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Eleonora Bordonaro e l’anima-animale del folk galloitalico di San Fratello: «I Giudei sono tradizione, cultura e teatralità»

Musica Dopo il singolo “Iermanimei”, cantato in galloitalico sanfratellano, la cantautrice paternese è pronta alla pubblicazione del nuovo album "Roda" (Finisterre) in calendario per l'1 marzo. Al centro della narrazione quindici anni di ricerca nella world music e nel pop, dove l’elettronica convive con alcuni strumenti tradizionali siciliani e con le trombe dei Giudei, i tipici personaggi della Pasqua sanfratellana. Bordonaro: «I Giudei sono fauni, cavalieri, che vivono il bosco come estensione della propria abitazione»

Il cuore pulsante e suonante del progetto sono i Giudei, figure tipiche della Settimana santa di San Fratello: musicisti, figuranti, acrobati, disturbatori dei riti sacri. Probabilmente personaggi sopravvissuti ad antiche rappresentazioni sacre, che, durante la passione di Cristo crocifisso, demoniacamente si scatenano; ieratici nei loro preziosissimi costumi, un po’ guerrieri, un po’ fauni, un po’ flagellanti, che intonano, con le loro trombe, melodie militari, ballabili e marce. Ma c’è anche molto altro nell’album “Roda” (Finisterre/Believe) della cantautrice di Paternò Eleonora Bordonaro, in uscita l’1 marzo, che a fine gennaio ha pubblicato sui propri canali Youtube, un singolo, con un relativo video-clip, intitolato “Iermanimei”.

Un brano, il cui testo è una poesia di Biagio Guerrera, tradotta dalla poetessa sanfratellana Benedetta Mondello, che sarà contenuto nel nuovo progetto musicale della Bordonaro, che nasce dall’idea di testimoniare una lingua che combatte per rimanere in vita, testimoniandola attraverso l’integrazione del mondo sonoro tradizionale del luogo, cioè quello dei Giudei, con la creatività contemporanea.

Una lingua, il galloitalico, antichissima parlata di San Fratello, centro nebroideo della Provincia di Messina, in cui sono scritte le nove tracce dell’album. E ovviamente anche il brano “Iermanimei”, canzone frutto di quindici anni di appassionata ricerca nella world music e nel pop, dove l’elettronica convive felicemente con alcuni strumenti tradizionali siciliani e con le trombe dei Giudei. Strumenti arcaici che hanno caratteristiche tipiche della tradizione sanfratellana e che affondano le radici nell’identificazione degli stessi abitanti del centro messinese con gli elementi della natura e la prossimità con gli animali selvaggi.

Eleonora Bordonaro, foto Riccardo Cosentino



Questi ultimi sono ben rappresentati dall’incorporazione nel costume dei Giudei di code di cavallo e di volpe e scarpe di pelle. «Sono fauni, cavalieri, che hanno familiarità con l’allevamento di animali, soprattutto i cavalli della razza autoctona sanfratellana – commenta la cantautrice -. Vivono il bosco come estensione della propria abitazione, se ne sentono partecipi, comproprietari e guardiani».
«L’identità radicata nella cultura di San Fratello, la coesione comunitaria e la profonda adesione alla tradizione emergono in modo tangibile nei sontuosi costumi indossati dai Giudei, custoditi con cura e devozione – prosegue la cantautrice etnea -. Queste straordinarie vesti attraversano le strade del paese con maestosità durante la settimana di Pasqua, catturando l’attenzione di chiunque attraversi il loro cammino che rappresenta il loro condurre Cristo al Calvario. Spesso il mio sguardo si è incrociato con quello dei Giudei, soffermandosi sull’incantevole bellezza dei loro abiti e sulle molteplici interpretazioni che ne emergono. A mio avviso, la maschera dei Giudei (sbirijàn) rappresenta un momento in cui il grottesco si fonde con l’aspetto diabolico, soprattutto grazie alle sopracciglia luciferine, arcuate, alla lingua di pelle nera e liscia. Queste figure, per tradizione, incarnano il ruolo del cattivo, l’antagonista dai tratti tipicamente progettati per suscitare timore in chi l’osserva. La magnificenza dei costumi diventa così una manifestazione viscerale di tradizione, cultura e teatralità che permea San Fratello e quindi Roda».

