Musica Il 17 agosto a Catania arie dalla Turandot con Marcello Giordani e Elina Ratiani, buffet e fuochi d'artificio per salutare la festa estiva della patrona di Catania
Le più note arie della pucciniana Turandot risuoneranno sulla Terrazza del Museo Diocesano di Catania, sabato 17 agosto, per l’evento organizzato dalla Camerata Polifonica Siciliana in occasione di Sant’Agata d’Agosto con cui si celebra l’893° anniversario del ritorno delle reliquie della Santa Patrona in città. Un evento esclusivo, che permetterà di assistere all’uscita del Busto reliquiario e dello spettacolo di fuochi pirotecnici su piazza Duomo, da uno dei luoghi panoramici più prestigiosi e suggestivi della città.
Subito dopo l’aperitivo di accoglienza e un petit buffet, e lo spettacolo pirotecnico, il tenore augustano Marcello Giordani e il soprano Elina Ratiani, per metà georgiana e per metà russa, canteranno le arie e i duetti più famosi dell’opera “Turandot” di Giacomo Puccini. I due artisti – rispettivamente Calaf e Turandot – sono i protagonisti dell’allestimento della celebre opera pucciniana prodotto dall’atelier Yap+ (Atelier Young Artist Plus del Maestro Giordani), con la collaborazione del Festival Pucciniano di Torre del Lago e dell’Opera Carolina di Charlott, e la regia di Enzo Stinchelli, già andata in scena al Teatro Greco di Siracusa e che tornerà in scena il 3 settembre al Teatro Antico di Taormina.
Bella e brava, Elina Ratiani, al suo debutto nel ruolo di Turandot è stata possente e algida, nella complessa aria “In questa reggia” ha fatto tuonare la sua voce tra le pietre della cavea di Siracusa. Ha dimostrato di saper sostenere i lunghi acuti con grande padronanza. Una conferma Marcello Giordani, magnetico, cristallino nel fraseggio, pieno nel commovente Nessun Dorma. Un plauso enorme come produttore e tenore, per aver deciso di scommettere su un’opera così onerosa e per non aver mostrato i segni della fatica nonostante gli impegni in scena dell’ultimo mese.
Afferma il tenore Marcello Giordani: «La duplice veste di tenore e produttore è una promessa d’amore che ho fatto al teatro. Sono stanco di assistere a produzioni messe in piedi solo per lucrare. La lirica è il nostro patrimonio culturale e va amato con la stessa dedizione dei personaggi pucciniani».