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Un secolo fa nasceva Luciano Bianciardi, intellettuale “contro” nell’Italia del boom

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog Il 14 novembre ExCogita celebra, con due libri, i 100 anni dalla nascita del giornalista e scrittore Luciano Bianciardi, morto nel 1971 a soli 49 anni. Francesca Guercio con "Distopia pop", Shruti Swamy con "Una casa è un corpo" e Perumal Murugan con "Punacci, storia di una capra nera", i titoli che più incuriosiscono per gli editori indipendenti. Plauso a Tiziana Ferrario che per Chiarelettere racconta la vita della partigiana Lydia Franceschi

Settimana molto intensa quella che precede l’inizio dei Campionati del Mondo di Calcio in Qatar, che inauguriamo nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Luciano Bianciardi (Grosseto 1922 – Milano 1971). ExCogita ha raccolto tutta la produzione giornalistica – l’unica a non essere stata ancora pubblicata nella sua interezza – con la prefazione di Michele Serra. Inoltre la casa editrice diretta da Luciana Bianciardi porta in libreria, con la prefazione di Giancarlo De Cataldo, la versione integrale del racconto “La solita zuppa” con la ricostruzione, attraverso gli atti processuali, della spassosa vicenda giudiziaria di cui lo scrittore fu protagonista; dunque per l’importantissimo anniversario, oltre all’annunciata ‘zuppa’ in libreria dal 14 novembre anche “Tutto sommato. Scritti giornalistici 1952 – 1971“.

La copertina non manca d’altre sorprese e ritorni: l’11 novembre, esce il nuovo di Alessandro Zannoni, padre di Bernardo, fresco vincitore del Campiello 2022. Dopo anni a raccogliere consensi con i racconti e con la sceneggiatura per film, il poliedrico sarzanese festeggia i tre anni e sette mesi esatti della collana Sidekar dell’editore sardo Arkadia (era l’11 aprile 2019 quando fu inaugurata la fortunata collana, col primo numero, un’antologia di racconti di Zannoni), “Tessa, per caso” si intitola e si aggiudica la controcopertina. In copertina la potentissima siciliana A&B Editrice, che negli ultimi anni ha toccato il firmamento più volte grazie al lavoro certosino della sua capa, Pina La Banca, capeggia i titoli con Simone Delos e il suo “Meridiana, bellissima fiaba per tutti. Ambedue i titoli usciranno venerdì 11 novembre. C’è lo #specialepoesia col ritorno del giovanissimo talento albese Paolo Pera: nuovamente con Ensemble, esce “Pena di me stesso. Debolezze scanzonate, stavolta il poeta scanzoneggia più se stesso. Non mancano gli impegnati in casa Giunti, Fazi, Chiarelettere, La nave di Teseo, Settecolori, Solferino e La nuova Frontiera, che propongono titoli di alto livello per indagine e ricerca. Inducono molta curiosità le pubblicazioni dell’ormai affermatissimo Polidoro EditoreRacconti, prima volta e debutto nel nostro blog e l’elegantissima Utopia.

Le uscite di martedì 8 novembre

Tiziana Ferrario, La bambina di Odessa, Chiarelettere

Il racconto, sotto forma di romanzo, della vita straordinaria di Lydia Franceschi, donna, staffetta partigiana, madre e insegnante che ha attraversato il Novecento a testa alta. Tiziana Ferrario, ex inviata e volto storico del TG1, è stata sua allieva a scuola a Milano e ce la racconta con passione e dovizia di particolari, dopo mesi di ricerca e studio, anche nella casa della stessa Franceschi. Dalla nascita a Odessa nel 1923 (con la madre che morirà di parto), al ritorno in patria e all’uccisione del padre per mano fascista;dalla lotta partigiana, all’impegno nella scuola, prima come docente e poi come preside, fino agli anni Settanta e al dolore più indicibile: la morte di un figlio, Roberto Franceschi, negli scontri studenteschi fuori dalla Bocconi, nel gennaio del ‘73. E ancora, una battaglia di vent’anni per far emergere la verità, fino all’ammissione di colpa da parte dello Stato e il risarcimento alla famiglia che devolverà tutto a una Fondazione intitolata a Roberto (i proventi della vendita del libro saranno destinati alla Fondazione Roberto Franceschi Onlus). Il coraggio, la determinazione e la passione di una donna che non ha mai chinato il capo di fronte alle innumerevoli avversità della vita.

