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Francesco Musolino: «Essere siciliani è un dono. Al di là dei luoghi comuni»

Libri e Fumetti Il giornalista messinese esce con un secondo libro nel giro di un mese e mezzo. Dopo il romanzo "L'attimo prima", arriva in libreria "Le incredibili curiosità della Sicilia", leggende, curiosità e aneddoti storici dall'isola senza schemi preconcetti: «Si gioca tutto sul potere della scoperta, sulla necessità di andare nei luoghi e scommettere sulla curiosità che ci permette di superare la prima impressione»

Giornalista brillante, galantuomo e gentilissimo, seppur pieno di impegni e immerso a girovagare tra i suoi articoli, le sue interviste, le sue inchieste, sempre tutto in ambito culturale, non mi ha negato nuovamente una intervista per l’uscita del suo secondo libro, che si preannuncia un successo, a ridosso del precedente pubblicato appena un mese e mezzo fa. È Francesco Musolino al quale non potevo non chiedere, attraversando trasversalmente la propria vita professionale, cosa sta accadendo: considerato l’esordio impressionante, per successo, per Rizzoli con il terapeutico romanzo L’attimo prima (come evidenziare la possibilità di risalita quando un lutto ci mette davanti la realtà), e il bis per Newton Compton Editori Le incredibili curiosità della Sicilia nelle librerie dal 21 novembre, lascerà il giornalismo e si dedicherà solamente al ruolo di scrittore?

Francesco Musolino

Divertito e felice, tra un aeroporto, una visita per intervistare un collega scrittore e altri movimenti legati fortemente al bellissimo mondo editoriale, accoglie il mio martellamento e mi risponde con la galanteria che qualche scribano siciliano come lui non ha. Quanti i fantocci costruiti i quali, dopo poco, però, stancano. Musolino, invece, così come non ha mai stancato da cronista, sembra addirittura esaltare la grandezza dello stile in diversificate tangenti del racconto. Un pensiero su come affrontare i lutti per passare alle curiosità della propria terra.

Queste le storie e le curiosità presenti nel libro: Tifeo. Il gigante sotto l’Etna; Teste di moro. O dell’importanza d’essere fedeli a Palermo; ’U Liotru ed Eliodoro; La Madonna Nera; La Madonna amazzone; E il Cristo in gonnella a Scicli; Erice e la processione dei misteri del Venerdì Santo; Il teatro di Andromeda; L’Argimusco, la Stonehenge made in Sicily; Casa Cuseni. Casa d’artisti; Simenon a Messina e Siracusa; Caravaggio fuggiasco in Sicilia; La rivolta di Filicudi contro i mafiosi; Peppa, la cannoniera; Maria Costa. La poetessa divenuta patrimonio dell’UNESCO; Donne che raccontano la Sicilia.

Gli chiedo cosa lo ha ispirato e come è riuscito a lavorare su due fronti apparentemente cosi diversi, antropologicamente così vicini, in così breve tempo, ed è diretto e chiaro nella risposta: «L’idea, una scommessa, era quella di immergermi, tuffarmi nella storia della nostra Isola fra santi, santuzze, processioni, leggende, curiosità e aneddoti storici, facendolo in un modo diverso dalla consueta modalità. Anziché raccontarla mediante gli schemi preconcetti – cannoli e mafia, fimmini e miseria – ho cercato storie poco note e luoghi bellissimi da raccontare. Il guaio è che tutti pensano di conoscere la Sicilia e ce la propinano – a colpi di fiction e romanzi – come un posto immobile nel tempo. Ma non è così. Essere siciliani è un dono. E così racconto la rivolta di Filicudi contro la mafia, le donne forti di Sicilia e i giovani che innovano passando dall’agricoltura alla moda…».

Due libri con due editori di peso in meno di tre mesi; prima si conosceva l’oculata penna del giornalista Musolino, improvvisamente conosciamo un talento della letteratura. Cosa è successo?
«È scattata la voglia di raccontare con la mia voce, di mettersi in gioco al 100%, completando il processo di scrittura con la parte autoriale. Nel romanzo lavoro parto dalle mie emozioni e vado a caccia di una mia voce. In questo libro mi sono divertito a scardinare i luoghi comuni e anche io, come tutti i siciliani, ho riscoperto luoghi poco noti della mia isola. Seguire un libro e il suo sviluppo, dalla scrittura all’editing, è una grande avventura che fa girare la testa e la racconterò presto anche ai miei alunni nei corsi di scrittura».

Può diventare quella dello scrittore l’unica professione?
«Mi piace lo sguardo curioso del giornalista, fa parte di me quell’inquietudine, non intendo farne a meno. Ma ovviamente non vorrei più essere un precario nel mondo dei giornali. Vedremo cosa accadrà».

Cosa ne pensano i vertici dei giornali per i quali lavori?
«Il giornalismo è un mondo che mi ha sempre affascinato. Bisogna continuare sempre a lavorare, a crescere, a scommettere sulla scrittura proponendo punti di vista diversi, senza mai rinchiudersi in un recinto. Ai caporedattori miei referenti cerco di proporre idee. Non solo personaggi e recensioni».

E cosa i due editori dei libri?
«Rizzoli e Newton Compton sono due mondi diversi e pieni di stimoli. Si impara rapidamente. Nel giro di tre mesi eccomi qui con due libri. Io sono davvero entusiasta!».

Francesco Musolino durante una delle presentazioni de “L’attimo prima”

C’è un incipit terapeutico nel nuovo libro? Perché parliamoci chiaro, il tuo esordio è perfetto, nonché curativo!
«Nel libro sulla Sicilia si gioca tutto sul potere della scoperta, sulla necessità di andare nei luoghi e scommettere sulla curiosità che ci permette di superare la prima impressione e rovesciare i preconcetti che giungono da narrazioni basilari e un po’ stanche. Ma c’è anche un fil rouge fra i due libri: noi siciliani spesso pensiamo di andar via e non è un peccato mortale. Ma prima dobbiamo fare i conti con la nostra Isola».

Quanto lavoro c’è dietro il fenomeno Musolino?
«Domanda da un milione di dollari! Il mio tempo si divide fra Milano e Messina. A Milano vivo un tempo attivo, fitto di impegni. Quello in Sicilia è un tempo più statico in cui mi metto a testa sotto a lavorare, a leggere, a scrivere. E i tour e le presentazioni aggiungono incontri e scambi di emozioni con i lettori, una vera meraviglia, credimi».

È vero che lavorare al Sud limita le potenzialità da poter esprimere?
«Certamente sì. Viviamo quotidianamente un gap per quanto riguarda trasporti. La maggior parte delle cose, degli eventi, accade lontano da noi. Il Ministro del Sud è una figura quasi metafisica visto che al mutare dei governi non mi sembra mutare la sostanza, non c’entrano destra e sinistra temo. Ma non abbiamo nemmeno bisogno di alibi, del resto se non scommettiamo noi per primi su noi stessi, chi può farlo per noi?»

Francesco, cosa ci riservi fra altri 40/50 giorni?
«Un altro libro! (Sorride, n.d.a.) No, scherzo. Continua il tour del romanzo e si pianificano nuove date in giro per l’Italia. E poi ovviamente, la scrittura all’orizzonte…».

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