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Patrimonio culturale, natura, accoglienza, e dialogo panmediterraneo. Ecco perché Agrigento sarà la capitale della cultura del 2025

Territori Sette anni dopo Palermo, la Sicilia torna a sul tetto della cultura italiana: nel 2025 la città dei Templi sarà la capitale italiana della Cultura. La proclamazione è stata fatta al Ministero della Cultura a Roma dal ministro Gennaro Sangiuliano alla presenza di tutti i sindaci delle città coinvolte. Il sindaco Francesco Micciché: «Oggi non ha vinto Agrigento, oggi non ha vinto la Sicilia, ha vinto l'Italia»

Sette anni dopo Palermo, la Sicilia torna a sul tetto della cultura italiana: nel 2025 la capitale italiana della Cultura sarà Agrigento. La proclamazione è stata fatta al Ministero della Cultura a Roma dal ministro Gennaro Sangiuliano alla presenza di tutti i sindaci delle città coinvolte. Le altre 9 finaliste erano Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). A deciderlo la Giuria presieduta dal giornalista Davide Maria Desario, direttore del free press “Leggo”, e composta da Salvatore Adduce, Paolo Asti, Luca Brunese, Maria Luisa Catoni, Luisa Piacentini, Isabella Valente. La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, i propri caratteri originali e i fattori che ne determinano lo sviluppo culturale, inteso come motore di crescita dell’intera comunità.

Una grande vittoria ed una promessa di cambiamento radicale per una città, ed un territorio provinciale, di grande gloria storica ma di  enormi problemi contemporanei, non ultimo l’abusivismo selvaggio che ha deturpato talvolta il paesaggio della Valle dei Templi, insieme con l’Etna a oriente, immagine primaria della Sicilia nel mondo. Una terra, questa, che storicamente vanta nomi illustri della cultura dal filosofo Empedocle, nella Sicilia greca del V secolo a. Cristo, al drammaturgo Luigi Pirandello, Nobel per la letteratura nel 1934, fino ai più recenti scrittori, e maestri di pensiero, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri.
Il dossier agrigentino, risultato vincitore, si intitola “Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali”, un progetto culturale tra Agrigento, Lampedusa e i Comuni del territorio, che esplora l’armonia e i conflitti tra i 4 elementi di Empedocle, 44 progetti di cui 17 internazionali per indagare le relazioni tra gli esseri umani in una prospettiva di pace con la natura.

Questa la motivazione della vittoria della città siciliana: «Agrigento assume come proprio dossier di candidatura la relazione fra l’individuo, il prossimo e la natura, coinvolgendo l’isola di Lampedusa e i comuni della provincia ponendo come punto il tema dell’accoglienza e della mobilità. Il progetto risponde in modo organico all’obiettivo di presentare ad un pubblico vasto un programma di grande interesse a livello territoriale ma anche nazionale e internazionale. Il ricco patrimonio culturale del territorio è il volano con cui si valorizza la variegata offerta culturale proposta in un’ottica di innovazione e promozione e di conseguenza di un successivo sviluppo socio-economico che trova ispirazione nei concept tecnologici più moderni e il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni potrà promuovere la cultura come caposaldo di una crescita individuale e comunitaria. La giuria pertanto raccomanda  la città di Agrigento come capitale italiana della cultura per l’anno 2025».

La Valle dei templi e alle sue spalle Agrigento

Queste le parole dette a caldo da Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento: «Sono estremamente emozionato e nel contempo orgoglioso per aver raggiunto questo traguardo ed aver dato alla mia città, peraltro l’unica finalista siciliana, questo riconoscimento importante per lo sviluppo futuro della cultura, del turismo, dell’economia, della nostra città stessa. Oggi non ha vinto Agrigento, oggi non ha vinto la Sicilia, ha vinto l’Italia, perché in un momento storico-politico in cui ci troviamo aver scelto e promosso questo dossier il cui progetto è incentrato sui temi degli scambi culturali fra i popoli, sull’accoglienza, sull’integrazione, sul dialogo, sulle relazioni delle diverse etnie del Mediterraneo, è stato un grande atto di coraggio e di estrema sensibilità dell’intera commissione e quindi di riflesso della classe dirigente nazionale. E poi mi rivolgo ai miei colleghi sindaci, agli altri 9 sindaci delle città in finale: non lasciamoci oggi, e ce ne andiamo a casa. Cerchiamo di creare quella rete turistico-culturale italiana, dalla Vald d’Aosta alla Sicilia e creaiamo quella squadra, quella nazionale sportiva dove gli atleti non si conoscono, o quasi, però hanno tutti lo stesso obiettivo e hanno tutti lo stesso spirito di appartenenenza, quello di essere italiani».

Anche in questa edizione di Capitale italiana della cultura per l’anno 2025, verrà avviata l’iniziativa “Cantiere città”, dedicata a tutte le città finaliste: un progetto di formazione ed empowerment per consolidare le idee e le competenze delle amministrazioni finaliste. Con questa iniziativa il Ministero della cultura risponde all’esigenza, manifestata dalle stesse città, di non disperdere il loro capitale progettuale. Il Segretariato Generale del Ministero con la Direzione generale Educazione ricerca e istituti culturali e in collaborazione con la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali intendono valorizzare i progetti, di alta qualità, con cui le città hanno partecipato: partendo da quelli, con un percorso di capacity building dedicato, verrà offerto alle finaliste di tutto il territorio nazionale una preziosa occasione di consolidamento delle capacità progettuali,  favorendo la nascita di nuove reti e l’individuazione di soluzioni che ne favoriscano la sostenibilità.

Istituto nel 2014 e di durata annuale, il riconoscimento di Capitale italiana della cultura è stato fin qui detenuto nel 2015 dalle città di Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena – che hanno condiviso l’esperienza nell’edizione d’esordio che ha attribuito il titolo alle finaliste del titolo di capitale europea della cultura vinto da Matera per il 2019. Successivamente è stato attribuito a Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018) e Parma per il 2020, poi esteso anche al 2021 a causa dell’emergenza sanitaria. Per il 2023 Bergamo e Brescia condividono il titolo di Capitali italiane della cultura, una scelta voluta dal parlamento a favore dei territori duramente colpiti dalla prima fase emergenziale della pandemia per Covid-19; nel 2024 toccherà alla già designata Pesaro.

Il ministro Sangiuliano durante la cerimonia di proclamazione ha annunciato che il prossimo anno nascerà anche il concorso territoriale per Capitale italiana dell’Arte contemporanea e che l’Unione europea ha creato un nuovo concorso europeo per Capitale del Mediterraneo.



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