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Novità in libreria, la prima di novembre è un trionfo etneo!

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog Nella settimana che segue l'uragano che ha messo sotto scacco la città di Catania, escono e vanno in copertina i libri di Vladimir di Prima, dedicato a Vitaliano Brancati e di Eva Luna Mascolino e Alessandro Russo, dedicato a Vincenzo Bellini. Catania piegata dal dolore, Catania che si rialza, in primis e sempre con la cultura

Ed eccoci al penultimo mese dell’anno, per la settimana che decorre dal 2 all’8 novembre. Lo #SpecialeEdizioni è per Il Saggiatore, la casa editrice milanese pubblica 4 titoli, tutti in uscita il 4/11 che spaziano dalla cucina al nuovo fascismo. Si conferma primatista in pubblicazioni settimanali La nave di Teseo: vi consigliamo 5 titoli negli scaffali di questa settimana. Sorpresa Tunué: un libro per ragazzi firmato da Kate Reed Petty e Andrea Bellè, con un titolo che è pedagogicamente formativo: Fuga di notizie.  Nuovo gioiello in casa Prospero Editore: di Claire Goll (a cura di Dario Borso), “Cercando di afferrare il vento”.

Arriviamo ai libri copertina e contro copertina: trionfo etneo per autori, per personaggi ai quali sono dedicati i libri e per case editrici. Il regista e scrittore etneo Vladimir Di Prima, omaggia un mostro sacro d’adozione catanese con “La banda Brancati” (A&B Editrice), in libreria dal 4 novembre, un romanzo che racconta con serietà e goliardia alcuni passaggi essenziali del grande drammaturgo Vitaliano Brancati. Il giorno che nacque è lo stesso di uscita ufficiale, stiamo parlando di Vincenzo Bellini, il più grande musicista italiano di tutti i tempi: conScritturiamo Bellini” (Algra Editore), Eva Luna Mascolino e Alessandro Russo regalano al mondo particolarità e rarità del ‘Cigno’ etneo. Curiosità: le iniziali dei personaggi ‘trattati nei due libri che compongono la nostra copertina e l’iniziale delle case editrici sono identiche: V.B. e A.

Una nota: Dal martedì 26 ottobre, Catania è stata aggredita da Apollo, il medicane o uragano mediterraneo che ha creato disagi e grandi perdite economiche ai commercianti. Recarsi in libreria, o nel sito delle librerie o di servizi a domicilio, è la cosa migliore da fare per aiutare i librai della provincia della Città Metropolitana del Comune di Catania… ma anche Siracusa, Messina e Ragusa. L’hashtag è quindi #SiciliaRialzati. Catania riprenditi!

Mercoledì 3 novembre è subito “libro contro copertina”: “Scritturiamo Bellini” di Eva Luna Mascolino, a cura di Alessandro Russo, Algra Editore

Dalla nota dei curatori: “Chi era in realtà Vincenzo Bellini? Un talento conteso da tutta Europa? Un giovinotto dal portamento distinto, venerato nei salotti dell’altà società? Uno scatenato viveur o addirittura un donnaiolo impenitente? Forse era l’archetipo del gallismo? Oppure, più semplicemente, un uomo venerabile? Più volte ci siamo posti queste domande durante il quarto corso di scrittura creativa Scritturiamo-Algra. Un pomeriggio, in compagnia di Ottavia Cristaldi, Luana Pladino, Maria Elena Torrisi e Salvatore Giovanni Emanuele, siamo perfino andati metaforicamente a passeggio tra le vie della nostra città. Avvolti dalla bellezza eterna delle melodie dello straordinario musicista etneo, ne abbiamo studiato l’approccio alle opere e la disposizione d’animo. Siamo stati a teatro, nel museo a lui dedicato, alla villa che ha preso il suo nome e perfino all’aeroporto: abbiamo osservato la toponomastica, avvistato monumenti, riflettuto a lungo su una morte drammatica. Si scrive Vincenzo Bellini – ci siamo detti – ma si legge Catania. Le molteplici declinazioni a cui il suo nome si è prestato nella mente dei nostri corsisti, dopotutto, sono state l’ennesima conferma che una personalità come la sua, oltre a essere stata ispirata dai più alti sentimenti umani, continua a essere ispirazione per una comunità che di lui si ricorda, che in lui rivive e che da lui ritorna tutte le volte in cui un nuoco tentativo artistico si profila all’orizzonte. Si prende così spunto da alcuni aspetti della vita e delle opere del Cigno e si parla di vecchiaia, imboscate, tenerezze, malattie, tradimenti e rinasciate, per poi approdare alla riproduzione di un delizioso libricino datata 1876 e firmato Luigi Cardona”.

