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Il bourbon di Giovanni Coppola e il castello di Mario Cunsolo nella prima copertina, tutta siciliana, del 2024

I consigli di lettura fino al 29 gennaio

Blog Dopo la sosta per le festività di fine 2023 e inizio 2024 torna "Massimo Volume", il blog bimensile di consigli per chi non sa fare a meno di leggere

Eccoci tornati con la nostra rubrica bimensile dedicata ai consigli per la lettura. Per le settimane che procedono fino a lunedì 29 gennaio, in copertina due capolavori firmati da due catanesi doc, pubblicati ambedue da Algra, la casa editrice fondata da Alfio Grasso, tra le più prolifiche del territorio dell’elefante, che mette sotto contratto e lancia per il 2024 i già assodati Giovanni Coppola e Mario Cunsolo i quali narrano tra il politicamente scorretto e una società alla deriva, la necessità di adeguarsi, tra paradossi, verità e colpi di scena che scuotono l’animo del contemporaneo.

Storia di scienze per Armando Editore con ben quattro titoli: Sociologia della nostalgia” di Fred Davis, “Il Burnout dei genitori. Come evitarlo e come uscirne” di Moira Mikolajczak e Isabelle Roskam, “Autismo e istruzione. Come la vedo io: quello che genitori e insegnanti devono sapere” di Mary Temple Grandin e “Giovanni Gentile: la pedagogia, la scuola” (nuova edizione) di Giuseppe Spadafora e Marco Antonio D’Arcangeli. Anche Il Saggiatore piazza la sua terna con “La felicità è nel giardino. Una guida letteraria” di Guido Davico Bonino, “Sul naso. Una storia culturale” di Caro Verbeek, mentre di diversi autori sono le “Fiabe coreane” e in ricordo del compianto intellettuale della canzone italiana Luigi Tenco, “Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste”. 

Marcella Formenti per i tipi di Morellini, con “La morte della romanziera”, ci racconta di una signora della Palermo degli anni ’50 che vi sorprenderà a scoprire di chi trattasi. John Connolly con “I senza nome” Chuck Wendig con “Il libro delle cose sconosciute” fanno doppietta in casa Fanucci Editore. Susanna Trossero con “Il male d’amore”, (Graphe.it) e Biagio Bagini con “Odio Gershwin”, (Oligo) inquietano ed esaltano per due tra le maggiori stimolazioni di sentimento: il cuore che batte e il genio della musica. Chiudono i nostri consigli il nuovo arrivo in casa della sarda Arkadia, “Erano gli anni” di Daniele CongiuChiara Cannito ed Elisa Cesari con “La pozzanghera illusa d’essere cielo” per Giazira e Anna Metcalfe con “Crisalide” e il giovane Daniele Pasquini con “Selvaggio Ovest” per NN Editore. Questi solo alcuni titoli… e non abbiamo dimenticato i flashback delle prime due settimane di gennaio, dove autrici e autori del calibro di Viola Di Grado, Luca Ragagnin, Sara Marini ed Egidio Cutillo, Davide Orecchio, Julian Barnes, Giulia Corsalini, Elena Loewenthal e Atsuhiro Yoshida, sono tornati con nuovi eccellenti titoli.

Scegliete bene, scegliete di leggere!



I titoli pubblicati dall’inizio dell’anno

Libro copertina “Bourbon in un giro di blues” di Giovanni Coppola, Algra

Un pub è un microcosmo che ospita destini diversi. Così è il Charlie Brown, il posto dove Felix prepara i suoi cocktail e dove Manero, il professore, e Cirino, con i suoi sodali, trascorrono le serate. È lì dentro che i loro inferni si incrociano, tra le scorie degli anni di piombo, i frammenti di un amore scorbutico e l’algebra della malvivenza. A fare da cornice Catania con le sue trame di mafia, chiusa dentro un patto tossico di connivenze e convenienze che avvelena la città.

Giovanni Coppola

Giovanni Coppola

L’autore
Giovanni Coppola è nato a Catania e ha vissuto qua e là. Ama la birra fredda, il whisky torbato, i libri e quel genio di Celine. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia, scritto in riviste come Box e Sotto il Vulcano. Ha pubblicato i volumi Il Cavaliere, l’elefante e il Leviatano e L’estasi della Menzogna, vincitore del Premio Letterario Fortunato Pasqualino. È autore dell’opera teatrale Morte di un giudice, omaggio a Rocco Chinnici. Non sa dove morirà. Nel 2022 si impone nella sua terra ricevendo il Premio della Critica col romanzo d’esordio “Una comune storia sbagliata“. È innamorato dei suoi tre figli e da buon catanese non conosce altri colori che quelli del Calcio Catania.

