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“Tra la carne e i cielo”, l’equilibrio tra la natura sensuale e spirituale di Mario Venuti

Musica Disponibile da venerdì 19 aprile l'undicesimo album in studio del cantautore siciliano, prodotto da Microclima: «Tutta una vita ho sperimentato la ricerca di un equilibrio tra la mia natura sensuale, terrena, ed una certa tensione spirituale, come una sorta di redenzione dall’inferno del mondo che ci circonda. Le canzoni di questo disco abbracciano questo tema. E in fin dei conti mi sembra di aver trovato il giusto equilibrio»

Disponibile da venerdì 19 aprile,in digitale e in fisico – e prossimamente in vinile  – “Tra la carne e i cielo”, undicesimo album in studio del cantautore catanese Mario Venuti, prodotto in proprio da Venuti attraverso il suo marchio di produzione Microclima (https://found.ee/mariovenuti_tralacarneeilcielo): «Tutta una vita ho sperimentato la ricerca di un equilibrio tra la mia natura sensuale, terrena, ed una certa tensione spirituale, come una sorta di redenzione dall’inferno del mondo che ci circonda – spiega Mario Venuti –. Le canzoni di questo disco, senza che lo avessi previsto, abbracciano questo tema. E in fin dei conti mi sembra di aver trovato il giusto equilibrio. I due aspetti, quello della carne e quello del cielo, non si escludono l’un l’altro. Possono perfettamente convivere esaltando la nostra natura umana».

Il nuovo progetto discografico, composto da 12 brani, dal punto di vista del sound, si presenta come un’evoluzione elettrificata del precedente “Tropitalia”, album di cover uscito nel 2021 che rileggeva 11 canzoni del repertorio storico italiano, vestite però di atmosfere prese in prestito dalla musica popolare brasiliana, come samba, bossa nova e forrò. La gamma di sonorità internazionalista, molto ricca e sofisticata, spazia dal pop al jazz e al blues e a molti altri generi con un occhio sempre attento al Brasile, uno dei luoghi del cuore dell’artista, e più in generale alle contaminazioni con i ritmi e i suoni di tutto il mondo, con un utilizzo di una vasta gamma di strumenti, dalla chitarra classica e elettrica al synth, dalla programmazione elettronica al basso e al tambourine, dal pianoforte al basso elettrico, dal contrabbasso alle percussioni, dal sax tenore a trombone e tromba e a agli archi declinati i  violini, viole e violoncelli. Le tematiche trattate nell’album spaziano e diverse sono molto forti, a ulteriore conferma di come Venuti sia un artista sempre capace di superare le convenzioni – musicali e non – e il politically correct spesso dilagante.

Mario Venuti, foto di Alessandro Castagna

In rotazione radiofonica, sempre da venerdì 19 aprile, il brano “Degrado”Il singolo descrive con toni sarcastici come le ragioni economiche ma anche uno sfaldamento di certi presìdi istituzionali hanno portato molte città, soprattutto ma non solo al sud, ad un grave livello di incuria e abbandono. «Ragioni economiche a cui è seguito lo sfaldamento di certi presìdi istituzionali aggiunto ad un lassismo morale generale, hanno portato molte nostre città, soprattutto al Sud, ad un livello di incuria e abbandono mai visto – racconta Mario Venuti –. La situazione ha raggiunto vette tragiche che ovviamente possono sfociare nel comico. La canzone, con sarcasmo, prova a dipingere alcuni quadretti di degrado quotidiano. Con la conclusione che il legame affettivo che abbiamo coi nostri luoghi ci fa comunque rimanere».

Nel videoclip del brano, montato e animato da Roberto Biadi, il degrado è rappresentato da uno zapping televisivo, un “blob” di immagini che raccontano astrattamente e grottescamente un mondo che non si ferma mai fatto di situazioni e relazioni tossiche tra violenza, stress, superlavoro, povertà e inquinamento.

L’immagine della cover dell’album, quella del brano Degrado” e le tre copertine dei tre brani già editi del progetto discografico, Napoli-Bahia”, Segui i tuoi demoni” e “Paradiso”, sono foto degli anni Settanta che immortalano momenti della vita di Venuti, componendo virtualmente una pagina di un album di famiglia. Con queste parole il Mario Venuti racconta la scelta della foto in copertina di “Tra la carne e i cielo” (crediti: Francesco Barrera): «In questa foto con mia sorella ritrovo tutta la gioia di due bambini immersi nel gioco divertente e pericoloso della vita. E forse è proprio il bambino, che rappresenta inconsapevolmente il ponte tra la sensualità del mondo e la purezza del cuore, l’equilibrio tra la carne e il cielo».

