Territori Il medievale loggiato torna come grande contenitore di eventi grazie all'art bonus che han permesso al gestore, la Fondazione Sant'Elia presieduta dal sindaco Orlando, di trovare fondi messi a dispisizione da mecenati e privati. Inaugurazione il 14 maggio con la mostra Human Condition dell'artista cinese Zhang Hongmei
Dopo sei anni di chiusura, martedì 14 maggio, alle 18, la
Fondazione Sant’Elia riconsegnerà alla città di Palermo, il Loggiato San Bartolomeo. La riapertura è stata resa possibile grazie all’aiuto di numerosi mecenati e aziende private che hanno contribuito con interventi di restauro, ripristino, pulizia, illuminazione. Ma c’è ancora molto da fare: per questo motivo, su iniziativa della Settimana delle Culture, il giorno della riapertura sarà avviata una campagna di crowdfunding che comprende l’ingresso all’inaugurazione della mostra – a cantiere aperto – “Human Condition”, curata da Giacomo Fanale e da Vincenzo Sanfo, con il patrocinio del Comune di Palermo, della Città Metropolitana, Fondazione Sant’Elia, Diffusione Italia e ArionteArtecontemporanea di Catania.
“Human Condition” presenta opere di Zhang Hongmei,che cercano un confronto tra temi classici – i famosi guerrieri di terracotta – e una rilettura contemporanea, colorata, irridente, magari mitigata da tessuti, pezze, brandelli. Molto apprezzata nel suo Paese, Zhang Hongmei si è fatta conoscere all’estero per la sua estrema versatilità. Al Loggiato San Bartolomeo viene montata un’inedita installazione, una foresta di 48 alberi dalle cortecce colorate e fluo. Un inno alla vita, alla forza millenaria della Natura. Zhang Hongmei è in arrivo dalla Biennale di Venezia dove espone per la seconda volta – con gli altri 15 artisti cinesi attualmente in mostra a Fondazione Sant’Elia per “China Art Now” – nel Padiglione di San Marino. Sarà presente all’inaugurazione. Ma c’è ancora molto da fare: per questo motivo, su iniziativa della Settimana delle Culture, il giorno della riapertura sarà avviata una campagna di
crowdfunding che comprende un contributo per l’ingresso all’inaugurazione. Dopo l’apertura, le due mostre potranno essere visitate – fino al 30 giugno – con un biglietto cumulativo di 10 euro.
La riapertura del Loggiato è un gesto di amore e di coraggio, è il racconto poetico del rapporto tra la città ed il mare. Da ospedale per malati di sifilide ad orfanotrofio per neonati abbandonati sulla ruota degli espsosti, il Loggiato San Bartolomeo è sempre stato parte integrante della vita della città. Semidistrutto sotto le bombe del ’43, viene recuperato e restaurato alla fine degli anni Novanta, ma infiltrazioni d’acqua e usura lo rendono presto pericoloso. Si chiude. E per sei anni resta un gigante triste e immobile a guardia del mare. Assegnato alla Fondazione Sant’Elia dal 2013, non ci sono i fondi per restaurarlo e il CdA della Fondazione decide di ricorrere all’Art Bonus del Ministero dei beni culturali. E’ la svolta: arrivano i privati, una catena di mecenati ed aziende che in prima persona e a ritmo serrato, permettono la riapertura dopo aver completato interventi di restauro, ripristino, pulizia, illuminazione.
Si hanno notizie sul Loggiato San Bartolomeo già in epoca medievale: probabilmente nacque come astanteria per i marinai e i mercanti di passaggio. Scrive il Mongitore che già il 18 gennaio 1321 l’arcivescovo di Palermo, Giovanni Orsino,
degno rampollo della nobilissima famiglia romana, concedeva ad Odoberto Aldobrandini e Puccio di Giacomo, procuratori e nunzi della confraternita di Santa Maria della Candelora, la licenza di fondare una casa ”per uso di infermeria d’esso spedale”, con annessa cappella, per curare i malati che “a causa della gravezza del morbo erano di gran molestia agli altri degenti”: ovvero incurabili, tisici, ulcerosi o affetti da malattie veneree, assistiti dalla nobile Compagnia della Carità. Nel 1347 iniziano i lavori di ampliamento grazie al lascito di Bernardo de Medico, avvocato palermitano, primo rappresentante dell’Opera di Misericordia. Ma è nel XVI secolo che San Bartolomeo diviene il ricovero dei malati di sifilide, il mal francese, il morbo dei ricchi signori. Non esistevano rimedi e il Senato cittadino ordinò il trasferimento degli ammalati dall’Ospedale Grande (Palazzo Sclafani, attuale sede del Comando Militare), all’ospedale di San Bartolomeo, a sud della città, nel mandamento Loggia, ritenuto più idoneo per “svaporare l’aere nocivo, che cagionar potean simili morbi (…) mediante la ventilazione del vicino mare”. Nel 1581, con l’apertura del cosiddetto “Cassaro morto”, voluta dal vicerè Marcantonio Colonna, l’ospedale venne staccato dalla chiesa di San Nicolò alla Kalsa (che finora era stato comunicante con il nosocomio, tanto che i cappellani amministravano i sacramenti ai degenti e l’estrema unzione ai moribondi) che per il passaggio di questa nuova arteria perse uno dei suoi campanili.