Viola Di Grado, Marabbecca, La nave di Teseo

Ambientato in una Sicilia asfittica e mitologica, solcata da cieli accecanti e ceneri nere, Marabbecca è un romanzo visionario che pone domande cruciali sull’identità: sul significato dell’io e dell’altro, e sulle collisioni che raccontano chi siamo davvero. Il romanzo racconta l’incidente di Clotilde e Igor, un pomeriggio di fine estate, dopo essersi lasciati. Lei rimane ferita, lui finisce in coma. Mentre è al capezzale di Igor, Clotilde inizia a ricevere visite della ragazza responsabile dello schianto, una fragile studentessa di ornitologia di nome Angelica, e tra loro nasce un rapporto indecifrabile e intenso. Quando Igor sì sveglierà dal coma – cambiato eppure immutato nella sua indole violenta – la sua presenza rosicherà l’equilibrio delle due donne.

Davide Orecchio, Lettera a una fanciulla che non risponde, Bompiani

Un romanzo al tempo stesso moderno e arcaico, una lettera d’amore ai tempi delle intelligenze artificiali. LB è un lovebòt: un robot in grado di provare sentimenti e dare piacere. Ma quando Livia lo affitta, prima per qualche ora, poi per un fine settimana, poi per un tempo molto più lungo LB inizia a provare per lei qualcosa di inaspettato: qualcosa di «naturale». Così quando Livia si ammala LB non accetta che lei non abbia più bisogno di un lovebòt ma di un cùrabot: non può cambiare perché non è programmato per questo e finisce per essere mandato via. È a questo punto che, nella solitudine abissale di un mondo apocalittico e dimentico del valore di simboli e parole, che LB sceglie un antico strumento umano per restare in contatto con Livia: la carta e la penna attraverso cui le scriverà di sé, dei trent’anni trascorsi al suo fianco, di tutto ciò che è accaduto e che solo lei può conservare perché è dotata di memoria.

Julian Barnes, Elizabeth Finch, Einaudi

Il racconto segue la figura affascinante e anticonvenzionale di Elizabeth Finch, insegnante del corso di Cultura e civiltà al college, la cui personalità carismatica e le idee penetranti influenzano profondamente gli studenti. Uno di loro, Neil, condivide la sua storia, caratterizzata da insuccessi e fallimenti matrimoniali. Nonostante ciò, la prima lezione con Elizabeth ha segnato un momento di rivelazione per Neil che si sente finalmente nel posto giusto. Elizabeth incarna il pensiero libero e coinvolge gli studenti in un processo socratico di collaborazione, stimolato dal suo carisma. Il racconto esplora aspetti come la Creazione, l’amore, il pensiero unico e altre sfere del sapere e del sentire, antiche e moderne. Neil, affascinato dal metodo critico di Elizabeth, si dedica a un progetto incompiuto su Giuliano l’Apostata, l’ultimo imperatore romano non cristiano. Decenni dopo il corso, Neil esplora la vita e le idee di Elizabeth, alla ricerca di verità mai svelate, riflettendo sul legame tra artificio, rigore e verità, come insegnato dalla sua stimata maestra. Traduzione di Susanna Basso.

Giulia Corsalini, La condizione della memoria, Guanda

Questo romanzo narra la storia di un borgo nel centro Italia, dove le tracce del passato sono presenti in edifici eleganti abbandonati, giardini in penombra e strade deserte. La madre di Anna, che vi ha vissuto da bambina, fa ritorno con la figlia per trascorrere una vacanza nella loro vecchia casa. Durante questo ritorno, salendo la scala di pietra, le riaffiorano i drammi sepolti di un’intera esistenza. Le due donne vengono accolte da Luca, il proprietario di un antico palazzo, una figura singolare capace di suggerire una nuova prospettiva di futuro. L’autrice, Giulia Corsalini, esplora i confini della grande letteratura, trasformando il tempo sospeso del borgo in uno spazio mitico dove passato, immaginazione e presente e conducono a un esito inaspettato. In questo romanzo è presente l’eco delle opere memorabili di Sebald e delle poesie di Brodskij, in un’esplorazione della memoria e dei legami umani che resistono al tempo.

Elena Loewenthal, Breve storia (d’amore), Einaudi

Il testo celebra l’ebraico come una lingua antica e contemporanea, caratterizzata dalla sua bellezza, asprezza e occasionalmente dolcezza. Scritta con caratteri diversi da quelli latini, senza vocali e letta da destra a sinistra, l’ebraico è la lingua della Torah, persistendo attraverso i secoli senza mai morire. Ha costantemente accompagnato la vita degli ebrei, essendo conosciuta, amata, letta e scritta. La stragrande maggioranza della letteratura ebraica nei secoli è stata composta in ebraico, con milioni di parole pronunciate quotidianamente nelle sinagoghe e nelle scuole. Queste parole risuonano ancora nelle lingue che parliamo e testimoniano la pervasiva influenza e duratura presenza dell’ebraico nella cultura ebraica.

