Eventi Ottavia Piccolo porta in scena la vera storia di Haifa, dal 10 al 15 aprile a Catania, il 16 a Enna, il 19 a Caltanissetta, dal 20 al 29 aprile a Palermo
Il lungo tour siciliano di “Occident Express”, lo spettacolo di Stefano Massini tratto da una storia vera che vede in scena Ottavia Piccolo con l’Orchestra Multietnica di Arezzo, prenderà il via martedì 10 aprile al Teatro Verga di Catania (dove replica fino al 15 aprile) per poi proseguire lunedì 16 aprile alle ore 20.30 al Teatro Garibaldi di Enna, giovedì 19 aprile alle ore 20.30 al Teatro Regina Margherita di Caltanissetta e infine dal 20 al 29 aprile al Teatro Biondo di Palermo. Nel 2015 una donna anziana di Mosul si mise in fuga con la nipotina di 4 anni: percorse in tutto 5.000 chilometri, dall’Iraq fino al Baltico, attraverso la cosiddetta “rotta dei Balcani”. “Occident Express” racconta la sua incredibile storia.
«”Rimandiamoli a casa loro”, “aiutiamoli nel loro paese”, “che ci vengono a fare qui?” Per rispondere a chi fa affermazioni del genere – dice Ottavia Piccolo – , voglio raccontare questa storia. Mi aiuta a non voltare la testa dall’altra parte. Mi metto in cammino con Haifa e dopo non sarò più la stessa».
“Occident Express” è la cronaca di un viaggio. È il diario di una fuga. “Occident Express” è l’istantanea su un inferno a cielo aperto. Ma soprattutto è una storia vera, un piccolo pezzo di vita vissuta che compone il grande mosaico dell’umanità in cammino. “Occident Express” è un frammento del nostro tempo. Ci sono cose che fai senza sceglierle, sono semplicemente loro che scelgono te. Così Haifa non sceglie di mettersi in cammino: qualcosa di più grande decide per lei, obbligandola a lasciarsi tutto alle spalle. Una donna coi capelli bianchi costretta a tagliare il filo della sua esistenza, mettendosi alla ricerca. Di cosa? Chissà. Di una meta. Di un approdo. Forse solo di un posto dove fermare le gambe. Un tempo sua sorella le diceva “Tu Haifa sei nata per star ferma”, e lei faceva sì col mento. Adesso fuggire è tutto. Dalle terre aride di Hulalyah, nel nord dell’Iraq, risalendo l’Europa fino ai ghiacci del mar Baltico, Haifa strappa coi i denti una tappa dopo l’altra, ogni volta morendo, ogni volta nascendo, ogni volta scoprendo qualcosa degli altri e di sé. Un’odissea del Terzo Millennio. Un racconto spietato fra parole e musica, senza un solo attimo di sosta: la terribile corsa per la sopravvivenza.
«Conobbi la storia di Haifa Ghemal nel marzo 2016- scrive StefanoMassini – . Un importante quotidiano europeo mi propose di scrivere un pezzo sul suo viaggio al tempo stesso agghiacciante e formidabile. Il contatto con questa cronaca fu in effetti impressionante: un concentrato inaudito di violenza, tenerezza, terrore e umanità, in un crescendo senza fine. Trovai che nella storia di questa anziana donna ci fosse molto del nostro tempo: la gratuità del male, l’onnipotenza del danaro, l’irrompere sulle nostre strade di una forza incontrollabile per lungo tempo sconosciuta all’occidente: la lotta per la vita. Haifa si mise in viaggio con niente di più che una bambina al collo, intercettando sul suo cammino le esistenze di altri forzati nomadi del 2015, in primo luogo i figli di un pastore e una ragazza sfregiata, tutti come lei sospesi come a un filo su un abisso ingordo. E come nei grandi cicli epici, anche in questa storia si guarda più volte in faccia la morte, al punto da imparare perfino a conoscerla, trovando nei suoi agguati la cifra – segreta eppure esplicita – della bestialità umana. Dalla storia di Haifa Ghemal ho tratto quindi questo racconto, trattando la realtà dei fatti come un terreno fertile da cui far sorgere la pianta verde di un’epica moderna. Come i cantastorie di un tempo, ho usato la cronaca per costruirvi sopra un edificio, affinché una piccola storia divenga il paradigma di un’epoca intera. La mitologia è questo, in fondo. E il viaggio di Haifa si aggiunge, credo, a quella lista di miti davanti a cui ogni Omero chinerebbe la testa: sono leggende già pronte, impossibile non dargli forma scritta».
OCCIDENT EXPRESS
(Haifa è nata per star ferma)
di Stefano Massini
Con Ottavia Piccolo e l’Orchestra Multietnica di Arezzo
Gianni Micheli clarinetti e fisarmonica; Massimo Ferri oud, cümbüs, bouzouki, chitarra; Luca Roccia Baldini basso e contrabbasso; Mariel Tahiraj violino; Leidy Natalia Orozco viola; Maria Clara Verdelli violoncello; Massimiliano Dragoni salterio e percussioni; Enrico Fink flauto
uno spettacolo a cura di Enrico Fink e Ottavia Piccolo
direzione musicale Enrico Fink
disegno luci Alfredo Piras
produzione Teatro Stabile dell’Umbria, Officine della Cultura