Eleonora Bordonaro e i Giudei di San Fratello al Marranzano World Fest di Catania, foto Gianluca Perniciaro

Un album – “Roda” – che è dunque frutto di una ricerca complessa e autentica che ha come apoteosi finale l’intero universo musicale dell’arrangiatore di Eleonora Bordonaro, Puccio Castrogiovanni, storico componente dei catanesi Lautari, un pilastro del progetto della cantautrice che, nella sua carriera, si è occupata di musica folk e world, reinterpretando canti siciliani di tradizione orale. Dalla poesia popolare a quella dei cantastorie, fino ad arrivare al repertorio contadino e sacro. «Una leggenda narra, infatti – ci dice ancora la Bordonaro – che, per decreto, il bosco di San Fratello appartiene ai bambini del paese; un modo poetico ed efficace di promuoverne la conservazione a favore delle generazioni future».

Alla domanda “Che cos’è Roda?”, la Bordonaro risponde: «E’ uno squillo, una frustata e un trillo, uno schioccare di fruste e cavalli al galoppo, un urlo gridato in faccia alla morte, alla malinconia, alla solitudine. Con una risata. Vive in bilico tra festa popolare, dancehall, saggio antropologico, raduno rock, fumetto e visione mistica. Roda è Lei, Adelasia del Vasto (la Gran Contessa di Sicilia, moglie del conte normanno Ruggero I ndr), che ha guidato un viaggio di genti e cambiato la storia. Sono le donne che preparano la festa degli uomini. È un villaggio nel cuore, abitato da personaggi seduttivi, solidali, grati, fuori luogo, devoti, folli, orgogliosi e sgraziati, ognuno dei quali è parte e balsamo della mia malinconia».

Eleonora Bordonaro dal vivo con Puccio Castrogiovanni e Marco Corbino

Un lavoro discografico, “Roda”, che si dipana, come già detto prima, in nove tracce, in cui i Giudei sono anche i protagonisti, un docu-visual assolato che ripercorre le tappe della scoperta umana e musicale di queste maschere giudee e San Fratello, in una prospettiva live. Tra l’esibizione pop e il documentario etnografico, il video esplode di vita vissuta tra abbracci, errori, prove, scoramento ed entusiasmo di esseri umani che gradualmente si incontrano intorno ad un desiderio comune.

Eleonora Bordonaro e i Giudei di San Fratello al Marranzano World Fest, foto Gianluca Perniciaro

Girato in vari passaggi tra il 2022 e l’estate del 2023, il video di “Iermanimei” si compone di tre elementi: il racconto delle prove e dei concerti che hanno anticipato la costruzione dell’album, che si apre appunto con il brano “Iermanimei”; la festa e i Giudei nei giorni della Settimana Santa; un playback dal sapore glam. Elementi eterogenei elettricamente giustapposti con la velocità dei ricordi. Un’esplosione di ritmo, tra i colori e le trombe squillanti dei Giudei.
Bordonaro: «L’album “Roda” è immerso nel suono avvolgente delle trombe di San Fratello. Qui le trombe non risuonano, piuttosto “sgrignano”. Il loro suono acuto ricorda una risata beffarda e contemporaneamente incarna il dramma e la commedia, creando così un’atmosfera grottesca. È un suono squillante, a tratti ruvido come un urlo, che racchiude in sé preghiera e ironia, rendendo le trombe di San Fratello degli strumenti unici che appartengono ad un solo ed unico modello, il “1884”, ad un solo pistone. Queste trombe sono quindi estremamente rare e simboleggiano l’appartenenza alla cultura di San Fratello, alla comunità e alla tradizione più pura».

