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A novembre è super Sicilia da leggere con Ancione, Azzara, Cantarella, Costa, Maresca, Pollina e Schillaci

Le letture consigliate da Salvatore Massimo Fazio

Blog I consigli di lettura dal 31 ottobre al 13 novembre. Tripudio per Zagor con Azzara e Maresca, Cantarella e Di Bona lanciano il Battiato illustrato, Pippo Pollina racconta "l'altro", Sal Costa va in copertina e Ancione e Schillaci sono pronte a replicare i successi precedenti. Indagine nella psichiatria (che stenta a cambiare) con la controcopertina "Scritti" di Franco Basaglia e nel cinema fellianiano per Oligo

Grandi ritorni in musica e una super Sicilia da leggere al cambio mese contrassegnano queste prime due settimane di novembre con Patti Smith, Franco Battiato (autori: Cantarella Di Bona), Pippo Pollina e Rosalda Schillaci per concludere il 3 novembre col capolavoro di Roberto Azzara e Giuseppe Maresca dedicato a Zagor: circa 550 pagine pubblicate per Odoya. Tra i più attesi tornano Morozzi per Fernandel e Ancione per Arkadia cui si associa l’omaggio a Fellini firmato Baroni per Oligo. Impressionante la produzione de il Saggiatore tanto da aggiudicarsi la controcopertina con “Scritti” di Franco Basaglia. In copertina trionfa un siciliano doc che per Morellini firma suo terzo romanzo: Sal Costa con l’arditissimo “L’istinto del lupo“. Suscitano curiosità  “La danza delle ombre” di Nicky Persico (Les Flaneurs), Assia Neumann Dayan conLo dico da madre“, (Linkiesta Books) e “Il buon uso della distanzadi Vito Di Battista (Gallucci).

Buon ponte di tutti i Santi e a rileggerci tra 15 giorni!

Le uscite di martedì 31 ottobre

Rosalda Schillaci, Il gesto dell’acqua, Algra Editore

Così lo presenta l’autrice sui canali social del 31 ottobre: “In questo nuovo libro, vi porterò in un viaggio indimenticabile tra le affascinanti città di Budapest e Catania, immergendovi in un intenso intreccio di emozioni e leggende. Preparatevi ad esplorare le strade maestose di Budapest, a lasciarvi avvolgere dai colori di Catania, e a scoprire le vicende che si nascondono dietro i protagonisti: Mària e Sàndor, Lietta e Malvina… Non vedo l’ora di condividere questa nuova storia con voi e coinvolgervi con le loro toccanti avventure. Spero che ???????? ???????????????????? ????????????????’???????????????????? possa regalarvi momenti di evasione e intrattenimento, al solito ci ho messo l’anima. Grazie per il vostro sostegno e per essere sempre al mio fianco in questo percorso creativo, non sempre facile ma che fa parte inscindibile di me. Non vedo l’ora di sentire i vostri feedback e di discutere insieme delle impressioni che questo nuovo romanzo corale, ambientato nel 1919 e nel 2020, vi susciterà”.

Goffredo Plastino, Rumore rosso. Patti Smith in Italia: rock e politica negli anni settanta, il Saggiatore

