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Antonio Di Grado ci parla di Catania, libro copertina a Durkheim e controcopertina a Vesaas

I consigli per la lettura di Salvatore Massimo Fazio

Blog Nella settimana da leggere dall'8 al 14 febbraio, l'italianista etneo approda ad Algra per rendere omaggio alla sua città. Libro copertina a Marietti 1820 che propone Durkheim e Karsenti e controcopertina a Iperborea con Vesaas. Tre i titoli La nave di Teso, con Scerbanenco e Pahor. Scritturapura piazza l'amarcord dei 40.000 colletti bianchi Fiat scesi in piazza nel 1980 a Torino

Dal primo giorno della nostra settimana “da leggere”, che è sempre il martedì, all’ultimo, ovviamente il lunedì successivo, la qualità di questa settimana editoriale ci ha davvero messo in crisi. Scritturapura, Algra, Mondadori, La nave di Teseo, Iperborea, Marietti 1820, Gaspari e Tunué… dunque tra nomi di autori e case editrici, la garanzia è al top. Bellissima la tripletta giovedì 10 per i tipi de Il Saggiatore. Buona scelta, ma principalmente, buona lettura!

Le uscite di martedì 8 febbraio

Antonio Di Grado, Catania: due o tre cose che so di lei, Algra Editore

“Passi a piedi, passi a memoria tra le maschere e le icone d’una città smodata, nel suo cuore di prorompente vitalità che riversa arguzie e malumori, disinganno e dileggio, candore e ferocia, ostinate inerzie e gaia anarchia”. Micio Tempio e sant’Agata, la torre Alessi e il mare occultato, la “Milano del Sud” e la “Seattle italiana”, la città-carcere di De Roberto e la città-salotto di Brancati, il monastero dei Benedettini e le penombre di villa Bellini, i poeti estinti e le operaie del sesso, le risate di Franco Battiato e le sgroppate del “Papu” Gomez, la “primavera” di Bianco e il porto franco dei valdesi, e tant’altro e altri ancora, giocano a rimpiattino e di tanto in tanto si mandano un fischio in questa rievocazione che a un tentativo di analisi critica, a un brusco à nous deux con una città multanime, inevitabilmente e inestricabilmente mescola il canto di sirene della memoria.

Tiffany Schmidt, Un amore da favola. Così vicino al mio cuore, Mondadori

Aurora “Rory” Campbell, quattordici anni, ha l’impressione che nella sua vita niente giri per il verso giusto. A scuola si sente invisibile, i compagni del corso d’arte sono invidiosi del suo talento, le sorelle maggiori la escludono e, come se non bastasse, Toby, il ragazzo della porta accanto di cui Rory è innamorata da sempre, è invaghito di sua sorella Merrilee. Non c’è da stupirsi che il suo rendimento scolastico ne risenta, ma se vuole essere selezionata per partecipare a un laboratorio d’arte a New York con la sua pittrice preferita, deve assolutamente recuperare. L’occasione arriva proprio quando la professoressa d’inglese le assegna un compito extra: leggere Piccole donne. Per Rory quel romanzo sarà una vera rivelazione: scoprirà sfaccettature inaspettate del rapporto tra sorelle e, naturalmente, come affrontare i sentimenti per Toby… Un romanzo brillante con una giovane protagonista irresistibile, per vivere le emozioni del primo amore e scoprire grandi classici della letteratura!

