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Una quieta follia

Eventi Il 9 luglio a Gibellina un monologo che accoglie in sé le poesie, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti di Sandro Penna

Massimo Verdastro

Massimo Verdastro

Giovedì 9 luglio al baglio di Stefano di Gibellina, per la XXXIV edizione delle Orestiadi, sarà messo in scena Sandro Penna. Una quieta follia spettacolo concepito come una sorta di spartito musicale, sull’onda di una forte ed empatica conoscenza che Elio Pecora, che firma il testo, ha del poeta perugino. Il monologo che ne è venuto fuori, accoglie in sé le poesie, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti. Il lavoro di Pecora, rielaborato drammaturgicamente da Verdastro, vede un Sandro Penna insonne che si racconta e rivela e, mentre riflette e confida le fonti e le ragioni della sua opera poetica, descrive le sue giornate e il tempo che ha traversato: gli anni del fascismo, la guerra, il secondo dopoguerra, la sua intera esistenza fatta di inquietudini e di stupori. In una stanza da cui ha smesso di uscire, dove sono accatastati e sparsi oggetti di ogni tipo nella confusione più totale, il poeta elenca i suoi mali, si dilunga sulle sue insonnie. Vagando nella sua stanza, ingoiando pillole, ci parla della sua infanzia difficile, dei suoi rapporti con il padre e con la madre, che ha segnato la sua esistenza, madre amorosa e crudele, traditrice e giudicante. Quindi l’incontro con l’amico che gli parlò di Rimbaud e Baudelaire, la comparsa della poesia; i dissidi interiori, la diversità ben prima di quella sessuale; l’amore intravisto, inseguito, negato; gli anni della giovinezza, gli impieghi brevi, i piccoli commerci, la sua visione della vita accolta nei versi; le sue frequentazioni e amicizie con Montale, Saba, Pasolini e Morante.

Di Elio Pecora. Regia di Massimo Verdastro; con Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi; rielaborazione drammaturgica di Massimo Verdastro; musiche originali di Riccardo Vaglini; progetto luci di Marcello D’Agostino; aiuto Regia Giuseppe Sangiorgi; assistenza tecnica Marco Ortolani; prodotto da Centro Diaghilev (Bari) in collaborazione con Compagnia Massimo Verdastro

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