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Davide Pappalardo: «Dopo il tour di “Milano Pastis” con Edy, porterò Libero Russo ad Acireale»

Libri e Fumetti Prossima tappa la sua Acireale il 22 febbraio per il tour di presentazione della nuova edizione del noir "Milano Pastis / La grande rapina del 1964", ispirato dalla famosa rapina dei Marsigliesi a Milano, che lo scrittore siciliano condivide con l'amico di sempre, il cantautore Alessio "Edy" Grasso, che ha intitolato una canzone del suo ultimo album come il libro di Pappalardo: «Per le modalità paramilitari dell’azione quella non fu una semplice rapina»

Partito da Acireale e approdato a Bologna la Dotta, città cantata da Dalla e Guccini e immortalata da innumerevoli giallisti di spessore, da Marcello Fois a Carlo Lucarelli fino a Loriano Machiavelli, il 43enne Davide Pappalardo, da poco tornato in libreria col romanzo Milano Pastis/La grande rapina del 1964, edito da Excalibur di Milano nella collana RaccontaMi, è un autentico globetrotter delle presentazioni lungo tutto l’arco della penisola. «Organizzo molte presentazioni ed eventi di diverso genere. Adesso sono in tour con un vecchio amico, il cantautore Alessio “Edy” Grasso che si è ispirato al mio romanzo per scrivere un brano omonimo. Lo scorso dicembre ho messo in piedi una festa Anni 70 in linea con l’ambientazione di un altro mio romanzo. Nei cinque anni in cui mi sono avventurato in questo percorso di scrittura, sono riuscito a creare un mio pubblico, piccolo ma in costante crescita» dice con una punta di soddisfazione.

Davide Pappalardo e Edy

Qual è la genesi di Milano Pastis?
«Nel 2012 entrai in contatto con uno sceneggiatore per la stesura di un soggetto di una serie sui Marsigliesi. Svolsi un gran lavoro di ricerca. Alla fine quel progetto non andò avanti, ma mi ritrovai una enorme miniera di informazioni ben catalogate. Ci riflettei su e mi resi conto che il primo episodio, l’arrivo dei Marsigliesi in Italia e la rapina di via Montenapoleone del 1964, ben si prestava alla stesura di un romanzo, decisi così di trasformare parte della vicenda in Milano Pastis. Durante le ricerche avevo capito che quell’episodio andava ben oltre la semplice rapina, sia per le modalità paramilitari dell’azione che per il contesto, siamo nel periodo del Piano Solo. Una suggestione potente che mi affascinò».

E nacque così nel 2015 la prima edizione.
«
Già, ma nel 2019 sono rientrato in possesso dei diritti e con Excalibur ho dato vita alla nuova edizione tornata da due mesi in libreria con parecchie novità, e tra queste mi piace citare soprattutto la prefazione di Gian Luca Margheriti, esperto di storia milanese; la copertina le cui illustrazioni di Carlo Jacono, storico copertinista del Giallo Mondadori, sono state gentilmente messe a disposizione dalla famiglia;  la collaborazione con Edy, il cantautore che nel suo album solista, “Variazioni”, ha inserito il brano “Milano Pastis” ispirato al mio libro. Proprio con Edy ho messo insieme un tour di presentazioni/concerti in varie città, da Milano a Roma. Prossima tappa nella mia Acireale, il 22 febbraio, libreria Mondadori, alle 18.30».

Parlando di sé, Davide Pappalardo ama confondere l’interlocutore buttandogli in faccia le sue origini: fenicio, aragonese, greco, angioino, normanno, saraceno, svevo. Tante declinazioni di popoli che danno vita alla propria insularità i cui tratti tipici li porta stampati in viso.  Nato nel 1976 alle pendici del Mongibello, ambienta il suo primissimo racconto a Santa Venerina, e racconta d’un mistero imperniato nella cronaca dell’epoca. Dopo alcuni anni trascorsi a Roma, si stabilisce a Bologna, dove vive e lavora.

Davide Pappalardo

Oltre Milano Pastis, Pappalardo ha al suo attivo la raccolta di racconti La Versione di Mitridate, edito da Zona contemporanea, e i romanzi Buonasera signorina, Eclissi editore, Doppio inganno (Todaro editore) e Che fine ha fatto Sandra Poggi? edito da Pendragon, nella collana Glam diretta dagli scrittori Alessandro Berselli e Gianluca Morozzi. In quest’ultimo romanzo l’autore si diverte a giocare ancora una volta col suo scalcagnato protagonista di sicilianissime origini, Libero Russo, ex poliziotto che vive con un gatto e sbarca il lunario reinventandosi come investigatore privato. Ambientato nel 1973, anno della crisi petrolifera a seguito della chiusura del Canale di Suez, quando il Governo impose l’austerity e costrinse gli italiani ad andare a piedi, Libero Russo, deve ritrovare Sandra Poggi, problematica e avvenente ragazza della Milano bene di cui si sono perse le tracce. 

Davide Pappalardo e il suo “Buonasera Signorina”

Dotato di scrittura effervescente, Davide Pappalardo fa le acrobazie con le parole e sembra avere fatto proprie le lezioni di Frederic Dard (creatore del mitico Sanantonio) o, per restare più vicino a noi, quella di Andrea G. Pinketts, scomparso lo scorso anno, che del senso della frase aveva fatto anche un fortunato romanzo, col suo protagonista alter ego, Lazzaro Santandrea. E come tutti i gialli che rispettino, un caso dall’apparenza semplice svelerà ben altri misteri e vedrà Libero Russo sempre più coinvolto e ammaliato dalla stessa seducente protagonista scomparsa e ricomparsa. Una ricerca che si snoderà tra Milano, Venezia e Bologna, con l’investigatore che entra in contatto con neofascisti, strizzacervelli, prostitute, doppiogiochisti, movimentisti, poliziotti corrotti. E sullo sfondo, nei pensieri di Libero Russo, galleggia come ovatta nell’albume del giorno, la malinconia per la propria terra, quella Sicilia che spumeggia col mare davanti e brontola con l’Etna alle spalle: «La mia scrittura ha un doppio registro: da un lato adotto un tono crudo, dall’altro lo stempero con l’ironia. Il tutto è condito da momenti più “alti” e monologhi interiori soprattutto in prima persona. In questa commistione certo di dare originalità alla mia voce». Con Buonasera signorina, Davide Pappalardo ha vinto il premio Nero Digitale al festival Garfagnana in Giallo, mentre con Che fine ha fatto Sandra Poggi? si è aggiudicato il Booktrailer Premium al Festival delle Arti a Cartoceto (finalista anche al Trailers Film Fest a Milano).

I suoi interessi, oltre alla scrittura, sono soprattutto la lettura, che spazia da tutte le declinazioni del noir ai saggi storici, il cinema e il teatro, che frequenta anche come corsista. Tra i suoi progetti futuri, l’ambientazione di un nuovo romanzo proprio ad Acireale. «Durante le mie tante presentazioni spesso vengo pungolato su due temi: perché non scrivo storie contemporanee e perché non le ambiento nella mia Sicilia. Bene, ho accettato la sfida e ci metterò il carico da undici. Il prossimo romanzo sarà ambientato proprio ad Acireale e avrà come protagonista Libero Russo, alle prese con seri problemi di salute, provocati dalla vita dissoluta, e preda delle nuove tecnologie che non riesce a padroneggiare. Con le sue esigue risorse dovrà fronteggiare i mali della nostra società: razzismo, indifferenza, individualismo, perdita del senso della memoria collettiva».



 

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