Atsuhiro Yoshida, Buonanotte Tokyo, Edizioni e/o

Il romanzo segue le vicende di diversi personaggi nella notturna Tokyo contemporanea, una città più malinconica rispetto al passato glorioso degli anni Ottanta. Tra questi personaggi ci sono il detective Shuro che indaga sul proprio passato, Eiko, una ragazza di provincia che fa la sua prima esperienza cinematografica, il tassista notturno Matsui alla ricerca di un ricordo legato a una donna nella sua vettura blu, il distributore di giornali Kōichi, esperto di corvi urbani, e la sua fidanzata riluttante Mitsuki, che fornisce attrezzature per film. Ognuno di loro è un individuo gentilmente indaffarato, pratico e sognatore, in cerca del tassello mancante per completare la propria vita. Le loro storie quotidiane si intrecciano in atmosfere sospese e oniriche, attraverso ricerche, incontri casuali, pensieri e conversazioni. Non sono eroi né criminali, ma esseri umani che cercano di affrontare la routine quotidiana con occhi diversi, intrappolati in una calma apparente che nasconde una speranza paziente. Molti di loro hanno perso qualcuno e sperano di ritrovarlo. Il romanzo costruisce le piccole storie quotidiane di questi personaggi, mantenendo il lettore sospeso fino alla fine, chiedendosi se tutti i pezzi combaceranno o se gli equilibri raggiunti si scioglieranno nel flusso degli eventi nella grande città. Traduzione di Costantino Pes.

Sara Marini ed Egidio Cutillo (a cura di), Architetture di carta e grandi rivolgimenti. Raccontare e non solo, Quodlibet

Il libro esplora il ruolo delle teorie come modalità di osservazione e interpretazione della realtà, focalizzandosi sul concetto di racconto nel contesto delle architetture di carta e dei grandi cambiamenti sociali. Proveniente dall’unità di ricerca Tedea dell’università Iuav di Venezia, il progetto «Raccontare e non solo» analizza il modo in cui libri e strumenti di narrazione affrontano la sfida di raccontare il tempo presente e il futuro. Il volume, strutturato in forma antologica, raccoglie e commenta brani di opere che hanno segnato un punto di svolta nelle diverse direzioni della teoria del progetto. L’obiettivo è individuare gli orientamenti futuri ed evidenziare il contributo delle architetture di carta nei cambiamenti significativi dello spazio sociale e delle direzioni del territorio. Sottolinea l’importanza della narrazione come forma essenziale per dare significato a oggetti, scienze e tecniche, evidenziando come il progetto stesso sia intrinsecamente una forma di racconto, i cui strumenti non sono prevedibili e spesso si basano anche sul linguaggio verbale.

Luca Ragagnin, Un solco senza seme, Miraggi

Pause e bianchi di esistenza, voragini di anni tra una riga e la successiva, per trovare una rima (o un significato) possibilmente non troppo scontati. Questo libro riunisce materiali introvabili e inediti. Questi materiali hanno gli a capo, si tratta di scritture con gli a capo (ma non tutte); queste scritture sono poesie, testi teatrali, filastrocche e testi per canzoni, prose, scritti tra il 1988 e il 2023.

Chiara Cannito e Elisa Cesari, La pozzanghera illusa d’essere cielo, Giazira

Insieme si va più lontano. E col passare del tempo si diventa anche più luminosi, vivaci, più vitali! Da soli, invece, l’unico destino è quello di appassire lentamente come un fiore sotto il sole cocente. O come la pozzanghera protagonista di questo albo illustrato, che consegna a grandi e piccoli un messaggio importante: apritevi agli incontri e alla curiosità, esplorate il mondo e amatelo così com’è. Amate e accettate gli altri e voi stessi. E diventerete una splendida parte del tutto.

Fred Davis, Sociologia della nostalgia, Armando

Pubblicato nel 1979, “Sociologia della nostalgia” si allontana dalle tradizionali analisi mediche che avevano occupato il campo negli ultimi duecento anni per configurarsi come il primo studio di sociologia delle emozioni nei confronti di un sentimento che svolge precipue funzioni individuali e collettive. Pubblicato per la prima volta in lingua italiana, questo lavoro dimostra come l’interesse sociologico per la nostalgia sia giustificato dal ruolo centrale di quest’ultima nella formazione e nel mantenimento del Sé, nella gestione dei passaggi di status durante il ciclo di vita e nella costruzione e nel mantenimento del senso di identità collettiva di un’intera società. Attraverso un dialogo con alcuni autori classici della sociologia (Schütz, Mead, Blumer, Simmel), Fred Davis pone le basi seminali per quelle che saranno le future ricerche sulla nostalgia nell’ambito delle scienze umane e sociali. Al crocevia tra gli anni ’60 e ’70, in un momento di violenti cambiamenti socioculturali, Davis annuncia il “boom della nostalgia”: un fenomeno che troverà le sue radici e il suo futuro nella nascente società postmoderna dello spettacolo e dei consumi.