Il 9 settembre 1979 settantamila ragazze e ragazzi si radunano allo stadio di Bologna; il giorno dopo un’identica folla riempie il Comunale di Firenze. Quei centoquarantamila giovani giunti da ogni angolo d’Italia per ascoltare i due concerti del Patti Smith Group sono, in buona parte inconsapevolmente, l’espressione di un’epoca: il punto di arrivo di un percorso in cui convivono l’anima del 1968 e quella del 1977, la rivolta contro la famiglia borghese e la protesta contro la società, la rivoluzione della musica rock e «l’orda d’oro» dei movimenti extraparlamentari. In Rumore rosso Goffredo Plastino ripercorre la miriade di fili nascosti intrecciati a questi due concerti leggendari, tracciando così un affresco storico e sociale dai colori accesi. Pagina dopo pagina, la cronaca di quei due giorni si spalanca infatti al racconto – corale e individuale – degli anni settanta, alla narrazione della nascita di un modo altro di concepire e vivere le canzoni e la politica, il pubblico e il privato. Alternando i documenti e le testimonianze dei presenti a fotografie e illustrazioni tratte dai giornali dell’epoca, i versi di Stefano Benni ai testi di Alberto Arbasino e Roberto Roversi, in quest’opera Goffredo Plastino dà prova di come la musica possa rivelarsi lo strumento perfetto per comprendere una realtà così inafferrabile, così complessa, dinamica e multiforme come quella che l’Italia vive in quegli anni. Ed è lì, racchiuso in due stadi, tra una rockstar e le moltitudini in tumulto, che si rende visibile l’universo di significati che ha investito una generazione intera.

Nicky Persico, La danza delle ombre, Les Flaneurs Edizioni

«L’occhio di Persico è come quello del bambino che ancora sa stupirsi e, di conseguenza, stupire. Ingenuo e puro, capace e voglioso di imparare, ascoltando l’altro, guardandolo con attenzione e perfino affetto. Altro che non sempre è un essere umano, giacché anche i cosiddetti enti inanimati, gli oggetti, hanno storie da raccontare. Se soltanto le si sa ascoltare» (Lara Cardella)
In una sera di maggio, un uomo si ritrova a bordo di un convoglio tratteggiato a tinte surreali. Si tratta di un viaggio verso il destino? Ombre dal passato ignoto ma dalla parola assai feconda lo accompagnano in un tragitto onirico che si rivelerà cruciale per la sua sopravvivenza. Con la leggerezza consueta a chi s’introduce in punta di piedi nei mondi interiori e sa apprezzare tutto il valore dei sentimenti, Persico ci invita a risalire la china, a non prestare il fianco allo sconforto e a non darsi mai per vinti, ma a prendere coscienza della nostra umana condizione attraverso il dono della condivisione. Un romanzo dalla natura multiforme sulla ricerca del senso, che ci ricorda come l’immaginazione possa aprire dinanzi ai nostri occhi nuovi orizzonti, nuove strade da intraprendere.

Le uscite di venerdì 3 novembre

Roberto Azzara, Giuseppe Maresca, Weird Zagor. Il fantastico nella saga dello spirito con la scure, Odoya

Il volume analizza le avventure di Zagor nella loro componente fantastico-soprannaturale e raccoglie gli episodi salienti in cui la realtà lineare delle avventure western viene piegata dall’intervento di elementi tipici dell’irrazionale, che sia declinato con gli stilemi dell’horror, della fantascienza o del fantasy. Il tutto mostrando al lettore le citazioni (dirette o presunte) del cinema, della letteratura o di altri fumetti ai quali sceneggiatori e disegnatori si sono ispirati. Zagor, insieme al suo inseparabile compagno d’avventure cico, si muove principalmente nell’immaginaria foresta di Darkwood, un luogo fuori dal tempo e dallo spazio in cui è possibile trovare ogni tipo di scenario avventuroso immaginabile: dalle umide paludi agli aridi deserti, dalla foresta tropicale con alberi e liane, alle montagne innevate… una perfetta moltitudine di scenari per mettere in azione il “fantastico” in un contesto reale. Con elementi che mescolano Tarzan, Davy crockett e l’Uomo Mascherato, Sergio Bonelli, con lo pseudonimo di Guido Nolitta, ha dato il via a una saga tuttora in evoluzione, che ha saputo conquistare i favori di un numeroso pubblico grazie anche alla varietà delle storie. Partendo da un’ambientazione western da vecchia Frontiera, le avventure di Zagor spaziano dai temi horror a quelli fantascientifici, dalla magia al giallo.

