Recensioni Per la rassegna AltreScene, Zō Centro culture contemporanee di Catania ha ospitato lo spettacolo dell’Accademia Mutamenti che s’ispira al romanzo del grossetano Sacha Naspini. Una telefonata fiume, che il pubblico ascolta in cuffia, è il centro dell’azione. Sara Donzelli e Graziano Piazza sono interpreti sopraffini di sentimenti, svelamenti difficili da digerire in età matura, verità di cui uno di loro era all’oscuro
Una gallina e due cuori appesi al filo del telefono. “Nives”, spettacolo messo in scena e portato in tournée, lo scorso 27 gennaio, anche a Catania per la rassegna teatrale AltreScene di Zō Centro culture contemporanee (sala gremita anche di giovani) dall’Accademia Mutamenti, compagnia e factory con basi a Grosseto e Milano, guidata da Sara Donzelli, attrice, e Giorgio Zorcù, direttore artistico, s’ispira all’omonimo romanzo dello scrittore grossetano Sacha Naspini. Interpreti Sara Donzelli e Graziano Piazza. Un’occasione per Catania di ospitare uno spettacolo d’avanguardia che è anche teatro di poesia.
Il romanzo di Naspini, che mette in campo tematiche universali, è stato tradotto in ben 20 lingue, cinese compreso. Le storie dello scrittore maremmano sono immerse in una cultura contadina stralunata e feroce. La riduzione per la scena e la drammaturgia di “Nives” sono di Riccardo Fazi. La produzione è dell’Accademia Mutamenti, con il Teatro Fonderia Leopolda / Muta Imago, Città di Follonica e Regione Toscana.
Sulla scena un lungo tavolo diviso in due a simulare due diverse abitazioni tra le quali si comunica per telefono. Una donna, rimasta sola nella sua fattoria nella Maremma, dopo la morte improvvisa del marito, ha come una compagna una gallina zoppa. Spaventata che la gallina sia rimasta ipnotizzata dalla pubblicità alla tv, chiama Loriano, veterinario del paese, suo antico amante. Una telefonata fiume è il centro dell’azione. Dall’ipnosi del volatile il discorso passa ad altro: amori e vecchi rancori, occasioni perdute, svelamenti difficili da digerire in età matura, verità di cui uno di loro era all’oscuro.
Piazza e Donzelli sono interpreti sopraffini, dalla voce alla mimica ed espressione facciale, di questi sentimenti. Gli spettatori con le cuffie alle orecchie ascoltano come “voyeurs”. La telefonata fiume attraversa le vite dei due tra fantasmi e angosce. Momento liberatorio per entrambi, per gli spettatori è un’ora e mezza di teatro puro. Scarna ed essenziale la scenografia. Un miracolo di poesia. Pubblico entusiasta e giovani conquistati al teatro.
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