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Il segreto di Audrey Hepburn

Teatro e opera Dal 6 agosto al 15 settembre, nei week end, a Catania lo spettacolo di Sal Costa diretto da Elio Gimbo

Debutta martedì 6 agosto (ore 21) al Giardino Pippo Fava di Catania (residenza estiva della compagnia Fabbricateatro, in via Caronda 82), per la seconda edizione della rassegna “Sere d’estate in giardino”, lo spettacolo “Il segreto di Audrey Hepburn” una novità assoluta del drammaturgo e scrittore catanese Sal Costa, messo in scena dal regista Elio Gimbo, con Sabrina Tellico, Cinzia Caminiti, Daniele Scalia e Babo Bepari.

«Nata nel ’29, il medesimo anno di Anna Frank, – spiega il regista Elio GimboAudrey Hepburn nel dopoguerra e durante tutta la trionfale carriera d’attrice rinunciò come molti a rievocare quel terribile passato che viene soltanto adesso ripercorso nel recente libro di Robert Matzen da cui lo spettacolo è liberamente tratto. Audrey Hepburn fu una meravigliosa attrice del cinema hollywodiano, ciò che la rese così luminosa nei suoi film era il buio da cui proveniva e che si portava dentro come un segreto, il segreto di una ragazzina olandese di buonissima famiglia che, nata sei mesi prima di Anna Frank a pochi chilometri di distanza, attraversò tutti gli orrori e le turpitudini dell’occupazione nazista e della guerra furiosa scatenata da Hitler. Mettere in scena una Hepburn “svelata” ci consente di sostenere come un pilastro, la linea di ricerca di Fabbricateatro sugli effetti, passati e futuri, dei due cancri che insidiano l’umanità: il totalitarismo e il razzismo»

Sabrina Tellico durante le prove

Sabrina Tellico durante le prove

Lo spettacolo, prodotto da Fabbricateatro, sarà replicato il 7, 8, 23, 24 e 25 agosto e poi il 4, 5, 14 e 15 settembre.

«L’idea dello spettacolo è nata da una discussione avuta con il regista Elio Gimbo parlando di ebraismo – aggiunge l’autore catanese Sal Costa -. Venne fuori Anna Frank e poi arrivammo alla Hepburn. Elio mi disse che la Hepburn era nata nello stesso anno e a poca distanza da Anna Frank, in Olanda, e che era in uscita una biografia che raccontava la Hepburn negli anni del secondo conflitto mondiale. “Chissà, mi disse, potremmo lavorarci su”. Nonostante sapessi poco della Hepburn, mi ricordai quel suo sorriso malinconico e il sospetto che qualcosa la tormentasse, probabilmente la stessa cosa che le causò il cancro allo stomaco di cui morì a soli 63 anni. Insomma la struttura della commedia mi montava dentro, ancora priva di particolari, anzi addirittura priva di contenuti ma, come dire, l’involucro era fatto. La lettura della biografia confermò la mia intuizione e mi diede gli strumenti per la stesura. La mia Hepburn è matura, ha già vinto l’Oscar per “Vacanze romane”, sta girando “Colazione da Tiffany”. Da contratto con la Paramount deve rilasciare interviste per pubblicizzare il film. Un giornalista le fa domande scomode e poco pertinenti al film e scatena in lei una tempesta emotiva. Il giornalista sarà cacciato, ma ha aperto il famigerato vaso di Pandora. Fluiscono ricordi, emozioni, materiale faticosamente rimosso. E su tutto la figura di una madre forte e ingombrante».

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