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Lei disse si

Eventi Lunedì 26 gennaio un'anteprima del Sicilia Queer Festival di Palermo con le protagoniste del film che ha vinto l'ultima edizione del Biografilm festival di Bologna

Continua il percorso verso la quinta edizione del Sicilia Queer (che si svolgerà a Palermo dal 25 al 31 maggio 2015): ospiti del Festival saranno lunedì 26 gennaio alle ore 21 al Cinema De Seta dei Cantieri Culturali alla Zisa le protagoniste e la regista di Lei disse sì, il film che ha vinto l’ultima edizione del Biografilm festival di Bologna. Ingrid Lamminpää e Lorenza Soldani sono due ragazze che hanno deciso di coronare il loro amore sposandosi: hanno creato un blog tra i più seguiti di internet e fatto del loro matrimonio una questione pubblica. Maria Pecchioli ha diretto questo film, che sta girando con successo tutta Italia e che s’inserisce in un dibattito di estrema attualità come quello dei matrimoni omosessuali. “La nostra ostinata presenza al Cinema De Seta vuole essere il segno che occorre immediatamente riaprire un dibattito su quello spazio”, commenta il direttore artistico Andrea Inzerillo. “Siamo felici di accogliere le protagoniste di questo progetto che si posiziona a cavallo tra il cinema e il dibattito pubblico, un confine nel quale ci sentiamo particolarmente a nostro agio”. Il film sarà presentato anche al Multisala Iris di Messina domenica 25 gennaio alle ore 21, sempre alla presenza delle tre e in collaborazione con il Sicilia Queer filmfest.

SINOSSI. Un progetto d’amore ad alto valore sociale e politico: due donne decidono di rendere pubblico il loro giorno più bello, anche se sanno che così facendo si esporranno all’incomprensione di un Paese, l’Italia, dove il matrimonio omosessuale non è ancora riconosciuto. Dal loro seguitissimo blog nasce questo film, che racconta le avventure di due promesse spose fino al fatidico sì. E che non è solo la storia tenera e divertente dei preparativi per una cerimonia italo-svedese, tra una festa di fidanzamento in Toscana e la conta delle porzioni di aringhe. È una denuncia contro la grave arretratezza italiana in materia di diritti civili, e un modo per indicare la direzione giusta: la strada fino a quella cerimonia nei boschi, a quella famiglia allargata riunita senza pregiudizi attorno alla realtà dell’amore.

 

 

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