Valeria Ancione, E adesso dormi, Arkadia

Geena Castillo è fuggita dagli Stati Uniti per allontanarsi da una famiglia violenta e, arrivata a Roma, crede di aver finalmente trovato il vero amore in Raffaele. In realtà la relazione si rivelerà un’autentica prigione. Neanche la nascita di Jonathan può risolvere una situazione in cui la brutalità è il pane quotidiano. L’unica cosa da fare è separarsi. E la vita di Geena, diventata nel mentre Gina Drago, sembra aver preso una piega diversa fin quando la polizia busserà alla porta di casa della donna, cui sarà chiesto di identificare un cadavere, appena ritrovato, che si sospetta essere quello del suo ex. Da questo momento, in attesa che le indagini facciano chiarezza, Geena entra in un tunnel di paura e ansia, perché convinta che la morte di Raffaele non sia frutto del caso. Sostenuta da un gruppo di amiche che cercano di proteggerla e dall’incontro con un affascinante pianista, Geena dovrà fare di tutto per riappropriarsi della sua vita e ritagliarsi un pezzo di felicità nel mondo.

Massimo Baroni, Dizionario acquatico felliniano, Oligo

L’acqua è sempre protagonista nei film di Federico Fellini. Anche se questo aspetto non è mai stato studiato, l’acqua compare sin dalle prime pellicole fino alle ultime produzioni, rappresentando la vitalità o l’inconscio, la gioia o l’angoscia del futuro, il bacino fecondo dal quale scaturiscono visioni oppure una sorta di lugubre trama sottile che si posa sulle cose e sulle persone.
Nelle prime pellicole realizzate dal regista vediamo un’acqua viva, anzi vivissima, che esplode in ogni piazza dalle fontane, invade con la sua presenza incontenibile le strade di Roma, rotola giù dal cielo in acquazzoni improvvisi sotto il quale i bambini giocano a rincorrersi (la scena dei “santini” ne La dolce vita) o le prostitute urlano, danzano e scappano nel pieno di una dilagante frenesia di vita. I fiumi scorrono come nastri d’argento attraverso le borgate, le case si allagano, le fontanelle sono in ogni angolo, getti da pompiere annaffiano copiosamente i manifesti pubblicitari… il mondo tracima d’acqua ed essa è gioia pura, fiamma, rinascita. È una grande e infaticabile liquida presenza quella che invade i primi film del regista, sia i lungometraggi, da Luci del varietà fino a La dolce vita, che i mediometraggi, come Un’agenzia matrimoniale e Le tentazioni del dottor Antonio; è un grande turbine di personaggi che lambiscono e tentano di sondare l’acqua, in un moto che, se viene letto al negativo, è fin troppo vorticoso e lascia trasparire il fatto che questo elemento in realtà fatichi a trovare la via della propria espressione. L’acqua è onnipresente, viene evocata in ogni angolo, eppure in pochi sono in grado di comprendere la sua voce. Nel grande frastuono della vita che rinasce dopo la guerra è contenuta anche un’eco di morte e il placido vento che muove le acque, l’Alito che genera la vita, fatica a soffiare in tutto quel caos (dall’introduzione dell’autore).

Alessandro Paolucci, Storia stupefacente della scienza. Hashish, ketamina e funghi da Avicenna a Oliver Sacks, il Saggiatore

Eretici, irresponsabili, visionari: gli eroi di questa Storia stupefacente della scienza di Alessandro Paolucci sono scienziati che hanno cercato di andare continuamente oltre la realtà apparente, superare il muro della percezione e svelare i misteri dell’universo. Per compiere questa incredibile impresa hanno fatto uso di sostanze allucinogene – oppio, hashish, ketamina, gas esilaranti, funghi – ogni volta che ne hanno vista l’utilità, affrontando enormi rischi e cacciandosi ripetutamente nei guai. Sempre consapevoli che nella scienza essere immacolati non conta affatto.
Come in ogni storia di supereroi, infatti, i protagonisti non sono mai tutti d’un pezzo. In queste pagine prendono i no- mi di Avicenna, Benjamin Franklin, Kary Mullis, Francis Crick e Oliver Sacks: hanno dubbi, incertezze, tentazioni e per scoprire quello che ancora non è stato scoperto devono osare, arrivare fin dove non ci si può più fermare, e andare fino in fondo. Oltre ogni immaginazione.