Iermanimei

Ghj’è n caveu bleanch chi camina ntô scur di la nuott / ghj’è n cavalier sau ch’apriega ntô mezz dû basch / ghj’è na curauna di stodi chi sblanìa ntô zzieu di la stasgian / ghj’è n paies dû sau chi s’amucia (di antra di la muntegna) / chient, stoda, signiei, Iermanimei spiert, duna, signiei, Iermanimei caveu, Cavalier, purtamm duntean chi vi scuntrei pi sart e distìan / ghj’è n cierc di dusg / ghj’è grir di trumi / ghj’è san di festa / ghj’è u cient pî mart / ghj’è n sau amuciea ghj’è la fini dû maun / ghj’è n scium chi schieva / ghj’è u mär ch’aspieta dusg, sciea, signiei, Iermanimei sau nar, signiei, Iermanimei caveu, / Cavalier, purtamm duntean chi vi scuntrei pi sart e distìan caveu, Cavalier, purtamm duntean chi fars la mart puloss scamper.

Animanimali

C’è un cavallo bianco che procede nel buio della notte / c’è un cavaliere solitario che prega in mezzo al bosco / c’è una corona di stelle che splende nel cielo dell’estate / c’è un paese del sole che si nasconde (dentro la montagna) / canti, stella, segnali, animanimale spiriti, luna, segnali, animanimale cavallo, cavaliere, portatemi lontano ché mi sono imbattuto in voi per sorte e destino / c’è un cerchio di fuoco / c’è un grido di trombe / c’è un suono di festa / c’è il pianto per i morti / c’è un sole nascosto la fine del mondo / c’è un fiume che scava / c’è il mare che aspetta fuoco, fiato, segnali animanimale sole nero, segnali, animanimale cavallo, / cavaliere, portatemi lontano ché mi sono imbattuto in voi per sorte e destino cavallo, / cavaliere, portatemi lontano ché forse potrei scampare la morte.

Testo Biagio Guerrera, musica Puccio Castrogiovanni e Eleonora Bordonaro, traduzione Benedetta Mondello.
Eleonora Bordonaro voce Puccio Castrogiovanni marranzano, Marco Corbino chitarra, Salvo Farruggio batteria, Michele Musarra basso. I Giudei di San Fratello, Partito dei Principini trombe: Alfredo Cracò Principì, Benedetto Cracò Principì, Salvo Cracò Principì, Salvatore Cracò Principì, Delfio Cracò Principì, Antonio Cracò Principì, Alfio Carrini, Salvatore Genovese, Franco Genovese, Antonio Reitano Cardillinu, Ciccio Nicosia Addarizza, Salvatore Nicosia Addarizza, Antonio Nicosia Addarizza, Benedetto Di Bartolo Cardillinu, Franco Di Franco Cicciareddu.

Girato al Teatro Holy Tape Studios di Catania, al Monastero dei Benedettini di Catania per il Marranzano World Festival, al Parco Horcynus Orca di Capo Peloro e per le strade di San Fratello, Messina, tra giugno 2022 e dicembre 2023.
La revisione del testo in galloitalico di San Fratello è stata curata dal professore Niccolò Bellitto, secondo il sistema ortografico ideato dal professore Benedetto Di Pietro. La cura delle trascrizioni ortografiche dei brani di Roda è del professore Giuseppe Foti, PhD in Filologia moderna. Tutti i brani sono presentati nel Nuovo sistema ortografico del dialetto galloitalico di San Fratello come è nel saggio del professore Salvatore C. Trovato, contenuto in  tarbunira – All’imbrunire, di Benedetto Di Pietro, Ed. Il Lunario, 1999, pagine 5-20).

“Roda” è un disco che dunque merita e su cui Eleonora Bordonaro punta moltissimo, dopo essersi esibita, nel marzo 2023, al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Cerimonia per la Giornata Internazionale della Donna, in diretta televisiva e radiofonica su Rai1.

