Società Trent'anni sono passati da quel 19 luglio 1992, giorno nefasto per la storia siciliana quando - 57 giorni solamente dopo la strage di Capaci -, la mafia siciliana chiuse il cerchio delle grande stagione stragista compiendo un altro massacro a Palermo, in via D'Amelio, colpendo Paolo Borsellino e la scorta. Trent'anni dopo non ci sono colpevoli per il depistaggio sulle indagini della strage. Numerose le manifestazioni e le iniziative per ricordare nella maniera giusta il triste trentennale
Trent’anni sono passati da quel 19 luglio 1992, giorno nefasto per la storia siciliana quando – 57 giorni solamente dopo la strage di Capaci in cui Cosa Nostra uccise Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro -, la mafia siciliana ai tempi comandata da Totò Riina chiuse il cerchio delle grande stagione stragista compiendo un altro massacro a Palermo, in via D’Amelio, sotto l’abitazione della madre di Paolo Borsellino. In quell’attentato criminale, oltre il magistrato palermitano, morirono i cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Trent’anni dopo, dopo quattro processi, non c’è nessun colpevole per il depistaggio sulle indagini della strage. Il 12 luglio la Corte d’assise di Caltanisetta ha dichiarato prescritto il reato per i poliziotti Mario Bo e Fabrizio Mattei mentre Michele Ribaudo fu assolto “perché il fatto non costituisce reato”. Erano tutti accusati di concorso in calunnia aggravata dall’aver favorito Cosa nostra nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D’Amelio e, in particolare, per aver contribuito a “vestire il pupo”, ovvero a “costruire” il falso pentito Vincenzo Scarantino.
Uccisi, traditi, dimenticati, il dibattito di AntimafiaDuemila
“Uccisi, traditi, dimenticati. 57 giorni dopo Falcone: Paolo Borsellino”. È il titolo che la redazione di AntimafiaDuemila ha scelto per il secondo appuntamento antimafia dell’anno in occasione del 30° Anniversario della strage di via d’Amelio in cui venne ucciso il magistrato Paolo Borsellino assieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L’incontro è fissato per lunedì 18 luglio, alle ore 20.15, a Villa Filippina a Palermo (Piazza San Francesco di Paola, 18), assieme a Roberto Scarpinato, ex procuratore generale di Palermo; l’avvocato Antonio Ingroia, già magistrato; l’avvocato Fabio Repici; e il direttore di AntimafiaDuemila Giorgio Bongiovanni. Durante la serata verrà proiettato anche un video-intervento rilasciato ad AntimafiaDuemila da Nicola Gratteri, capo della procura della Repubblica di Catanzaro. Modera la conferenza il caporedattore di AntimafiaDuemila, Aaron Pettinari. Con la partecipazione del Movimento internazionale Our Voice, la cui leader e fondatrice Sonia Bongiovanni leggerà Saverio Lodato.
«A 30 anni di distanza dal biennio stragista ’92-’93 le cose sembrano non essere cambiate come ci si auspicava – scrive in una nota la redazione di AntimafiaDuemila –. A Palermo, ad esempio, sono tornati scontri a fuoco ed omicidi in odor di mafia; le periferie e i quartieri continuano ad essere abbandonati a sé stessi; prima per le amministrative, e ora per le prossime regionali, sono scesi in campo soggetti condannati in via definitiva per reati di mafia a muovere le fila della politica; in campagna elettorale sono state tratte in arresto persone per scambio elettorale politico-mafioso; il traffico di stupefacenti nelle piazze di spaccio è in crescita esponenziale, così come il disagio giovanile; e – come se non bastasse – la retorica sedativa delle commemorazioni di Stato continua».
«A tutto ciò si sommano le molteplici domande disattese – prosegue la nota – nonostante il prezioso contributo fornito da magistrati, forze dell’ordine, pentiti di mafia e giornalisti nell’emergere della verità. Ad esempio, chi ha veramente ordinato la morte di Borsellino? E perché? Come mai il gotha di Cosa Nostra accelerò il progetto di attentato? Chi ha preso l’agenda rossa dall’auto in fiamme? E quali presenze occulte si sono aggirate in via d’Amelio negli attimi immediatamente successivi all’esplosione? Chi sono i soggetti esterni a Cosa nostra che hanno giocato un ruolo nella realizzazione della strage? Quali sono quegli “ibridi connubi” che hanno voluto la morte prima di Giovanni Falcone e poi, con molta probabilità, di Paolo Borsellino 57 giorni dopo la strage di Capaci? Interrogativi, questi, sui quali è necessario far chiarezza per il pieno raggiungimento di verità e giustizia».
