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Umberto Passeretti. Demetramata

Arte Dal 7 maggio al 15 settembre al Museo Paolo Orsi di Siracusa per la 55esima stagione classica dell'Inda

Il manifesto ufficiale della Stagione 2019 al Teatro Greco di Siracusa è affidato al dipinto
Elena dell’artista Umberto Passeretti, pittore contemporaneo che si è formato all’École Nationale Supérieuredes Beaux-Arts e che dal 1985 dialoga con la classicità romana e più in generale con la memoria dell’antico. Un presente antichissimo, scelto come claim per la Stagione della Fondazione Inda, è il concetto attorno al quale ruota gran parte della ricerca di Passeretti. Nel solco della positiva sperimentazione avviata lo scorso anno, si rinnova la collaborazione tra la Fondazione Inda e Civita Cultura Holding che opera a livello regionale attraverso la propria Società Civita Sicilia, sia nell’ambito dei servizi di fruizione per il pubblico di importanti siti culturali pubblici e privati che in quello della produzione e organizzazione di grandi mostre.

Il manifesto Inda 2019 di Umberto Passeretti

Fondazione Inda e Civita Sicilia organizzeranno insieme la mostra di Umberto Passeretti. Demetramata che si svolgerà al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi e quella di Matteo Basilè alla Galleria Regionale di Palazzo Bellomo (anche quest’anno, inoltre, esibendo il biglietto degli spettacoli dell’Inda, si avrà diritto a un ingresso ridotto alla mostra Archimede a Siracusa in corso presso la Galleria Civica Montevergini e, viceversa, i visitatori della mostra avranno diritto al biglietto d’ingresso ridotto agli spettacoli).

Leggi la presentazione della 55esima stagione classica dell’Inda

La mostra di Passeretti, in programma
dal 7 maggio (inaugurazione ore 18) al 15 settembre, si articola in 25 opere di grande formato con l’artista romano che dialoga da pittore contemporaneo con la memoria dell’antico. Le opere (dipinte per lo più ad olio ed acrilico su tavola ma talvolta anche su tela) fanno parte del ciclo Anatomia del panneggio e trovano nel Museo Archeologico Paolo Orsi una sede per così dire “naturale“ dialogando con i reperti del museo stesso e mettendo in scena l’idea coinvolgente di un classico dinamismo e in divenire. Sul piano cromatico nell’allestimento l’ascetico bianco e nero si alterna con una gamma di colori vitali ed attuali che portano in sé anche gli effetti dell’artificio tecnologico.

In occasione della mostra l’artista ha reso omaggio alla Sicilia prendendo come soggetto di un suo quadro la “Venere di Morgantina”. Nella ricerca di Passeretti e nella sua opera, mirabili reperti scultorei del passato si trasformano in pittu- ra, con la chiara prevalenza di panneggi dalla materia mossa, palpitante di una vita che sembra ricominciare. Da sempre appassionato di antichità, Passeretti vive “in maniera immersiva, totalizzante la classicità romana, di cui si appropria non solo in senso iconografico ma anche etico”, come a suo tempo sottolineato da Federico Zeri che, analizzando la sua pittura, ne aveva evidenziato la “nostalgia di un’etica, di un costume, di una cultura”. Passeretti, come racconta Gabriele Simongini che ha curato l’esposizione ai Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali, “ha vissuto e lavorato per diversi anni praticamente dentro Villa Adriana, sopra il
Canopo. Ha respirato, studiato, assorbito ogni giorno quelle memorie architettoniche e scultoree che si facevano tutt’uno con la sua vita quotidiana, arricchendola, aprendola a nuove riflessioni non ripiegate nostalgicamente sul passato ma legate alle inquietudini contemporanee. Così, in qualche modo, l’artista non si è semplicemente appropriato di un aspetto dell’antichità ma vi si è immedesimato intendendone la spinta propulsiva verso un’interiorità più profonda e consapevole ma sempre operante nel vivo dell’attualità”. Nelle opere di Passeretti – spiega ancora Simongini – “i mirabili reperti scultorei del passato si trasformano in pittura, con la chiara prevalenza di panneggi alla materia mossa, palpitante di una nuova vita che sembra quasi sul punto di cominciare. Ne viene fuori una sorta di teatro silenzioso e disteso in un arco temporale lunghissimo”. Passeretti “offre al nostro sguardo scultura antiche che promanano profonda energia, attualità e vitalità non di rado avvalendosi anche di una sorta di trasposizione quasi virtuale tramite colori che in sé portano anche gli effetti dell’artificio tecnologico, pur restando magistrali prove di pura pittura”.

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