Speciale poesia: “Pena di me stesso. Debolezze scanzonate” di Paolo Pera, Ensemble

Con “Pena di me stesso” il pur giovane (classe 1996) Paolo Pera giunge al suo quarto libro di poesia. Il quid novum del quale è una introflessione dello sguardo, soprattutto rispetto ai precedenti Pietà per l’esistente. Satire e poesie censurabili e Pierino Porcospino. Se in questi ultimi si assisteva a un severo giudizio sul mondo esistente, ora il tema si sposta, con non minore severità, sull’autore stesso e le sue «debolezze», che potranno essere inadeguatezze comportamentali o altresì azioni “colpevoli” (o ritenute tali dal poeta). In Pietà per l’esistente, rispetto al quale il presente libro va letto in continuità, l’autore stesso (Premessa) avvertiva che la sua commiserazione è «dolorosa» ma anche «acida e sprezzante». Lo sprezzo si giustifica col fatto che artefici delle proprie brutture sono gli uomini medesimi, dopo una nietzschiana “morte di Dio” che rompe gli argini di misurata saggezza e di temperato gusto estetico (come viene ribadito, in pendant, nella Premessa a questa Pena di me stesso). Ma ora l’emblema d’apertura è quello dell’asceta, dello «stilita», che afferma di non peccare e al tempo stesso di essere turbato dal silenzio di Dio sul senso delle carenze estetiche (e conseguentemente morali) del mondo d’oggi.

Teresa Ciabatti, Data di nascita, Solferino

Si viene al mondo molte volte durante la vita: magari con la scoperta del sesso, o con il primo dolore o la prima ingiustizia. E viceversa, la nascita può essere anche una morte. Qual è il momento, come si palesa e a che prezzo? Provano a raccontare questa svolta undici autrici e autori, come Jonathan Bazzi, Pietro Castellitto, i fratelli D’Innocenzo, Fumettibrutti, Giulia Caminito. La curatela è di Teresa Ciabatti.

Andrea De Carlo, Io, Jack e Dio, La nave di Teseo

Mila e Jack sono amici dall’infanzia, da quando passavano le estati insieme a Lungamira. Il loro è un rapporto inframezzato da lunghe separazioni riempite da un’intensa corrispondenza fra l’Italia e l’Inghilterra. Una storia d’amicizia febbrile che pare fermarsi un passo prima dell’amore, finché Jack scompare e di lui non si sa niente per sette anni, per poi ritornare in veste di frate. Andrea De Carlo ritorna ai temi che gli sono più cari, l’amore e l’amicizia, a cui in modo imprevedibile se ne aggiunge un altro: la religione.

Sana Krasikov, I patrioti, Fazi

Florence, figlia di genitori ebrei e nipote di una donna russa, ha sempre subito il fascino del mondo sovietico. Così all’indomani della Grande Depressione, nauseata dalle contraddizioni americane, decide di trasferirsi in Russia, inseguendo il sogno socialista e un amore oltreoceano. Tuttavia, una volta arrivata, le speranza svaniscono e Florence si trova a fare i conti con un regime sempre più opprimente. In questo romanzo d’esordio l’autrice ucraina Sana Krasikov narra le vicende di tre generazioni in bilico tra due continenti e bloccate dalle forze della Storia e dalle conseguenze delle proprie scelte. Un romanzo storico che è al contempo anche una saga familiare.

José Saramago, Lezioni italiane, La nuova Frontiera

In occasione del centenario dalla nascita di José Saramago, arriva in libreria Lezioni italiane, un volume in cui sono state riunite per la prima volta le lezioni – due delle quali inedite – che il premio Nobel tenne durante le conferenze, festival e occasioni pubbliche in Italia. Temi sociali, politici, storici e soprattutto il punto di vista di Saramago sulla letteratura sono al centro di queste lezioni.

Le uscite di mercoledì 9 novembre

Roberto Saviano, Cuore puro, Giunti

Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino sono quattro amici della periferia di Napoli con un’ambizione: giocare a calcio. Coltivano il sogno tra pusher e caporioni che dettano le regole, senza che vi sia alternativa. Il calcio è l’unica speranza per questi quattro amici. Perciò, quando il boss gli offre denaro e palloni per giocare nella piazza di spaccio per loro è un sogno. In cambio dovranno solo urlare ogni volta che vedono avvicinarsi la polizia.

Le uscite di giovedì 10 novembre

Francesca Guercio, Distopia pop, Polidoro Editore

Da qualche parte nell’universo un comitato interspaziale determina il destino dell’umanità analizzando le canzoni che hanno fatto la Storia. Intanto, sulla Terra, Clotilde è costretta a fare avanti e indietro nella capitale romana per sbarcare il lunario, divisa tra correzioni bozze di notte e allestimenti di mostre d’arte di giorno. È in continua precarietà professionale che è anche relazionale: avventure senza seguito, brevi cotte, amori che riappaiono in un susseguirsi di situazioni comiche e che tuttavia lasciano un senso di inquietudine. Dopo O d’amarti o morire (A. Polidoro editore, 2021), Francesca Guercio torna al romanzo con una commedia sulla liquidità del presente.

