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“Dimmi cosa vuoi” di Giuseppe Cucè, quando l’amore cresce più forte dai propri errori

Musica Dal 31 marzo sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Dimmi cosa vuoi” (Trp Vibes / Believe Digital), il nuovo singolo del cantautore catanese Giuseppe Cucè. La canzone racconta come ognuno di noi un bel giorno comprende il significato della parola amore. Cucè: «Ho iniziato ad ascoltarmi, ho imparato ad amarm e ad amare, attraverso gli errori, nel tempo e con il tempo... giusto»

Da venerdì 31 marzo sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming digitale “Dimmi cosa vuoi” (Trp Vibes / Believe Digital), il nuovo singolo del cantautore catanese Giuseppe CucèLa canzone racconta come ognuno di noi un bel giorno comprende il significato della parola amore, quell’amore che la stessa parola fin troppe volte sdoganata lo banalizza al punto che vorresti coniare un nuovo termine per esprimerlo ed identificarlo. Un amore universale, che attraversa prove su prove, quel sentimento che solo il tempo forgia e concretizza, l’amore che supera gli errori e li utilizza come propulsore per crescere ed invecchiare per poi rinascere sempre più forte ed intenso. Il gioco delle due parti per raccontarsi e raccontare un percorso di vita, dopo aver vinto gli errori, per ripartire da capo con più consapevolezza, una lettera scritta a se stessi che rimandiamo a chi abbiamo avuto sempre accanto, nonostante il tempo e le strade spesso non perfettamente percorribili.

Spiega l’artista a proposito del brano: «Ho iniziato ad ascoltarmi, ho imparato ad amarmi, ho imparato ad amare, attraverso gli errori, attraverso le esperienze ma soprattutto nel tempo e con il tempo… giusto, efficace a volte lento e inesorabilmente duro! Ho aspettato che il tempo indossasse l’abito giusto, ho assecondato il suo limite, ne ho assaporato ogni percettibile sfumatura». 

Nel videoclip di “Dimmi cosa vuoi” scritto e diretto da Nanni Musiqo la narrazione trae ispirazione dal neorealismo dei maestri del cinema del passato. Dopo il primo viaggio intrapreso in auto nel video de “La mia Dea”, il singolo precedente, adesso la scena è ferma da qualche parte, in un non luogo. Il video secondo capitolo di una trilogia che ha per filo conduttore “il viaggio”, adesso si concentra sull’arrivo in una location di passaggio; infatti, l’ambientazione è tutta incentrata all’interno di una stanza d’albergo, che diventa quasi un ventre, un luogo sospeso che ospita solo alcuni momenti della nostra vita, ma dal quale cominciano e finiscono i nostri arrivi e le nostre partenze.

Sono state realizzate inquadrature e movimenti di macchina che traggono ispirazione dai vecchi film che hanno avuto la capacità di raccontare uno scorcio di storia attraverso la quotidianità di persone comuni e delle loro vite. Un messaggio che arriva dal cielo per ricordarci che, anche quando non vediamo una via d’uscita, c’è sempre qualcuno pronto a farci ricredere, a donarci una speranza per il futuro. Così nel video è stato ricreato un viaggio di vita durato meno di ventiquattro ore, perché forse questo basta per raccontare due anime e i loro sentimenti. Il racconto di una scelta capace di enfatizzare al massimo la società opprimente, ormai piena di social e poca socialità, rigida e restrittiva pur nelle totali libertà del nostro tempo.

Animato da un progetto, che racchiude l’esperienza maturata in tanti anni di studio e approfondimento del proprio sentire, filtrando il mondo intorno a sé, rivisitando i canti del sud del mondo, che racchiude soprattutto la composizione di canzoni inedite imbevute di tradizione e passione, Giuseppe Cucè nasce a Catania l’8 settembre del 1972 e fin da piccolo coltiva il sogno della scrittura ma soprattutto della musica. Inizia il proprio percorso dipingendo i propri pensieri su tela, per poi successivamente farsi catturare dalla danza contemporanea, fino a confrontarsi con diverse identità esistenti nel proprio essere e capire la propria strada incanalando le proprie energie verso la scrittura e la composizione.

Durante la sua carriera ha collaborato con diversi musicisti, tra i più fedeli il produttore artistico Riccardo Samperi  e il percussionista Francesco Bazzano. Nel 2008 inizia a collaborare con la Trp Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il cd “La mela e il serpente”, un album che sarà espressione assoluta dell’anima “saudade” dell’artista. L’album viene anche pubblicato dalla Edina Music, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album ha dato al cantautore catanese la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).

Sempre dalla collaborazione con il produttore Riccardo Samperi e dopo un lungo periodo di scrittura e maturazione di nuovi brani, coadiuvato anche dall’apporto artistico dell’amico musicista Fabio Abate, nasce un nuovo progetto musicale che ha già visto nel 2022 la pubblicazione di due singoli, “Di estate non si muore” e “La mia Dea”, che confluiranno in un album di prossima uscita per Trp Vibes. Una nuova squadra di musicisti tra cui Enzo di Vita alla batteria, Alberto Fidone al basso, Anthony Panebianco al pianoforte e Hammond, Riccardo Samperi alle chitarre, Giuseppe Furnari al pianoforte e alla direzione archi di alcuni brani, Claudio Allia al pianoforte di un brano, Alessandro Longo al cello, Gaetano Adorno alla viola, Marcello Spina e Giovanni Cucuccio ai violini, le back vocalist Lilla Costarelli e Teresa Ranieri,  l’apporto fondamentale di Claudio Allia l’Ar Comunicator per Trp, e di Alberto Fidone (superivisor per Trp) contribuiranno e daranno a Giuseppe Cucè un nuovo suono e l’espressione più matura e a fuoco del suo percorso artistico.

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