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Manuela Ventura e la forza delle donne contro la mafia: «Mimma lotta insieme al marito, per la libertà negata»

Visioni L’attrice catanese è la protagonista femminile del film tv "Mascaria" diretto da Isabella Leoni in onda il 23 maggio in occasione della Giornata della legalità. Ispirato alla tragica vicenda dell'imprenditore gelese Riccardo Greco, il film vede Pietro Ferrara (Fabrizio Ferracane) delegittimato dagli avversari mafiosi a seguito di una sua denuncia. La regista: «E' la storia di un uomo coraggioso». Ventura: «Apro il grande diario civile del nostro Paese»

L’attrice catanese Manuela Ventura sarà protagonista femminile nel ruolo di Mimma in “Mascaria”, film tv diretto da Isabella Leoni in onda su Rai 1 il 23 maggio in occasione della Giornata della legalità. Il tv movie – una coproduzione Rai Fiction – Red Film, prodotta da Mario Rossini – liberamente ispirato alla drammatica vicenda dell’imprenditore gelese Riccardo Greco, è scritto da Giancarlo Germino e Maura Nuccetelli, con la collaborazione di Giovanni Filippetto. La direzione della fotografia è firmata da Daniele Muscolo, i costumi sono di Giuliana Cau, le scenografie di Nino Formica. Nel cast anche Fabrizio Ferracane, Christian Roberto, Flavia Orecchio, Costantino Comito, Andrea Tidona, Gaetano Aronica e Fortunato Cerlino.

Manuela Ventura, sul set del film “Mascaria”

Mascariare in siciliano significa tingere con il carbone e lasciare un segno indelebile, in una parola: calunniare. Nel caso di “Mascaria” il segno del sospetto finirà per annientare Pietro Ferrara (Fabrizio Ferracane) il quale, a seguito di una sua denuncia, viene delegittimato moralmente dai suoi avversari subendo per questo l’abbandono sociale, economico e istituzionale.
Pietro Ferrara è un costruttore siciliano costretto a pagare il pizzo per poter lavorare. Un giorno, però, si fa coraggio e denuncia. È una rivoluzione: i mafiosi che lo vessavano vengono arrestati e, per la prima volta, vengono condannati a molti anni di prigione. Schivo e riservato, Pietro diventa il volto di questa clamorosa vittoria. La vendetta dei mafiosi non tarda ad arrivare e prende forma nel modo più subdolo. Gaetano Rizzo (Costantino Comito), il capomafia che per anni aveva taglieggiato Pietro pur conoscendolo da quando erano ragazzini, lo accusa pubblicamente di essere stato suo socio in affari. Sono solo fandonie, puro fango, ma ormai Pietro è mascariato (calunniato) e, incredibilmente, viene rinviato a giudizio per associazione mafiosa. Da accusatore diventa imputato. E per questo deve difendersi, resistere: per sé, per i suoi dipendenti e soprattutto per la sua amata famiglia. Al fianco di Pietro c’è l’avvocato Baldani (Fortunato Cerlino), esperto in processi di mafia, che sarà costretto a ridefinire continuamente la propria strategia difensiva, diventando una fonte di supporto per il suo cliente che va al di là del rapporto professionale.

 

