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Energia dagli agrumi, presentato a Catania l’innovativo progetto

Imprese Presentato a Catania il progetto innovativo per il riciclo in chiave energetica del “pastazzo”, lo scarto umido della trasformazione degli agrumi

E’ stato presentato oggi l’impianto pilota per la conversione degli scarti degli agrumi in energia pulita. L’impianto è stato realizzato grazie al progetto “Energia dagli agrumi: un’opportunità per l’intera filiera” promosso dal Distretto agrumi di Sicilia e ha visto la collaborazione del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania e della Cooperativa Empedocle. A sostegno dell’iniziativa, il finanziamento non condizionato di The Coca-Cola Foundation.

Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia

Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia

L’incontro, che si è tenuto presso l’Azienda Agraria Sperimentale dell’Università degli Studi di Catania, ha visto la partecipazione di molte istituzioni, a sottolineare la rilevanza dell’iniziativa sia per il territorio, che a livello nazionale: Giuseppe Castiglione, sottosegretario Ministero Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Antonio Caleca, assessore regionale Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, Linda Vancheri, assessore regionale Attività Produttive, Dario Cartabellotta, coordinatore Cluster Bio Mediterraneo per EXPO Milano 2015.

Aperta da Giacomo Pignataro, Rettore dell’Università degli Studi di Catania, la presentazione ha visto alternarsi diversi relatori in rappresentanza delle organizzazioni che hanno reso possibile questa iniziativa, avviata nel 2014.

Federica Argentati, presidente Distretto Agrumi di Sicilia ha ricordato il percorso che ha portato a realizzare il progetto, grazie all’intervento e alla collaborazione di tutti gli enti coinvolti e come l’impianto risponda alle esigenze manifestate dai principali attori dell’intera filiera agrumicola: «Questo è un progetto che ha molteplici risvolti positivi. Il primo è quello di aver acceso i riflettori su un problema reale legato al riutilizzo di un sottoprodotto, il pastazzo, che da fattore critico ha tutte le potenzialità per divenire risorsa. Secondo: ha favorito il dialogo tra pubblico, (l’Università) ed il privato, ( le aziende della filiera). Terzo: questo progetto ha dato valore all’innovazione di sistema proposta dal Distretto degli Agrumi e sostenuta con passione da The Coca-Cola Foundation: una vera carica di energia positiva necessaria al cambio di rotta di tutto il comparto».

Biagio Pecorino, professore di Economia ed Estimo Rurale, ha illustrato il ruolo fondamentale dell’Università all’interno del progetto e i vantaggi sociali, economici e ambientali per aziende e territorio: «Il progetto consente di sviluppare i principi della bioeconomia nella filiera agrumicola siciliana; gli sforzi del Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente sono indirizzati a valorizzare le produzioni destinate all’alimentazione umana ma anche a offrire i supporti alla filiera per contenere le esternalità negative dei processi di trasformazione – ha commentato Biagio Pecorino, Professore di Economia ed Estimo Rurale dell’Università degli Studi di Catania-. In particolare, sulla filiera agrumicola la valorizzazione degli scarti e dei sottoprodotti mediante la digestione anaerobica attiva un percorso virtuoso trasformando il pastazzo in risorsa utile per produrre energia elettrica, termica, chimica (biometano) e nutrienti per il terreno».

Vittorio Cino Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia, ha rappresentato la Fondazione internazionale che ha sposato questa iniziativa, riconoscendone l’indubbio valore ambientale ed economico, augurandosi che questa start up proceda ora a diventare un esempio virtuoso per l’intera filiera: «Si tratta di un’opportunità innanzitutto per la Regione Sicilia, che può diventare un modello virtuoso per l’intero territorio italiano” ha dichiarato Vittorio Cino, direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia “Siamo sicuri che dopo questa fase di startup il progetto potrà continuare il proprio percorso in modo autonomo: primo per la qualità oggettiva della realizzazione industriale; secondo perché nasce da una richiesta e da un bisogno del territorio e del mondo produttivo».

L’incontro si è chiuso con l’intervento di Beno Biundo, presidente della Cooperativa Empedocle, società specializzata nella realizzazione di impianti che producono energie da fonti rinnovabili, che ha illustrato il funzionamento dell’impianto pilota e della formula ideale da destinare al processo di trasformazione: «In natura, in agricoltura, nelle produzioni agroalimentari il rifiuto non esiste. Tutto può essere rimesso in circolo e diventare fonte di reddito. Non ci possiamo più permettere il lusso di rifiutare i doni di Madre Natura”.

Il pastazzo di agrumi

Il pastazzo di agrumi

Il progetto

“Energia dagli agrumi: un’opportunità per l’intera filiera” ha l’obiettivo di trasformare da rifiuto a risorsa le polpe, i semi e le bucce che residuano dalla trasformazione degli agrumi, il cosiddetto pastazzo. Esso costituisce attualmente un costo per la filiera agrumicola e un fattore di rischio legale ma se opportunamente gestito può rappresentare un’opportunità per l’intera filiera agrumicola siciliana, dando vita a un circolo virtuoso che genera energia rinnovabile e nutrienti per il terreno.La produzione industriale di succo di agrumi lascia un residuo umido, il “pastazzo”, che rappresenta circa il 60% del quantitativo trattato. Attualmente viene gestito come fosse un rifiuto e genera costi elevati e imprevedibili. Esso è utilizzato solo in parte come ammendante in agricoltura e, in minime quantità, come mangime per animali, additivo per alimentazione umana o compost. Ma nessuna di queste soluzioni è stata sinora in grado di assorbire l’ingente quantitativo prodotto in Sicilia cosicché le aziende, impossibilitate ad affrontare costi elevati di smaltimento, in alcuni casi hanno commesso illeciti e provocato danni ambientali.

Grazie al progetto promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia, in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania, la Cooperativa Empedocle e The Coca-Cola Foundation, è stato avviato un processo di valorizzazione del pastazzo. L’iniziativa mira a implementare tecniche e soluzioni innovative che consentono di aumentarne le quantità impiegate nella digestione anaerobica per la produzione di energia elettrica, biometano, bioprodotti e nutrienti per il terreno, avviando un processo circolare e virtuoso su molteplici livelli e generando vantaggi economici attraverso la riduzione dei costi di smaltimento con ricadute positive sull’intera filiera; vantaggi ambientali lo scarto viene riutilizzato per produrre energia rinnovabile, termica ed elettrica, determinando un abbattimento di emissioni di CO2 in atmosfera;vantaggi sociali: la realizzazione di una rete di impianti darebbe al territorio un forte contributo dal punto di vista occupazionale creando nuovi posti di lavoro su tutto il territorio regionale;

Oggi, infatti, smaltire oltre 340 mila tonnellate di pastazzo prodotte mediamente ogni anno, costa alla filiera oltre 10 milionidi euro (30 euro/tonnellata). Un impianto capace di valorizzare pastazzo di agrumi, altri sottoprodotti delle filiere agroalimentari mediterranee (sansa, vinacce, ecc) e colture in rotazione o secondi raccolti può fornire, ad esempio, 500 normal metri cubi di biogas ed attivare un generatore in grado di produrre 1 MW di energia elettrica, sufficiente per alimentare in media il consumo di 333 abitazioni. L’obiettivo è di estendere il progetto all’intera Regione: è stato, infatti, calcolato che per risolvere il problema dei residui agrumicoli in Sicilia basterebbero solo 20 digestori come quello sopra descritto.

Un impianto pilota della lavorazione del pastazzo

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