Moira Mikolajczak e Isabelle Roskam, “Il Burnout dei genitori. Come evitarlo e come uscirne”, Armando

Dedicato al grande pubblico e non solo agli specialisti, questo libro illustra tutto ciò che dovremmo sapere sul burnout dei genitori oggi. Il testo offre un duplice approccio scientifico e pratico: si basa sullo studio delle autrici sul burnout genitoriale (Mikolajczak e Roskam hanno condotto una ricerca scientifica unica nel suo genere, durata sei mesi e basata su un campione di ricerca di 3.000 genitori) e sulle loro esperienze personali (entrambe sono madri e una di loro ha sperimentato il burnout genitoriale). In uno stile molto chiaro e accessibile, con esempi di situazioni quotidiane, il libro si rivolge a tutti i genitori esausti che cercano di capire meglio cos’è il burnout genitoriale, quanto sono vicini (o lontani) da esso, come uscirne e/o come evitare che si ripeta. Il presente lavoro evidenzia i fattori di rischio che possono portare al burn-out, fornendo molti consigli e strumenti per i genitori che rischiano di sentirsi sopraffatti.

Mary Temple Grandin, Autismo e istruzione. Come la vedo io: quello che genitori e insegnanti devono sapere, Armando

In questo nuovo libro, l’ormai celebre dottoressa Mary Temple Grandin affronta i problemi reali che genitori, insegnanti e bambini devono affrontare ogni giorno. In un manuale conciso e chiaro, l’autrice illustra tecniche e strumenti efficaci nel campo dell’educazione, relative a tematiche come: l’importanza dell’intervento precoce, lo sviluppo del talento, la motivazione a beneficio degli studenti, l’insegnamento di diversi tipi di pensiero. In queste utili pagine, la dottoressa Grandin offre consigli, strategie pratiche e suggerimenti da provare, tutti basati su ricerche approfondite e sulla sua esperienza diretta. La dottoressa Grandin sostiene infine che l’educazione dei bambini nello spettro autistico deve concentrarsi sui loro punti di forza, spesso trascurati, per promuovere il loro contributo unico al mondo.

Giuseppe Spadafora, Marco Antonio D’Arcangeli (a cura di), “Giovanni Gentile. La pedagogia. La scuola”, Armando


Questo volume è la seconda edizione di Giovanni Gentile. La pedagogia, la scuola, pubblicato nel 1997, risultato, arricchito da altri contributi, di un convegno tenutosi a Catania dal 12 al 14 dicembre del 1994, dall’identica intitolazione. Nella nuova edizione, il saggio introduttivo di Marco Antonio D’Arcangeli e Giuseppe Spadafora riprende, aggiornandone e sviluppandone la trattazione, le tematiche fondamentali: la scelta pedagogica di Giovanni Gentile; il rapporto filosofia-pedagogia; la filosofia come asse portante del modello scolastico gentiliano; il progetto organico della riforma Gentile; lo sviluppo della riforma Gentile, dalla politica dei “ritocchi” alla fascistizzazione della scuola; le trasformazioni culturali del modello scolastico alla vigilia e durante il secondo conflitto mondiale; la persistenza della riforma gentiliana in alcuni momenti della politica scolastica italiana nel secondo dopoguerra; “ciò che è vivo e ciò che è morto”, oggi, della concezione della pedagogia e della scuola di Giovanni Gentile. Le riflessioni ulteriori proposte sono da considerare parte integrante e organicamente connesse con il testo originario ancora pertinente rispetto al dibattito contemporaneo.

 Guido Davico Bonino, La felicità è nel giardino. Una guida letteraria, Il Saggiatore

La felicità è nel giardino è una passeggiata nei giardini della letteratura italiana alla scoperta di odori, colori, alberi, erbe e frutti nascosti tra le sue pagine. Un percorso fra botanica e poesia, lingua e floricoltura, attorno al rapporto tra umano e natura. I giardini popolano da sempre l’immaginario degli scrittori: che si tratti del paradiso terrestre evocato da Dante nel Purgatorio, o del parchetto nel palazzo di Armida descritto da Tasso nella Gerusalemme liberata, o di quello in cui lo Jacopo Ortis di Foscolo sente esplodere l’amore per Teresa, tra quei prati e quelle fronde di carta generazioni diverse di lettori hanno trovato di volta in volta ristoro, sussulti, godimento. Guido Davico Bonino ci accompagna lungo sette secoli di opere per farci apprezzare l’evoluzione e i cambiamenti avvenuti nei nostri incontri con questi spazi di natura «addomesticata». Da Petrarca, Boccaccio e Ariosto fino a D’Annunzio, Pirandello e Campana, passando per i meno noti Tommaso Alberti, Domenico Gnoli ed Enrico Panzacchi, Davico Bonino ci invita a perderci tra i loro campi e le loro serre, tra «murmuranti ruscelli» e rose «modeste e verginelle», per ritrovare in quei racconti, così come in ogni pianta amorevolmente coltivata nei nostri balconi e nei nostri piccoli orti, un riflesso della nostra essenza. Perché come il giardino può proteggerci dal caos che ci circonda e regalarci fiori di rara bellezza, così i libri hanno il potere di offrirci un riparo e custodire gemme preziose; sta a noi volerle scoprire.