Le uscite di giovedì 10 febbraio

I racconti dell’apocalisse, a cura di Andrea Esposito, Il Saggiatore


Si dice che si nasce soli e soli si muore; ma immaginare un’uscita di scena collettiva per la specie umana è una narrazione molto più interessante, che al glorioso inizio della nostra parabola oppone un vero gran finale e che ha dunque sollecitato la fantasia di alcuni tra i più grandi scrittori di ogni tempo. Andrea Esposito ha scavato fra le più selvagge e folli di queste fantasie e selezionato una partitura di pagine sulla fine del mondo: dall’orrore visionario di H.P. Lovecraft alla fantascienza steampunk di Jules Verne, da un oscuro dram- ma di Aleksandr Puškin all’ultimo uomo sopravvissuto di Mary Shelley. Prende forma una sinfonia percussiva che include la poesia di Sara Teasdale e di Lord Byron, la prosa di Leopardi e di Hawthorne, e che accoglie negli intermezzi rare gemme nascoste: miti norreni, vangeli apocrifi e le terribili visioni che anticiparono l’arrivo dei conquistadores spagnoli in Messico. I racconti dell’apocalisse compongono l’antologia definitiva del nostro terrore più viscerale; ci aiutano a esorcizzarlo, nel contempo facendocene assaporare il fascino primitivo e risvegliando il cupio dissolvi nascosto dentro ognuno di noi.

Un estratto del libro: «Forse oltre alla dialettica del cristianesimo tra il già e il non ancora, ce n’è un’altra che può esprimere il racconto del nostro tempo e della sua fine, quella per cui da una parte il mondo non deve finire, e dall’altra può finire: “Se dovessi individuare la nostra epoca nel suo carattere fondamentale, direi che essa vive come forse non mai è accaduto nella storia della drammatica consapevolezza di questo deve e di questo può: nell’alternativa che il mondo deve continuare ma che può finire, che la vita deve avere un senso ma che può anche perderlo per tutti e per sempre, e che l’uomo, solo l’uomo, porta intera la responsabilità di questo deve e di questo può”. E forse l’incontro di queste due polarità si dispiega in un altro senso ancora. Ora sappiamo, sentiamo più che mai che deve finire, il mondo, e ci dibattiamo; la certezza ha cambiato di segno e il può si riferisce ormai al continuare.»

Henry James, La bestia nella giungla, Il Saggiatore

È passata una decina d’anni da quando John Marcher ha confessato a May Bertram di temere un’aggressione destinata ad aprire una voragine nella sua esistenza. Quando si rincontrano si riattiva la stessa tensione sentimentale, e quella minaccia torna a incombere, un destino tanto misterioso quanto inquietante torna a premere ai confini, a quei confini che John Marcher non sa varcare. La Giungla è là. La Bestia è là. Marcher resta in attesa di un evento che non si verifica mai e sperpera tragicamente ogni occasione di felicità. La bestia nella giungla è uno dei più noti e celebrati racconti di Henry James. Alberto Rollo lo presenta ai lettori per la prima volta in un’edizione a se stante, indipendente e pura. Ritraduce quest’opera in cui James conferisce profondità vertiginose a ogni parola che i suoi personaggi dicono, sussurrano o trattengono, in cui ogni dettaglio nasconde, in agguato, un lato oscuro, in cui ogni forza, anche l’amore, è feroce violenza e potenziale catastrofe. In cui rivediamo, nel solitario e mesto John Marcher, il ritratto malinconico dello stesso Henry James.

Un estratto del libro: La «verità» di Marcher di fatto è la Bestia, quel tanto di violento e imprevedibile che si rintana sempre più a fondo, unico richiamo nel Nulla dal Nulla. Sì, perché anche la «giungla» del titolo, così fascinosa e tremenda, è un confine: al di qua ci sono le maniere impeccabili e il controllo del puritanesimo, al di là l’impenetrabilità dell’ignoto. Il Nulla e l’Ignoto. E in mezzo l’Abisso. Un abisso che in questo racconto è puntualmente evocato quando Marcher e Miss Bartram si dicono che, di tanto in tanto, va misurato, onde percorrere il ponte che lo attraversa con la consapevolezza di quanto vuoto si è creato.