Le uscite di venerdì 11 novembre

Libro copertina: “Meridiana” di Simone Delos, A&B Editrice

Meridiana è un’isola immaginaria. Qui succede qualcosa che è la risposta a una domanda che in molti ci siamo fatti, almeno una volta: cosa succederebbe se i nostri compagni più fedeli, i cani e i gatti, iniziassero a parlare? E se oltre a parlare avessero anche coscienza di sé? Nel racconto appaiono molti personaggi, ognuno con la propria personalità, ognuno con la propria storia, ognuno con la propria specie. È una fiaba per tutte le età.

Frederic Prokosch, I cospiratori, Edizioni Settecolori

Lisbona, 1942. Un giustiziere in fuga, un traditore senza volto, una donna contesa. Il più bel romanzo d’amore e morte di Frederich Prokosch. La storia, quindi, è soprattutto atmosfera; l’atmosfera della vecchia Lisbona, del suo nuovo cosmopolitismo, dei suoi misteri cospirativi, della sua violenza segreta e tragica, del suo disperato eroismo. È una storia lieve se paragonata ai thriller che vengono dalla guerra. Come effetti visivi ed emotivi è orchestrata in modo meraviglioso e affascinante; l’amore per Lisbona controbilancia e persino supera l’odio dei cospiratori. È un libro bello e terribile, e solo Prokosch poteva scriverlo. (Peter Monro Jack, The New York Times)

Città d’ombre, passiva e sonnolenta, durante la Seconda guerra mondiale Lisbona diviene un frenetico bazar che l’invasione nazista dell’Europa riempie di profughi: in fuga, in cerca di asilo o di soccorso. La capitale portoghese è un luogo dove forse ci si può fermare o ci si può nascondere, un luogo da dove forse tutto può ricominciare. È l’unica porta che ancora l’Europa può chiudere dietro di sé, l’ultimo porto sull’Atlantico e il Nuovo mondo. Non tutti quelli che arrivano, riescono ad andarsene. Non tutti quelli che arrivano, vogliono andarsene. Ci sono spie e avventurieri, truffatori e truffati, doppiogiochisti portoghesi e agenti segreti d’ogni dove, diplomatici europei disposti a monetizzare i favori inerenti al loro status: passaporti, identità, nascondigli sicuri, la certezza di un volo o di un imbarco. E naturalmente ci sono femmes fatales e tavoli da gioco, dinner jackets e dry Martini, la ronda del sesso dove l’amore può uscire come lo zero alla roulette del casinò.
Vincent, il protagonista di “I cospiratori”, apolide suo malgrado, è appena evaso dalla prigione di Alfama, un’evasione «pilotata» che ha come obiettivo ultimo non la libertà, ma la morte. Deve uccidere, Vincent, uccidere chi ha tradito lui e i suoi compagni. Non ne conosce né il nome né il volto, e non ha molto tempo a disposizione. Non sa se chi ha tradito sia una «quinta colonna» interna, non sa neppure se possa veramente fidarsi della donna che ama…
Analisi sottile delle mente e dei sentimenti di un killer suo malgrado, “I cospiratori” è un eccitante e coinvolgente romanzo dove la suspense percorre ogni pagina e preda e cacciatore si danno il cambio.
Uscito nel 1943, frutto di una conoscenza di prima mano di ciò che allora era la Lisbona neutrale eppure bellica e di cui qui viene dato un memorabile ritratto, “I cospiratori” inserisce Prokosch in quella ristretta cerchia di autori, Koestler, Malraux, Remarque, Silone che hanno saputo costruire romanzi di straordinario spessore avendo l’Europa e la sua «guerra civile» come sfondo privilegiato.

Perumal Murugan, Punacci, storia di una capra nera, Utopia

Punacci è la capra, graziosa come un gatto e nerissima, che una coppia di anziani pastori riceve in dono da una figura misteriosa. E Punacci è per i due anziani una preziosa risorsa e rivela da subito un animo combattivo facendosi strada nel suo piccolo mondo. È maltrattata e invidiata dalle altre capre, finché non impara a conoscere le regole del mondo esterno e si innamora per la prima volta. Diventata adulta, Punacci proverà il dolore della costrizione e l’annichilimento di chi perde tutto. Questa storia non è solo un percorso verso la consapevolezza di sé, ma è soprattutto la metafora attraverso cui si esprime chi non ha voce né nome.

Shruti Swamy, Una casa è un corpo, Racconti

Dodici racconti per dodici corpi: questo è l’esordio letterario di Shruti Swamy. I corpi sono perlopiù femminili e sono attraversati dallo spazio e dal tempo che abitano. E il corpo è molte cose: contiene l’esistenza, il desiderio, l’istinto materno, il dolore, sia fisico sia psicologico. Una raccolta di racconti in cui la magia della tradizione indiana si mescola al realismo contemporaneo.

