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“Ciuri i limuni”, la primavera di Francesca Incudine ha quell’aroma che sa riportare a se stessi

Musica Si conclude con un canto di rinascita, “Voci fuori dal muro”, il progetto della cantautrice ennese che ha visto fino ad ora l’uscita di tre singoli e che apre la strada ad nuovo lavoro in studio, la cui uscita è prevista nel 2024. Nel video di Raffaele Pullara, destini e storie che si intrecciano, si osservano, si riconoscono e infine si accolgono

Si conclude con “Ciuri i limuni”, un canto di rinascita, “Voci fuori dal muro”, il progetto della cantautrice ennese Francesca Incudine che ha visto fino ad ora l’uscita di tre singoli e che apre la strada ad nuovo lavoro in studio, la cui uscita è prevista nel 2024. Si tratterà del terzo disco dell’artista siciliana, che con il precedente, “Tarakè”, ha vinto la Targa Tenco 2018 per il miglior album in dialetto.

Il brano, in uscita venerdì 19 maggio, profuma di primavera. “Profuma ora l’aria, profuma la strata…”, una strada della vita che talvolta si interrompe, si perde e si ritrova. Nomadi e monadi che nel cammino solitario su una via brulla, ma soleggiata dopo la pioggia, dove tutto può ancora e di nuovo accadere, si ritrovano avvolti dal profumo di un fiore prezioso, come la zagara di Sicilia, a ricordo di un aroma che sa riportare a casa, ma ancora più nel profondo, sa riportare a se stessi. E, talvolta, per ritrovarsi è necessario il sostegno dell’amore che dà senza chiedere, dell’amore che produce frutto anche su una pianta ormai perduta ma che torna ad essere viva grazie ad altre piante che, attraverso la pratica dell’innesto, la salvano. Centrale nel testo di questo brano proprio questa immagine (in siciliano innestare è ’nzitari) “l’amuri nun passa, ti pigghia, t’abbrazza, ti veni a ‘nzitari ppi fari un ciuri i limuni…”. Il ritmo della canzone è l’incedere dei passi, del pensiero che compie mille cerchi come un sasso nell’acqua “tirasti ‘na petra ‘nta l’acqua funnuta, ristavu a taliari lu jocu a rutari”, del ricordo di ciò che è stato e del desiderio di ciò che sarà.

Nel video di Raffaele Pullara, girato al Giardino dell’Orto Botanico di Palermo, una panchina e persone con storie diverse e diversi destini passano da lì e si siedono, il tempo di un gioco, il tempo di un abbraccio, il tempo di un momento tutto per sé, il tempo per un’attesa. Destini e storie che si intrecciano, si osservano, si riconoscono e infine si accolgono. Nel video partecipano Raffele Pullara, Manfredi Tumminello, Salvo Compagno, Marco Rastelli, Germana Di Cara, Silvia Messina, Viviana Giuliano e la piccola Asia, Lucia Argiroffi, Vania Lopes, Francesca Falconi e cane Smiago, Judith Gleitze, la piccola Bianca Compagno, il piccolo Paolo Compagno, Placido Tumminello, Pia Cataldi.

Testo e musica sono di Francesca Incudine, gli arrangiamenti di Raffaele Pullara e Manfredi Tumminello. Con Francesca Incudine alla voce, nel brano hanno suonato Raffaele Pullara, mandolino e bouzouki, Manfredi Tumminello, chitarra e basso elettrico, Salvo Compagno, percussioni. La produzione audio/video è del Recraft Studio di Raffaele Pullara. L’artwork è di Toto Clemenza.

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