Alessandro Paolucci, Storia stupefacente della filosofia. Oppio, Lsd e anfetamine da Platone a Friederich Nietzsche, Il Saggiatore

Che cosa sappiamo davvero dei grandi pensatori della storia? Se qualcuno ci dicesse che il mito della caverna di Platone è il prodotto di una visione dovuta a una bevanda allucinogena, che il Superuomo era drogato dai farmaci di cui abusava il suo Nietzsche e che alcuni dei testi più impor- tanti di Sartre sono stati scritti ingoiando dieci pasticche di anfetamina al giorno? In fondo, la via per raggiungere la verità è spesso fatta di deviazioni stravaganti. Alessandro Paolucci ci conduce in un curioso viaggio nella filosofia attraverso le sostanze consumate dai suoi più eminenti protagonisti: dagli esperimenti con l’hashish di Walter Benjamin a quelli con la cocaina di Sigmund Freud, dalla probabile tossicodipendenza dell’imperatore-filosofo Marco Aurelio all’Lsd che Ernst Jünger assumeva insieme all’amico Albert Hofmann: una vera e propria contronarrazione psicotropa del pensiero occidentale che parte della cerimonie dei Misteri Eleusini cui ebbe probabilmente accesso Platone, fino a raggiungere il deserto della Death Valley teatro dei trip del visiting professor Michel Foucault.
Storia stupefacente della filosofia è nel contempo un compendio di idee rivoluzionarie e un’accurata ricostruzione biografica del lato più umano della speculazione teorica. Il racconto delle avventure (e disavventure) lisergiche che le più eccelse menti di tutti i tempi hanno affrontato mentre si spingevano oltre le colonne d’Ercole dell’immaginario con ogni mezzo e a ogni costo; compresa la repentina fuga dall’allucinazione di un’aragosta gigante.

Cristiano Ferrarese, Quarantamila. Romanzo sulla marcia dei quarantamila colletti bianchi della Fiat, Scritturapura

“Quarantamila. Romanzo sulla marcia dei quarantamila colletti bianchi della Fiat di Cristiano Ferrarese”, romanzo sui 35 giorni di scioperi e picchetti delle tute blu allo stabilimento di Fiat Mirafiori, a Torino, nell’autunno del 1980, in relazione all’annuncio di massicci licenziamenti, fino alla “marcia dei quarantamila”. Tra dati storici e fiction, il racconto dal punto di vista di una famiglia operaia e, in parallelo, del caporeparto Luigi (Arisio), che guidò la marcia il 14 ottobre, è inanellato dalle canzoni di quegli anni, da Nada a Claudio Lolli, Alan Sorrenti, Eugenio Finardi, i Ricchi e Poveri…

“Lo sguardo mi cade sul poster del Toro che celebra l’ultimo scudetto conquistato, nel ’76. Recito la formazione a voce alta: Graziani, Zaccarelli, Pulici… ‘Una delle ultime volte in cui abbiamo battuto la FIAT, speriamo di riuscirci ancora’, sentenzia mio padre. Ed è chiarissimo che non si sta riferendo al derby con la Juve”.

Torino, autunno 1980. La radio trasmette “Impressioni di settembre” della PFM, perfetta per quei giorni. La temperatura è ancora dolce e Josif è appena tornato dal mare. Studia Filosofia e, per mantenersi, fa l’operaio a Mirafiori. Anche suo padre lavora alle presse, da tutta la vita. Il ritorno in fabbrica non è stato dei migliori. Nelle officine girano voci su probabili licenziamenti di massa, si parla di 13.000 lavoratori, l’aria si sta facendo pesante, il sindacato aspetta che la FIAT accetti la richiesta di cassa integrazione. Nel pomeriggio, mentre i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil tornano a Roma per firmare l’accordo definitivo, alla porta cinque di Mirafiori qualcuno affigge un cartello con il volto di Marx e un commento: avevamo la ragione e la forza, ci è rimasta la ragione… forza compagni. Dalle macerie della sconfitta un sindacalista della Cgil raccoglie lo striscione caduto a terra del Consiglio di fabbrica di Mirafiori. La bandiera di un esercito che non c’è più.