Libro controcopertina, “All’ombra del castello di carte” di Mario Cunsolo, Algra editore

Etna City, la futura megalopoli della Sicilia orientale, è alla mercé delle multinazionali e della criminalità organizzata, vittima soprattutto, come il resto del mondo, della Grande Falce, del Reddito da gioco – ideato molti anni prima dal magnate della Yang Corporation, Sam Yang – e di un misterioso Morbo della mente che miete vittime e procura sofferenze. Per le sue strade si aggira il giocatore Rino Salvieri, chiamato Jolly boy, che in breve tempo arriverà ai vertici del potere della megacity, con l’intenzione forse di salvarla e di svelare tutte le contraddizioni del sistema economico basato sul gioco. Prefazione di Antonina Nocera.

Mario Cunsolo

Mario Cunsolo

L’autore
Mario Cunsolo, classe 1980, è uno scrittore paternese che si è cimentato nel corso della sua carriera letteraria in vari generi letterari: dal romanzo giovanilistico dal titolo “In fondo sono buono”, al thriller psicologico con “L’orizzonte nascosto della bellezza”, fino ad arrivare alla fantascienza, con “Sicily 2133. L’isola stretta nel pugno” e ai racconti pseudo-gotici nella raccolta “Paternò Arcana”. Un percorso letterario, il suo, che ha sempre come grande comune denominatore “l’uomo e le sue incertezze” e di conseguenza “la ricerca di una verità che a un certo punto può essere solo soggettiva”, ed è proprio quest’ultimo tema che troviamo essere più preponderante nelle opere letterarie fantascientifiche dell’autore, ovvero “Sicily 2133. L’isola stretta nel pugno” e il suo ultimo romanzo “All’ombra del castello di carte”. L’autore promuove da molti anni arte e cultura organizzando eventi attraverso il Circolo Letterario Pennagramma di cui è il presidente, circolo che annovera quasi 1000 iscritti tra i quali nomi affermati della letteratura e esordienti.



 

Le uscite di venerdì 19 gennaio

Daniele Congiu, Erano gli anni, Arkadia

Le vicende di una dinastia familiare caduta in rovina raccontate da un bambino di dieci anni la cui esistenza si divide tra il buio dell’inverno e l’accecante luce estiva del mare di Cala Cipolla. In un continuo alternarsi di epoche e personaggi, passando dalle due rovinose guerre mondiali al periodo del fascismo, dai “favolosi” anni ’60 all’avvento del web, pagina dopo pagina emergono i lati più drammatici o ironici dei protagonisti di un’opera corale che porta il lettore nella Cagliari del primo Novecento e in quella che poi si svilupperà grazie al boom economico e alla modernità. Immerso nella società un po’ sgangherata di un quartiere emarginato e periferico, a tratti violento, a tratti sublime nella sua umanità, il piccolo protagonista che diventerà poi adulto combatte la sua personale e quotidiana battaglia nel continuo scontro-incontro con le generazioni che l’hanno preceduto, mettendo in luce il confronto tra padri e figli, il bullismo, la fame, la povertà, ma anche la capacità di reagire, il desiderio di superare le avversità e le ingiustizie, di creare alla fine un proprio universo in cui finalmente sentirsi liberi.

Anna Metcalfe, Crisalide, NN Editore

Era difficile stare nel presente, diceva,
ma se il suo corpo fosse stato più pesante e più in grado di controllarsi,
i pensieri si sarebbero schiariti e la mente avrebbe recuperato il proprio potere.
Tra un addominale e l’altro mi sono chiesto
cosa doveva significare avere una mente potente.
Una mente potente senza scopo sembrava una cosa pericolosa