Mario Venuti affida anche questa volta a Tony Canto la produzione artistica dei brani (eccetto Sinfonia dei sogni infranti). Il progetto discografico è composto da canzoni originali (tranne Andiamo via, adattamento in italiano di Você não entende nada di Caetano Veloso).

La tracklist di “Tra la carne e il cielo”

Mario Venuti, foto di Alessandro Castagna

  1. Abusando. Sound internazionalista con un ritmo che rimanda all’Africa che tratta degli abusi sui minori nella chiesa con le coperture e gli insabbiamenti tristemente noti.
  1. Napoli-Bahia feat. LucarielloFabiana Martone e Neney Santos. Il brano accosta due città apparentemente distanti tra loro ma accomunate dal loro ruolo storico di dare un’identità chiara e inconfondibile alle nazioni di appartenenza. La musica, il calcio, il mare, il meticciato, la religiosità, tutto condito di samba-reggae e una cricca di napoletani con un brasiliano.
  1.  Ganimede. Tratta in maniera antiretorica il tema dell’omosessualità con un incedere quasi rap. Nel ritornello sboccia una melodia anni ’60 che ricorda Umberto Bindi, autore molto amato da Venuti.
  1. Paradiso. Soffice ballata che tocca corde emozionali per ricordarci il valore del qui e dell’ora, anziché vivere in funzione di un paradiso che verrà meglio dedicarsi a dare sostanza e valore al presente. Magnifici gli archi che sottolineano la melodia.

  1. Segui i tuoi demoni. Con questo brano Venuti continua il viaggio tra le passioni terrene e l’aspirazione al cielo che suggerisce il titolo dell’album. Sul ritmo on the road e sulle chitarre stile Sud degli Stati Uniti Venuti snocciola scampoli di disagio esistenziale intercalati da una voce che nel ritornello invita a far pace coi propri demoni interiori.
  1. Angelo negro. Manifesto di sfida al politically correct, in cui Venuti dipinge una figura mezzo angelo e mezzo uomo, ovviamente black, che racchiude virtù e debolezze dell’uomo diviso tra una esaltazione del corpo e l’ambizione di raggiungere l’estasi dello spirito, tra sacro e il profano, corpo e anima, carne e cielo (nel testo la citazione da cui prende spunto il titolo dell’album).
  1. Degrado. Il brano descrive con toni sarcastici come le ragioni economiche ma anche uno sfaldamento di certi presìdi istituzionali hanno portato molte città, soprattutto ma non solo al sud, ad un grave livello di incuria e abbandono.
  1. La lingua perduta del cuore. Ballad scritta originariamente per Nicky Nicolai e Stefano Di Battista che la incisero nel 2006 nell’album L’altalena, di cui Venuti si riappropria interpretandola col suo stile e un linguaggio pieno di metafore immaginifiche.
  1.  Metaverbale. In un mondo ormai saturo di parole spesso c’è bisogno di pause, silenzi e di un linguaggio che attraverso i gesti o il semplice movimento del corpo possa dire, anche meglio di mille parole, quello che sentiamo.
  1. Andiamo via. Adattamento in italiano di Você não entende nada di Caetano Veloso, in una versione rock blues che rievoca l’epoca della contestazione giovanile della fine degli anni Sessanta.
  1. Maria. Brano raffinato che porta la firma del Venuti più “classico”, ispirato al musical di Leonard Bernesteim West Side Story e che trova un equilibrio tra il Brasile, la New York di Gershwin e le più recenti produzioni lounge. Il testo condensa in poche parole le tribolazioni di Tony e del suo amore contrastato da tutti per Maria e della tragica fine che incombe.
  1. Sinfonia di sogni infranti. Traversie sentimentali appuntate su un diario diventano una canzone e spunto per uno slancio orchestrale, magistralmente arrangiato dal Maestro Tony Brundo in una pausa dal suo lavoro di autore di colonne sonore.