L’autore
Cristiano Ferrarese, nato a Busalla, in provincia di Genova, una cinquantina di anni fa, ha vissuto a Mantova e a Bristol, dove risiede tuttora. Laureato a Padova a pieni voti in Filosofia con una tesi su Max Stirner, è stato cameriere, operaio, libraio, insegnante, impiegato, sindacalista CGIL e portiere di notte in un hotel a 5 stelle. Ha curato mostre d’arte, tradotto Austen, London, Mary Shelley, Twain… e pubblicato romanzi.

Boris Pahor, Oscuramento, La nave di Teseo

In occasione del Giorno del Ricordo, un romanzo inedito di Boris Pahor, essenziale per capire la nostra storia e il percorso letterario e umano di questo grande scrittore. Oscuramento è il primo volume della trilogia con protagonista Radko Suban, alter ego dell’autore.
Radko Suban è un giovane triestino di origine slovena che, nell’autunno del 1938 sentendosi inadeguato, sbagliato e incompreso abbandona il seminario e una strada già decisa per partire in cerca di se stesso. Si trova però impigliato nelle pieghe della Storia: da un lato insegue in modo quasi ossessivo il reinserimento a pieno titolo nella società laica, dall’altro cerca di ricostruire il suo universo di giovane uomo attraverso un’educazione sentimentale tardiva resa più difficile dalla situazione politica del periodo e dall’incombere della guerra. È in questo contesto che incontra Mija, ma proprio quando la loro amicizia si sta trasformando in qualcosa di più Radko è chiamato al servizio di leva e viene inviato in Libia. Mentre lui è lontano Mija sposa Darko Licen, militante comunista come lei, ma al ritorno di Radko, dopo l’8 settembre, Darko è in galera e Trieste è occupata dai nazisti. È qui che lui e Mija si ritrovano pienamente, in un incontro necessario, quasi un appuntamento sancito dal destino. Ma la guerra non si ferma e travolge tutto quello che incontra, anche Radko, Mija e Darko. Boris Pahor, uno dei grandi testimoni del Novecento e il più grande scrittore sloveno vivente, ha fatto di Radko Suban il proprio alter ego per raccontare le vicissitudini sue e del suo popolo all’alba e durante il secondo conflitto mondiale.

Giorgio Scerbanenco, Venere privata, La nave di Teseo

“Duca Lamberti è un investigatore atipico, disincantato e arrabbiato, immerso nella folla e nella sua città, tra mafie, seduttori, ipocrisie di ogni specie e grandezza. Nei romanzi di Lamberti, il suo aggressivo e per nulla politicamente corretto alter ego, forse Scerbanenco può finalmente far venire a galla il motivo per cui anche lui, come il suo personaggio, non riesce a dormire” (Cecilia Scebarnenco). Si imparano molte cose in tre anni di carcere passati a raccogliere le storie d’innocenza dei propri compagni di cella, tutti Abele uccisi da Caino e tutti Adamo corrotti da Eva. Duca Lamberti – un ex medico condannato per aver aiutato un’anziana paziente a morire – in prigione ha imparato ad ascoltare, e a non parlare troppo. Per questo un ricco imprenditore, Pietro Auseri, lo ha scelto per un compito che gli sta particolarmente a cuore: salvare il figlio Davide da un’improvvisa depressione annegata nell’alcool. Forse per riscattare la sua vita dedicata agli altri, o forse solo per curiosità, Lamberti accetta di prendersi cura del giovane Auseri, entrando in confidenza con lui fino a stanare il segreto che lo ha gettato nel buio. È una storia che porta alle strade poco battute della periferia di Milano, dove la nebbia custodisce i segreti di amanti e criminali che si dividono la notte, fino al corpo di una giovane ragazza che cercava una vita migliore e ha trovato la morte. Gli unici indizi, un rullino di fotografie bollenti e una donna combattiva, Livia, che applica alla realtà gli imperativi categorici della filosofia che ha studiato. In una città tentacolare e seduttiva come le anime peccatrici che la abitano, Duca Lamberti ha cominciato a indagare.