Una donna decide di tagliare i ponti con l’esterno, compresi amici, amanti e famiglia. Da piccola l’ansia la faceva tremare, ma ora si allena per diventare sempre più forte, per addestrarsi all’immobilità perfetta, piegando il suo corpo in posizioni plastiche, complesse. Comincia a mostrarsi solo attraverso i social, in video che la ritraggono immersa nella natura, sola, irraggiungibile e intangibile. E i suoi follower aumentano, scegliendo come lei di negarsi al mondo. Tre persone che l’hanno amata senza capirla raccontano la sua storia: Elliot, il suo primo seguace, che l’ha vista fortificare il suo corpo in palestra; la madre Bella, che l’ha cresciuta da sola e la ricorda come una bambina taciturna e nervosa; e Susie, collega e amica, che le ha offerto rifugio mentre ricostruiva la sua vita dopo una relazione tossica. Ipnotico e avvolgente, Crisalide è la storia di una donna che decide di sfidare lo sguardo degli altri, di ridursi all’essenziale e di trasformarsi in una musa ispiratrice, come una dea guerriera scolpita nella pietra. Con uno stile asciutto e poetico, Anna Metcalfe parla di passioni domate e di equilibrio ritrovato, di potere e autosufficienza, e della provocatoria libertà di sottrarsi a tutto, una metamorfosi energica e profonda capace di svelare potere e bellezza.
Questo libro è per chi ritrova la calma componendo infinite liste, per chi ha amato La vegetariana di Han Kang, per chi si è svegliato una mattina desiderando nuove abitudini, e per chi aspetta il momento in cui rimanere immobile e lasciarsi attraversare da un’onda di silenzio e respiro, per formulare una domanda immensa, universale.

Caro Verbeek, Sul naso. Una storia culturale, Il Saggiatore

Esistono tante varietà di nasi quanti sono gli esseri umani: grandi o piccoli, dritti o sghembi, grotteschi o discreti, greci o romani, dipinti o scolpiti. Ma tanti più modi esistono di contemplarli: con ribrezzo o sospetto, con ammirazione o invidia, con stupore o malizia, con rispetto o terrore. La cosa alla quale non siamo soliti pensare è che in ognuno di questi sguardi, in ognuno di questi nasi, è nascosto un frammento della nostra cultura e della nostra storia.
Caro Verbeek racconta il nostro rapporto millenario con la parte che più di ogni altra sta – letteralmente – sotto ai nostri occhi, e le molteplici maniere che abbiamo inventato per raffigurarla, connotarla, esaltarla o metterla in ridico- lo: dal naso aquilino di Cleopatra, esagerato nelle rappresentazioni per emulare quello dei potenti sovrani maschi, a quello storto di Michelangelo, conseguenza di un pugno ben assestato e causa della sua ossessione estetica per i nasi fini; dall’asportazione del ponte nasale di Federico da Montefeltro alla gobba di Napoleone, fino al naso «impossibile» di Barbie, ancora oggi un ideale raggiungibile solo ricorrendo alla chirurgia plastica. Sul naso è un viaggio alla scoperta dell’elemento più imbarazzante, prominente ma soprattutto rivelatore dei nostri volti: un percorso tra storia, letteratura, arte e scienza che ci spinge a confrontarci con i nostri pregiudizi più incresciosi e le nostre più intime insicurezze. Perché, come ci insegna Pinocchio, il naso non mente mai.

Le uscite di martedì 23 gennaio

Luigi Tenco, Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste, Il Saggiatore

“Lontano, lontano” raccoglie le parole scritte e pronunciate da Luigi Tenco nel corso della sua esistenza. Un insieme di materiali in gran parte inediti – dai temi delle elementari alle lettere, dai diari agli abbozzi di racconti e sceneggiature, dalle interviste fino alle ultime dichiarazioni durante il Festival di Sanremo del 1967 – che dà forma a un’autobiografia impossibile: il racconto della sua vita, dei suoi pensieri, delle sue emozioni e dei suoi incontri attraverso la sua stessa voce.
C’è un ragazzo all’inizio di questo libro chiamato Luigi. Lo osserviamo crescere, imparare a suonare il sax, la chitarra e il pianoforte, mettere in piedi una jazz band con i suoi ami- ci, partire per il servizio militare, avere nostalgia di casa e di sua madre. Lo guardiamo iniziare a comporre canzoni e poi provare a cantarle, con la timidezza e la trepidazione dei ventenni; riuscire nell’impresa di incidere un disco e ascoltarlo trasmesso in radio. Lo vediamo infine combattuto tra la ricerca del successo e l’intransigenza, andare in televisione, rilasciare interviste su interviste, cimentarsi come atto- re; innamorarsi e rinnamorarsi, ogni volta perdutamente. Di quasi ogni fase della sua breve vita, Luigi Tenco ci ha lasciato una traccia, un testo, una dichiarazione, concedendoci così di guardare al di là delle parvenze di riottosità e malinconia con cui è stato a lungo identificato. Quest’opera ci permette di conoscere da vicino e nella sua evoluzione una figura creativa e piena di desideri, anticonformista e in anticipo sui tempi, umile e allo stesso tempo consapevole del potere delle parole e delle canzoni.
Il ritratto di uno dei più grandi cantautori della storia d’Ita- lia, nella sua essenza più sincera.

