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L’inquietante noir siracusano di Alberto Minnella: «Qui le madri tolgono, non danno»

Libri e Fumetti Lo scrittore agrigentino è tornato in libreria con "L'amore tutto qui", edito da Bertoni, storia di Nicola, un ragazzo siracusano "interrotto" che cerca qualcosa che gli è venuto a mancare: «È anche un romanzo sulla mancanza della figura materna. Madri che tolgono anziché dare, in primis la nostra Terra madre: la Sicilia». Prossime presentazioni a Barcellona Pozzo di Gotto e Acireale

Scrittore e musicista, 35 anni, nativo di Agrigento, cresciuto a Siracusa e da otto anni “cittadino” di Catania – «Città dai mille volti che ho amato da subito in maniera viscerale» -, Alberto Minnella è tornato in libreria con il suo quarto romanzo L’amore è tutto qui (Bertoni Editore). Minnella, che ha studiato musica moderna a Parigi all’Accademia di batteria Dante Agostini, di questo suo ultimo romanzo, già presentato in anteprima al Festival Noir di Bologna e a Catania, Siracusa e in altre città siciliane, dice: «L’amore è tutto qui è la storia di Nicola, trentenne, che ha mollato a un passo dalla laurea e che per sbarcare il lunario si inventa dog sitter. Nicola è in sostanza un ragazzo interrotto, come lo sono anche gli altri protagonisti di questa storia. Tutti i personaggi cercano qualcosa che a un certo punto della loro vita è venuto a mancare. È anche un romanzo sulla mancanza della figura materna. Madri che tolgono anziché dare, in primis la nostra Terra madre: la Sicilia. La Siracusa del romanzo è una città a due facce: quella pulita, perbenista e in vendita di Ortigia, e quella più cupa, immobile e malinconica delle costruzioni del recente passato. Il caso giallo dell’uccisione della professoressa Romano prende spunto da un vero caso di cronaca avvenuto nel 2015».

Alberto Minnella

Entrando nel cuor del romanzo, Nicola accende la luce e fa una scoperta orribile: Mimì è accovacciata dentro la doccia in un lago di sangue e come se non bastasse le sono state amputate le mani.  Per lo spavento e lo sdegno vomita sul cadavere e scappa, senza chiamare soccorso. Aiutato dall’avvocatessa Bufalino e dall’ispettore Cannavò, Nicola dovrà, in una corsa contro il tempo, trovare l’assassino, prima che la polizia lo incastri. Così presenta L’amore è tutto qui, lo scrittore Massimo Pietroselli: «Un noir siracusano per chi ama atmosfere e personaggi al servizio di una storia enigmatica e dolente. Umano, coinvolgente, inquietante. Gli appassionati di Patricia Highsmith non possono perderlo».
Le prossime presentazioni de “L’amore tutto qui” di Alberto Minnella sono in calendario per il 24 gennaio al Mondadori Bookstore di barcellona Pozzo di Gotto alle 18 (converserà con l’autore Nino Genovese) e il 25 gennaio al Mondadori Bookstore di Acireale, alle 18.30 (converserà con l’autore Sebastiano Ambra).

La libreria Mondadori di Acireale annuncia l’incontro con Alberto Minnella

Minnella ha esordito nella narrativa nel 2013 con il giallo Il gioco delle sette pietre, a cui ha fatto seguito nel 2015 Una mala jurnata per Portanova e, l’anno seguente, Portanova e il cadavere del prete. Una trilogia con protagonista il malinconico commissario di Polizia, Paolo Portanova, ambientata nella nostalgica Siracusa degli anni Sessanta, edita dalla Fratelli Frilli Editori di Genova, casa editrice specializzata in gialli e noir di provincia. Il compianto Andrea G. Pinketts, col suo solito stile irriverente, ha scritto: «I commissari del giallo italiano dovrebbero essere commissariati. Alcuni dovrebbero essere degradati. Altri, tra i quali il commissario Portanova, meriterebbero, dopo una attenta lettura, la promozione a vicequestore». Aggiunge Minnella: «Il quarto romanzo di Portanova è già scritto, ma ci ho messo quattro anni per farlo venire come volevo. Scrivevo e riscrivevo. L’ho disfatto mille molte e ogni volta mi sentivo come Penelope in attesa di Ulisse. Adesso la parola passa all’editore».

I primi 3 noir di Alberto Minnella con protagonista il commissario Portanova

E sembra l’incipit di uno dei suoi romanzi l’incontro di Minnella con la canuzza Nanà, il giorno di San Valentino: «Nanà, da cucciola, era stata rinchiusa in uno scatolone insieme ai suoi fratellini, e gettata via. La fortuna ha voluto che quel 14 febbraio, giorno di San Valentino, una grandinata distruggesse lo scatolone, dandole una seconda possibilità. Una ragazza passando di lì l’ha trovata e io a mia moglie l’abbiamo adottata. E da allora fa compagnia al signor Palomar, altro canuzzo di campagna che era stato abbandonato dalla madre e che avevamo già adottato. Anche l’incontro col signor Palomar è avvenuto casualmente».

Alberto Minella con la moglie Lorena e i loro cani Nanà e signor Palomar

Oltra ai suoi canuzzi, amore che condivide con la moglie Lorena, Minnella ama fumare il Toscano, il profumo della birra rossa appena spillata e il pianoforte di Bill Evans. Racconta ancora di sé: «A dodici anni, dopo le classiche letture per piccini, imprudentemente lessi “Il nome della rosa”.  L’esperienza fu traumatica e dovetti rileggerlo da grande per amarlo. Nell’adolescenza arrivò Georges Simenon, il giallo e tutto un mondo noir straordinario. Amo il mondo-romanzo e non potrei farne a meno. L’attività da scrittore è un incidente non programmato. Io ho dedicato tutti i miei anni alla musica e alla lettura. Da piccolo ero ovviamente già malato di gialli, ma dalla mega libreria di mio padre afferravo qualsiasi libro avessi a tiro e leggevo. Così mi è capitato di leggere Eco, Tomasi di Lampedusa, Verga, Edgar Wallace, Dickens, Sciascia, Pirandello. Da sette anni ho dedicato tanto tempo anche allo studio della narratologia e della semiotica, insegnando negli ultimi anni anche scrittura creativa, ospitato nelle librerie di città».

Alberto Minnella e il suo inseparabile sigaro Toscano



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