Giorgio Scerbanenco, Traditori tutti, La nave di Teseo

Duca Lamberti era un medico prima di finire in carcere per essersi spinto troppo in là nell’alleviare le sofferenze di una sua paziente. Forse è un uomo giusto, certamente sa frequentare con un certo talento i lati oscuri dell’esistenza. Questa qualità lo rende particolarmente apprezzato quando si tratta di incarichi molto particolari, come aiutare una giovane apparentemente sprovveduta che non vuole deludere il suo futuro sposo. Ma Lamberti ha un intuito speciale per scoprire quando le persone mentono, e in questa vicenda troppe cose puzzano di bruciato. Una coppia annegata in macchina nel Naviglio fuori Milano, in un modo che ricorda quello di un omicidio accaduto diversi anni prima. Una valigia misteriosa che porta a un ristorante di provincia dove il piatto forte del menù non va molto d’accordo con la legge. Una storia di spie e tradimenti che riapre le ferite della Seconda guerra mondiale.
In un’Italia dove tutto è possibile ma non ci si può fidare di nessuno, che guarda incantata la televisione mentre il crimine allunga le mani sottobanco, la polizia ha di nuovo bisogno di Duca Lamberti.

Libro controcopertina: “Il castello di ghiaccio” di Tarjei Vesaas, Iperborea

Da uno dei maggiori scrittori scandinavi del Novecento, un romanzo che si cala nelle inquietudini e nelle fragilità più insondabili dell’adolescenza attraverso una storia di amicizia e smarrimento che ha l’atmosfera sospesa dei sogni. L’inverno in Norvegia: il freddo, il buio, la solitudine, ma anche laghi che diventano lucidi specchi d’acciaio, alberi che si trasformano in ricami di brina, monti e valli che si confondono in un luminoso biancore. Un sortilegio sembra immobilizzare ogni cosa, come la cascata vicina al villaggio che il gelo ha trasformato in un castello di ghiaccio, una straordinaria costruzione di cupole, guglie, anfratti e saloni, che pare attirare tutti a sé con una forza arcana, come i castelli incantati delle fiabe o le inquietanti rocce di Hanging Rock. E anche questa è la storia di un’inspiegabile scomparsa, di una vana ricerca e di un mistero insoluto. Ma è soprattutto la storia di un’amicizia e lo scavo nel cuore di due adolescenti: la vivace Siss, trascinante dominatrice tra i giovani della piccola comunità, e la bella Unn, nuova arrivata, schiva e solitaria, che ha il fascino enigmatico di chi nasconde un segreto. È un lento avvicinamento, il loro, che mette a nudo quell’identità complessa e indefinita tra l’infanzia e l’età adulta, quando tutto è portato agli estremi e mira all’assoluto, in un fragile equilibrio che basta poco a spezzare in dramma. I bambini, gli adolescenti, i marginali che Vesaas sceglie come suoi protagonisti sono forse troppo sensibili per adattarsi al mondo, ma hanno il dono di vedere l’essenziale, di ascoltare le voci dell’acqua e del vento, di lasciarsi incantare dalla bellezza della natura fino a varcare il confine tra la vita e la morte per perdersi nel suo grande abbraccio.

Lorenza Di Sepio e Marco Barretta, Simple & Madama. Ti sblocco un ricordo, Tunué

Madama ha avuto un’amnesia causata da ripetuti scherzi che Simple le ha fatto inizia così un viaggio onirico nella sua memoria, uno spazio tutto bianco nel quale un Simple immaginario farà da accompagnatore. Per aprire i vari mondi che incontrerà Madama avrà bisogno di chiavi che riceverà solo se riuscirà a sconfiggere la Madamista, una versione “enigmatica” di sé stessa. Ce la farà Madama a recuperare la memoria?

