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La mostra “Da Giotto a de Chirico” ospitata a Catania si arricchisce della “Tavola Bifronte” di Antonello da Messina

La grande esposizione “Da Giotto a de Chirico - I Tesori nascosti” che fino al 20 maggio sarà ospitata a Catania nei prestigiosi spazi museali di Cast

La grande esposizione “Da Giotto a de Chirico – I Tesori nascosti” che fino al 20 maggio sarà ospitata a Catania nei prestigiosi spazi museali di Castello Ursino si arricchisce di un capolavoro del Quattrocento, la preziosa Tavola Bifronte di Antonello da Messina che raffigura su un lato la Madonna con il Bambino benedicente e francescano in adorazione e sull’altro l’Ecce homo.

 l’Ecce homo di Antonello da Messina

l’Ecce homo di Antonello da Messina

L’opera, custodita al Museo Regionale di Messina, è un dipinto in tempera grassa su tavola, databile al 1465-1470. Il dipinto faceva parte della collezione privata berlinese di Wilhelm Soldan dal 1930 e venne acquistato nel 2003 dalla Regione Siciliana ad un’asta di Christie’s. Le sue dimensioni (16 x 11,9 cm) fanno pensare ad un’opera creata per la devozione privata, probabilmente un’effigie destinata alla cella di un frate. La Tavola Bifronte con i suoi riferimenti alla pittura fiamminga e provenzale testimonia il respiro europeo di Antonello e si è imposta all’attenzione della critica internazionale per la straordinaria qualità della pittura.

la Madonna con il Bambino benedicente e francescano in adorazione

la Madonna con il Bambino benedicente e francescano in adorazione

La mostra, a cura di Vittorio Sgarbi, è un progetto di Contemplazioni, con il patrocinio del Comune di Catania, promossa da Fenice Company Ideas e dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, con il sostegno di SAC e di Confcommercio Catania, SNAG (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai), FIT (Federazione Italiana Tabaccai) e Sostare.
L’obiettivo di questa grande esposizione è raccontare attraverso preziosi tesori “nascosti” lo svolgimento della storia dell’arte italiana, da Giotto, l’artista che ha rinnovato la pittura, così come Dante, suo contemporaneo, è ritenuto il “padre” della lingua italiana, a Giorgio de Chirico che, affascinato dell’arte antica, fu il principale esponente della pittura metafisica, attraverso la quale tentò di svelare gli aspetti più misteriosi della realtà. La mostra nasce dal desiderio di illustrare, attraverso una ragionata selezione, il Tesoro d’Italia “nascosto e protetto” nelle più importanti raccolte private italiane. In un arco temporale di oltre sette secoli, dalla fine del Duecento alla metà del Novecento, da Giotto a de Chirico, si dà conto dell’evoluzione degli stili, delle correnti e degli snodi fondamentali della storia dell’arte italiana. La mostra offre altresì al visitatore un’ampia panoramica sui soggetti affrontati dagli artisti, da quello sacro alle raffigurazioni allegoriche e mitologiche, dal genere del ritratto a quelli del paesaggio e della natura morta.

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