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Sofonisba e El Greco, la santa alleanza che fece grande l’arte di Paternò

Arte Il critico d’arte Alfio Nicotra, che nel 1995 intuì che la Madonna dell'Itria era opera della pittrice cremonese, indica El Greco quale collaboratore della Anguissola nella realizzazione della Madonna dell’Itria e quale autore della Madonna della Raccomandata, i due preziosi quadri conservati nella chiesa dell'ex Monastero della Santissima Annunziata della cittadina etnea

Quella di Sofonisba Anguissola, Paternò e la Sicilia, è una storia che non finisce di sorprendere. Con nuovi colpi di scena, legati a scoperte artistiche e aspetti biografici ed esistenziali, torna al centro del dibattito una nuova tesi di Alfio Nicotra, colui che nel 1995 intuì ed elaborò la famosa attribuzione del dipinto la Madonna dell’Itria a Sofonisba. Fu la scoperta di un capolavoro che era rimasto sottovalutato per 4 secoli.

Autoritratto di Sofonisba Anguissola, olio su tela, 1556. Conservato nel Castello di Łańcut, Polonia

La nuova tesi di Alfio Nicotra

Mentre al Palazzo Reale di Milano è ancora in corso la mostra dedicata a El Greco, che propone una innovativa riflessione storico-critica sull’opera del prestigioso maestro cretese, che operò in Italia e Spagna, a cavallo tra Cinquecento e Seicento, e che ha influenzato in maniera determinante la pittura di molti grandi maestri dell’Otto-Novecento, il critico d’arte Alfio Nicotra entra nel cuore del dibattito culturale con due nuove attribuzioni, che indicano El Greco quale collaboratore di Sofonisba Anguissola nella realizzazione della Madonna dell’Itria e quale autore della Madonna della Raccomandata (su quest’opera vi sono contrapposizioni tra i critici: vi è chi ritiene che sia di Sofonisba e chi invece sostiene che sia di un autore anonimo).
Le due opere sono conservate nella città di Paternò, in provincia di Catania. Anzi, sono rientrate dopo 3 anni ed un percorso tra la Lombardia, Catania e Paternò. Il restauro de la Madonna dell’Itria è stato effettuato al Museo Civico di Cremona. I dipinti si trovano adesso nella chiesa dell’ex Monastero della Santissima Annunziata, in un apposito spazio espositivo (nato grazie all’impegno della parrocchia di Santa Maria dell’Alto e l’associazione Amici di Sofonisba. Un movimento culturale che ha unito cattolici, laici ed istituzioni).

“Ritratto di un uomo”, ovvero l’autoritratto di Domínikos Theotokópoulos meglio noto come El Greco

La Madonna dell’Itria fu attribuita a Sofonisba Anguissola da Alfio Nicotra nel 1995. Il medico che è divenuto un apprezzato critico d’arte anticipò di ben 7 anni la conferma storica avvenuta con il ritrovamento di un atto notarile a Catania (atto di donazione del dipinto di Sofonisba ai padri Cappuccini di Paternò). Spiega Nicotra: «Di recente l’opera è stata sottoposta a restauro conservativo che ne ha confermato la parziale autografia, stabilendo definitivamente che la pittrice cremonese fu collaborata da un altro maestro, oltre che dal marito Don Fabrizio Moncada, chiamato in causa da Sofonisba nell’atto di donazione del 25 giugno 1579». La grande pala, dipinta a tempera su tavola, negli ultimi anni è stata oggetto di notevole interesse da parte della critica specialistica e del grande pubblico ed è stata esposta in importanti mostre a carattere internazionale.

La Madonna dell’Itria di Sofonisba Anguissola

Alfio Nicotra sostiene: «L’autografia di Sofonisba Anguissola per la figura della Madonna col Bambino e del paesaggio nella parte alta del dipinto identifica in El Greco il pittore che ha collaborato all’esecuzione delle parti del dipinto non ascrivibili alla mano di Sofonisba, già individuate da Mario Marubbi, che ha curato il catalogo della mostra di Cremona e Catania, dopo il restauro conservativo operato da Domenico Cretti, con l’ausilio delle indagini tecnico scientifiche eseguite da Mario Amedeo Lazzari».

Già nel 2018 Alfio Nicotra aveva pubblicato un saggio in cui ipotizzava la probabile collaborazione tra Sofonisba ed El Greco nella realizzazione di alcune opere, dopo la conoscenza che avrebbero potuto acquisire in Sicilia, nel 1576, favorita dal comune maestro, il celebre miniatore Giulio Clovio. Se la nuova proposta attributiva di Alfio Nicotra sarà confermata troveranno risposta una serie di questioni critiche fin qui rimaste insolute: «In primis, quella sulla autografia a più mani dei dipinti di Paternò, ma troverà risposta anche la questione degli anni bui nella biografia di El Greco, tra il 1572 e il suo trasferimento in Spagna, nel 1577». Nicotra ritiene che fu Sofonisba a «introdurre El Greco nell’ambiente artistico spagnolo e a referenziarlo presso Filippo II».