Giovedì 4 novembre impressionante carrellata di novità in libreria, tra queste il il “libro copertina”: La banda Brancati di Vladimir Di Prima, A&B Editrice

Vladimir Di Prima

A sessant’anni dalla morte di Vitaliano Brancati, in un piccolo paesino alle pendici dell’Etna qualcuno pare essere ancora interessato alle sue vicende. Il protagonista di questa storia, un quarantenne che vive alla maniera di uno dei personaggi dello scrittore, rivela a un amico la volontà di lavorare a un romanzo che abbia come fulcro gli ultimi anni di vita dell’autore de Il Bell’Antonio. La confessione, origliata casualmente da un’ambigua signora, diviene motivo di conoscenza e scambio fra i due. Pare infatti che la misteriosa forestiera sia in possesso di aneddoti inediti circa la complessa figura dello scrittore. Dopo qualche iniziale ritrosia, il ragazzo, in cambio delle informazioni, accetta di fare da accompagnatore alla donna in quei posti che furono tanto cari alla madre di lei. Nell’innesto di indimenticabili gite lungo i fianchi del vulcano viene così ripercorso un pezzo di storia della letteratura italiana, con quelli che ne furono i maggiori esponenti: da Brancati, appunto, a Ercole Patti, da Moravia a Cardarelli, da Flaiano a Sciascia. Il tutto sostenuto da preziosissimi episodi (reali e frutto di una ricerca ventennale) che mettono in luce diversi aspetti, ora sconosciuti, ora insoliti, dello scrittore. Un crescendo di tensione fino al sorprendente finale.

Le altre uscite di giovedì 4 novembre

Wally Koval, Wes Anderson, quasi per caso, Il Saggiatore

Vecchi fari a strisce rosse e bianche, casinò in legno ai piedi del Monte Bianco, hotel dai colori pastello, stazioni ferro- viarie attraversate da treni a vapore, binocoli a gettone sul molo di un lago: abbiamo imparato che l’arte imita la realtà, ma in ogni angolo del pianeta appaiono edifici che sembra- no usciti quasi per caso da un film di Wes Anderson. Que- sto libro è una raccolta di storie e luoghi «andersoniani» davvero esistenti e visitabili in tutta la loro simmetrica bel- lezza. Un invito alla scoperta e allo smarrimento, a guardare il mondo dal punto di vista del più romantico e agrodolce dei registi contemporanei.

