“Il libro di Roberto Alajmo dimostra ancora una volta che la letteratura è un’autoterapia che può riuscire utile anche agli altri, quando sappia affro
“Il libro di Roberto Alajmo dimostra ancora una volta che la letteratura è un’autoterapia che può riuscire utile anche agli altri, quando sappia affrontare a cuore aperto le proprie patologie. Dopo quarant’anni, lo scrittore affronta il trauma che ha segnato la sua vita, il suicidio della madre quarantaduenne. Interroga memorie, documenti, fotografie, oggetti, tutto quello che lo può aiutare a decifrare gli enigmi su cui si è sempre esercitato il romanzo: la famiglia, con le sue misteriose alchimie; i rapporti tra i coniugi, tra i genitori e i figli, dapprima uniti dalla biologia, poi dispersi nel mare delle ombre, del non detto, delle rimozioni e dei silenzi. Tocca all’età matura ripercorrere il tempo perduto, dipanare i grovigli, arrivare al fondo di verità dolorose e illuminanti. Tutto muove dall’ultimo incontro, nell’estate ’78 del titolo. I genitori si sono separati, il giovane Roberto, che è rimasto con il padre, è a Mondello con degli amici per preparare la maturità, quando la madre compare all’angolo di una strada assolata, in attesa. È stanca, imbarazzata, si accontenta di poche parole di convenienza. Sarà il loro ultimo incontro. Che succede nei tre mesi seguenti, prima che la polizia la ritrovi esanime nel suo appartamento? Alajmo estrae da una storia privata i grandi temi della vita, e li interroga con una delicatezza, una sapienza, un pudore autoironico e una tenerezza accorata che gli valgono la gratitudine e la partecipazione del lettore. Non esibisce e non nasconde, e trova la giusta misura per fare di una vicenda individuale qualcosa che contribuisce a una miglior conoscenza dell’umano”.
Così scrive Ernesto Ferrero, scrittore e presidente della Giuria, nella motivazione con la quale la giuria ha decretato vincitore del Premio Letterario Alassio Cento Libri Roberto Alajmo con il suo romanzo “L’estate del ‘78”, edito da Sellerio.
La giuria, anche quest’anno, era composta da una commissione tecnica composta dal Presidente Enrico Ferrero e da Giulio Anselmi, Luigi Barlocco, Alberto Beniscelli, Giovanni Bogliolo, Franco Gallea, Franco Manzitti, Lorenzo Mondo e Antonio Ricci; e da una commissione di illustri italianisti docenti di letteratura italiana presso rinomate università estere: Martin McLaughlin (Oxford), Gennady Kiselev (Mosca), Michael Roessner (Monaco di Baviera), Maria de Las Nieves Muniz Muniz (Barcellona) e Claude Cazalé Bérard (Parigi)
Roberto Alajmo è nato a Palermo nel 1959. Giornalista, scrittore, drammaturgo e docente di Storia del giornalismo all’Università di Palermo, dal 2013 è direttore del Teatro Biondo, principale palcoscenico di prosa della città. Tra i suoi libri, Repertorio dei Pazzi della Città di Palermo (Garzanti 1994), Le scarpe dio Polifemo e altre storie siciliane (Feltrinelli 1998), Notizia del disastro (Garzanti 2001), Cuore di madre (Mondadori 2003), È stato il figlio, (Mondadori 2005, da cui è stato tratto il film di Daniele Ciprì con Toni Servillo), Palermo è una cipolla (Laterza 2005), Il primo amore non si scorda mai, anche volendo (Mondadori 2013), Carne Mia (Sellerio 2016).
“La scelta non è stata facile – commenta Paola Cassarino, Consigliera Incaricata alla Cultura del Comune di Alassio – ogni romanzo ha toccato corde diverse degli animi di chi ha potuto assistere alle presentazioni che si sono susseguite nel corso di questa estate. Giusi Marchetta, Lia Levi, Roberto Alajmo, Cristina Comencini e Rosella Postorino, in ordine di apparizione, sono stati protagonisti di cinque partecipate serate di approfondimento guidati dall’esperienza interpretativa del Prof. Franco Gallea. Un unico filone, quello della famiglia e dei suoi valori, ma cinque letture differenti per epoca storica, contesto, sviluppo. E’ stata davvero un’esperienza incredibile vivere questi romanzi attraverso le parole dei loro autori”.