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Fiammetta Borsellino: «Ai ragazzi dico, seguite gli esempi, così si combatte la mafia»

Eventi «Ricerca della verità e dovere della memoria» sono state le parole cardini intorno alle quali si è orientata la V edizione del premio “Custodi della Bellezza” conferito a Siracusa a Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il magistrato palermitano che ha combattuto Cosa Nostra e per questo ha pagato con la vita nella Strage di via D’Amelio del 1992. Il riconoscimento è stato promosso e realizzato dall'associazione Articolo 9 nell'ambito del Festival del Viaggio e dei Viaggiatori “Nostos”

«Ricerca della verità e dovere della memoria» sono state le parole cardini intorno alle quali si è orientata la V edizione del premio “Custodi della Bellezza” conferito a Siracusa a Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il magistrato palermitano che ha combattuto Cosa Nostra e per questo ha pagato con la vita nella Strage di via D’Amelio del 1992. Il riconoscimento è stato promosso e realizzato dall’associazione Articolo 9 nell’ambito del Festival del Viaggio e dei Viaggiatori “Nostos”. Il premio, a sua volta, è intitolato a Khaled Al Asaad, l’archeologo siriano e Sovrintendente di Palmira ucciso dall’Isis. Ogni anno il comitato scientifico del premio, guidato da Fulvia Toscano, individua un personaggio che si è particolarmente distinto nella tutela della bellezza intesa come base di “un attivismo consapevole e visionario”. La cerimonia si è tenuta domenica pomeriggio all’Orecchio di Dionisio e al Teatro Greco di Siracusa con la collaborazione dell’assessorato comunale alla Cultura di Siracusa e della Fondazione Inda.

Premio Custodi della Bellezza 2020 all’Orecchio di Dioniso, da sinistra Andrea Chisesi, Fulvia Toscano, Fiammetta Borsellino, Fabio Granata, e Antonio Calbi

«Questo riconoscimento simboleggia per me – ha sottolineato Borsellino – impegno per le nuove generazioni. Bellezza, dal mio punto di vista, vuol dire innestare dei valori legati anche ad un’esperienza personale che provochino un cambiamento. Una semina costante che conduca al miglioramento e che sia da contrasto alla criminalità organizzata, perché in fondo le organizzazioni criminali si nutrono del consenso dei giovani. Sono del parere che se innestiamo un cambiamento culturale nelle future generazioni, tale passo può costituire un grande punto di partenza ed una grande forma di contrasto alle mafie. Si tratta, più specificatamente, di un compimento del proprio dovere».

Per l’occasione, quest’anno, il premio è una raffigurazione dell’imperatore Alessandro Magno opera del pittore romano Andrea Chisesi che da diversi anni vive e lavora a Siracusa. «Dico sempre ai ragazzi in maniera molto semplice che basta inseguire gli esempi – ha proseguito Borsellino –. Sono gli esempi concreti che i ragazzi devono pretendere dai politici, dagli insegnanti e da coloro che ricoprono cariche anche strategico decisionali. Si tratta dell’unico modo per scansare i professionisti dell’antimafia che si nascondono dietro l’esibizione di protocolli e slogan per poi essere scoperti nel compimento di intrallazzi. Il problema non è soltanto la criminalità organizzata, il problema lo costituisce anche quell’antimafia di facciata che è da considerarsi ancora più grave. Quando i giovani mi chiedono cosa possano fare per riconoscere gli anti mafiosi di facciata rispondo sempre che è sufficiente seguire gli esempi. Si deve saper guardare alle risposte concrete che provengono dal basso e non dal favore di padrini». L’appello di Fiammetta Borsellino si è incentrato tutto sul ruolo che costituiscono i giovani per il proprio territorio, gli unici detentori e portatori di un possibile cambiamento sostanziale.

