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Il bilancio di previsione 2015 del Teatro Massimo di Palermo chiude con un leggero avanzo

Si riducono i costi del personale grazie agli esodi incentivati, cresce l’impegno sulla produzione artistica, aumentano gli introiti che derivano da b

Si riducono i costi del personale grazie agli esodi incentivati, cresce l’impegno sulla produzione artistica, aumentano gli introiti che derivano da biglietteria, visite guidate, affitto delle sale, sponsor privati. Il Teatro Massimo di Palermo approva il suo bilancio previsionale 2015 con un leggero avanzo (circa 80 mila euro) e mantiene gli impegni assunti nel piano di risanamento. Le entrate ammontano a 27 milioni e 752 mila euro, mentre le uscite si fermano a 27 milioni e 672 mila.

“Abbiamo portato a termine la prima fase di un intervento che punta a razionalizzare le spese e a rilanciare l’attività del Teatro in termini di produzioni artistiche e di coinvolgimento di nuovi pubblici – dice il sovrintendente Francesco Giambrone – . E’ un bilancio che rispetta gli impegni nel piano di risanamento”. Il piano di risanamento darà al Teatro l’opportunità di ottenere dal ministero dell’Economia un prestito di 8 milioni di euro a tasso agevolato: soldi che consentiranno di abbattere il costo dei mutui contratti nel 2005 con la Banca popolare siciliana, allora Banca di Lodi. Il mutuo, che ammontava a 20 milioni di euro, si è ridotto adesso a 14. Il prestito da 8 milioni di euro lo ridurrebbe a 6. Il piano di risanamento ha già superato positivamente il primo grado di approvazione, quello del commissario governativo per la gestione del Fondo di risanamento dei teatri in crisi. Il secondo step è quello del ministero dei Beni culturali e del ministero delle Finanze, che lo sta adesso esaminando. Il terzo è quello della Corte dei Conti.

Il bilancio previsionale 2015, che oggi è stato illustrato dal sovrintendente alle organizzazioni sindacali, è quindi il primo che si muove sul binario del piano di risanamento e che mantiene gli impegni assunti in quella sede, a partire dalla riduzione del costo del personale, che è la voce più grossa del capitolo uscite. Una riduzione ottenuta grazie all’esodo incentivato di 24 unità di personale da qui al 2016 (per 9 delle quali già avvenuto). Il costo del personale passerà così dai 19 milioni e 300 mila euro attuali ai 18 milioni e mezzo del 2016. Seconda voce delle uscite sono i costi della produzione artistica che passa dai 4 milioni attuali a 4 milioni e 300 mila euro del 2016. Infine, terza macro-voce, le spese di gestione, pari a 1 milione e 200 mila euro.

Per quel che riguarda il fronte entrate, la voce più pesante è quella dei contributi dei soci fondatori, che si mantengono stabili rispetto al 2013 e che, per impegno assunto nel piano di risanamento, si manterranno stabili fino al 2016: 14 milioni e 700 mila del ministero dei Beni culturali; 8 milioni della Regione siciliana; 1 milione e 900 mila del Comune. La seconda voce è quella dei biglietti e degli abbonamenti, che ammonta a 2 milioni 350 mila euro (1 milione e 250 mila euro per i biglietti, 1 milione e 100 mila per gli abbonamenti). Una voce, quella dei biglietti, che è in crescita (nel preconsuntivo si fermava a 1 milione e 50 mila) grazie alle politiche di prezzo che puntano a far crescere “l’indice di riempimento” di opere, balletti e concerti, coinvolgendo nuovi pubblici. In un prossimo futuro il numero di repliche non sarà più fisso ma varierà per ogni spettacolo. Infine, terza voce delle entrate, quella delle risorse dei privati e della valorizzazione del patrimonio. Nel bilancio 2014 due buoni segnali: i 110 mila euro dei primi sponsor e la crescita degli introiti delle visite guidate.

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