Massimo Oldoni, L’incantesimo della scienza. Storia di Gerberto che diventò papa Silvestro II, Marietti 1820

Il 12 maggio 1003 muore a 63 anni Gerberto d’Aurillac, già abate di Bobbio, arcivescovo di Reims e di Ravenna, papa con il nome di Silvestro II. Era stato colto da malore pochi giorni prima, mentre celebrava la messa nella chiesa romana di Santa Croce in Gerusalemme. L’episodio era stato fissato in un’iscrizione, importante ed enigmatica, a lungo dimenticata, che alludeva a fatti inquietanti. Se ne accorse, secoli dopo, Michel de Montaigne che la lesse il 19 marzo 1581. Dialettico, matematico e inesauribile bibliofilo, l’inafferrabile papa dell’anno Mille è stato uno straordinario protagonista del Medioevo europeo e dell’evoluzione del sapere sperimentale. Si narrava tuttavia che fosse diventato famoso e potente grazie ai favori del diavolo. I detrattori e gli inesauribili avversari delle sue scalate al potere hanno osteggiato in ogni modo la sua cultura eterodossa. In un intreccio di scienza e magia, di vita reale e di leggenda ha così preso forma un mito che va oltre la biografia del personaggio e oltre il Medioevo, in un mutevole paesaggio di episodi e avventure che si organizzano in un indimenticabile quadro storico. Massimo Oldoni è professore emerito di Lingua e Letteratura Mediolatine all’Università di Roma “La Sapienza”. Visiting professor nelle Università di Heidelberg, Turku, Berkeley, Valladolid e Copenhagen, nel 1986 ha ricevuto il Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Direttore della collana di studi “Nuovo Medioevo” per l’editore Liguori, è stato tra i fondatori di “Galassia Gutenberg” Salone del Libro di Napoli e, dal 1979 al 1996, ha lavorato ai Programmi Culturali della Rai.

Libro copertina: “La Germania al di sopra di tutto” di Émile Durkheim e Bruno Karsenti, traduzione di Elena Muceni, Marietti 1820

Lo scoppio della prima guerra mondiale e il comportamento della Germania durante il conflitto non possono essere spiegati in termini geopolitici, ma hanno origine nella “mentalità tedesca” e nel suo carattere nazionale. Pubblicato nel 1915 e qui tradotto per la prima volta in Italia, questo testo di Durkheim rivela le dinamiche sociali di cui la guerra è il risultato. Come un medico con il suo paziente, egli guarda al caso tedesco decretando una diagnosi definitiva: la Germania pratica l’idealismo in modo patologico. Considerato testo di circostanza o di pure propaganda nazionalista, questo scritto di Durkheim è stato a lungo ignorato dai sociologi. Sollevando il velo sul suo carattere sulfureo, Bruno Karsenti mostra come in realtà esso condanni il nazionalismo, si inserisca in modo coerente nella sociologia di Durkheim e sia in perfetta sintonia con le riflessioni sui pericoli insiti nelle società moderne. Émile Durkheim (1858 – 1917), tra i fondatori della Sociologia, insegnò all’Università di Bordeaux e, dal 1902, alla Sorbona. Diresse l’Année sociologique dal 1896 al 1912 e si interessò attivamente ai programmi per l’istruzione pubblica. In polemica con le correnti marxiste e utopiste, fu fautore di una concezione corporativa del socialismo. Nel catalogo Marietti 1820 è disponibile “Appunti su Hobbes. Un corso di Émile Durkheim” seguito da Marcel Mauss (2021). Bruno Karsenti, direttore di studi École des hautes études en sciences sociales di Parigi, studia l’influsso delle tradizioni sociologica e antropologica sulla formazione del pensiero politico moderno. Nel 2013 è stato insignito della medaglia d’argento del Centre national de la recherche scientifique.

Nicola Persegati, Il generale nel labirinto. Badoglio e la sfinge di Caporetto, Gaspari Editore

Quali erano i rapporti tra i generali in carriera? Quali erano le informazioni che presagivano l’offensiva? Quali erano le differenze d’armamento? Sono solo alcune delle questioni che questo brillante libro dipana con arguzia e senso della storia e del racconto. Un libro anche per un pubblico di non specialisti che risponde alla curiosità per la più famosa delle battaglie della storia contemporanea.

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