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Alessandro Bazan. Divagante

Eventi Dal 16 luglio al 16 ottobre a Marsala la prima antologica dell'artista palermitano

Un divagare circolare fra temi, figure e stilemi del Novecento; la contaminazione dei repertori e un andamento “jazzato” per suggestioni figurative da rintracciare anche in opere del passato, non soltanto recente, che ribadiscono la centralità della pittura. S’intitola “Alessandro Bazan. Divagante” ed è la mostra a cura di Sergio Troisi che l’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala” organizza dal 16 luglio al 16 ottobre.

Bazan, La neve d'oro (2014)

Bazan, La neve d’oro (2014)

Nelle sale del Convento del Carmine saranno esposte circa 35 opere di Bazan (Palermo 1966) realizzate dal 1999 ad oggi: una prima sostanziosa antologica, inclusi numerosi inediti, che documenta oltre quindici anni di attività di uno degli interpreti di rilievo della pittura italiana contemporanea ed esponente – insieme a Francesco De Grandi (protagonista di una esposizione a Marsala nel 2014, sempre curata da Troisi), Andrea Di Marco e Fulvio Di Piazza – della cosiddetta Scuola di Palermo.
Spiega il curatore: «È anche attraverso questo sistema di rimandi che Bazan va assemblando da quasi un quarto di secolo la propria personalissima iconografia, immettendo tutti quei riferimenti nel paesaggio di una dimensione quotidiana tanto, in apparenza, risolta su un registro basso e ironico (…) quanto, in realtà, smagato, deviante, saturo di insidie e di trappole. Si tratti di scenari urbani – città inquadrate dall’alto, porti, skyline di luci notturne viste da grandi pareti vetrate – di una natura sin troppo fiorente e rigogliosa per non essere minacciosa (come Il lato oscuro), dei tanti interni dove gli elementi di arredo e gli oggetti di ogni giorno sembrano, per forza paradossale di presenza iconica, apparecchiare un teatro di spaesamenti, ogni volta questa pittura sospende il suo significato in un orizzonte percettivo limbico, in bilico»

Bazan, Le petite dejeuner (2015)

Bazan, Le petite dejeuner (2015)

Di scena a Marsala saranno dunque quelli che il curatore definisce «continui cortocircuiti tra cultura alta e bassa» che hanno caratterizzato certa produzione degli anni Novanta della Scuola di Palermo, gli anni in cui Bazan metteva a punto i propri processi figurali: segno, colore, la componente ironica, l’andamento jazzato e l’esibizione a tratti persino spavalda della gratuità dell’immagine.

Alessandro Bazan – ph Alessandro Di Giugno

Troisi sottolinea poi il tema della “contaminazione dei repertori e l’ibridazione dei generi” considerati solo il “pre-testo di una operazione condotta sul corpo stesso della pittura”. «A distanza di vent’anni o quasi dalla cosiddetta Scuola di Palermo, – conclude il curatore – è lecito riconoscere che era questo il filo che si tendeva tra Bazan, De Grandi, Di Marco e Di Piazza pur nella evidente diversità degli approcci e delle traiettorie, in una assunzione di responsabilità della pittura dinanzi al proprio tempo»
Alla mostra, realizzata con il contributo di ElenkArt, è dedicato un catalogo Glifo Edizioni. Foto di Alessandro Di Giugno e Giacomo D’Aguanno.
Vernissage sabato 16 luglio, ore 18.30.

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