Recensioni Prosegue con un programma quanto mai vario “Corti e Castelli”, la rassegna organizzata dalla Camerata Polifonica Siciliana nella Corte del Museo diocesano. Mercoledì 22 luglio è stata la volta di un bel concerto sulla canzone d’autore nel dopoguerra con lo Smile ensemble
Prosegue con un programma quanto mai vario la rassegna organizzata dalla Camerata Polifonica Siciliana “Corti e Castelli” nella Corte del Museo diocesano. Giovedì 22 luglio è stata la volta di un bel concerto sulla canzone d’autore nel dopoguerra che ha visto come protagonista lo Smile Ensemble – Orazio Costanzo al clarinetto e sax contralto, Domenico Morselli al contrabbasso, Francesco Falci al pianoforte, Sergio Calabrò alla batteria e Anna Salsetta alla voce – una formazione che nasce proprio con una spiccata vocazione alla musica prodotta tra le due guerre, caratterizzata da una sua intrinseca singolarità: l’essere contemporaneamente briosa e tragica.
Inoltre questa musica rappresentò una importante transizione dai modi tradizionali alla ventata di novità in arrivo dall’America che rivoluzionò il modo di fare musica. Così lo Smile Ensemble, animato dalla sua cantante Anna Salsetta, che si è rivelata anche una brava presentatrice, ha offerto una prova godibilissima, testimoniata da un pubblico attento e coinvolto, sempre pronto a battere il piedino al ritmo delle musiche affascinanti, ora sentimentali, ora grintose che hanno costituito la scaletta.
Che ha spaziato attraverso musiche belle e famose, punteggiate dal sax e dal clarinetto del bravo Orazio Costanzo che hanno creato la giusta atmosfera jazz, da Moonlight Serenade di Glenn Miller all’immortale Smoke Gets In Your Eyes attraverso la splendida ’Hymne a l’Amour di Édith Piaf e Cheek to Cheek di Irving Berlin fino a Fly me to the Moon di Bart Howard. I musicisti sono davvero riusciti a creare un’atmosfera: intensa la performance al pianoforte di Francesco Falci, sostenuta dal bel tocco al contrabbasso di Domenico Morselli e dai coinvolgenti ritmi della batteria di Sergio Calabrò.
Un plauso meritano poi i brani che hanno concluso la serata (forse troppo breve, ahinoi). Davvero azzeccata, una vera chicca, la scelta di Die Moritat von Mackie Messer di Kurt Weill (non a caso il concerto nasce come una sorta di sequel di quello dello scorso anno dedicato alle composizioni del grande compositore tedesco) dall’Opera da tre soldi di Bertold Brecht: lo Smile ensemble le ha dato quell’aria beffardamente canticchiabile che ne rappresenta la sua più vera natura, facendo un implicito omaggio all’orecchiabilità e all’orchestrazione modernista di un genio della musica .
Grande finale poi con la mitica Milord di Marguerite Monnot, originariamente interpretata da Edith Piaf, cui Anna Salsetta, con la sua bella e ampia vocalità, ha impresso la giusta verve. Non a caso proprio Milord è stata oggetto del richiestissimo bis, che, tra tanti applausi, ha concluso uno scintillante viaggio negli anni bui del Novecento, fortunatamente rallegrati da tante belle melodie.
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