Premio Custodi della bellezza al Teatro Greco, da sinistra Marina Valensise, Andrea Chisesi, Fiammetta Borsellino, Fabio Granata, Fulvia Toscano, Antonio Calbi, foto Maria Pia Ballarino

«I percorsi sono lenti – ha concluso Borsellino – e l’atteggiamento più sbagliato è pretendere che ci siano risultati immediati. Si sono fatti passi avanti ma non bisogna cedere alle semplificazioni che recitino “la mafia ha vinto” piuttosto che “la mafia ha perso” o ancora “la mia antimafia è migliore della tua”. Le semplificazioni fanno male alla lotta di un problema che è complesso. Si sono fatti passi avanti ma non bisogna abbassare la guardia poiché è esattamente in quel momento che le organizzazioni criminali si riorganizzano. Sono abilissime ad adeguarsi alle nuove situazioni socio-economico dei territori. Ai ragazzi dico sempre, riportando le parole di Giovanni Falcone e di mio padre, che la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani avrà un inizio ed avrà una fine; tutto dipende dall’impegno che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, porta a termine». Ad esprimere la propria visione del riconoscimento è stata anche la sua ideatrice.

«Dopo aver insignito, l’anno scorso, del premio il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri – ha raccontato Fulvia Toscano -, quest’anno abbiamo spostato la nostra attenzione su Fiammetta Borsellino. La storia della famiglia Borsellino è una storia di custodia della bellezza, poiché senza la legalità la bellezza non può esistere, ma è anche una storia di custodia della memoria. Senza la memoria la bellezza non può esistere e viceversa. Da questo punto di vista fare memoria significa fare bellezza e fare storia. Sappiamo che Borsellino insieme a Falcone, e a tutti i nostri grandi eroi, hanno fatto la storia. Quest’anno siamo stati bloccati nell’organizzazione di tutto il Festival ma stiamo lavorando all’edizione 2021 di Nostos, Festival del Viaggio e dei Viaggiatori all’interno del quale si inserisce il Premio. D’altronde l’aspetto della bellezza è un viaggio, un ritornare ad una memoria originaria».

«Il 2020, così come il 1992, sono anni che rimarranno scolpiti nella nostra memoria – ha specificato l’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata -. Fiammetta Borsellino non porta avanti un mero esercizio retorico di memoria dei quali siamo stanchi ma si fa portavoce di cosa ha significato quel capitolo tragico, purtroppo ancora non chiuso, della nostra storia. In Fiammetta abbiamo individuato il simbolo della difesa della bellezza quale patrimonio materiale e immateriale dall’indubbio significato. Questo premio ha un significato profondo poiché Fiammetta porta avanti una battaglia di verità e giustizia senza la quale non si potrebbe difendere alcuna bellezza. Le mafie politiche e militari rappresentano la più alta forma di antagonismo alla bellezza nel mondo».

La cerimonia tenutasi all’Orecchio di Dionisio ha anticipato la prima mondiale della performance “Il suono del mio corpo è la memoria della mia presenza” di Mircea Cantor, ultimo spettacolo Inda 2020 per Voci Sole, che si è svolto domenica sera nella cornice del Teatro Greco. «È motivo di orgoglio per noi poter ospitare il riconoscimento Custodi della bellezza – ha detto il Sovrintendente della Fondazione Inda, Antonio Calbi -. Dostoevskij diceva “la bellezza salverà il mondo” e dunque consegnare questo premio per l’impegno nella ricerca della verità ma anche testimoniare il dovere della memoria all’interno di questo parlamento sociale scavato nella roccia rappresenta un obiettivo importante che travalica i confini dell’estetica e dell’impegno civile. Così, sono l’arte e la cultura e farsi carico di questo bagaglio quando c’è qualcosa che non va. Fiammetta rappresenta il dovere della ricerca della verità che porta avanti con grande coraggio e determinazione, per il bene della sua famiglia e di tutti noi. Il Premio inoltre nasce nel 2016 per ricordare Khaled Al Asaad l’archeologo custode del Teatro Romano di Palmira del II secolo dopo Cristo che è stato trucidato dall’Isis con immagini terrificanti che hanno fatto il giro del mondo. Oggi il Premio viene consegnato in un Teatro ancora più antico come si trattasse di un nesso dal profondo significato».

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