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Triennale di arte contemporanea, ecco l’eredità di Antonio Presti nel segno dell’utopia

Arte La genesi della Triennale oltre all'originalità dell'evento culturale contiene in realtà un nuovo passo concreto verso il futuro. E non a caso nasce con l'idea di collaborazione attiva di università, licei artistici e accademie. Il mecenate-artista messinese sta lavorando per lasciare altre tracce storico-culturali ed artistiche che fungano da semina per le nuove generazioni. L'arte come utopia, sogno da trasformare in realtà

Una nuova iniziativa che lega passato e presente e nel contempo guarda con spirito costruttivo anche al futuro. La genesi della Triennale di arte contemporanea oltre all’originalità del nuovo evento culturale contiene in realtà un nuovo passo concreto verso il futuro. E non a caso nasce con l’idea di collaborazione attiva di università, licei artistici e accademie. Il cuore pulsante della nuova manifestazione è ancora una volta l’Atelier sul Mare, il suggestivo museo-albergo d’arte contemporanea del Messinese che si trova dinanzi il mar Tirreno che bagna Castel di Tusa. Il mecenate-artista Antonio Presti sta lavorando per lasciare altre tracce storico-culturali ed artistiche che si sedimentino nel tempo e fungano da semina per le nuove generazioni. L’arte come utopia, intesa non come “non luogo” ma come sogno da trasformare in realtà. Un andare oltre i limiti del possibile. L’arte come dimensione che supera i limiti del tangibile, come “l’immateriale che trasforma la materia”.

L’Atelier sul mare a Castel di Tusa, foto di Giovanni Musumeci

Fiumara d’arte, utopia e concretezza

Antonio Presti nella Stanza dei portatori d’acqua (2006) dell’Atelier sul mare, stanza d’arte firmata da Presti, Agnese Purgatorio, Danielle Mitterrand e Cristina Bertelli

Le camere-istallazione dell’Atelier sono autentiche opere arte di protagonisti della storia culturale e sociale del Novecento e del nuovo millennio. L’ideatore della Fiumara d’Arte – il parco di sculture all’aperto più grande d’Europa, famoso a livello internazionale – non si ferma mai, guarda sempre al dopo, il tutto legato dal filo rosso della filosofia estetica che concepisce l’arte come creatività legata al sociale. Sfera multidisciplinare che emoziona e fa riflettere, che ha contenuti etici e sociali. L’arte vissuta in maniera esistenziale, filosofica, utopica e concreta. Concretezza come dimensione emozionale, vitale. Percezione della gioia dell’esistere che solo la creatività dell’arte può donare.

Da Fiumara d’Arte a Librino, solo per citare due delle più grandi realizzazioni cultural-sociali e filosofiche artistiche di Presti, vi è la vita che pulsa, vi è l’essenza della dimensione dell’umanità. Nell’epoca dell’affermarsi crescente di algoritmi senz’anima e di intelligenze artificiali basate su calcoli rigidi privi di consapevolezza critica ed empatia, Presti ribadisce l’importanza della coscienza individuale, dell’autonomia del pensiero critico, dell’intelligenza razionale e di quella emotiva, dell’assoluta imprevedibilità della creatività artistica. Che non è un assemblaggio di immagini ma pura creatività che deriva dagli esseri umani in carne ed ossa, un mix di spiritualità laica, intelligenza ed emozioni.

Antonio Presti davanti la Porta della Bellezza di Librino

Presti con responsabilità etica verso quello che ha creato sottolinea: «Come un padre sostiene e assicura il futuro ai propri figli, da artista sono padre delle opere che ho generato, ed è naturale per me pensare di proteggerle. Inizialmente avevo pensato di completare le rimanenti 20 stanze consegnandole tutte al museo. Oggi penso sia un errore perché l’ultimo atto creativo metterebbe fine alla contemporaneità diventando capolavoro di se stesso. Per l’Atelier sul mare, quindi, in vista della sua riconsegna al futuro, è tempo di rigenerazione».

Ed aggiunge: «Il museo, che porta la firma dei più grandi artisti della nostra epoca, in questi 20 anni, per la sua indiscussa unicità, è divenuto meta internazionale di appassionati dell’arte e di viaggiatori curiosi ai quali è stata offerta l’opportunità di confrontarsi con la bellezza attraverso l’esperienza. E siccome un luogo di sperimentazione non può restare cristallizzato è arrivato il momento di proiettare l’Atelier nel divenire, nel futuro. Quando si pensa al futuro ci si interroga, ma è impossibile avere risposte certe, perché è la trasformazione lo spirito che anima il tempo. Coerente al mio essere, il desiderio non è lasciare un capolavoro d’arte autoreferenziale rispetto al mio tempo ma consegnare al futuro l’approccio a nuove sperimentazioni creative che solo le agenzie educative, come scuole, università e accademie possono garantire. Così ho pensato di istituire la “Triennale della Contemporaneità”».

