Visioni Il documentario dei registi siciliani Daniele Greco e Mauro Maugeri - primo step del piĆ¹ ampio progetto Sicily Folk Doc - girato durante la festa dell'Assunzione di Maria a Randazzo, ha ricevuto la menzione speciale al concorso I Love G.A.I.
Mentre la Mostra del Cinema di Venezia ĆØ ancora in pieno svolgimento, un nuovo importante riconoscimento ĆØ stato giĆ assegnato al cortometraggio documentario āA lu cielu chianauā dei registi Daniele Greco e Mauro Maugeri che hanno ottenuto la menzione speciale della giuria al concorso I LOVE G.A.I. (Giovani Autori Italiani), nato da unāiniziativa SIAE a cura di Lightbox e svoltosi presso il Palazzo del Cinema di Venezia.
Protagonisti del documentario – giĆ premiato molte volte, tra cui al festival francese Traces de Vies – sono i bambini che, durante la festa dellāAssunzione di Maria, a Randazzo, vengono issati su un palo alto diciotto metri e fatti sfilare in processione vestiti da angeli e santi: la giuria, formata dal direttore artistico del Karlovy Vary International Film Festival Karel Och, la costumista e scenografa Beatrice Bulgari, e il direttore contenuti e comunicazione di Laeffe Riccardo Chiattelli, ha scelto di premiare il cortometraggio āper la capacitĆ di raccontare con un climax drammatico un rituale popolare ancora vivoā.
Il premio giunge in un momento particolarmente produttivo per il progetto Sicily Folk Doc, realizzato dai due registi siciliani e prodotto da Giulia Iannello per lāassociazione culturale Scarti. I documentari brevi che lo compongono sono interamente dedicati al folklore siciliano. La serie vede attualmente in post-produzione due nuovi lavori su alcune tra le feste religiose piĆ¹ spettacolari della Sicilia, capaci di esprimere con forza lāessenza delle comunitĆ che le tengono in vita. Dallāintreccio tra sacro e profano che a Capizzi (Me) vede lāimpeto dei pastori portare a spalla il pesante fercolo di San Giacomo, adornato da grandi forme di formaggio, alla vivace celebrazione della Madonna della Scala, svolta sulle acque di un borgo marinaro in territorio di Acireale (Ct), grazie al coinvolgimento di tutti i pescatori del luogo che per lāoccasione rientrano dai lunghi periodi di pesca nel Mediterraneo.
Al centro del racconto di Sicily Folk Doc non cāĆØ solo la spettacolaritĆ delle feste o la loro pericolositĆ , ma soprattutto le comunitĆ che si preparano per mesi e che durante la celebrazione trovano la piena espressione della propria identitĆ . Nel raccontare la Sicilia piĆ¹ profonda, la serie basa la sua sfida su una questione prettamente linguistica. La linea ĆØ quella di seguire i protagonisti nella loro vita quotidiana intrecciata alla preparazione della festa, di entrare nelle loro case scomparendoci dentro, di registrarne i suoni senza soffermarsi sulle parole. I documentari non hanno dialoghi, ma solo un paesaggio sonoro che sottolinea quanto in questi riti i significati delle parole siano spesso poco importanti rispetto alle profonde vibrazioni del suono prodotte da nenie, preghiere e canti tradizionali. Partendo da una curiositĆ antropologica, i documentari sperimentano un linguaggio cinematografico narrativo, emotivo ed estetico.