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Carmen Consoli, nozze d’argento col rock

Musica "Tanta vita passata e tanta a venire. Ora è tutta qui, in questo disco: "Volevo fare la rockstar" è la mia nuova alba da guardarei”. Con questo messaggio social arriva il nono album in studio della Cantantessa catanese, 25 anni esatti dall’album d’esordio “Due parole”. Prodotto da Massimo Roccaforte e Toni Carbone, al centro dell'album c’è il sogno come perfetto trait d’union fra il nostro passato, il presente ed il futuro. Concerti a Catania e Palermo a dicembre

“Albe e tramonti si alternano all’orizzonte. Tanta vita passata e tanta a venire. Ora è tutta qui, in questo disco: “Volevo fare la rockstar” è la mia nuova alba da guardare. Da me a voi”. Con questo messaggio social arriva il nono album in studio della Cantantessa catanese, Carmen Consoli, 25 anni esatti dall’album d’esordio “Due parole”, uscito per lo speciale compleanno in una versione vinile colorata da 180 grammi. Il giorno di uscita di “Volevo fare la rockstar”, il 24 settembre, era stato annunciato lo scorso 25 agosto, durante l’evento speciale all’Arena di Verona “25 anni mediamente isterici”.

In copertina una bella foto della oggi 47enne Consoli da bambina a scuola che sognava di “fare la rockstar, il tavolo della cucina era un palco perfetto, volevo fare la musica è scuotere su e giù la testa, imbracciando una chitarra vera”. Dalla Sicilia alle ovazioni di New York, con quella definizione del “New York Times” che la descrive perfettamente, “Magnifica combinazione tra una rocker e un’intellettuale… una voce piena di dolore, compassione e forza”, Carmen Consoli è un unicum nel panorama musicale italiano.

Anticipato dal nuovo singolo inedito “Una domenica al mare”, “Volevo fare la rockstar”, che esce sei anni dopo “L’abitudine di tornare”, ultimo album in studio, e tre anni dopo il live acustico “Eco di Sirene” , è un disco narrativo e attuale, con uno sguardo critico ma anche romantico sulla società e sull’uomo, di racconto e cronaca. La musica di Carmen Consoli, da anni ormai, va oltre il concetto stesso di pop e rock, sfociando anche nella miglior canzone d’autore.

Il sogno può essere un piccolo seme che germoglia diventando desiderio e il desiderio spinge a cercare le risorse e l’energia per poterlo trasformare in progetto e per mettere in piedi le azioni necessarie a realizzarlo. Al centro del racconto di questo nuovo album c’è il sogno come perfetto trait d’union fra il nostro passato, il presente ed il futuro. Un disco intenso, delicato, che pesca nel passato per recuperare un’identità ma racconta anche il presente, con le sue paure, le sue ombre, ma anche la luce di un futuro che è sempre pronto ad attenderci. Nel passato ritroviamo la nostra identità, chi siamo e cosa vogliamo diventare (“dovrai decidere la sorte di questo ricordo” canta Carmen in “L’aquilone”), “La vita è un giorno da ricordare un anno in più, nel bene o nel male” canta nel singolo “Una domenica al mare”; nel nostro presente cerchiamo “l’impegno e la coerenza” (“Armonie numeriche”) per riuscire a realizzare quei progetti, mentre la visione del futuro muove le azioni e i cuori (“Imparare dagli alberi a camminare” nasce dalla sensazione che “qualcosa di molto speciale/sta per succedere”).

Ovviamente i sogni vanno sempre d’accordo con le favole e Carmen canta: “il chiarore della luna e delle favole” ne “Le cose di sempre”; “Venere al tramonto culla un piccolo mistero interplanetario” in “Sta succedendo”, il coraggio di “affrontare l’uomo nero” in “Volevo fare la rockstar” che chiude l’album. Questo immaginario – insieme al continuo alternarsi di passato presente e futuro, di sogno impegno e progetto – è un invito a “respirare col cuore”, a “riaccendere i sogni e i lumi della ragione” (“Una domenica al mare”), a trovare la parte più autentica di sé, oltre le convenzioni e le aspettative sociali, dando voce a “Quei desideri che da qualche parte ancora aspettano” (L’aquilone).

Cartmen Consoli

Racconta Carmen che nella composizione di questo album si è sentita libera come quando ha scritto il suo primissimo “Due parole” (1996): come allora, ha trascorso del tempo in studio con il suo storico chitarrista Massimo Roccaforte (che ha prodotto il disco insieme a lei e a Toni Carbone) giocando sui suoi appunti musicali fino a raggiungere la forma desiderata. Avere Toni Carbone come fonico ha caratterizzato il disco con un suono tutto analogico, con muri di amplificatori e valvolari, mentre Pino Pischetola che lo ha missato ha conferito al lavoro la freschezza della sua visione digitale. Sono tanti gli echi di generi e ambientazioni musicali d’ogni tempo e ogni dove: i riff di basso in stile Motown di “Sta succedendo”, l’ironia di un andamento un po’ surf in “Mago magone”, il Bolero anni Trenta e le orchestre anni Cinquanta in “Le cose di sempre” e i suoni caraibici e il mood da folk singer americana in Armonie numeriche.

Il tour di presentazione dell’album sarà in Sicilia a dicembre, il 15 ed il 16 al Metropolitan di Catania, e il 17 ed il 18 al Teatro Massimo di Palermo.

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