Un pellegrinaggio. Di uomini e di narrazioni. Né più né meno. Alla ricerca del rapporto tra gli uomini, al di là delle differenze di pelle, di razza,
Un pellegrinaggio. Di uomini e di narrazioni. Né più né meno. Alla ricerca del rapporto tra gli uomini, al di là delle differenze di pelle, di razza, di lingua. Una sorta di ideale ricongiungimento tra Oriente ed Occidente, oltre ogni battaglia. Il puparo e cuntista Mimmo Cuticchio, nell’anno in cui ha compiuto settant’anni, ha chiamato gli amici artisti – poeti, narratori, attori, cantanti, musicisti – e li vuole condurre a Roncisvalle, sulla piana dove, leggenda vuole, caddero Orlando e settanta paladini, trucidati dai saraceni. E a fianco del pubblico che seguirà gli artisti – saranno tanti, riempiranno di voci, suoni e musiche il tragitto che da Saint-Jean-Pied-de-Port porta verso Ibañeta, nella piana sui Pirenei, al confine tra Francia e Spagna – si schierano dodici Pari, uomini di cultura che hanno voluto segnare il cammino. I dodici Pari sono: Lara Albanese (astrofisica), Giuseppe Barbera (agronomo), Giuseppe Bucaro (sacerdote), Corrado Bologna (filologo), Mimmo Cuticchio (oprante/cuntista), Caterina Greco (archeologa), Valeria Patrizia Li Vigni (antropologa), Beatrice Monroy (scrittrice), Gianni Puglisi (professore), Giuliano Scabia (poeta), Marino Sinibaldi (giornalista) e Sebastiano Tusa (archeologo del mare).
Un progetto grandioso, un Cammino che incrocia quello di Santiago de Compostela, e continua verso il teatro della battaglia, dove Cuticchio affronterà “La canzone di Orlando”. Il viaggio inizierà il 26 luglio alle 11 con la parata degli attori/narratori da porta San Giacomo al mercato di Saint-Jean-Pied-de-Port; “Tra pupi figure e cunti” raccoglie spettacoli nello spazio del mercato. Il 27 luglio il gruppo si metterà in cammino dal rifugio Orisson verso Roncisvalle, tra valli, sentieri, alberi, ruscelli; qui gli artisti racconteranno storie tratte dalla “Chanson de geste” con un unico obiettivo: la convivenza pacifica tra i popoli e l’annullamento di ogni frontiera. Si continuerà sabato 28 verso il Monastero Itzandegia e negli spazi esterni attorno al piano della Collegiata; l’ultima tappa domenica 29 luglio, per raggiungere Ibañeta (Puerto de Ibañeta in spagnolo o Col de Roncevaux in francese), ovvero il passo sui Pirenei in territorio spagnolo, dove avvenne la battaglia e dove è l’unica lapide che ricorda la caduta di Orlando, 1240 anni fa. Con Cuticchio, il pupo Francesco, che richiama il santo poverello, e che Papa Francesco ha benedetto poche settimane fa, affidandogli idealmente il suo messaggio di pace.
«La leggendaria battaglia di Roncisvalle, la cui realtà storica è stata trasfigurata in Occidente dalle Chansons des geste e trasmessa dalla tradizione orale. Il nobile gesto del paladino Orlando, devoto al suo imperatore Carlo Magno, che decide di sacrificare la propria vita in una battaglia che non può vincere, ma che va combattuta comunque per senso del dovere: tutto questo rappresenta per noi l’ideale della “Straziante meravigliosa bellezza del creato”, sottotitolo del nostro festival di teatro di figura, preso in prestito da Pasolini. Nel cammino da Saint-Jean-Pied-de-Port verso Roncisvalle, gli spettatori si uniranno alla nostra carovana in una sorta di pellegrinaggio teatrale, che avrà dei momenti di spettacolo lungo la strada principale del comune francese, nello spazio meglio conosciuto come “il mercato” e poi lungo il sentiero che sfocerà in aperta campagna, tra alberi, ruscelli, salite e discese. Come in un puzzle che si compone, tappa dopo tappa, si ascolteranno i racconti degli attori-narratori che hanno partecipato al laboratorio sulle pratiche del narrare cominciato a Palermo. Alla fine del loro pellegrinaggio, gli attori/narratori giunti al Monastero Itzandegia della Coleggiata incontreranno “Dodici pari”: uomini e donne di cultura che in questi anni si sono cimentati in un esemplare percorso di tutela dell’ambiente e del patrimonio dell’umanità. Gli artisti e gli intellettuali lavoreranno in sinergia, in modo da stabilire un contatto autentico con il territorio e con il pubblico, fuori dai modelli e dai luoghi canonici dello spettacolo. Il senso profondo di questa esperienza, racchiuso nella fede di un ideale, coincide con la bellezza della natura, con il mistero dell’universo, della vita stessa e rifugge dai motivi che alimentano le guerre e da tutte le etichette, anche religiose, che limitano il benessere e la crescita spirituale degli uomini». Mimmo Cuticchio