A cura di Giovanni Nucci, Atlante delle emozioni nella mitologia, il Saggiatore

Storie di eroi e dèi popolano da sempre le pieghe più recondite della nostra anima e disegnano percorsi che non siamo in grado di comprendere né seguire. Percorrere le strade del mito significa infatti immergersi nell’abisso che ci abita e perdersi, perché i nostri luoghi interiori non presuppongo- no una qualche direzione; i miti sono mappe che mutano, aprono nuove vie, plasmano ulteriori forme: ogni volta si tratta di «decifrare noi stessi».
Atlante delle emozioni nella mitologia è un viaggio che vuole farci smarrire, perché soltanto così possiamo scorgere ciò che forma e trascende queste storie. La mitologia è il luogo dove emergono le nostre verità e questo itinerario tra le pagine e i versi della letteratura classica è un tentativo di esplorarle, di dare loro un senso, e di rendere lo spazio del mito nella ricchezza delle sue molteplici forme. Da Omero a Eraclito, da Platone a Ovidio, si dispiega un cammino che calca i sentieri delle emozioni umane e ci porta verso l’ignoto, in cui riconoscere il divino nelle sue varie apparizioni e metamorfosi.
Arricchito dalle illustrazioni di Lorena Canottiere, questo inedito atlante traccia rotte infinite, discontinue, variabili, e naviga nei meandri della nostra anima alla ricerca di nuove terre in cui riconoscerci e dimorare.

Louise Glück, Marigold e Rose. Una storia, il Saggiatore

Malinconico e divertente insieme, attraversato da quel senso di meraviglia e di sospensione dal tempo che solo l’infanzia fa vivere, Marigold e Rose, che segue numerosi libri di poesie e due raccolte di saggi, è diverso da tutto ciò che la Glück ha scritto finora e allo stesso tempo inevitabile, profondamente in linea con la sua essenza, un miracolo narrativo scaturito dalla sua poesia. La novella, suddivisa in dieci brevi capitoli, racconta la vita interiore di due gemelle appena nate, dall’incubatrice ai primi gattonamenti. Delle due bambine è Marigold la voce narrante: osserva se stessa, la sorella, gli adulti e l’ambiente circostante attraverso un linguaggio «da grandi» intessuto di lucidità e tenerezza. Marigold e Rose è sia una raffinata favola della buonanotte per bambini sia un racconto intenso, poetico e a tratti provocatorio per gli adulti – che figurano come personaggi intrappolati nelle maglie della vita –, con cui la Glück, in quello stile magnetico proprio dei suoi versi, riesce con incisiva semplicità a raccontare l’irraccontabile, a far conoscere l’inconoscibile di ogni situazione, rivestendo di parole le vite interiori delle persone, che è quello che fa, in fondo, tutta la finzione.

Maurizio Di Bona, Alessio Cantarella, Battiato. L’alieno, Mimesis

Raccontare Battiato per immagini è un’impresa non da poco, perché si tratta di una galassia in cui vagare e divagare: si spazia senza meta e ci si gode il viaggio, ma si corre anche qualche rischio perché “per molti è santità”. Rischio che diventa doppio se è la satira disegnata a voler tracciare la rotta. Ma l’occasione attesa “per acquistare un paio d’ali e abbandonare il pianeta” era troppo suggestiva per non fargliene dono. Una volta sparato in orbita, il nostro può raccontarsi senza le zavorre filosofiche o l’aura da guru serioso con cui troppo spesso i media ce l’hanno presentato. Il personaggio lunare, visionario, pioniere e geniale è protagonista di incontri bizzarri al di là dello spazio e del tempo, che ne evidenziano l’indole autoironica e divertente, ancora ignorata da tanti. A riportare Battiato sulla Terra e ricomporre il quadro d’insieme dell’artista, dell’uomo e del Maestro una miriade di ricordi scritti da chi lo ha conosciuto, ha collaborato con lui e gli ha voluto bene. Prefazione di Syusi Blady.

