HomeBlog
Blog

Ma quale Ponte, ha ragione Fabio Granata: tuteliamo lo Stretto di Messina inserendolo tra i patrimoni dell’umanità Unesco

Blog Le priorità sono stati i punti centrali della manifestazione “No Ponte” che ieri ha attraversato Messina. E tra le priorità di una società che salva l'ecosistema e combatte l'egosistema, come ci ricorda don Luigi Ciotti da Palermo parlando di Padre Pino Puglisi, c'è la salvaguardia di un territorio. Ecco che lo Stretto, come ribadisce da Messina Fabio Granata, merita tutela grazie all'Unesco e non «una struttura inutile e irrealizzabile»

Dall’ecosistema all’egosistema, ci ricorda da Palermo don Luigi Ciotti, fondatore della rete civica e antimafia Libera, è un passo breve, forse brevissimo. «Cittadinanza significa corresponsabilità – ha ribadito don Ciotti nell’incontro con il vescovo Corrado Lorefice al centro Padre Arrupe dei gesuiti per parlare del sacrificio di Padre Pino Puglisi, 30 anni dopo -. Oggi, purtroppo, si passa, sempre di più, dall’ecosistema all’egosistema, fatto solo di interessi privati e di individualismi. Dobbiamo essere consorti accomunati dagli stessi valori che vanno vissuti in profondità. Viviamo una crisi etica prima che economica. Bisogna avere il coraggio di guardarci dentro per avere una visione ampia e collettiva».

In senso ampio la riflessione di don Ciotti va bene anche nell’acceso dibattito sull’opportunità o meno della costruzione di un Ponte sullo Stretto di Messina. La scorsa estate don Ciotti si espresse con parole forte contro il progetto caldeggiato dall’attuale governo romano paventando che la mastondontica opera non avrebbe unito “due coste, ma due cosche”. Per quella affermazione il prelato fu brutalmente apostrofato dal Ministro dei Trasporti Matteo Salvini e dai suoi facinorosi seguaci di fare politica e di giudicare tutti i calabresi e tutti i siciliani mafiosi. Una stupidaggine, immensa, questa cui don Ciotti dovette, suo malgrado replicare, ribadendo che la «cosa da chiedersi è quali priorità sono necessarie nel nostro Paese dove abbiamo 6 milioni in povertà assoluta, dove abbiamo la povertà educativa agli ultimi posti in Europa. Ci sono delle priorità su cui investire e per me la priorità è investire sui giovani».

E le priorità sono stati i punti centrali della manifestazione “No Ponte” che ieri ha attraversato Messina. In diecimila hanno aderito all’appello di una settantina di sigle, per una manifestazione che ha unito persone di varia espressione civica e politica. Una partecipazione né alta né bassa ma che dà l’idea che il fronte anti-ponte, almeno in Sicilia, esiste ed è pronto a dare battaglia. Come sostiene la giornalista Anna Mallamo, presente alla manifestazione, che via social sostiene che se il numero è stato un po’ più basso delle attese questo non è accaduto perché «la maggior parte dei messinesi e strettesi siano per il Ponte, quanto perché moltissimi – i più – sono convinti che tanto il Ponte non si farà mai, come tutto o quasi quello che accade qui (vi ricordo lo svincolo in costruzione da 10 anni, le autostrade dove alcune interruzioni fra poco saranno gestite dalla Soprintendenza archeologica, e le visiteremo come Pompei), e allora non vale la pena di prendersela. Cosa che penso anche io, con una piccola differenza: non faranno “il Ponte”, ma un po’ di cose – movimenti incarichi recinzioni perimetrazioni, sarchiaponate ecc. – che saranno distruttive. E poi sarà troppo tardi».

Uno striscione “No Ponte” alla manifestazione di Messina del 2 dicembre

Come darle torto? E come dare torto ad un altro manifestante doc quale è stato Fabio Granata, oggi assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, retto dal calendiano Francesco Italia, e storico esponente della destra, dal Movimento Sociale fino a finiani post-Berlusconi. Sempre attivo sul fronte ambientale, qualche anno fa Granata contribuì alla nascita del movimento politico ecologista Green Italia. Ebbene la sua idea sullo Stretto è assolutamente condivisibile. Altro che Ponte, per Granata lo Stretto va preservato iscrivendolo nella World Heritage List, i beni patrimonio dell’umanità, dell’Unesco.
Come dichiarato a MessinaToday, «L’inserimento nella World Heritage List costituirà un riconoscimento straordinario e implicherà un forte impegno e una chiara assunzione di responsabilità in merito alla protezione di questo luogo dell’anima e del mito. Inconcepibile e gravissimo proporre di devastare la magnificenza dello Stretto e il tessuto urbano già compromesso di Sicilia e Calabria con la ricorrente idea del Ponte, struttura inutile e irrealizzabile, priva di un vero progetto esecutivo. Una proposta arrogante finalizzata solo a tenere in vita e rilanciare un enorme carrozzone clientelare e propagandistico. Abbiamo dimostrato in queste settimane di mobilitazione che la tutela dello Stretto e la promozione di un modello per la sua area, supera gli steccati politici e fa incontrare le persone ben al di là delle appartenenze di schieramento, nel nome della ragionevolezza».