Allan Bay con Paola Salvatori, Nuova cucina italiana, Il Saggiatore

Quanto è italiana una tortilla? E un hamburger di trota con panna acida alla Worcester? Vi sembra una bestemmia inserire nel canone delle ricette nazionali un poke di riso o un borsch? Il mondo evolve, si allarga, si apre ogni giorno alle trasformazioni, e il cibo, che del mondo è una delle ani- me, si trasforma con lui. Oggi c’è una nuova cucina italiana, che convive serenamente con la tradizione, innovandola e ampliandola.
Allan Bay ci guida alla scoperta dei cambiamenti che hanno attraversato il patrimonio culinario nazionale negli ultimi anni, dalla grande fusion che ha fatto diventare la maggior parte dei piatti regionali proposte nazionali, condivise dalle Alpi alla Sicilia, fino alla più recente rivoluzione portata dal web e dai social, che hanno permesso a chiunque di accede- re a ricette da tutto il mondo. Uno scambio dinamico e sem- pre in qualche modo traditore, perché qualunque novità si adatta ai gusti locali, generando proposte originali e deli- ziose, qui presentate con chiarezza e dovizia di particolari: da antipasti come la bamia in agrodolce o i blini con caviale a primi piatti quali gli gnocchi d’ortica in salsa al porto o l’orzo risottato con mele. Paola Salvatori, a completamento dell’opera, ci aiuta a scoprire e capire la storia di alcune delle più classiche ricette italiane.
Nuova cucina italiana, edizione aggiornata del preceden- te volume sulla «cucina nazionale italiana», è insieme uno straordinario strumento per conoscere come si è evoluto e arricchito in poco tempo il nostro modo di mangiare e uno sconfinato ricettario pieno di consigli pratici alla portata di qualunque tipo di cuoco, che sia esperto o alle prime armi. Un’autobiografia collettiva attraverso il palato per capire chi siamo stati, chi siamo oggi e chi saremo domani.

Jenny Jägerfeld, Mats Strandberg, Mostri in terapia, Il Saggiatore

Notti gelide a Stoccolma, notti da menti malate. Una psicologa scompare all’improvviso. Nel suo studio, vengono ritrovate registrazioni, mail e appunti su quattro casi particolarmente interessanti: un dottore con una doppia personalità, una creatura mostruosa messa al mondo da un genio della medicina, un bellissimo dandy che sembra non invec-chiare mai e una vampira psicotica. A sedersi sul lettino della psicologa, è evidente, sono stati quattro dei più noti personaggi della letteratura dell’orrore: dottor Jekyll, Frankenstein, Dorian Gray e Carmilla. Cos’hanno rivelato, durante le loro sedute? Quali demoni albergano nella mente di questi «mostri»? Da dove provengono le loro ossessioni e i loro delitti? Leggendo queste interviste impossibili, scopriamo quanto i loro dilemmi siano eterni, quanto anche oggi sia doloroso accettare la parte più oscura di sé, quanto sia importante non odiare se stessi anche se il mondo ci respinge, quanto sia difficile invecchiare in una società ossessionata dalla giovinezza, quanto sia complicato esplorare la propria sessualità.
Il libro di Mats Strandberg e Jenny Jägerfeld mescola psicologia e letteratura, scienza e cultura popolare, ci fa scoprire i più intimi pensieri dei mostri più famosi della letteratura. E ci aiuta a conoscere e curare altri mostri: quelli che, fuori dalle pagine, ci portiamo dentro ogni giorno.

Paul Mason, Come fermare il nuovo fascismo, Il Saggiatore

Facciamo un’ipotesi fantascientifica: i nazisti riescono a inventare una macchina del tempo e nelle ultime settimane della Seconda guerra mondiale inviano una squadra nel fu- turo per creare il Quarto Reich. La squadra arriva nell’Europa di oggi. Dapprima si scandalizza per l’ultraliberismo della nostra società, per la nostra musica e la cultura de- generata. Poi vede partiti di estrema destra inondare i me- dia e fare bottino di voti con una retorica violenta contro femministe e migranti. La squadra impara a usare internet e si rende conto che tutte le sue idee circolano a livello globale sui canali Discord e sui gruppi WhatsApp tra milioni di persone arrabbiate. Guarda i segni premonitori di una guerra civile negli Stati Uniti manifestarsi sotto l’occhio benevolo dello stesso presidente. Capisce che la sua missione è superflua: i fascismi non sono affatto stati sconfitti, anzi godono di ottima salute e si preparano al trionfo.
Questa non è fantascienza. In ‘Come fermare il nuovo fascismo’ Paul Mason racconta come il futuro della nostra democrazia sia minacciato dall’ascesa di movimenti autoritari che hanno incanalato la rabbia di chi si sente lasciato in- dietro dalla società, l’amarezza di chi ha creduto nelle pro- messe infrante del neoliberismo e, soprattutto, la paradossale paura della libertà e delle conquiste della democrazia. Mason traccia inquietanti parallelismi tra l’ascesa di Hitler e Mussolini e quello che sta accadendo sotto i nostri occhi con il tacito consenso di parte della politica. Perché l’antifascismo non è un distintivo alla moda, ma il solo e unico antidoto al ritorno dei tempi più bui dell’umanità.