Eleonora Bordonaro con il Capo dello Stato Sergio Mattarella

Dal 2008 è cantante solista dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, diretta da Ambrogio Sparagna ed è stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica, per le sue composizioni in siciliano e la ricerca sul galloitalico, vincendo anche la sezione musica del premio “Salva la tua lingua locale”, promosso dall’Unione delle Pro Loco d’Italia. Con il Parco della Musica Contemporanea Ensemble ha preso parte alle opere contemporanee “I was looking at the ceiling and then I saw the sky” di John Adam all’Auditorium Parco della Musica e al Satyricon di Bruno Maderna per il Festival Pucciniano 2022. Oltre ad aver fondato anche la Casa Museo del Cantastorie di Paternò, centro di creazione dell’arte della narrazione, producendo “L’Orlando Innamorato”, per la regia di Mimmo Cuticchio, al termine di un semestre di formazione per attori, musicisti, videomaker e scenotecnici. Una cantautrice che dunque ha già fatto parecchio e che nel futuro vedremo impegnata in altri progetti. Compreso l’album “Roda” che porterà in concerto nella prossima estate.

Guida all’ascolto di “Roda”

Capitolo 1) Il bosco, l’istinto animale

Brano: Iermanimei

I brani di questo disco sono stati ispirati per la maggior parte da esperienze vissute a San Fratello, così da un incontro notturno con un cavallo bianco è nata Iermanimei. La vicinanza con il bosco, l’identificazione dei sanfratellani con gli elementi della natura, la prossimità con gli animali selvaggi sono ben rappresentate dall’incorporazione nel costume dei Giudei scarpe di pelle, pennacchi di volpe e soprattutto di code di cavallo. Sono fauni, cavalieri, familiari con l’allevamento di animali, soprattutto i cavalli della razza autoctona sanfratellana. Vivono il bosco come estensione della propria abitazione, se ne sentono partecipi, comproprietari e guardiani. Una leggenda narra che per decreto il bosco di San Fratello appartiene ai bambini del paese. Un modo originale ed efficace di promuovere la conservazione del bosco a favore delle generazioni future.

Capitolo 2) Il paese

Brano: Pinsier

I brani, le passate, pasäri in sanfratellano, sono brani esclusivamente strumentali. Eccezionalmente Alfredo Cracò e i Principini hanno voluto associare un testo ad un brano che normalmente eseguono durante i tre giorni della Festa. I temi, comuni nella poesia sanfratellana, sono quelli delle bellezze del borgo e della passione per i riti religiosi e profani che segnano le stagioni dell’anno. Un documento autentico del suono della festa.

Capitolo 3) La goliardia

Brano: Amisg

Chi sono i Giudei? In primo luogo, parenti e amici, goliardi, gruppi di affetti che si ritrovano ogni anno per la settimana di Pasqua, per andare in giro per il paese, bere e mangiare insieme e partecipare ai riti impersonando il ruolo dei disturbatori. In sostanza è una fonte di benessere ed energia mentale che permane nel cuore tutto l’anno. Gli emigranti tornano apposta; si dice che nessun sanfratellano sia disposto ad accettare un posto di lavoro senza la certezza di poter tornare al paese a Pasqua. Magari rinunciando alle ferie estive. Né musicisti, né soldati, organizzati spesso in gruppi familiari, alla fine sono solo amici. Ma se chiedi loro le ragioni del loro essere Giudei ti rispondono semplicemente: per fede.

Capitolo 4) La festa

Brano: Giuriei

La Settimana di Passione del nostro paese a tanta gente sembra una carnevalata, con questi giudei che suonano e fanno fracasso da quando spunta il sole fino a sera. A vedere questi trombettieri che suonano motivetti dietro alla processione del Venerdì con quei cappucci e le giubbe ricamate, tutti i forestieri restano sbalorditi. E dicono che non esiste un altro luogo dove, invece di piangere e pregare, nei giorni della Passione di Gesù Cristo, sembra che si festeggi il Carnevale. Ma siccome non conoscono la verità, dobbiamo informarli su come stanno le cose per mettere fine a menzogne e cattiverie: Gesù fu messo in croce il Venerdì e nessuno al mondo poteva immaginare che il terzo giorno sarebbe resuscitato. Ma questa bella notizia ai Sanfratellani qualcuno la confidò due giorni prima e il Mercoledì riempirono le strade di Giudei che, non avendo avuto la pazienza di aspettare, anticiparono la Pasqua mettendosi a saltellare e strombettare per la gioia che resuscitava il Padreterno. E quindi le sonate dei Giudei non sono fatte per oltraggiare Morte e Passione ma nel cuore e nella mente dei Sanfratellani sono gioie per la Resurrezione. Non è vero, dunque, che combiniamo cose storte se prima di far suonare le campane ci divertiamo a far squillare le trombe!

