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Anche i luoghi e gli animali hanno un’anima

Blog Oggi dirò di due libri nuovi che mi sono cari. Dario Stazzone, dopo aver pubblicato la guida di Catania redatta da Federico De Roberto, dà alle stampe, con le illustrazioni originali, "Randazzo e la Valle dell’Alcantara", la guida del 1909 redatta dallo scrittore. Mario Bonica pubblica con lo pseudonimo Randagio Clandestino, un ingegnoso manifesto libertario intitolato "Solo vite a perdere", un atto d’amore a quelle “piccole persone” che sono gli animali

Oggi dirò di due libri che mi sono cari, entrambi freschi di stampa, e che consiglio ai miei venticinque lettori: e non solo perché opera di autori ed editori di casa nostra, ma perché – pur nella loro diversità – se abbinati propongono un esemplare itinerario: dalla riscoperta dei nostri beni artistici e ambientali alla necessità, oggi più che mai urgente, di rendere giustizia alla “bella d’erbe famiglia e d’animali” (ricordate Foscolo?), ai nostri fratelli d’altre specie, alle “piccole persone” di cui parlava Anna Maria Ortese, a quegli animali ovvero possessori d’anima che abbiamo massacrato o snaturato, usato o divorato. A tutta la natura, dunque, che – scriveva san Paolo due millenni fa – «geme nell’attesa» della salvezza al pari di noi esseri umani.

Il primo. Dario Stazzone, saggista e presidente della “Dante Alighieri”, dopo aver pubblicato la guida di Catania redatta da Federico De Roberto, e gli articoli giornalistici sui nostri beni artistici che l’autore dei Vicerè scrisse negli anni della sua triste ma laboriosa vecchiaia, ora dà alle stampe per Il Convivio Editore Randazzo e la Valle dell’Alcantara, la guida redatta dallo scrittore e pubblicata nel 1909, con le sue illustrazioni originali. Nella ricca introduzione Stazzone sottolinea tra l’altro il singolare intreccio di accurata documentazione ed estro narrativo che rende preziose queste pagine derobertiane su Randazzo, che allo scrittore appare «città da romanzo», «cantuccio di mondo sopravvissuto al Medio Evo», e sui suoi favolosi dintorni. Un’opera dunque, questa guida d’autore arricchita dall’apparato critico di Dario Stazzone, da consigliare a chi abbia a cuore sia i nostri grandi scrittori sia il nostro patrimonio artistico e ambientale.

Il secondo. Mario Bonica, intellettuale catanese e uomo di teatro, è da anni punto di riferimento tra le file dell’antispecismo: cioè, per chi non lo sapesse, di quel movimento filosofico-politico che si oppone all’inveterata e criminosa attribuzione di un rango privilegiato oppure inferiore alle creature in base alla loro specie. In parole povere: alla millenaria discriminazione del mondo animale, che abbiamo solo saputo sfruttare o ingozzare. Agli animali Bonica aveva già dedicato un bel libretto che aveva per protagonista Laika, la cagnetta russa mandata a morire nello spazio. Ora pubblica per Algra Editore, sempre con lo pseudonimo Randagio Clandestino, un ingegnoso manifesto libertario intitolato Solo vite a perdere, un atto d’amore a quelle “piccole persone”.

Bonica non ha mezzi termini: parla di genocidio, e fa bene. L’atto d’accusa ai misfatti dell’Homo cosiddetto Sapiens non potrebbe essere più drastico. Ma la lama affilatissima della polemica è inguainata in un una custodia di letteraria ironia, e più che inveire all’autore piace strizzare l’occhio a una tradizione moralistica e satirica che culmina nelle Operette morali. Erratica e piena di sorprese, la trattazione, che assimila e miscela i generi più diversi: dal pamphlet alla parodia, dall’aforisma tagliente agli inserti dialogici e narrativi, fino a concludersi (e poteva essere altrimenti?) nella Catania degli arrusti e mangia e dei cavalli clandestini.

Un tragitto, dicevo, quello dall’uno all’altro libro: come a dire dall’“anima” dei luoghi a quella degli animali. Intanto il mio gatto, che si chiama Bakunin, guarda dalla finestra il mare, le case, gli alberi, e più in là il castello rupestre di Aci. Credo proprio che fra loro s’intendano.

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