Maurizio Molinari, Il campo di battaglia, La nave di Teseo

Le grandi crisi globali oggi passano per l’Italia, perché è il campo di battaglia per le trasformazioni del XXI secolo. Non è la prima volta nella Storia che la nostra Penisola, nel bel mezzo del Mediterraneo, diventa l’epicentro di contese strategiche e rivalità economiche, ma la simultaneità fra ricostruzione europea, populismo, affermazione di nuovi diritti, duello fra Stati Uniti e Cina, competizione fra potenze nel Mediterraneo e ritorno della minaccia jihadista ci assegna un ruolo inatteso sul palcoscenico internazionale. Siamo la cartina di tornasole della capacità delle democrazie di adattarsi alle sfide del nuovo secolo, di rispondere ai pericoli più aggressivi e di rilanciarsi continuando a garantire ai propri cittadini prosperità e sicurezza. Il Grande Gioco attraversa la nostra Penisola, assegnandoci un ruolo strategico che supera spesso anche la nostra percezione. Nessun’altra democrazia è altrettanto in bilico: il nostro Paese può guadagnarsi sul campo la leadership, in Europa e in Occidente, nella sfida contro populismo, autocrazie e terrorismo, oppure può richiudersi in se stesso, facendo compromessi al ribasso con gli avversari interni ed esterni. Questo è il bivio di fronte a cui si trova il Paese, questa è la straordinaria occasione che abbiamo davanti. Maurizio Molinari racconta il Grande Gioco di cui l’Italia è protagonista, un paese apparentemente diviso su tutto, che pure ha tutte le carte in regola per tornare a contare nel mondo.

Claudio Magris, Le toppe di Arlecchino, La nave di Teseo

“Quanti sono i colori? Il Grande atlante dei colori – DuMont’s Farbenatlas – ne elenca 999, tante sono le sfumature cromatiche diverse che l’occhio umano riesce a distinguere, costretto tuttavia a definire ognuna di esse con una tripletta di numeri, perché non ci sono sufficienti parole per tutte queste sfumature di colori, che non esistono se non nel battito delle palpebre e nella retina che le distingue. I colori non ci sono, ma si vedono; tanti colori come le toppe del vestito di Arlecchino, ma che, a differenza di queste, si possono vedere ma non toccare. (…) Il colore dice se stesso, dice un senso della vita che forse solo in quel momento si esprime in quel colore ma in quel momento, per quella persona, si esprime solo in quel colore. È come quando due sguardi s’incontrano in un attimo in un significato definitivo, in un incontro che può decidere l’essenziale della loro vita, delle loro vite, e si può dire soltanto, per un attimo senza tempo e per sempre, ‘è così’.” Claudio Magris racconta i colori, ne segue le sfumature nelle parole di Goethe e Wittgenstein (fino a dubitare della loro stessa esistenza), li ammira tra le intuizioni di Newton e le vetrate di Chartres, si chiede se la rabbia sia davvero verde e come l’inquietudine possa essere bianca, se sia più profondo il blu del mare o l’azzurro dei poeti. Una riflessione preziosa sulla natura dell’uomo e delle sue emozioni.

