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Maru, libertà al femminile in chiave elettropop

Musica Esce il 27 novembre per Bravo Dischi "Toi", il nuovo disco della cantautrice siracusana Maru (pseudonimo di Maria Barucco) che arriva a un anno di distanza da "Zero Glitter". Anticipato dai singoli "Quechua" e "Zitta", "Toi" è il grido di libertà di chi ha smesso di prendersi troppo sul serio: «L'unica relazione importante è quella con me stessa. È difficile riuscire a star bene con qualcuno se non si conoscono realmente i propri desideri e i propri limiti»

L’arte di perdere non è difficile da imparare; così tante cose sembrano pervase dall’intenzione di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro (Elizabeth Bishop, One Art). Maru è cresciuta e la voglia di gridarlo al mondo si sente. Attraverso un sound diverso, che si apre all’elettronica pop e alla dance, esplora sintetizzatori distorti e violenti e torna a ballad più dolci, avvicinandosi con garbo anche al mondo rnb e lo-fi. Saltano i confini musicali a cui ci aveva abituato. E le barriere di genere si infrangono grazie a quella voglia di andare oltre ogni pregiudizio che da sempre la contraddistingue.

Esce il 27 novembre per Bravo Dischi Toi, il nuovo disco di Maru che arriva a un anno di distanza da Zero Glitter. Anticipato dai singoli Quechua e ZittaToi è il grido di libertà di chi ha smesso di prendersi troppo sul serio. È rinunciare alle aspettative per accogliere tutto quello che viene e goderselo fino in fondo, la volontà di vivere gli errori con leggerezza, accettarli e accettarsi in ogni sfaccettatura, anche quelle che non piacciono agli altri. E allora perchè non “Toy”, con la “y”? Maru voleva giocare, un’ultima volta.

L’album si snoda attraverso 9 tracce che raccontano di scelte sbagliate ed errori, relazioni che forse potevano essere evitate. In primo piano la capacità di ridere e sorridere di noi stessi, da non confondere con superficialità. Se l’amore è l’arte di perdere, come sostiene la celebre poetessa statunitense Elizabeth Bishop in One Art, una delle sue poesie più famose, allora forse sapere perdere è l’arte di vivere. Questa una delle ispirazioni di Maru, che si affiancano alle parole di un’altra poetessa, Andrea Gibson, prese in prestito e riadattate per Zitta.
Rimangono al femminile anche le ispirazioni musicali, tra Lorde e la svedese Robyn fino alla francese Christine and the Queens. L’artista: «Penso di aver capito, dopo molto tempo, che l’unica relazione importante è quella con me stessa. È difficile riuscire a star bene con qualcuno se non si conoscono realmente i propri desideri e i propri limiti. Lasciarsi andare e lasciare andare sono due facce della stessa medaglia e l’ironia è un’arma potente per fare in modo che le cose scivolino un po’, senza trattenerle a forza».

Maria Barruco in arte Maru, foto di Francesca Burrani

Toi inizia con i ritmi elettronici di Free-Trial, si parla di relazioni come le prove gratuite di un videogame: arrivati alla parte più interessante, si blocca tutto. Arrangiamento più fresco e semplice per Elastici, che con un sound vicino al K-pop si schiera contro ogni etichetta. Fastidiose nei rapporti umani come nei vestiti e irritanti come gli elastici, appunto, che stringono e tengono insieme le cose più fragili.
Tra scherzi del destino e sentimenti governati dalla chimica e dal caso si muove con leggerezza Coincidenze, mentre le atmosfere virano su toni più cupi in Sonno contro, dove la notte può diventare nemica e divorare la pace.
Un piccolo inno synth-pop alle scelte sbagliate è Quechua: un ricordo un po’ sfocato ma non troppo lontano di corse sulla spiaggia, tende, falò, feste dal tramonto fino all’alba. Prodotta da Fabio Grande, è una canzone energica, potente e lieve al tempo stesso. Un grido di libertà limpido e profondo sull’importanza di essere sé stessi, anche e soprattutto commettendo errori. Ritmi veloci per Vostok, in Antartide: la città ideale per correre lontano dall’afa, da agosto, e fuggire dai tormentoni estivi. Cambio di rotta musicale in Ctrl+Z, che si avvicina con garbo al mondo rnb e lo-fi ma tiene fede alla direzione del disco: il bello di divertirsi e reinterpretarsi, complicarsi la vita con scelte difficili, come quella di scalare l’Himalaya in infradito. Perché in fondo si può sempre tornare indietro e resettare tutto, anche se non è facile come sui tasti del pc Control + Z.
Con Zitta e Sei di chi Maru chiude il suo nuovo progetto musicale. Le sue canzoni più serie, forse. Sicuramente le più complesse. Sei di chi è un titolo di sfida, una ballad che insegue tutti i dubbi e le domande di qualcuno che sarà sempre destinato ad aspettare, che vive del desiderio di sentirsi dire da chi ama “ti appartengo incondizionatamente”. Eppure sono spesso i vincoli che ci vengono imposti a non permetterci di essere realmente padroni di noi stessi e della nostra identità.
Sintetizzatori distorti e violenti, combinati con un beat electro, per rompere barriere musicali ma soprattutto i confini di genere. Radicata nei territori dell’elettronica pop e della dance, Zitta è una delle canzoni più potenti dell’album. Maru parte dalla sua esperienza intima e personale per fotografare momenti e quotidianità del mondo Lgbtq e denunciare pregiudizi e discriminazioni ancora in atto, nonostante i passi avanti sul tema. Di ispirazione i versi della poetessa americana Andrea Gibson: “Ci vogliono più muscoli a restare che ad andarsene”. Proprio come ci vogliono più muscoli a star zitt* che a esplodere.

Maru, al secolo Maria Barucco, è nata a Siracusa e vive a Bologna. Scrive canzoni dal 2012 ed ha alle spalle un disco self-titled. L’album successivo, uscito a novembre 2018 per Bravo Dischi, si intitola “Zero Glitter” ed è un invito ad accettarsi e dichiararsi per quello che si è, senza tanti giri di parole. L’album è stato prodotto da Fabio Grande (Maria Antonietta, Germanò, Colombre, Joe Victor, Mai Stato Altrove) presso la Sala Tre de Gli Artigiani Studio ed è stato masterizzato da Giovanni Versari. Durante l’ultimo tour, condivide il palco con diversi artisti come Motta, Maria Antonietta, Colapesce, Ex-Otago e altri. A dicembre del 2019 il suo singolo “Dove Dormi” esce su vinile insieme a un inedito de Lo Stato Sociale grazie al progetto Sonda.

Nel 2020 escono “Quechua” e “Zitta”, i due singoli che anticipano il nuovo disco in uscita a fine novembre per Bravo Dischi.

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