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Il Ponte sullo Stretto? In farsa veritas

Blog Meno male che ci sono i comici i quali, fra frizzi e lazzi, ci ricordano come stanno le cose. Fiorello, due volte in una settimana, ha preso in giro l'idea del Ponte ripescata per l'ennesima volta nelle cronache politiche italiane, evidenziando le magagne delle strade siciliane. Bissando quanto fecero Ficarra e Picone a giugno a Taormina. E se il critico-politico-showman Sgarbi ha mandato un siluro dei suoi, Gino Astorina non le manda a dire, Cetto Laqualunque ci ricorda il punto di vista calabro...

In farsa veritas. Meno male che ci sono i comici i quali, fra frizzi e lazzi, ci ricordano come stanno veramente le cose. Il comico in questione è lo showman italiano per antonomasia, ovvero il siculissimo Rosario Fiorello. La verità che in maniera scoppiettante il Fiorello nazionale ci ha ricordato già due volte nel giro di una settimana è il “non sense”, oggi, dell’idea di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, ripescato per l’ennesima volta nelle cronache politiche italiane dal nuovo governo nazionale e dal monarca elettorale della Regione siciliana, il buon Renato Schifani, a quasi due mesi dal voto uomo solo al comando di un governo che ancora non c’è. La parola unanime tra il nuovo ministro delle Infrastrutture Salvini e il governatore Schifani è: il Ponte si farà e presto.

Fiorello non ha perso occasione per dire la sua, e lo ha fatto prima su Instagram rodando il nuovo programma “Viva Rai Due” che debutterà in televisione dal 5 dicembre. Sferzante la satira quando Fiorello, fra le risate generali, sentenzia che prima di pensare al Ponte forse in Sicilia bisognerebbe pensare alle strade. «Ci vorranno tre minuti per andare da Reggio Calabria a Messina e tre ore per andare da Messina a Palermo». Per non parlare dell’autostrada Catania-Palermo: «Vi posso dire che i motociclisti della Parigi-Dakar si allenano sulla Catania-Palermo».

 

Sulle vere priorità del territorio siciliano ci avevano scherzato su a fine giugno anche Ficarra e Picone quando a sul palco del Teatro Antico di Taormina, durante il gala di Taobuk, si presero la scena sottraendola al tentativo di comizio elettorale dell’allora governatore siciliano Nello Musumeci, oggi ministro del Mare e del Sud (tradotto in italiano: ? ???? Faccina Concentrata Emoji), e sbertucciando, al cospetto del pubblico divertito di Taormina e dell’ira malcelata del governatore, sia l’idea di Ponte che la famigerata autostrada Catania-Palermo che oggi definire in condizioni pietose è certo un eufemismo.

Non contento della prima frecciata sul Ponte, Fiorello è tornato sull’argomento nella puntata di mercoledì scorso di “Aspettando Viva Rai 2”, rodaggio in fase due del programma televisivo approdato su Raiplay. Ironizzando ancora una volta su Salvini, Fiorello, nell’ilarità generale, ha mostrato all’ospite, la cantante e attrice Lola Ponce, il “plastico” del Ponte, un ponte tibetano sospeso tra Sicilia e Calabria, poggiato su due blocchi in pietra. «Guardate il progetto – scherza Fiorello – si vede, è resistente». Con la chiosa finale della Ponce: «Un ponte che dà molta sicurezza»

E quando si parla di showmen e battute sagaci non poteva non far rumore la “battuta” (come lui stesso l’ha definita per smorzare i toni” dopo l’ira salviniana) di Vittorio Sgarbi, anch’egli più un uomo di spettacolo che un politico vero, oggi sottosegretario del Ministero della Cultura. Già fa ridere (amaro) che, seppur Sgarbi, indiscutibile critico d’arte, colui che è stato trombato alle elezioni venga nominato sottosegretario ma di “facezie”, questo nuovo governo Meloni, non ce ne sta facendo mancare. Comunque sul Ponte Sgarbi aveva detto in tv: «Il ponte di Messina non si farà. È una specie di miraggio e di visione che sembra essere positiva e poi non lo è rispetto all’ambiente, rispetto all’Isola, rispetto al fatto che è un’area di terremoto terribile quale fu quello del 1908 a Messina e che è difficile immaginare che possa non tornare. Quindi quella direi che è una visione di Salvini».
Sgarbi, ovviamente, ha poi parzialmente ritrattato per non creare casini al suo governo, ma come recita un motto attributo al “divo” Giulio Andreotti, uno che sulla sottile e perfida ironia c’ha costruito una carriera, “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”.

Last but not least il catanesissimo Gino Astorina nel suo “Punto G” dell’altro ieri ci assicura che tutti avremo il nostro Ponte. In versione Playmobil.

Tornando, quindi, al governatore siciliano Schifani che ribadisce la “strategicità” del Ponte sullo Stretto, non possiamo che rispondere, in chiave farsesca anche noi (ci sia concesso), usando il nuovo gergo presidenziale Garbatella Style: “Maddechè!”.

Riconosco che fino ad ora abbiamo parlato solo dei siciliani, scordandoci del punto di vista dei calabresi. La chiosa la affidiamo, quindi, ad un classico, ormai, al proclama elettorale di Antonio Albanese nei panni di Cetto Laqualunque nel film “Qualunquemente”: «Il ponte si farà! E se non basta il ponte faremo un tunnel, perché un buco mette sempre allegria!».



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