Marcella Formenti, La morte della romanziera, Morellini

A Palermo, nell’estate del 1949, si svolgono i funerali di stato della signora Tindara Persichini, detta la Romanziera. Un’istituzione per tutta la popolazione siciliana e non solo. Guaritrice miracolosa, è considerata una santa, a ucciderla è stato un decotto preparatole dalle suore del piccolo convento di Torretta alle porte di Palermo. Il fratello Bernardo, deputato socialista, non crede sia stato un incidente e chiede all’Ispettore Capo Rosario Granata, un campano fresco di nomina, di indagare. Inizialmente reticente, Rosario Granata affiancato dal suo assistente Mario Lombardo, dovrà suo malgrado iniziare le indagini. Da subito ci si renderà conto che indagare sulla Romanziera non è un affare semplice, la conosce persino il famoso Salvatore Giuliano, bandito affascinante e invischiato con la mafia. L’assassina si rivelerà essere Benedetta, un’insospettabile ragazzina psicotica, novizia del convento di Torretta, che affascinata da Rosario, verso cui prova un legame morboso, decide di seguirlo in un viaggio che si preannuncia di morte e sangue.

Le uscite di venerdì 26 gennaio

Daniele Pasquini, Selvaggio Ovest, NN Editore

Cavalcò senza meta guidata dalla luna. Il vento le rubava i capelli spandendoli verso il cielo,
mentre il sangue che la ricopriva si seccò nell’aria fredda della notte, come una corazza rossa su tutto il suo corpo.
Il cavallo la cullò nel buio, trafiggendo la pianura tra i pascoli e gli acquitrini, ammutolendo le creature che la abitavano.
Non patì il gelo, né la stanchezza, né la paura.

È il 1890 e a Roma sbarca il Wild West Show, il grande circo di Buffalo Bill. Poco lontano dal suo accampamento si estende la “frontiera” italiana: la Maremma, un territorio amaro solcato dai butteri, i mandriani a cavallo. Tra loro ci sono Penna e il giovane Donato, che lui e la moglie Leda hanno cresciuto senza mai confessargli di averlo adottato. Dopo aver contribuito all’arresto di Occhionero, il brigante più pericoloso del paese, Penna e Donato subiscono un furto di cavalli: sono stati rubati dai sioux che lavorano per Buffalo Bill. Padre e figlio si mettono sulle loro tracce, ma la fuga dal carcere di Occhionero, a cui dà la caccia l’inetto carabiniere Orsolini, e la vendetta di Gilda, giovanissima carbonaia vittima di Occhionero e dei suoi complici, scatenano una serie di eventi dall’esito fatale. Profondo ovest è un romanzo corale che adatta il genere western al contesto italiano, una grande avventura di galoppate e furti, di inseguimenti e sparatorie. Daniele Pasquini si ispira alla tradizione americana di Larry McMurtry, per raccontare la realtà maremmana, un mondo aspro e liminale, sospeso tra l’arrivo della modernità e il costante richiamo della natura primitiva.

Questo libro è per chi sa che quando un sentiero finisce bisogna inventarne uno nuovo, per chi ha divorato Lonesome Dove di Larry McMurtry, per chi sta rincorrendo qualcosa di invisibile e lontano, e per chi dalla terra sente salire una nebbia profumata, l’odore della primavera imminente, una linfa verde che brilla come una promessa di gloria.

John Connolly, I senza nome, Fanucci Editore

Cinque vittime. Un numero non identificato di assassini. Solo due uomini possono fare giustizia. Con l’aiuto di Parker, Louis e Angel cercano vendetta per la morte del vecchio alleato di Louis. Ad Amsterdam, quattro persone vengono massacrate, e i resti disposti intorno alla forma crocifissa del loro patriarca, De Jaager, intermediario e vecchio alleato dell’assassino di nome Louis. I responsabili sono criminali di guerra serbi che credono di poter sfuggire alla giustizia ritirandosi in patria. Si sbagliano. Perché Louis è arrivato in Europa per dare loro la caccia: cinque assassini da stanare e punire prima che si disperdano nell’est. C’è solo un problema. Il sesto. Con quella prosa “oscura, inquietante e magistralmente eseguita” (Booklist) tipica di John Connolly, per non parlare dei colpi di scena che vi lasceranno a bocca aperta, I senza nome è un thriller irresistibile che vi terrà con il fiato sospeso.