L’autore
Scrittore, germanista e senatore (nella XII Legislatura) italiano. Ha insegnato letteratura tedesca prima presso l’Università di Torino, poi presso quella di Trieste. Impostosi giovanissimo all’attenzione della critica con Il mito Absburgico nella letteratura austriaca moderna (1963, elaborazione della tesi di laurea), è stato fra i primi a rivalutare il filone letterario di matrice ebraica all’interno della letteratura mitteleuropea con Lontano da dove, Joseph Roth e la tradizione ebraico-orientale (1971). Danubio (1986), forse il suo capolavoro, lo consacra come uno dei massimi scrittori italiani contemporanei. Con questo libro vince il Premio Bagutta nel 1986 e successivamente il Premio Strega nel 1997 con il romanzo Microcosmi e il Premio Principe delle Asturie nel 2004 nella sezione Letteratura e nel 1999 gli vengono assegnati il Premio Chiara alla carriera e il Premio letterario Giuseppe Acerbi, Premio speciale per la saggistica. Scrive per il «Corriere della Sera».

Luca Doninelli, Tu credi che io dorma, La nave di Teseo

Durante un viaggio in treno con la famiglia, un bambino si trova improvvisamente fuori dal tempo e incontra una serie di personaggi che solo apparentemente nulla hanno a che fare con la sua vita. Cambiano le epoche e i luoghi per raccontare una sola verità, quella della letteratura che è lo specchio dei nostri peccati e dei nostri desideri. Così la vicenda di un editore in volo da Manhattan a Cormano nell’hinterland milanese per conoscere una giovane scrittrice italiana si lega a quella di un professore universitario dibattuto tra l’amore romantico per l’amante e la conservazione della famiglia, per arrivare alla storia di due fratelli che affrontano il dramma – colmo di poesia ed erotismo – di uno dei due, e al legame di orrore e (forse) di salvezza che unisce, nella Russia di Stalin, un prete ortodosso e il suo carnefice. Il cerchio della vita non solo non si chiude ma si moltiplica su una superficie idealmente infinita, fatta di specchi sui quali il tempo e lo spazio si generano e si cancellano a vicenda. Luca Doninelli intreccia le vite dei suoi personaggi in un romanzo di sorprese e di inganni, che insegue la sua soluzione nella potenza salvifica della letteratura.

Silvio Perrella, Petraio, La nave di Teseo

Scritte, archi, allusioni, ruggini, martellanti indicazioni si fanno avanti. È un film che sempre si riavvolge. Non ha trama o sembra non averla. Divaga e si dirama. Un caleidoscopio. Il Petraio è un quartiere di Napoli. Mi piace percorrerlo, ci sono silenzi, scale, funicolari, rapimenti dello sguardo e del cuore. Da lì parte questo libro che può essere letto come si fa con I Ching. La Petraia è però anche una delle parole che Dante nomina nel suo Purgatorio, quel luogo in salita, fatto a balze, dove a ogni salto di quota corrisponde una conquista verso la luce. Quando di notte risalgo a piedi il Petraio non posso non pensare al poeta delle rime petrose e non posso non pensare a quanto lo abbia amato Osip Mandel’štam. È tolta dal suo discorso su Dante la citazione che intona Petraio. “La pietra è il diario impressionistico del tempo…”, scrive il mio Virgilio russo. Sì, ogni giorno un’apparizione – archi, facciate, finestre, ponti, ipogei, cieli, stagioni, microliti… –, pronta a sparire come un sentimento perso; una collezione di dettagli scorciati in poche righe, un’indagine su cosa sia una città, dove ogni città ne chiama un’altra come in una fuga. Petraio è diviso in tre parti – Tufo, Calcare, Pomice –; in ognuna c’è lo sfarinamento del tempo ma anche la sua durezza e tragicità; un tempo sfuggente, eterno o inesistente, di cui le pietre come lampade di Aladino sono le mute depositarie. Mettersi in ascolto del loro linguaggio non ancora formulato comporta una decifrazione ardua che può riservare sorprese. In Petraio si aprono due spazi inattesi simili a radure. Sono le immagini in sequenza di un fotografo potente come Antonio Biasiucci, con il quale sento una fratellanza della percezione.

