Musica La giovane popstar catanese, dopo il trionfo a X Factor la partecipazione a Sanremo, presenta con orgoglio il suo album d'esordio "1995", 13 brani e collaborazioni importanti come Fedez e Nek: «La mia età è stata causa di pregiudizi ma ho smesso di difendermi come facevo prima quando ero sempre impegnato a dimostrare di valere qualcosa»
Solo un anno fa Lorenzo Fragola era soltanto un diciottenne catanese innamorato della musica e della sua chitarra che sognava di fare il cantautore. Messa nel cassetto la maturità al liceo scientifico e la delusione della bocciatura del suo primo casting a X Factor, aveva messo in valigia i suoi sogni ed era partito alla volta di Bologna per frequentare il Dams. Oggi lo ritroviamo quasi ventenne con un curriculum che parte dalla sua vittoria a X Factor (testardamente ci ha riprovato), una partecipazione al Festival di Sanremo, due dischi di platino per il singolo “The reason why”, uno d’oro per “Siamo uguali” e un album “1995”, appena pubblicato per Sony, con tredici pezzi, compresi i due singoli.
Questo è stato un anno importante per te…
«Effettivamente ho fatto tante esperienze e tutte molto velocemente. X Factor è stato una grande scuola, Il Festival di Sanremo è stato ancora più formativo perché in una settimana accade di tutto. Lì ho capito che riuscivo a reggere la tensione. Poi c’è stato il lavoro per l’album: un periodo molto duro, una sfida con me stesso che però rifarei subito».
Ci sono tredici brani e molte collaborazioni importanti. Oltre quella con Fedez, giudice di X Factor con cui hai scritto “Siamo uguali”, a firmare i tuoi pezzi ci sono Tom Odell, A/J dei Saint Motel e Nek. Come sono arrivati?
«A/J l’ho conosciuto a Sanremo, mi ha fatto i complimenti e mi ha chiesto di fare qualcosa insieme: io non avrei mai avuto il coraggio. Nek mi ha mandato il brano prima di Sanremo dandomi facoltà di modificarlo per farlo sentire mio. Il pezzo di Tom Odell, “Rest” sarà il prossimo singolo. Il brano più difficile dell’album è stata la cover di “Dangerous” di David Guetta, quello che amo di più “What am I”, uno di quelli scritti prima di X Factor».
Perché hai mescolato brani in inglese e in italiano?
«Perché ascolto cantanti inglesi e italiani e scrivo in entrambe le lingue. Scegliere una sola delle due lingue sarebbe stato limitante. Per lo stesso motivo gli arrangiamenti sono diversi tra loro».
Hai scelto come titolo 1995, il tuo anno di nascita, come mai?
«Intanto non è l’imitazione di altri, che sarebbe ridicola. È solo il mio modo di espormi ricordando la mia età che è stata causa di molti pregiudizi».
In che senso?
«Alcune persone che non mi conoscevano, hanno pensato che fossi troppo pieno di me. Ma ho smesso di difendermi come facevo prima quando ero sempre impegnato a dimostrare di valere qualcosa. Adesso ai pregiudizi rispondo con un sorriso».
Qual è stata la tua più grande sconfitta?
«La prima volta a X Factor, non passai nemmeno la prima selezione. Ma allora non avevo ancora l’ottica di condividere le mie emozioni con gli altri e di espormi. Adesso, invece, mi sento libero dalle tensioni».
C’è qualcosa di cui hai paura?
«Ho le paure di tutti gli adolescenti, la più grande è di non riuscire a vivere appieno la mia età».
Stai lavorando a un tour?
«Per adesso sto solo pensando a eventuali arrangiamenti al vivo. Ma non c’è ancora nulla di definito».