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I responsabili dei siti UNESCO siciliani per la prima volta a confronto con le Istituzioni

La lista dell’UNESCO include 1073 siti (832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti. E 54 in pericolo). L’Italia è il Paese che ospita il maggior

Agrigento, Valle dei Templi

Agrigento, Valle dei Templi

La lista dell’UNESCO include 1073 siti (832 beni culturali, 206 naturali e 35 misti. E 54 in pericolo). L’Italia è il Paese che ospita il maggior numero di siti Unesco, con i suoi 53 luoghi inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità. Di questi, 7 sono in Sicilia, ovvero più del 13% dei siti italiani. Un patrimonio immenso, assolutamente unico per tipologia e caratteristiche, che va dai siti archeologici come la Valle dei Templi di Agrigento (il più “anziano”, nato nel 1997) o la Villa del Casale di Piazza Armerina, ai luoghi naturali – l’Etna o le isole Eolie -, agli itinerari come il Val di Noto, il cuore antico di Siracusa o il percorso arabo-normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, ultimo nato nella lista. Beni che raccontano un’isola dalle mille e una sfaccettature, passata sotto più dominazioni, che ha visto alternarsi re normanni e viceré spagnoli, che ieri parlava arabo e oggi difende chi arriva sulle sue coste. Ma che comunque ha avviato un percorso virtuoso che passa dalla valorizzazione dei suoi siti. Anche per questo motivo è giusto parlare di sinergie e collaborazioni, di un progetto comune: per la prima volta i responsabili dei siti Unesco siciliani– chi lavora sul posto, ogni giorno a contatto con i mille problemi legati a luoghi bellissimi, ma “fragili”, da monitorare e controllare – si siederanno ad un tavolo con le Istituzioni siciliane, ma anche con chi si occupa di valorizzazione.

Cefalù, Duomo

Cefalù, Duomo

Lo spunto la offrono la Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia, il Comitato di Pilotaggio del sito UNESCO arabo-normanno e la Fondazione per l’Arte e la Cultura “Lauro Chiazzese” che organizzano “Patrimoni culturali e naturali. Siti UNESCO: buone pratiche e governante”, convegno in programma venerdì prossimo (19 gennaio), dalle 9 alle 14 nella sede della Fondazione Sicilia (Villa Zito, via Libertà 52, a Palermo). Sarà presente e coordinerà i lavori, Enrico Vicenti, segretario generale della Commissione Nazionale Italiana UNESCO. Uno degli obiettivi della conferenza è quello di approvare una dichiarazione programmatica comune per la valorizzazione di tutti i siti UNESCO siciliani.

Il convegno si aprirà alle 9 con gli interventi del sindaco Leoluca Orlando, nella sua qualità di presidente del Comitato di pilotaggio del sito UNESCO Arabo-normanno; del presidente della Regione, Nello Musumeci, e dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Vittorio Sgarbi; di Gianni Puglisi, presidente onorario CNIU (Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco) e presidente della Fondazione Patrimonio UNESCO Sicilia.

Palermo, Chiesa Santa Maria dell'Ammiraglio

Palermo, Chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio

Aurelio Angelini, Antonio Purpura, Sebastiano Tusa tratteggeranno i problemi di una governance sfaccettata. Le testimonianze dai siti: Giuseppe Parello per la Valle dei Templi, Marisa Mazzaglia per il Parco Etna, Fabio Granata per il Distretto turistico Sudest (Val di Noto e Siracusa), Maria Amalia Mastelloni per le Isole Eolie. Interverranno anche Caterina Greco (CRicd Regione Sicilia); Laura Anello, presidente de “Le Vie dei Tesori”; l’assessore alla Cultura del Comune di Palermo, Andrea Cusumano; Maria Andaloro (Università della Tuscia); Maria Pia Blandano (Liceo Musicale Regina Margherita); Francesco Cancellieri (Osservatorio regionale qualità del paesaggio); Letizia Casuccio (direttore COOPCulture); Natale Giordano (ICCN | Inter-City Cultural Network per la salvaguardia del patrimonio immateriale; Vera Greco (Parco archeologico Naxos); Paolo Patanè (CUNES | Coordinamento dei Comuni UNESCO Sicilia); Francesca Spatafora, a capo del polo archeologico regionale di Palermoe Marcello Troia, coordinatore scientifico – Rocca di Cerere UNESCO Global Geopark. Le conclusioni sono affidate a Gianni Puglisi

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