Eventi Al Biondo di Palermo, dal 21 al 31 maggio, Ottavia Piccolo illustra l’esistenza quotidiana di Anna Politkovkaja, la giornalista russa uccisa per le sue inchieste sui retroscena del potere
Ottavia Piccolo interpreta la giornalista russa Anna Politkovkaja nello spettacolo “Donna non rieducabile” di Stefano Massini, in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo dal 21 al 31 maggio. Lo spettacolo, diretto da Silvano Piccardi, è prodotto da “La Contemporanea”. Le musiche originali per arpa sono composte ed eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi. Stefano Massini, neo consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano e autore della Lehman Trilogy, l’ultimo spettacolo messo in scena da Luca Ronconi, ha scritto “Donna non rieducabile” adattando in forma teatrale brani autobiografici ed articoli di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa per le sue inchieste sui retroscena del potere.
«La mia idea – spiega l’autore – era di trasformare drammaturgicamente questi materiali lavorando sullo scatto d’istantanea, ovvero sulla sequenza immediata, sul flash che coglie un dettaglio e dalla somma di dettagli ricava l’insieme. Non ho voluto raccontare la storia di Anna, non mi interessava. E neppure mi interessava farla raccontare ad altri personaggi. Il mio unico obiettivo era restituire dignità teatrale a una sensazione che mi aveva colpito nel primo avvicinamento ai testi della Politkovskaja: la loro feroce immediatezza. La loro portata fotografica».
Il monologo illustra l’esistenza quotidiana della Politkovkaja attraverso una ventina di quadri o “istantanee”, che mostrano i diversi momenti della sua vita e del suo lavoro, il più delle volte coincidenti, come per chi ha scelto con amore devoto un mestiere e per quest’ultimo vive e lotta fino alla morte. È attraverso quelle stesse immagini impresse nel ricordo vivo della giornalista che i suoi pensieri, il suo punto di vista, le sue paure, la sua forza, le sue emozioni vengono restituite da Ottavia Piccolo, con un’obiettività spiazzante, che si mette a servizio di Anna così come quest’ultima lo era stata del suo mestiere.
«Un mestiere – spiega il regista Silvano Piccardi – che le costò la vita per aver utilizzato uno sguardo aperto, lontano da ogni qualsiasi forma di compromesso, su quanto avveniva nel suo paese, partendo dalla Cecenia per arrivare ai momenti più terribili della recente storia russa, dalla strage al Teatro Dubrovka di Mosca a quella nella scuola di Beslan».
Anna Politkovskaja è diventata simbolo di tutte quelle bocche messe a tacere e di quelle menti oneste ritenute ostili da sistemi politici antidemocratici e violenti. Un esempio di resistenza delle menti. E Ottavia Piccolo ha dato voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e anche all’ironia di questa donna indifesa e tenace, con il rigore e l’intensa partecipazione di una attrice che in quei valori di libertà si identifica fino in fondo.