L’attuale configurazione del Loggiato risale con tutta probabilità al 1608, anno in cui il Vicerè Juan Gaspar Fernández Pacheco y Zúñiga, marchese di Vigliena patrocinò l’ampliamento del complesso, dotandolo di un grandioso cortile ed adornando la facciata con elementi lapidei intagliati. Il terremoto del 1823 danneggiò l’antica chiesa di San Nicolò alla Kalsa che fu demolita; tra il 1859 ed il 1861 si costruì piazza Santo Spirito, dove venne sistemata la fontana con il Cavalluccio marino, scolpita da Ignazio Marabitti per Palazzo Aiutamicristo. Nel 1826, per ordine di Francesco I, l’ospedale è destinato a “conservatorio per gli infanti esposti”, o meglio, orfanotrofio per i neonati abbandonati; subirà una trasformazione interna e viene rifatta la facciata sul Cassaro, dove è installata la “ruota degli esposti”. Il San Bartolomeo – che nel frattempo si chiamerà “Conservatorio di Spirito Santo” – lavorò per parecchio tempo; nel 1907, in parte, fu adibito ad “Asilo degli emigranti” per ospitare coloro che partivano per le Americhe.
Il 9 maggio 1943 il bombardamento che rase al suolo Palermo: dell’antico ospedale rimase solamente il seicentesco loggiato a due ordini, con il prospetto sul Foro Umberto I, scandito dalle lesene che inquadrano, al primo ordine, archi a tutto sesto e, al secondo, archi dal profilo sinuoso: a coronamento una balaustra traforata che ritaglia spicchi di cielo. Il primo ciclo di restauri fu promosso e finanziato dalla
Provincia di Palermo e si concluse nel 1998. Tutte le strutture in pietra furono ripristinate secondo tecniche più moderne e l’originaria profondità dell’edificio venne recuperata e valorizzata con la realizzazione di grandi vetrate, assolutamente trasparenti, che fanno leggere l’interno come un suggestivo libro di memorie, trasformando le ampie navate in lunghi e luminosi ballatoi protesi sul mare.
Nel 2013 il Loggiato San Bartolomeo è assegnato alla Fondazione Sant’Elia. L’immobile, anche se presentava già gravi criticità, ospita ancora mostre. Tra le ultime, una bellissima esposizione di fotografie di Marco Glaviano, e il modernariato“Vintage”nel 2014: sarà l’ultima in ordine di tempo, visto che, nonostante il grande successo di pubblico, non poté essere prorogata a causa delle infiltrazioni d’acqua che copiose cominciavano a filtrare dalle finestre. Già un anno prima, infatti, alla data di consegna alla Fondazione, le grandi vetrate erano pesantemente lesionate, e gli infissi che si affacciavano sul vicino istituto Nautico, usurati. Le lesioni, il parziale cedimento delle cerniere degli infissi metallici (che ad un certo punto erano stati addirittura saldati per impedire le infiltrazioni, ma da quel momento non fu più possibile aprirli né pulirli effettuare manutenzione), la grave usura degli infissi in ferro ed il rischio che le stesse infiltrazioni d’acqua potessero compromettere gli impianti elettrici a pozzetto: sono tutti fattori che determinano la chiusura del Loggiato San Bartolomeo.
Non ci sono i fondi per restaurare il Loggiato: la Provincia – oggi Città Metropolitana – non è nelle condizioni di stanziare risorse ed il tentativo, pur sperimentato, di ricorrere ai fondi strutturali, non va a buon fine. Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Sant’Elia (presieduto dal sindaco Leoluca Orlando, completato dai consiglieri Angela Fundarò Mattarella e Michele Ciacciofera) delibera l’inserimento del Loggiato tra i beni su cui si può intervenire tramite Art Bonus
, la piattaforma del Ministero dei Beni Culturali che consente donazioni di mecenati per interventi di tutela del patrimonio pubblico, a fronte di detrazioni fiscali sino al 65% degli importi.