Susanna Trossero, Il male d’amore, Graphe.it

A nessuno è estraneo ciò che chiamiamo mal d’amore: se hai la fortuna di non averlo mai provato, di certo conosci qualcuno che ti ha parlato del proprio. È parte della vita, potenziale rovescio di ogni medaglia sentimentale, quale che sia la forma e la maturità della relazione che lo ha prodotto. Questo volume è un buon antidoto: sul tema dell’amor perduto troverai in queste pagine testimonianze reali, pareri di esperti, citazioni letterarie, aforismi, ma anche suggestioni da canzoni, poesie, immagini: l’autrice attinge a tutto ciò che può aiutarti a comprendere e affrontare la sofferenza amorosa e riflettere (come recita il sottotitolo) sul perché capiti così di rado che i componenti di una coppia siano contemporaneamente pronti ad affrontare il futuro separati. Ho incontrato anime afflitte o nostalgiche, malinconiche o speranzose. Uomini e donne, ragazzi e persone mature, che hanno aderito con slancio a ciò che avevo in mente, dimostrando che ancora oggi – che sia facile o no – si può parlare dello struggimento che un sentimento ci riversa addosso, in bene e in male. E che parlarne, scriverne, regala sollievo. In questa raccolta di storie, vibrante di vita vissuta, io accosto le testimonianze d’oggi sul male d’amore a brani del passato, scritti dai più grandi autori classici. E provo a mostrare quanto si continui a parlare la loro stessa lingua in barba ai grandi cambiamenti. Non dobbiamo sentirci sciocchi, bensì umani. Ed è una vittoria constatare che proprio la nostra umanità, è rimasta intatta.

 Biagio Bagini, Odio Gershwin, Oligo

Un romanzo biografico nel centenario della “Rapsodia in Blu” di George Gershwin. Ricorre in questi giorni il centesimo anniversario di “Rhapsody in Blue”, il capolavoro che George Gershwin compose nel gennaio 1924 e presentò per la prima volta il 12 febbraio dello stesso anno all’Aeolian Hall di New York come numero di chiusura di “An experiment on Modern Music”, un programma di brani musicali eseguiti dall’orchestra di Paul Whiteman.
Il jazz, il blues, le folk songs per costruire un’identità artistica e popolare dell’America. Il moderno, la città, e poi il tennis. Tratti comuni che spingono i protagonisti di questo romanzo, da Copland a Ravel, da Gershwin a Schoenberg a cimentarsi in una lunga partita musicale, tra Europa e America del primo trentennio del Novecento. Gli anni Venti, con le lunghe notti parigine tra musica classica e jazz, insieme agli scrittori americani della “generazione perduta”, guidati da un Ravel stralunato dai blues e sulle tracce di Josephine Baker. Poi la polvere degli anni Trenta, con un viaggio nella pancia dell’America, lungo le strade della crisi, dei nemici pubblici, dei blackfaces e del sogno californiano, seguendo la mitica Route 66. La vicenda umana e artistica di Aaron Copland come due lenti degli stessi occhiali, quelli di un compositore moderno che ambisce a dare voce e identità all’America più vera. E che odia, invidia, ammira il più affermato dei nuovi talenti: George Gershwin.

Chuck Wendig, Il libro delle cose sconosciute, Fanucci


Una famiglia torna nella città natale – e all’oscuro passato che ancora la perseguita – in questo capolavoro horror dell’autore di “I vagabondi”, presto una serie tv

Tempo addietro, Nathan viveva in campagna con il padre violento. Non ha mai raccontato alla sua famiglia quello che successe in quella casa. Tempo addietro, Maddie era una bambina che costruiva bambole nella sua cameretta quando vide qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. E ora sta cercando di ricordare quel trauma dimenticato attraverso la realizzazione di sculture terrificanti. Tempo addietro, qualcosa di sinistro, di affamato, si aggirava per le gallerie, per le montagne e le miniere di carbone della loro città natale. Ora Nate e Maddie Graves sono sposati e, insieme al figlio Oliver, sono tornati dove tutto ebbe inizio. E quello che successe tanto tempo fa sta accadendo di nuovo… e sta accadendo a Oliver, il quale diventa il migliore amico di uno strano ragazzo, un ragazzo con dei segreti e un debole per la magia nera che lo posizionerà al centro di una battaglia tra il bene e il male nel tentativo di salvare l’anima della loro famiglia. Ma i Graves hanno un’arma segreta che nessuno gli può sottrarre: l’amore che li lega e li rende più forti.

Aa. Vv., Fiabe coreane, Il Saggiatore


I racconti popolari coreani più famosi, con tutta l’immaginazione e la meraviglia della narrativa asiatica, in un unico prezioso volume. Raccolti e scritti da Yi Ryuk e Im Bang oltre tre secoli fa, questi cinquantatré racconti, adatti a tutte le età, esplorano mondi fantastici pieni di animali incantati, fate, goblin, fantasmi, principesse e altro ancora, unendo la spiritualità buddhista, quella taoista e quella confuciana, oltre alle tradizioni sciamaniche. Il libro, arricchito da trenta dipinti minhwa (l’arte popolare coreana) a colori, esprime al meglio la magia e il mistero della tradizione coreana, e la prefazione dell’esperto di folklore coreano Heinz Insu Fenkl spiega l’importanza duratura di questa affascinante raccolta di storie. Per avvicinarsi a una cultura che sta incuriosendo sempre di più l’Occidente.



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