Una delle 20 stanze non d’arte dell’Atlier sul mare di Antonio Presti a Castel di Tusa

Cosa vi è dunque nel futuro? «Le venti stanze non firmate potranno essere consegnate alle istituzioni – argomenta Presti – che progetteranno e studieranno coinvolgendo nuove generazioni di artisti che attraverso laboratori della creatività potranno trasformarle. Così, nella mia visione l’Atelier sul Mare diventerà la dimora dei giovani artisti di “ogni futuro”, il luogo dove potranno sperimentare ed esibire liberamente la propria creatività. Immaginare nella mia casa artisti a lavoro nei loro nuovi linguaggi, in un futuro senza tempo, per me è gioia di vita. Ciò che vorrei è essere ricordato non per quello che ho fatto ma per la potenza del mio desiderio inesauribile di continuare ad educare alla bellezza. E grazie al progetto “Triennale” in armonia con il cambiamento dei linguaggi artistici del futuro, non ci sarà mai una data di fine alla contemporaneità di qualunque tempo».

Un workshop di studenti universitari all’Aelier sul Mare, presente Antonio Presti

Quali sinergie con altre istituzioni culturali? Presti ha le idee chiare: «Le camere storiche realizzate dagli artisti internazionali dovranno essere consegnate ad una Università di conservazione e restauro del contemporaneo. Con l’istituzione della Triennale della contemporaneità le rimanenti 20 stanze potranno, come una tela bianca, essere sempre ri-progettate e trasformate restituendo il linguaggio di quel momento storico con il contributo di studenti e artisti che coniugheranno con nuovi linguaggi dell’arte la parola futuro. La parte creativa sarà consegnata alla rete culturale dei licei artistici, delle Università (Facoltà di Architettura e Design) e Accademie di Belle Arti. Le stanze così ogni tre anni si nutriranno di un processo rigenerativo. In tal modo tra restauro conservativo delle stanze d’autore e la riprogettazione degli spazi della contemporaneità passato e futuro si interfacceranno per sempre abbracciandosi per consegnare eterna bellezza». L’artista-mecenate non guarda solo all’aspetto artistico-intellettuale ma anche alla sfera della fruizione quotidiana, alla dimensione di un turismo esperienziale: «Mi farebbe piacere creare istituzionalmente un rapporto con gli istituti alberghieri. Immaginate di ricevere la collaborazione da personale che non “serve” l’ospite ma educa attraverso i suoi contenuti».

Workshop degli studenti universitari all’Atelier sul Mare di Castel di Tusa

L’etica e il futuro

Antonio Presti davanti la Piramide 38° parallelo a Motta d’Affermo

Far vivere le opere ha una dimensione etica e non solo estetica. Ha una funzione sociale e morale. Il futuro della Fondazione Fiumara d’arte e del suo fondatore «passano attraverso la certezza che venga mantenuto il fine ultimo e il pensiero stesso del suo creatore». L’esperienza della Triennale è consegna personale di Antonio Presti, mirata anche alla gestione. Presti chiosa: «Penso che la Fondazione abbia una visione di continuità, non sarò io ma un comitato di persone d’eccellenza a scegliere e programmare in base alle specificità di ciascun componente. Un nucleo di persone che diventi comitato di garanzia per la consegna al futuro. L’immortalità delle opere sta in questo processo che non potrà avere un erede “padrone”ma un moto continuo fatto di persone e iniziative che si muovono in una stessa direzione: quella della bellezza».

Dalla valle di Halaesa alla Fiumara d’arte, quando la bellezza è nel destino di un territorio

Uno dei tanti aspetti innovativi dell’attivismo di Presti è quello di saper legare in maniera divulgativa la dimensione della creatività alle realizzazioni sociali. La sua è una visione della cultura alta ma democratica, non elitaria, una dimensione culturale come motore di crescita della conoscenza, dell’etica e della civiltà. Una visione della cultura come interazione costruttiva, solo questo aspetto meriterebbe un saggio. Infine ma non ultimo, nello sguardo al futuro vi è la sua “anima”, vi è la sua concezione artistico-culturale che guarda al “noi”, l’io che interagisce in maniera illuminata con gli altri, vi è l’aspetto solidaristico inteso come tensione pura e libera verso l’altro. Vi è l’arte come l’utopia possibile della trasformazione della realtà. Non si tratta di un hegelismo logico progressivo ed astratto né di un materialismo storico deterministico. Presti è ben consapevole che la storia non è uni-lineare e unidirezionale, che la creatività umana e l’imprevedibilità del probabilismo casuale della vita quotidiana possono mutare continuamente la direzione delle cose. Ecco perché crede nella cura culturale, nell’impegno costante, nel dare un senso alle cose ideale e concreto, che possa incidere nel fluire della vita. E lasciare nuovi segni positivi…



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