Madonna della Raccomandata o Madonna del Riparo di Sofonisba Anguissola

Sofonisba, dalla Corte di Madrid a Paternò

Nicotra argomenta: «Dopo le nozze per procura con don Fabrizio Moncada, contratte a Madrid il 26 maggio 1573, in settembre la celebre pittrice e miniaturista cremonese Sofonisba Anguissola raggiunse lo sposo nella sua residenza di Paternò. Sappiamo che la notizia si diffuse in tutte le corti d’Italia attraverso la corrispondenza diplomatica. Sofonisba era ben nota al principe Alessandro Farnese e a suo zio don Giovanni d’Austria, che l’avevano conosciuta a Corte a Madrid, dove la pittrice li aveva anche ritratti. El Greco, a sua volta, conosceva bene la vicenda biografica e artistica della pittrice, per essere stata allieva del suo amico e sostenitore Giulio Clovio, prima del trasferimento alla corte di Spagna. E proprio Giulio Clovio potrebbe aver pensato a Sofonisba Anguissola per il passaggio in Spagna di El Greco, in considerazione dell’alta considerazione goduta a Corte dalla pittrice. Sui rapporti che dalla Sicilia la pittrice continuò a mantenere con la Corte spagnola, il canonico lateranense P. Paolo De Ribera ci informa che ‘Fatto il matrimonio fu condotta honoratissimamente in Sicilia […] e mentre stette in quel Regno alcuni anni, mantenne sempre viva la servitù con quella real Corte, con rispondenza di molti favori, per lo che era favorita in ogni lato da ’ Viceré, e da principali Ministri di sua maestà, et ella potea altresì favorire altrui, non altrimente, che fece a molti; nell’occasione di Officij et altro’.”

La chiesa e l’ex Monastero della Santissima Annunziata a Paternò

Arte, storia e protagonisti

Lo studioso Alfio Nicotra sostiene: «In occasione dell’incontro di Palermo, i due artisti potrebbero aver concepito l’idea di rendere omaggio al comune amico e maestro Giulio Clovio, realizzando ciascuno un suo ritratto. I due dipinti, quindi, oltre che coevi, sarebbero frutto di un progetto comune. A confermare l’ipotesi sulla contemporaneità dei dipinti, basta il semplice confronto dei particolari del viso del maturo miniatore. Senza alcun dubbio i due ritratti mostrano il maestro Clovio nel medesimo tempo della sua vita. A favore dell’ipotesi del progetto comune, si noti l’elegante carattere aneddotico, così caro in Sofonisba, che assimila i due ritratti diversi nel tema, ma in qualche modo complementari. La pittrice ritrae Giulio Clovio mentre, intento al suo lavoro, tiene un sottile pennello nella mano destra e ha davanti a sé lo scatolino dei colori. Questi si volge verso lo spettatore consentendogli d’intravedere ciò a cui sta lavorando: il ritratto in miniatura di Sofonisba che tiene nella mano sinistra. Un ritratto nel ritratto, secondo un genere caro alla pittrice».

“Ritratto di Giulio Clovio” di Sofonisba Anguissola

Nicotra specifica: «Anche El Greco ritrae il suo maestro seduto a un tavolo; nella mano sinistra tiene la sua opera più celebre, il ‘Libro d’Ore Farnese’, mentre con la destra ne indica le miniature centrali. Il confronto con un precedente ritratto databile tra il 1570 e il 1571, dimostra che fra i due dipinti di mano di El Greco devono essere trascorsi almeno cinque anni: difatti nel ritratto di Palermo, Clovio appare più vecchio, incanutito e con grandi borse sotto gli occhi, come ben visibili anche nel ritratto di mano di Sofonisba Anguissola».

“Ritratto di Giulio Clovio” di El Greco, Museo di Capodimonte a Napoli

Nicotra riflette su un altro punto importante: «Non sappiamo quanto tempo Clovio ed El Greco siano rimasti a Palermo. Non è possibile stabilire se i due ritratti del maestro furono portati a termine in quell’occasione o se la loro realizzazione fu successiva e si basò su disegni preparatori. Di certo, però, se l’ipotesi dell’incontro tra El Greco e Sofonisba dovesse trovare conferma, troverebbe spiegazione pure la reciproca influenza artistica. Si potrebbe quindi aggiungere anche il nome di El Greco a quelli di Michelangelo, Rubens, Van Dyck e dei tanti ancora che conobbero e stimarono Sofonisba Anguissola non solo come pittrice, ma come una delle più straordinarie figure d’intellettuale del suo tempo».
Lo studioso Nicotra chiosa: «La vicenda, per i grandi nomi coinvolti, non mancherà di suscitare un’eco internazionale e una serie di nuovi studi. Di certo c’è che la città di Paternò è entrata nella scena della vita di due tra più grandi e amati artisti dell’Età moderna, Sofonisba Anguissola e, adesso, El Greco». Una ricerca che continua e potrebbe rivelare altre scoperte notevoli…



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