Gianluca Morozzi, La morte a colori, Fernandel

Felice Venturi ha un dono. Lo ha ereditato dalla madre. Lo chiama: la morte a colori. Toccando un moribondo gli trasmette l’illusione di un lungo, radioso futuro, una dimensione splendida in cui tutti i suoi desideri si realizzano, mentre i pochi minuti di vita che gli restano diventano anni, decenni, come nel tempo dilatato dei sogni. Meglio una realtà breve e orribile o una lunga e appagante fantasia? Ogni volta che Felice ne ha la possibilità dispensa il suo dono, offrendo un’esistenza bella e gratificante. Di tanto in tanto appare in prima persona nell’illusione e chiede: Preferisci tornare nel tuo presente, doloroso ma reale, o vuoi restare qui ancora un po’? E nel frattempo Felice Venturi deve vivere una vita complicata, fra una sceneggiatura da scrivere, una fidanzata che non sa nulla del suo dono, e un’affascinante sosia di Ornella Muti con la passione per i cimiteri monumentali.
Dal libro: “Felice Venturi non aveva certo previsto di trovarsi lì nel momento in cui Miro Massari si buttava dal ponte. Era stato un caso. Ma, come sempre, era contento di aver potuto donare la morte a colori. Felice Venturi poteva entrare nella mente dei moribondi, creando un’illusione realistica, tridimensionale e sensoriale in grado di modificare anche la percezione del tempo, un po’ come a volte sperimentiamo nei sogni, per cui pochi minuti di vita possono espandersi fino a diventare decenni. Era un potere che aveva usato per alleviare la dipartita di persone care, ma anche di totali sconosciuti. Un uomo che aveva cercato di soccorrere dopo un incidente d’auto. Un senzatetto in un androne in una freddissima notte d’inverno. E adesso il talentuoso ma incompreso Miro Massari. Era grato al caso per avergli dato la possibilità di donare a quel povero scrittore suicida un’esistenza bella e degna di essere vissuta. Felice Venturi quella domenica mattina era in stazione per motivi ben diversi dalla morte a colori. Aspettava una ragazza di Perugia, una ragazza mai incontrata di persona ma che già gli era entrata nella mente e in quello che i romanzieri pigri definiscono il cuore. Che Felice Venturi fosse fidanzato da ormai due anni con una certa Vanessa, ecco, quello era un problema che avrebbe affrontato in un secondo momento. Comunque, era andato a cercare l’albero che era cresciuto fra il binario tre e il binario quattro per un motivo ben preciso, una richiesta che gli aveva fatto la ragazza di Perugia, e aveva visto precipitare un uomo. Era corso da lui e lo aveva toccato. Il suo dono funzionava solo se c’era un contatto fisico, anche minimo, con la persona che stava morendo. Così poteva regalare un futuro. Un bel futuro. Che importava se non era reale?”