Fondazione Sant’Elia firma un protocollo di intesa con la Città Metropolitana: la prima si occuperà di cercare le risorse, la seconda della progettazione degli interventi e della quantificazione dei costi. Due mesi fa sono state raccolte le risorse necessarie per i primi lavori che, grazie alla collaborazione della Soprintendenza, sono stati realizzati in maniera molto veloce.
«Riapre il Loggiato San Bartolomeo, un ulteriore contributo alla vita culturale della città e un’ulteriore bellezza architettonica restituita alla fruizione di cittadini e turisti – dichiara il sindaco e presidente della Fondazione,
Leoluca Orlando -. Ennesima conferma del cambio culturale di Palermo, che trova anche nel rapporto fra pubblico e privato un’occasione di promozione di cultura che è al tempo stesso crescita e sviluppo.Il mio apprezzamento a quanti si sono adoperati per questo risultato che è un traguardo ma soprattutto un nuovo punto di partenza per far rivivere uno spazio per troppo tempo chiuso».
«La riapertura del Loggiato è un gesto di amore e di coraggio – spiega il sovrintendente di Fondazione Sant’Elia,
Antonio Ticali – è il racconto poetico del rapporto tra la città ed il mare; Palermo è una città che sta cambiando profondamente dalle sue viscere, ma che guarda all’orizzonte. La riduzione di risorse destinate ai beni culturali impone una visione meno statica e quindi meno convenzionale, per la gestione del bene; in questo abbiamo ottenuto l’appoggio della soprintendente Lina Bellanca e del suo staff che hanno compreso il senso di questo metodo lavoro, irrituale per una pubblica amministrazione, e ci hanno permesso di agire in tempi celeri, senza perdere così l’attenzione dei mecenati. Ma dobbiamo pensare al futuro: ad una strategia di impiego che consenta per il Loggiato un uso dinamico e fluido, il ricorso alle collaborazioni anche e soprattutto nel settore imprenditoriale e produttivo, un modello di comunicazione emozionale, che colpisca e faccia sentire ciascuno protagonista della vita del bene che si visita, si vive, si sostiene. Fondazione Sant’Elia ha pubblicizzato tramite il proprio sito istituzionale ed i social, le richieste di intervento raccontando la storia dei luoghi, evidenziando le potenzialità degli spazi ed offrendo visibilità ai mecenati. Siamo profondamente commossi dalla generosità delle imprese e dei singoli cittadini chehanno colto il significato del nostro messaggio; grazie alla passione di persone che come Gigi Giordano hanno donato tempo ed impegno per restituire un luogo magico alla fruizione collettiv». «Il modello di collaborazione pubblico privato è strumento vincente quanto proposto da una istituzione che negli anni ha acquisito credibilità», spiega
Angela Fundarò Mattarella, consigliere di amministrazione della Fondazione.
Il primo a raccogliere la sfida è stato il gruppo
Caronte e Tourist che ha finanziato gli interventi di restauro delle grandi vetrate e parte dei lavori per la sostituzione degli infissi fronte Nautico, sulla cui riparazione è invece intervenuta Fondazione Sicilia che ha sostenuto anche la manutenzione straordinaria dell’ascensore. Aiuto concreto e interventi da Visiva Marketing e tools, DB Comunicazione e Ance Giovani per gli infissi; da Mosina Costruzioni per i materiali elettrici; dallo sponsor tecnico PS Service che ha riattivato l’illuminazione artistica delle logge e degli ingressi su corso Vittorio Emanuele, mentre la Bologna illuminotecnica si è occupata di riattivare i proiettori interni e la No Fire ha riattivato gli impianti antincendio e sicurezza. Da Ragusa un gruppo di giovani donne è partito all’alba domenica scorsa per raggiungere Palermo: l’impresa della Fast Clean ha lavorato per la pulizia straordinaria del Loggiato. Per l’inaugurazione offriranno la loro collaborazione Dj Manola per il djset e Blanco e Firriato per i vini.
Il Loggiato San Bartolomeo sarà dedito soprattutto eventi culturali, ma è una struttura che si presta anche ad ospitare conferenze, convegni, eventi formativi, eventi privati. Sarà messo a reddito con un servizio di biglietteria, e la possibilità di utilizzare isuoi tre livelli inclusa la terrazza da cui si ha un colpo d’occhio straordinario, sul Foro Italico e sulla città, dal mare alla montagna. Si sta lavorando al calendario delle esposizioni che sarà deliberato al prossimo CdA.Il Loggiato san Bartolomeo sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso alle 19.30). Sabato e domenica dalle 10.30 alle 21 (ultimo ingresso 20.30).
Biglietti: intero 6 euro, ridotto 5/3 euro. Biglietto cumulativo Loggiato S. Bartolomeo e Palazzo Sant’Elia: 10 euro.