Mario Venuti ha iniziato la sua carriera negli anni ’80 a Catania con la band Denovo. Dopo otto anni, intraprende la carriera da solista e nel 1994 pubblica il suo primo disco da solista “Un po’ di febbre” e nel 1996 il secondo album “Microclima”. Nel 1997 partecipa a Sanremo Giovani con il brano “Il più bravo del reame”, preludio del disco “Mai come ieri” che ottiene un grande successo di pubblico e critica. A gennaio del 2003 pubblica l’album “Grandimprese”, anticipato dal singolo “Veramente”. Nel 2004 con il brano “Crudele”, Mario Venuti, riceve a Sanremo il Premio della Critica e il Premio Radio e Tv. Nel 2005 esce il disco “Magneti”, mentre nella cinquantaseiesima edizione del Festival di Sanremo porta, insieme agli Arancia Sonora, il brano “Un altro posto nel mondo”. Segue una tournée di un anno che sfocia nella pubblicazione dell’antologia “L’officina del fantastico” che ripercorre quattordici anni di successi del cantautore catanese e che viene presentato al Festival di Sanremo del 2008 con l’inedito “A ferro e fuoco”. Nell’ottobre 2009 pubblica l’album di inediti “Recidivo”. Nel 2011 Mario si esibisce in concerti acustici, senza accompagnatori sul palco, in tutta Italia. Nel 2012, anticipato in radio dal singolo “Quello che ci manca”, pubblica il suo settimo album da solista, “L’ultimo romantico” e nel 2014 esce con il suo ottavo disco da solista “Il tramonto dell’occidente”, un concept-album scritto a sei mani, con Kaballà e Francesco Bianconi. Nel 2016 decide di rivisitare con gli Urban Fabula in chiave Jazz i classici della canzone italiana e internazionale e canzoni del proprio repertorio, dando vita al progetto Mario Meets Jazz. Quest’anno in primavera ha pubblicato il suo nuovo album “Motore di vita”, prodotto artisticamente da Mario Venuti insieme a Seba. Il disco vanta anche la collaborazione artistica di Kaballà e la presenza del batterista jazz e arrangiatore ritmico Luca Scorziello. Tutto il disco emana un umore disteso e positivo e suona come un ripetuto GRAZIE per gli immensi doni che la vita può donarci. Dopo “Motore di vita” (2017) è la volta del decimo album “Soyuz 10 dal quale vengono estratti tre singoli: “Il pubblico sei tu”, “Ciao cuore”, e “Silenzio al silenzio”. A marzo del 2020 sul canale YT ufficiale viene pubblicata la serie “Casacasa Live Session”: una raccolta di sette live in cui l’artista ha eseguito alcuni dei suoi brani più famosi direttamente dal salotto di casa sua. Nel mese di maggio i brani sono stati pubblicati su tutte le piattaforme digitali.

Il 17 settembre 2021 è uscito “Tropitalia”, progetto nel quale Mario Venuti si diverte a giocare, diventando puro interprete, rileggendo alcuni brani popolari della canzone italiana in chiave tropicalista. Il 19 maggio 2023 è uscito “Napoli-Bahia”, il brano feat. Lucariello, Fabiana Martone e Neney Santos (etichetta Microclima, distribuzione Artist First). Il 1° luglio ha vinto il Premio Carosone 2023 “per il brano ‘Napoli – Bahia’, per il ponte tra culture per la sua carriera di chansonnier mediterraneo aperto alle contaminazioni, dai Denovo ad oggi”.  L’8 settembre è uscito il brano “Segui i tuoi demoni” (etichetta Microclima, distribuzione Artist First). Il 5 novembre, in occasione della decima edizione del Premio Pierangelo Bertoli, evento dedicato al cantautore e realizzato con la direzione artistica di Alberto Bertoli e Riccardo Benini, ha ricevuto il Premio A Muso Duro 2023 “per aver trattato nelle sue canzoni il tema dell’anticonformismo e dell’indipendenza intellettuale. Venuti si diverte a giocare, rileggere e creare brani in chiave tropicalista creando ponti culturali tra diversi mondi musicali. Dal 19 dicembre è in radio e disponibile in digitale il brano “Paradiso” (etichetta Microclima, distribuzione Artist First). Disponibile da oggi, venerdì 19 aprile, in digitale e in fisico – e prossimamente in vinile – “Tra la carne e il cielo, undicesimo album in studio del cantautore (prodotto da Microclima). In rotazione radiofonica il brano “Degrado”.

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