Inevitabilmente, le difficoltà di Pietro si ripercuotono sulla vita della sua famiglia. La moglie Mimma (Manuela Ventura) è una donna innamorata e premurosa, ma anche forte e lungimirante. La roccia alla quale tutti si aggrappano. Mimma coltiva il sogno di trasferirsi in un’altra regione per costruire una vita diversa per i loro tre figli. Riccardo (Christian Roberto), il maggiore, è quello che più si scontra con il padre soprattutto quando Pietro, preoccupato dalla possibilità di ritorsioni da parte della mafia dopo la denuncia, tende a limitare la sua libertà di movimento. Riccardo ha un carattere ribelle e vive una vita serena senza sapere nulla dei guai di suo padre, ma un giorno scoprirà la verità e, da ragazzo sensibile qual è, si schiererà dalla parte di Pietro. Al punto che, diventato adulto, sarà lui a prendere in mano l’azienda di suo padre, cercando di tenerla a galla nonostante gli ostacoli che il sistema giudiziario pone sul loro cammino. Primo fra tutti, l’esclusione dalla white list, con la conseguente impossibilità di lavorare negli appalti pubblici, in quanto Pietro è coinvolto in un procedimento giudiziario per mafia. Proprio lui, che per combattere la mafia ha messo in pericolo l’azienda, la sua vita e persino la famiglia, si vede negare l’accesso al lavoro.

Il film si ispira liberamente alla storia di Riccardo “Rocco” Greco, imprenditore di Gela che nel 2007 denunciò, insieme con alcuni suoi colleghi, stiddari e mafiosi che pretendevano il pizzo da loro. Per ritorsione, fu accusato di avere rapporti con la mafia, per vecchi “pagamenti” estorsivi, prima che decidesse di denunciare. L’impresa messa sotto controllo amministrativo perse le commesse, e Greco fu costretto a licenziare gli operai. «Il problema sono io: se vado via, i miei figli sono a posto», disse alla moglie qualche tempo prima di uccidersi nella sua azienda il 27 febbraio 2019.

Riccardo Greco

«Questo film nasce dall’urgenza di raccontare la storia di un uomo coraggioso che ha saputo ribellarsi alle richieste e alle minacce della mafia diventando vittima di un ‘mascariamento’ – dichiara la regista Isabella Leoni – Pietro si spegnerà lentamente nei lunghi anni estenuanti di accuse infondate e di lotte con i suoi fantasmi interiori. Ma la storia non finirà con lui perché suo figlio e la sua famiglia continueranno a portare avanti l’azienda, ispirati da quei valori che per tutta la vita Pietro ha cercato di trasmettere. Il film è un racconto delicato e intimo che quando si apre mostra le ferite, le passioni, le paure, le amicizie fraterne, l’amore per la famiglia e anche per il lavoro del protagonista. La passione e il coinvolgimento di tutti gli attori e del cast tecnico sono stati una grande spinta motivazionale, il mio grazie va a loro che hanno portato in questo lavoro bravura artistica insieme a incredibili qualità umane».

Fabrizio Ferracane e Andrea Tidona in “Mascaria”. Clicca sull’immagine per vedere il film su Raiplay

Manuela Ventura: «Ho accolto con emozione la proposta di partecipare a questo progetto, felice di essere diretta da una regista così attenta e sensibile. Prendere parte a questo film è per me una nuova occasione per aprire una delle tante pagine del grande diario civile del nostro Paese. Il personaggio che interpreto è quello di Mimma Ferrara, una donna che con determinazione e comprensione sostiene il marito, desidera proteggerlo come desidera proteggere i propri figli. Mimma lotta insieme al marito, per la libertà negata e le ingiustizie subite, la sua tenacia è fatta di pazienza e gentilezza, fino all’ultimo tenta di dare e darsi forza, essere punto di riferimento. È una donna che non vuole tacere, non vuole urlare, ma vuole dire, aprire gli occhi su ciò che accade per cercare una via d’uscita, un cambiamento, che non è detto sia risolutivo, ma forse può generare nuove possibilità. Questo film è un’occasione per raccontare storie di uomini e di donne che diventano esempi, le cui azioni possono incidere sul tessuto sociale, lasciare un segno di cui dobbiamo custodire il valore. Bisogna continuare a parlarne, per contrastare la rassegnazione e il silenzio, per sollecitare le istituzioni, perché le iniquità si combattono anche dando voce a chi ha messo in gioco la propria vita per un bene comune, in questo caso quello della legalità e della libertà».

Manuela Ventura foto Alice Blandini

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