Teatro e opera Con la regia di Olivier Lexa, il saggio di diploma degli allievi del III anno dell’Accademia d’arte del dramma antico dell'Inda di Siracusa sovverte la tradizione acccademica che voleva le tragedie di Seneca non adatte alla scena. Il regista: «Ho fatto lavorare i 18 allievi attori dell’Adda sui concetti chiave dei drammi di Seneca: dolor, furor e nefas». Lo spettacolo, dopo il debutto replica il 6 aprile e a luglio andrà a Roma al Museo delle Terme di Diocleziano
“Fedra” di Seneca è il saggio di diploma degli allievi del III anno dell’Accademia d’arte del dramma antico, la scuola per attori della Fondazione Inda di Siracusa. Il lavoro degli studenti della scuola di teatro dell’Istituto nazionale del dramma antico è stato presentato ieri, nel cortile dell’ex convento di San Francesco; stasera, 6 aprile, è prevista la seconda replica mentre dal 21 al 23 luglio il saggio sarà messo in scena a Roma, al Museo delle Terme di Diocleziano grazie al nuovo programma di collaborazione siglato quest’anno tra la Fondazione Inda e il Museo Nazionale Romano.
La regia è di Olivier Lexa che ha curato anche l’adattamento, le musiche e lo spazio scenico. Lexa, storico, autore e regista, è creatore e direttore artistico della Fondazione delle Arti di Venezia e fondatore del Club delle Arti. A interpretare il testo di Seneca sono gli allievi e le allieve dell’Adda: Giulia Acquasana, Livia Allegri, Guido Bison, Victoria Blondeau, Valentina Brancale, Irasema Carpinteri, Valentina Corrao, Gabriele Crisafulli, Carolina Eusebietti, Manuel Fichera, Caterina Fontana, Lorenzo Iacuzio, Matteo Magatti, Roberto Marra, Rosaria Salvatico, Francesca Trianni, Gloria Trinci e Damiano Venuto. La traduzione è di Maurizio Bettini, il canto corale e della Tecnica vocale di Simonetta Cartia, le coreografie di Dario La Ferla, il coordinamento e la tecnica vocale di Elena Polic Greco, docenti dell’Adda, l’allieva Gloria Trinci è assistente alla regia, e l’allievo Guido Bison assistente alle coreografie.
«Una tradizione accademica, ormai superata, sosteneva che le tragedie di Seneca non fossero state scritte per essere recitate ma per essere lette – spiega il regista Olivier Lexa -. La nostra Fedra dimostra il contrario. Ho fatto lavorare i 18 allievi attori dell’Adda sui concetti chiave dei drammi di Seneca: dolor, furor e nefas. Il corpo e la musica di questo teatro non vanno trattati in modo realistico, perché il linguaggio e le situazioni non lo sono. È solo allontanandoci dalla sciocca tentazione di creare parallelismi con la psicologia della vita quotidiana di oggi che possiamo trascendere questo teatro. Il punto in comune tra l’opera filosofica di Seneca e il suo teatro sono le sentenze che denunciano le passioni (sententiis). Ho identificato queste battute-sentenze nella Fedra per farle interpretare dagli attori in una certa azione del dire, liberandoli da qualsiasi intenzione psicologica di primo grado. Quando le pronunciano, sono vittime di ciò che dicono e abbandonano la loro umanità. Il lavoro sui tappeti sonori ci ha aiutato in questo senso. Un ulteriore concetto ha guidato il nostro lavoro: quello dell’ossimoro che, associando due elementi antinomici, crea un terzo significato al limite della ragione. Ci siamo quindi basati su una serie di dualismi che portano a una ‘realtà aumentata’: storico/contemporaneo, ombra/luce, visibile/invisibile, movimento/immobilità, tensione/rilassamento, parola/silenzio».
«Un altro bel gruppo di futuri interpreti della scena italiana è pronto a prendere il volo – dichiara il Sovrintendente dell’Inda Antonio Calbi, direttore dell’Adda. Questa volta è stato messo alla prova con un autore potente, asciutto e ficcante qual è Seneca, in una conturbante tragedia dei sentimenti e delle passioni, affrontata anche da Euripide, Sofocle e Racine. Di quest’ultimo si ricorda il bellissimo spettacolo firmato da Luca Ronconi, con una superba Annamaria Guarnieri (protagonista a Siracusa delle Rane sempre per la regia di Ronconi) e Roberto Trifirò nel ruolo di Ippolito. Anche questo saggio-spettacolo è l’approdo di un laboratorio nel quale sono stati parte attiva gli allievi e tre docenti nodali della nostra offerta accademica, sotto la concertazione di Olivier Lexa, impegnati nella recitazione, nel canto, nella danza, in un spazio scenico nudo che si compone e scompone grazie a moduli dalle pareti di specchio per rifrangere le anime e le pulsioni di personaggi tanto cristallini e tanto complessi insieme».
La seconda replica di “Fedra” va in scena sempre alle 20, nel cortile dell’ex convento di San Francesco d’Assisi, sede dell’Accademia d’arte del dramma antico della Fondazione Inda. La prenotazione è obbligatoria scrivendo all’indirizzo email accademia@indafondazione.org o chiamando il numero 0931092371. Per assistere allo spettacolo è necessario il green pass di base e la mascherina FFP2.
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