Bea Buozzi, L’anno dei destini incrociati, Morellini

Il varo del nuovo anno, a Palazzo Ranieri, cimelio liberty affacciato su corso Buenos Aires è scandito da un enigma: che fine ha fatto la Madonnina che protegge il palazzo? Il furto sarà il motore che darà il via a una serie di vicende piene di amore, imprevisti e ironia. Se da un lato si verificheranno scontri, dall’altro si creeranno nuove coppie, sbocceranno grandi amori e si affronteranno inedite sfide. A cominciare da quella del Macondo, il ristorante alla caccia della prima stella Michelin. Agnes, la catalana con velleità da chef, sarà alle prese con un robot da cucina nel tentativo di migliorare la sua improbabile capacità culinaria. Oreste, il portinaio, dovrà superare la paura di allontanarsi da Milano per amore di Regina. Vlad, il bimbo ucraino adottato dal palazzo, riuscirà a ricongiungersi con la madre rimasta a Kiev? Come se non bastasse qualcuno si è anche messo in testa di voler dismettere il glorioso ma vetusto ascensore…
Un romanzo corale, avvincente e intriso di ironia in cui le vite dei personaggi convergono e si intrecciano in una trama che regalerà sorrisi ai suoi lettori.
Una storia dove gli eventi reali dell’attualità faranno da sfondo alle vicende dei protagonisti: dalla fine ufficiale della pandemia, all’incoronazione di re Carlo III d’Inghilterra, all’ingresso nelle nostre vite dell’intelligenza artificiale. Un romanzo lungo dodici mesi, per un anno di destini incrociati.

Le uscite di martedì 7 novembre

Marcello Valente, Storia del mondo antico in 25 esplorazioni, Il Saggiatore

La nostra idea di mondo antico, quello dominato dalle esplorazioni e dalle guerre dei Greci e dei Romani, è spesso costretta in uno spazio molto angusto, fermamente circoscritta e ridotta nei confini del Mediterraneo. Si limita al ricordo scolastico delle date più note, dei contatti e degli scambi con i popoli più vicini all’Italia attuale.
Eppure, i Greci e i Romani, i Fenici e i Punici, in tutto il corso della loro storia, hanno sempre desiderato evadere i territori a loro già noti e inseguire i sogni di una geografia ancora sconosciuta: per questo, nelle pagine di Marcello Valente possiamo leggere le documentazioni sui viaggi del greco Megastene nello Sri Lanka (l’antica Taprobane) oppure dello scontro tra Romani e Cinesi a nord dell’Himalaya oppure ancora dei Cartaginesi nel Mar dei Sargassi. Attraverso il racconto di venticinque incredibili viaggi attorno al mondo, l’autore ci offre una sguardo del tutto inedito sulla classicità, una storia quasi parallela a quella più nota, che riempie di mappe che descrivono spazi lontanissimi, di focus sui percorsi geografici dei primi esploratori, che ci permette di dare un nome alle Isole dei Beati e alle Terre degli Spiriti.

Libro controcopertina, “Scritti.1953-1980” di Franco Basaglia, il Saggiatore

Gli scritti di Franco Basaglia, qui proposti con le prefazioni di Pier Aldo Rovatti e Mario Colucci, sono la testimonianza più completa del percorso che portò il loro autore a teorizzare la più grande rivoluzione dell’istituzione psichiatrica in Italia. Composti tra il 1953 e il 1980, anno della morte, e frutto delle esperienze da medico e studioso nelle strutture manicomiali di Gorizia, Parma e Trieste, questi testi permettono di riscoprire le molte sfumature di un pensiero ancora oggi necessario, capace di far cadere i confini tra politica, scienza e filosofia. Già dopo i primi contatti con la cultura psichiatrica, infatti, Basaglia si spinse a indagare un terreno più ampio, dove non era in gioco soltanto la prati- ca medica, ma una visione complessiva dell’essere umano, al di fuori della quale sarebbe stato impossibile attribuire senso a termini come malattia, salute e follia. Si delinearono così nelle sue ricerche e nelle sue riflessioni i tratti di un nuovo umanesimo, in cui la psichiatria fu costretta a cedere le proprie pretese di assolutezza e neutralità, a confrontarsi con il pensiero di filosofi come Sartre, Heidegger, Husserl, Foucault e Merleau-Ponty, e con le inquietudini politiche e sociali del dopoguerra.
In queste pagine si può assistere passo dopo passo al percorso che ha dato vita alla legge 180 del 1978, che ha sancito la soppressione degli ospedali psichiatrici e la trasformazione dell’assistenza psichiatrica sul territorio: una lotta di liberazione segnata dalla costante ricerca di un confronto con la sofferenza psichica, e soprattutto dal riconoscimento del carattere politico e violento di ogni intervento del potere sul corpo.