Strait of Messina from Dinnammare.jpg

Lo Stretto di Messina, foto di Edd48 CC BY-SA 3.0

La manifestazione messinese ha visto presente anche il leader dei Verdi Angelo Bonelli il quale, come dichiarato all’Ansa, annuncia battaglia legale. «Siamo pronti a lanciare un’offensiva giuridico-legale imponente nei confronti della società Ponte sullo Stretto, che ci nega gli atti, ci nega la relazione sul progetto, un fatto di una gravità inaudita. Abbiamo provveduto a fare la diffida all’amministratore delegato Ciucci. Ci ha risposto dicendoci che sostanzialmente attende che organismi come la commissione di garanzia del Parlamento dica se possiamo averla o no. Stiamo andando oltre i limiti, lo dico anche alla società ponte sullo Stretto, perché questi atti non ci possono essere negati, in nove settimane hanno fatto l’aggiornamento su un progetto vecchio di 12 anni fa e noi vogliamo capire come l’hanno fatto e cosa c’è dietro».

Un momento del corteo No Ponte alla manifestazione di Messina del 2 dicembre

A supporto di questa tesi solamente a settembre era intervenuto Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, al Festival Restart organizzato a Roma dall’associazione antimafie da Sud, come riportato dal “Fatto quotidiano”. «Il sì o no non è compito nostro – ribadì Busia -. La decisione spetta al governo. Detto questo, esisteva un progetto vecchio realizzato sulla base di una gara del 2004 che è partito da un costo di oltre 4 miliardi di euro, che poi è raddoppiato a 8 miliardi nel 2011. All’epoca, il governo Monti al di là delle valutazioni ambientali, ritenne di non fare il ponte perché non conveniente. Noi, oggi, avevamo suggerito di fare una gara. Invece, il governo ha ritenuto, con decreto, di dire che quel progetto vecchio di oltre dieci anni è il migliore in assoluto. La decisione di non fare una gara non l’ha assunta un funzionario pubblico ma un governo con un decreto convertito poi dal Parlamento in legge dello Stato. Non siamo di fronte a una violazione di una legge, ma a una legge che ha fatto un gran regalo a un’impresa privata».

Un regalo da quasi 13 miliardi di euro. Come riepiloga il “Corriere della sera”, la Direttiva dell’Unione europea, come il nuovo Codice degli appalti, prevede che i contratti assegnati possano essere modificati senza una nuova gara solo se non superano del 50% il costo originario dell’appalto. La gara nel 2005 venne vinta da Eurolink con un’offerta di 3,8 miliardi, a fronte dei 4,4 della base d’asta, poi nel contratto sono state inserite varianti e diverse revisioni di costi fino ad arrivare agli 8,5 miliardi del 2011. Quindi per non incorrere in infrazione europea anticoncorrenza bisogna stare sotto i 12,8 miliardi di euro.

Condividi su

Commenti

WORDPRESS: 0

SicilyMag è un web magazine che nel suo sottotestata “tutto quanto fa Sicilia” racchiude la sua mission: racconta quell’Isola che nella sua capacità di “fare”, realizzare qualcosa, ha il suo biglietto da visita. SicilyMag ha nell’approfondimento un suo punto di forza, fonde la velocità del quotidiano e la voglia di conoscenza del magazine che, seppur in versione digitale, vuole farsi leggere e non solo consultare.

Per fare questo, per permettere un giornalismo indipendente, un’informazione di qualità che vada oltre l’informazione usa e getta, è necessario un lavoro difficile e il contributo di tanti professionisti. E il lavoro in quanto tale non è mai gratis. Quindi se ci leggi, se ti piace SicilyMag, diventa un sostenitore abbonandoti o effettuando una donazione con il pulsante qui di seguito. SicilyMag, tutto quanto fa la Sicilia… migliore.