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Non solo noir, quella sottile linea tra giallo e realtà

Libri e Fumetti Da Catania arriva “Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria” pubblicato da Delos Digital. A firmarlo Maria Elisa Aloisi e Santino Mirabella, scrittori entrambi ma soprattutto avvocato la prima e giudice il secondo che hanno scritto un manuale per sceneggiatori di thriller e di polizieschi che vuole puntualizzare le regole della precedura penale che si contrappongono alle licenze letterarie

«Amici scrittori di gialli e noir stiamo per darvi una pessima notizia: in Italia il mandato d’arresto è morto nel 1989». Comincia così il manuale “Guida pratica per scrittori sulle procedure di polizia giudiziaria” pubblicato da Delos Digital. A firmarlo due esperti, Maria Elisa Aloisi e Santino Mirabella, scrittori a loro volta, che coi codici di procedura penale ci vanno a braccetto per via della loro professione. La lentinese Elisa Aloisi infatti è avvocato penalista del Foro di Catania e si è occupata di importanti cause. Nel 2021 ha vinto il Premio Alberto Tedeschi e il suo romanzo, “Il canto della falena”, è stato pubblicato nella collana Il Giallo Mondadori. È anche vincitrice della quinta edizione del progetto di talent scouting “A caccia di storie” organizzata da Book on a Tree, Lucca Comics & Game, Battello a Vapore e Amref Africa. Santino Mirabella è giudice penale al Tribunale di Catania e presidente dell’associazione culturale Efesto con cui organizza l’omonimo premio letterario. Nel 2022 ha fatto il suo esordio nel mondo del giallo col romanzo “Un futuro da ricordare” (Europa Edizioni). Il giudice Mirabella ha anche ricostruito l’errore giudiziario di cui fu vittima Lelio Luttazzi a cui ha dedicato il libro “L’illazione” (Dario Flaccovio Edizioni).

Due esperti delle parole e delle procedure legali, insomma, che hanno messo insieme le proprie competenze e hanno dato vita a questa guida che, oltre ai colleghi scrittori si rivolge anche e soprattutto a sceneggiatori di thriller e di polizieschi, chiarendo fin da subito che il mandato di cattura “È deceduto da trentaquattro anni, quando è entrato in vigore il nuovo codice di procedura penale. Lasciamolo riposare in pace. Le brutte notizie però non si fermano qui: 1) Il mandato di perquisizione non esiste. 2) Il mandato di sequestro nemmeno. Negli Stati Uniti esistono. Lì sì, entrambi.
In Italia no, quello di perquisizione e di sequestro si chiama “decreto”, non mandato. L’utilizzo improprio del termine “mandato” è solo uno degli errori più ricorrenti che si leggono tra le pagine di narrativa crime.  Errori di questo tipo purtroppo rischiano di compromettere un’intera storia, pur se ben congegnata.
Uffa, quante regole! È vero. Però c’è anche una buona notizia, voi non siete noiosi burocrati, siete scrittori, gente in grado di rivoltare le cose a proprio vantaggio.
Sì, anche gli errori”.

Con stile affabulatorio, proprio di chi con le parole è aduso a lavorarci, i due autori snocciolano nozioni di uso comune nella fiction e nei romanzi dove spesso si fa confusione di ruoli e metodi investigativi, al punto da sconvolgere anche ruoli e gradi.

L’avvocato Aloisi chiarisce dunque in maniera inequivocabile il ruolo del Pubblico ministero e della Polizia giudiziaria e fornisce anche l’elenco completo dei gradi gerarchici nell’Arma dei Carabinieri e nella Polizia, con le varie differenziazioni: qui il maresciallo, là l’ispettore, qui il capitano, là il commissario, qui il generale, là il questore. Si sofferma poi nei vari capitoli sulla notizia di reato, chiarendo la differenza tra denuncia e querela; sulla scena del crimine e cosa bisogna fare; sulle scene forensi e l’identificazione del cadavere.

Maria Elisa Aloisi

Il giudice Mirabella nel capitolo “Le persone informate sui fatti” spiega in dettaglio che essi “sono coloro che sanno qualcosa (o potrebbero sapere qualcosa) su quel che è accaduto. Per ascoltarli a volte occorre un atto formale (delega del Pubblico ministero alla Polizia giudiziaria, subdelega etc.), ma spesso ci si muove per vie meno formali. Nelle fiction le vie informali sono le predilette: l’inquirente (investigatore, poliziotto o carabiniere che sia) segue il suo fiuto che, spesso, gli permette di superare le pastoie burocratiche con abili mosse del cavallo. Le pastoie sono quasi sempre legate alla ottusità del magistrato di turno, artatamente legato al formalismo neutro e quindi privo del “fiuto” del poliziotto. Racconta poi un episodio personale, paradigmatico di tale questione: “Una volta, in una tavola rotonda al Salone del Libro di Torino, mi sono confrontato proprio con Carlo Lucarelli, creatore (tra gli altri) anche dell’ispettore Coliandro, e gli sottolineai questo aspetto un poco caricaturale; mi disse che è una necessità narrativa per creare difficoltà all’azione del poliziotto, che così si dovrà muovere da solo nell’ostilità del contesto, ma supportato dalla empatia del lettore/spettatore”.

Santino Mirabella

Il manuale continua con altri capitoli, tra cui “I mezzi di ricerca della prova”, “L’attività di indagine”, “Mi avvalgo nella facoltà di non rispondere”, “Esiste la libertà su cauzione?” e altri capitoli ancora che oltre a rendere la lettura interessante, forniscono nozioni utilissime, ma vorremmo dire indispensabili, per scrivere polizieschi senza commettere errori e strafalcioni che rendono inverosimile l’intera architrave narrativa e disorientano il lettore/spettatore.



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