Le uscite di mercoledì 8 ottobre

Pippo Pollina, L’altro, Squilibri

Il racconto si articola lungo due storie in apparenza senza alcuna connessione tra loro. Leonardo Conigliaro è un medico di Camporeale, un paesino dell’entroterra palermitano dove molto forte è la presenza della mafia. Frank Fischer è un giornalista tedesco, noto per le sue inchieste sugli intrecci tra politica e malaffare e per la denuncia delle infiltrazioni mafiose in Germania. Nel succedersi delle loro vicende personali si delinea uno spaccato di grande efficacia sulla realtà politica e sociale del tempo, dalla caduta del muro di Berlino all’attentato alle Torri Gemelle, e prendono progressivamente corpo altri fenomeni sociali come le traversie esistenziali dei nostri emigranti all’estero. Con la scoperta del segreto che lega inestricabilmente le loro esistenze, i due protagonisti sono chiamati a scelte che cambieranno per sempre le loro vite, strette infine in un abbraccio solidale.

Cliccando sulla foto il nostro articolo in anteprima nazionale del 19 ottobre al libro di Pippo Pollina

Cliccando sulla foto il nostro articolo in anteprima nazionale del 19 ottobre al libro di Pippo Pollina

Le uscite di venerdì 10 ottobre

Libro copertina, “L’istinto del lupo” di Sal Costa, Morellini

Il lupo fa branco e obbedisce all’istinto. L’istinto, stimolato dall’olfatto, lo spinge a una caccia perenne. Il lupo marca il territorio con l’urina e il sangue dei rivali. La storia si svolge a cavallo fra il 1982 e il 1983. Sono gli anni dell’ascesa al potere mafioso, nel catanese, di Nitto Santapaola, e di Totò Riina nel palermitano. Ma sono anche gli anni del boom dell’eroina e della commistione fra servizi, mafia e politica. In Sicilia si impiantano le prime raffinerie di eroina. Agatino e Liborio hanno una ventina d’anni. Rapinano banche. Non sono affiliati a nessuna squadra mafiosa ma Agatino è figlioccio di Nitto Santapaola. Quando gli chiede un favore è bello grosso: far parte del gruppo di fuoco che eliminerà il generale Della Chiesa. Per ricompensarlo gli affiderà la messa in opera della prima raffineria di eroina. Comincia una guerra di mafia per il monopolio dell’eroina. La loro vicenda si intreccia con quella di uomini dei servizi e poliziotti ingenui che non hanno capito il gioco, e quando l’hanno capito, è troppo tardi. Quando, per far piacere a Totò Riina, commette un altro omicidio, Agatino viene spedito a nascondersi a Londra, dove nel giro di pochi mesi e grazie all’alleanza con quelli dell’IRA, diventa il re dell’eroina a Londra. Quando ha ormai in mano il suo regno, ecco che Nitto lo richiama a Catania: sarà il momento della resa dei conti.