Mario Baudino, Il teatro del letto. Storie notturne tra libri, eroi, fantasmi e donne fatali, La nave di Teseo

Per Guy de Maupassant il letto è tutta la nostra vita, perché ci nasciamo, ci facciamo all’amore e ci moriamo. E intorno al letto, luogo dei nostri segreti e dei nostri sentimenti più forti, Mario Baudino costruisce un colto itinerario sui piaceri che la posizione orizzontale invita a cullare. Da Ulisse ai giorni nostri, passando per Proust e Mark Twain, il dottor Johnson o il Re Sole, il letto è una scena teatrale almeno quanto è custode di segreti, in una ricca rassegna tra letteratura, arte e storia. Di tutte le attività a esso collegate nei secoli: dall’amore alla nascita, dalla paura alla morte, dal potere alla fantasticheria sino alla lettura, passione intima e sconfinata, il letto racconta di noi. La sua storia è la nostra.

Claire Goll (a cura di Dario Borso), Cercando di afferrare il vento, Prospero Editore

«Ho amato alcuni uomini, e molti di più hanno amato me; nondimeno ho avuto il primo orgasmo a settantasei anni. A dispetto di tutte le avventure e gli amori, ho dovuto aspettare quell’età perché un ventenne mi insegnasse che una donna può vivere l’atto d’amore anche senza lasciarsi sottomettere». «Ho posato da modella per molti artisti: Chagall, Delaunay, Archypenko, Léger… solo con Picasso sono incappata in una brutta storia. Una volta ci eravamo incontrati per strada, e lui come al solito aveva mostrato impetuosamente la sua gioia. “Perché non viene mai a trovarmi?”, urlò. “Lei ha una testa che mi piace. Vorrei disegnarla. Passi pure a trovarmi, per Lei ci sono sempre.” Qualche tempo dopo suonai alla sua porta in Rue La Boétie». Claire Goll fu giornalista e scrittrice ebrea, Clara Aischmann nacque a Norimberga nel 1890. Sposata giovanissima con l’editore Heinrich Studer di Lipsia, nel 1916 si trasferì a Ginevra dove incontrò il poeta ebreo alsaziano Yvan Goll, che sposò nel 1921, dopo essersi trasferiti a Parigi. Nel 1939, allo scoppio della Seconda guerra, i Goll fuggirono a New York, per tornare solo nel 1947 nella capitale francese, dove Claire morì trent’anni dopo.

Kate Reed Petty e Andrea Bellè, Fuga di notizie, Tunué

Chi l’ha detto che le battaglie dei più piccoli non possono avere un impatto clamoroso? Ne è la prova Fuga di notiziedi Kate Reed Petty e Andrea Bellin uscita il4 novembre per Tunué.Un graphic novel di formazione per ragazzi ispirato a un vero fatto di cronaca, una storia sulla responsabilità civile, sul giornalismo, le fake news“su quando fidarsi degli adulti e quando attaccarli pubblicamente”, come scrive il New York Times. Protagonista è Elena, una giovanissima giornalista che cerca a tutti i costi di svelare un segreto che minaccia la sua città imbattendosi in un caso di corruzione e inquinamento.IL LIBROElena Keller è sfacciata e precoce; discute con il suo dentista, i suoi genitori e i suoi insegnanti. Così, quando scopre una strana melma nera nel lago artificiale del suo quartiere decide di indagare. Incoraggiata da una reporter, Elena nella sua newsletter on line settimanale e tramite il giornalino della scuola cerca di raccontare la verità, anche a costo di affrontareil ricco proprietario del country club locale, che crede sia responsabile dell’inquinamento. Tra le prese in giro di ex amici e un improvviso riflettore virale, Elena scopre quanto sia difficile per un giornalista prendere posizione per ciò che è giusto di fronte a critiche e polemiche.

Gli autori
Kate Reed Petty vive a Baltimora. Ha sceneggiato fiction e cortometraggi. È anche autrice del romanzo True Story. Andrea Bellè è un illustratore e fumettista che vive a Chicago. Nel 2013 ha conseguito la Laurea in belle arti in illustrazione presso il Columbia College di Chicago.

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