Capitolo 5) Il costume

Brano: Culaur sgargient

I costumi rappresentano il tesoro del Giudeo di cui sono gelosissimi. Dicono che può essere toccato solo dalle donne della propria famiglia, che lo hanno cucito e ricamato. La saggezza artigianale sta nelle mani delle donne che interpretano i desideri dei Giudei selezionando i temi dei ricami e i colori. Omogenei nella struttura di base, i costumi si differenziano solo per le decorazioni e i disegni, rappresentando l’unicità dell’eroe. Ogni elemento può essere simbolo di altro, di un vizio, una virtù, un’abitudine degli esseri umani. Non c’è parte del corpo dei Giudei che sia esposta alla luce del sole.

Capitolo 6) Gli antagonisti

Brano: Umbra vaganti

Osteggiati dalle forze dell’ordine e vietati durante il ventennio fascista, i Giudei resistono nascondendosi nei boschi e sfidando l’autorità da antagonisti, da ribelli, provocatori, liberi. Eppure si raccontano e sono raccontati come i devoti più sinceri. Ad esempio, secondo una leggenda metropolitana, un gruppo di Giudei nascosti nelle campagne fuori dal paese, perché invisi alla forte dell’ordine, corsero a mettere in salvo la statua dell’Ecce Homo, abbandonata dai fedeli a causa un temporale improvviso sopravvenuto durante la processione.

Capitolo 7) La tenerezza e la cura

Brano: Ciro Zzirìan

È la buonanotte del giovane Zzirìan, perduto nell’alcol della Festa, che viene accolto, protetto e delicatamente accompagnato fino a casa da un gruppo di Giudei adulti. Così, con una rete sociale attenta e schietta, a San Fratello si custodisce il rito.

Capitolo 8) L’attesa e il desiderio

Brano: La duntanänza

Testimonianza della tenerezza femminile. Le donne stanno sul fondo ma sono silenti protagoniste, galvanizzano la vanità dei Giudei e costruiscono la convivialità. Qui vengono omaggiate con La duntanänza, una poesia d’amore della più grande poetessa sanfratellana vissuta nell’800, al tempo delle raccolte dei grandi demologi.

Capitolo 9) La terra fragile

Brano: Airàm Uoi

La Pasqua del 2010 verrà ricordata come quella della frana devastante che costrinse molti abitanti a lasciare le proprie case e trasferirsi altrove. Nell’atmosfera rarefatta della piazza della Chiesa del Convento, davanti al paese intero, i Giudei rompono il silenzio intonando la sonata detta La Disgrazziera, per ringraziare la vita e affermare che insieme si può tutto. Il testo è stato ispirato da un racconto di Fra’ Giuseppe Maggiore dell’Ordine Francescano dei Frati Minori del Convento della Madonna di Lourdes di Messina. Nel testo si fa riferimento alla consuetudine durante la processione di distribuire tra la popolazione di focacce di pane azzimo precedentemente passate sulle piaghe della statua del Cristo in croce. Le focacce, a cui si attribuiscono poteri speciali, vengono gelosamente conservate per tutto l’anno ed esposte fuori da porte e finestre in caso di maltempo ed imminente pericolo, in un affidarsi alla fede nella speranza della protezione.

“Airàm uoi”, la preghiera rock in galloitalico di Eleonora Bordonaro canta la frana di San Fratello



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