Mona Chollet, Lo spazio della casa. Un’odissea domestica, il Saggiatore

Che cosa significa abitare? Quale ruolo ha svolto e svolge la casa nella nostra vita e nel nostro sviluppo individuale e collettivo? Come integrare lo spazio pubblico con quello intimo della casa? Mona Chollet mescolando vissuti personali, reminiscenze di notizie giornalistiche o scene incontrate nei romanzi, indaga i molti aspetti che caratterizzano lo spazio tra le mura domestiche. Dal sognare la casa ideale alle difficoltà, sempre più impellenti per molti, di trovare un alloggio adeguato, dai benefici dell’isolamento domestico – come posso portare un contributo all’esterno se non ho un mio spazio per fermarmi e ricaricarmi? – ai cambiamenti portati da internet – chiudo la porta per tenere il mondo fuori ma rientra attraverso lo schermo del computer –, dai lavori domestici affidati ancora alle figure femminili fino al- la possibilità di conoscere davvero chi siamo attraverso la cura della nostra casa. Il tempo che dedichiamo alla nostra casa, rifugio «improduttivo» ma fondamentale, contenitore dei nostri viaggi introspettivi e delle nostre speranze per il futuro è tempo prezioso che valorizza quel luogo per eccellenza capace di dare senso al nostro abitare nel mondo.

Vito Di Battista, Il buon uso della distanza, Gallucci

Parigi, 1976. Pierre Renard ha appena incassato un netto rifiuto per il suo secondo romanzo. Quella stessa sera riceve una lettera da una misteriosa “Madame”, che gli propone un accordo. Tentato dalla curiosità, accetta di scrivere dietro compenso seguendo i suggerimenti della donna, a patto di firmare ogni nuovo libro con uno pseudonimo diverso. I due non dovranno incontrarsi mai, comunicheranno soltanto per corrispondenza e attraverso la mediazione di Colette, l’arguta e saggia tenutaria di una casa di piacere.
Pierre riuscirà a guadagnarsi un posto d’onore nella scena editoriale parigina, tra ricatti, favori e manovre di potere, ma la sua vita, nell’ombra, sarà come svuotata: nulla di quanto sta costruendo gli appartiene davvero, neanche l’amore. Finché non deciderà di rompere il gioco della finzione, per ritrovare la verità della sua esistenza: un conturbante intrigo familiare che da Firenze, la sua città natale, si dirama fino alla capitale francese.
Il romanzo si ispira liberamente alla figura dello scrittore francese Romain Garyche, nell’ultimo decennio della sua vita, dopo aver già raggiunto la notorietà sia di critica che di pubblico, diede alle stampe quattro romanzi sotto lo pseudonimo di Émile Ajar. La vera identità dell’autore di questi romanzi è stata svelata solo dopo la morte di Gary.

Assia Neumann Dayan, Lo dico da madre, Linkiesta Books 

Non esistono genitori professionisti. Un libro totale sulla maternità, dalla culla a Instagram. Una mattina ti alzi, ti guardi allo specchio e sei tua madre. Ma prima di quel giorno hai pensato alla maternità e ne sei convinta: tu sarai una mamma diversa, sarai spiritosa, iscriverai tuo figlio a un corso di scacchi. Userai solo fibre vegetali: per vestirlo e per nutrirlo. Soprattutto, sarai amica di tuo figlio. In un’epoca, la nostra, in cui tutto è monetizzabile, cliccabile, instagrammabile, la maternità è diventata un tema centrale. Perché per la maternità è come per i funerali: ci sarà sempre mercato.
In un’epoca, la nostra, in cui per ogni concetto esiste un corso, pendiamo dalle labbra di specialisti del sonno e nutrizionisti per l’infanzia: non sarà per convincerci che avere un figlio sia come non averlo, che fare la stessa vita di prima sia possibile? Ci prepariamo ai figli studiando tutta la teoria: ha l’aria di essere un esorcismo consolatorio e deresponsabilizzante. Ma la genitorialità non ha a che fare specialmente con la responsabilità e, sì, col senso di colpa?
Assia Neumann Dayan fa uno sforzo di memoria: cos’era la maternità prima di Instagram, prima delle lobby del sonno e del metodo Montessori? L’eccesso di informazioni in cui sguazziamo, più che altro anneghiamo, ci ha reso più consapevoli o più cretini (oppure, ma questa è solo un’ipotesi, più confusi)? Vogliamo davvero saperla, la risposta?



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