 

Libro controcopertina: ” Tessa, per caso”, Alessandro Zannoni, Arkadia

Tessa Bernardi lavora nella divisione risk management di un’importante agenzia assicurativa bolognese. È quella che si dice una donna forte, sia al lavoro sia nella vita privata. Per aiutare la sua amica Manuela che, dopo la morte del fratello, vuole vendere la tenuta di famiglia, si ritrova a studiare a fondo il settore dell’agricoltura biologica, a cui è sempre stata attenta per via delle allergie alimentari di cui soffre suo figlio. Scoprirà così che la morte dell’uomo non è stata affatto un incidente e che forse la causa va cercata nei pericolosi segreti che condivideva con la sorella. Spaventata ma testarda, Tessa inizia una rincorsa per scoprire la verità, una personale indagine che la porterà dentro un mondo rischioso e dalle frequentazioni ambigue. Il nuovo libro di Zannoni, sullo sfondo di un universo molto particolare, quello del comparto agroalimentare, è una storia “aperta” a più interpretazioni in cui i personaggi si muovono sul filo del rasoio.

Le uscite di lunedì 14 novembre

Due omaggi di ExCogita a Luciano Bianciardi a cento anni dalla nascita

Luciano Bianciardi

Luciano Bianciardi, “Tutto sommato. Scritti giornalistici 1952 – 1971“, ExCogita

In occasione del centenario della nascita di Luciano Bianciardi, ExCogita ha voluto raccoglierne l’intera produzione giornalistica. Giornalista infaticabile, traduttore prolifico e narratore di raro acume, Bianciardi ha lasciato in pochi anni una produzione vastissima, raccontando sui giornali l’evoluzione della storia dei costumi, della televisione, della politica, della letteratura, dell’arte, del cinema e dello sport. Per presentare questa immensa mole di testi – 964 articoli distribuiti su 63 testate – si è scelto di adottare l’ordine cronologico: il susseguirsi degli articoli restituisce al lettore una sorta di storia d’Italia vista dagli occhi di un personaggio che è stato definito anarchico, ribelle e inclassificabile.
In passato sono state pubblicate, anche a opera di ExCogita, alcune raccolte di articoli, ma l’obiettivo di questo progetto è stato proprio quello di includere tutta la produzione giornalistica bianciardiana, di fare il punto su tale produzione; anche l’aspetto grafico di questo cofanetto riconduce al “punto fermo” degli intenti dell’editore. Da sottolineare la varietà culturale delle testate con cui ha collaborato: da Belfagor e Il contemporaneo a l’Unità e l’Avanti!, da Playmen e ABC al Guerin Sportivo. Ugualmente da sottolineare è il fatto che molti degli articoli di Bianciardi siano assimilabili alla forma del racconto: il giornalismo di Bianciardi, infatti, non è solo informativo e critico, ma è immerso in una dimensione narrativa costante.
Lo sguardo di Bianciardi si sofferma con lo stesso acume e la stessa valenza profetica sia sui grandi fatti internazionali sia sulle piccole vicende quotidiane. Dalla prefazione di Michele Serra: «Se nel grande mucchio del lavoro di Bianciardi non troverete mediocrità e sciatteria, è per una ragione soltanto: lui era uno scrittore “naturale”, lo era anche prima di pubblicare libri e di diventarlo per riconoscimento sociale. Non sarebbe stato capace di scrivere una sola riga senza che le sue parole gli assomigliassero e gli appartenessero, e questa mi pare, tutto sommato, la definizione più azzeccata di “scrittore”».

“Imputati tutti. La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo”, a cura di Luciana Bianciardi e Federica Albani, ExCogita

Il curioso mondo a rovescio che Bianciardi ritrae nel racconto “La solita zuppa”, con l’ora di masturbazione a scuola e un Deliveroo del sesso, gli costò nel 1965 una denuncia per oscenità e vilipendio della religione. Grazie a Luciana, figlia di Bianciardi, e a Federica Albini, ExCogita ripropone qui il racconto nella sua interezza, completo delle parti allora censurate e in tutta la sua disarmante ironia, e ricostruisce, attraverso gli atti processuali, l’ancor più spassosa vicenda giudiziaria che vide Bianciardi imputato – non certo per la prima volta e non certo unico bersaglio del furore censorio – insieme all’editore e al tipografo. Dalla prefazione di Giancarlo De Cataldo: «Siamo sicuri di non essere circondati, noi che guardiamo a Bianciardi come a uno spirito libero del passato e pensiamo di essere, oggi, più liberi grazie anche a quelli come lui, siamo sicuri che questa de “La solita zuppa” sia una vicenda del passato? Siamo sicuri che in mezzo a noi non si aggirino altri spiriti, il cui obbiettivo è di imporci “questa parola sì, questa parola no”?».



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