l’idea del racconto di periferia, partendo dalla messa a nudo del luogo senza compromessi o sentimentalismi (La Terra Dell’abbastanza), passando poi alla rinuncia eclatante di ogni forma di realismo geografico, sociale e formale (Favolacce), per arrivare alla scarnificazione ultima, mortifera e spettrale di una cornice ora davvero sola (America Latina). Questa trilogia dei margini vede il maschile messo in crisi a colpi di silenzi, stordito, sfalsato, con la scrittura dei D’Innocenzo che analizza con feroce dolcezza gli sbagli di una somma di generazioni (l’infanzia creativamente lugubre di Favolacce, l’adolescenza febbrile e scarica de La Terra Dell’Abbastanza e l’età adulta pietrificata, sconfitta e raggelante di America Latina) tracciando un filo invisibile e stupefacente tra il lirico e l’orrifico che determina la coppia di gemelli come tra i più lucidi narratori di questo secolo. Con sceneggiature più simili a romanzi i D’Innocenzo spalancano le porte della loro visione del mondo, si perdono in dettagli labirintici, si dileguano dal già visto, si scansano sia dalla prevedibilità quanto dalla scoraggiante imprevedibilità.

“Il riccio e altre bestiarietà” inaugura la collana trilingue Wir

La cover francese

La versione francese del libro

Giovedì 17 febbraio, alle 17.30, verrà presentato, in anteprima mondiale alla libreria Toletta di Venezia, un’edizione speciale trilingue primo frutto dell’allenza Wir, accordo internazionale sottoscritto dagli editori Robert Enerhardt della Wolff Verlag di Berlino, Alberto Gaffi della Italo Svevo di Trieste e Gilles Kraemer della RiveNeuve di Parigi. L’obiettivo del patto è quello di produrre insieme nelle tre lingue libri che esprimano e rafforzino l’originalità della piccola editoria e la tradizione artistica europea. La prima pubblicazione del neocostituito sodalizio è “Il riccio e altre bestiarietà” degli autori Roland Cailleux e Carlo Alberto Parmeggiani con i disegni di Pascal Colrat e la grafica di Maurizio Ceccato. Dedicata al tema degli animali uscirà contemporaneamente in Italia e in Francia il 24 febbraio. L’edizione speciale si amplierà a breve anche con la versione in tedesco e tutti i volumi saranno stampati a Vicenza. In occasione della visita i tre editori incontreranno le Istituzioni di Veneto e Friuli Venezia Giulia per gettare le basi per future iniziative culturali da promuovere sui rispettivi territori.

WIR è un’alleanza tra tre editori di narrativa e varia uniti da un forte spirito europeista. L’intento è quello di produrre insieme nelle tre lingue piccoli libri che vogliono esprimere e rafforzare l’originalità della piccola editoria e la tradizione artistica europea. L’auspicio è che ai primi tre marchi alleati possano aggiungersi presto anche altri colleghi: in particolare sono in fase molto avanzata nuove intese con editori di lingua slovena L’intento sarà quindi non di escludere le diverse voci, ma di rappresentare le novità, da qualunque parte arrivino. Tutti i titoli del progetto europeo WIR, sia quelli in lingua italiana che in francese e tedesco, saranno proposti dal direttore editoriale, Dario De Cristofaro e stampati dalla tipografia La Grafica e Stampa di Turi Micale a Vicenza. «Si tratta – hanno anticipato i firmatari – di un piccolo laboratorio officinale dove estrarre l’essenza delle pluralità identitarie continentali, in un odore che sia sintesi e al contempo rispetto. Un’officina pronta a ricevere, ma soprattutto a commissionare,  testi e immagini. Ogni libro si concentrerà su un tema, volutamente ampio, che gli artisti potranno interpretare liberamente nel loro estro estetico e narrativo».
Dopo la tappa veneziana, venerdì 18 febbraio i tre editori saranno in visita anche Trieste (la città di Italo Svevo e dove proprio 100 anni fa l’autore irlandese James Joyce scrisse il suo capolavoro “Ulisse”) e a Duino (il magico luogo che ospita il castello a picco sul mare dove il grande poeta tedesco Rainer Maria Rilke compose le sue famosissime “Elegie Duinesi”) per incontrare, analogamente a quelle venete, le autorità del Friuli venezia Giulia e i vertici di alcune importanti Associazioni Culturali e gettare le basi per future collaborazioni e iniziative in stretta connessione con i due territori.

Gli autori de “Il riccio e altre bestiarietà”
Roland Cailleux (Parigi 1908 – Antibes 1980), fra Cronin e Tobino, fra la penna e lo stetoscopio, fu medico e scrittore raffinatissimo di solo cinque romanzi in tutta la sua vita, amico di poeti e scrittori come Gide e il premio Nobel Roger Martin du Gard, e senza mai dimenticare il lemure amico del sommo Marcel Proust. Carlo Alberto Parmeggiani (Carpi 1949), ignorato scopritore di teoremi mai verificati di geometria proiettiva e di eleganti congetture sul concetto di infinito, ha amato l’estero, ma senza mai mettervi radici. Tornato a insegnare nella sua città, scrive appartato note di costume e racconti brevi financo romanzi.

Le uscite di venerdì 18 febbraio

Centomo, Sciarretta, Caluri, De Luca, 7 crimini. La violenza, Tunué

Il secondo crimine è “La violenza”. Una vicenda di violenza sessuale dai tratti singolari, in cui, in un crescendo di colpi di scena, i ruoli all’apparenza scontati si capovolgono, si contraddicono e si annullano a vicenda.

Remy Lai, Pablo. L’arte dell’amicizia, Tunué

Sia rispetto ai temi trattati (l’amore per i cani, l’amicizia, la difficoltà di aprirsi agli altri e l’espressione di sé stessi attraverso l’arte) sia rispetto alla densità della trama, dettagliata e ben strutturata. Grazie a questa varietà riesce ad essere insieme educativo, divertente e coinvolgente. Ideale per gli amanti di Raina Telgemeier. Età di lettura: da 10 anni in su.

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