Salvatore Borsellino: «30° anniversario della strage di via D’Amelio, silenzio alle passerelle, silenzio alla politica»
Salvatore Borsellino, fratello del magistrato, e esponente di primo piano del Movimento delle Agende Rosse, scrive sul sito del movimento www.19luglio1992.com: «Avremmo voluto celebrare il trentesimo anniversario della strage di via d’Amelio con una vittoria sulla mafia e quindi con la scoperta della verità per dare giustizia ai familiari e alle vittime. Purtroppo sarà anche quest’anno solo un appuntamento rimandato. Fin quando non si farà chiarezza sui tanti depistaggi, fin quando la politica non farà leggi antimafia dignitose della memoria e dell’operato dei magistrati e degli uomini delle forze dell’ordine che per lo Stato sono stati uccisi. Sono passati trenta lunghi anni senza verità. Sono stati celebrati numerosi processi ma ancora attendiamo di conoscere tutti in nomi di coloro che hanno voluto le stragi del ’92-‘93. Abbiamo chiaro che mani diverse hanno concorso con quelle di Cosa Nostra per commettere questi crimini ma chi conosce queste relazioni occulte resta vincolato al ricatto del silenzio.
Ora chiediamo noi il silenzio. Silenzio alle passerelle. Silenzio alla politica. Perché invece di fare tesoro di ciò che in questi trent’anni è successo, ci accorgiamo che la lotta alla mafia non fa più parte di nessun programma politico. Anzi, alcuni recenti provvedimenti legislativi, come la cosiddetta riforma che introduce il principio dell’improcedibilità per numerosi tipi di reati e la cosiddetta riforma dell’ergastolo ostativo in discussione presso il Senato, fanno carta straccia degli insegnamenti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Adesso basta con queste disonestà. I cittadini si aspettano dalle istituzioni azioni concrete, dissociazioni dalla mafia e soprattutto trasparenza per riavere la loro fiducia.
Quest’anno la nostra giornata di memoria si intitolerà “Il Suono del Silenzio” e poiché niente deve poter rompere questo silenzio, se non la musica, ci sarà in Via D’Amelio soltanto una pedana sopra la quale un grande violoncellista, Luca Franzetti, che abbiamo scelto non soltanto per la sua arte ma anche per il suo grande impegno civile, suonerà e commenterà le sei suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach, in particolare la numero 2, ispirata alla rabbia e la numero 3, ispirata all’amore».
La dichiarazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 30° anniversario della strage di via D’Amelio
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il trentesimo anniversario della Strage di via D’Amelio, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Paolo Borsellino, come Giovanni Falcone e altri magistrati, fu ucciso dalla mafia perché, con professionalità, rigore e determinazione, le aveva inferto un colpo durissimo, disvelandone la struttura organizzativa e l’attività criminale. La mafia li temeva perché avevano dimostrato che non era imbattibile e che la Repubblica era in grado di sconfiggerla con la forza del diritto. Nel trentesimo anniversario del terribile attentato di via D’Amelio, desidero rendere omaggio alla sua memoria e a quella degli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina, che con lui persero la vita a causa del loro impegno in difesa della legalità delle istituzioni democratiche.
Paolo Borsellino aveva ferma convinzione che il contrasto alla mafia si realizzasse efficacemente non solo attraverso la repressione penale, ma soprattutto grazie a un radicale cambiamento culturale, a un impegno di rigenerazione civile, a cominciare dalla scuola e dalla società. Preservarne la memoria vuol dire rinnovare questo impegno nel tenace perseguimento del valore della legge, del diniego nei confronti del compromesso, dell’acquiescenza e dell’indifferenza che aprono la strada alla sopraffazione.
Il suo ricordo impone di guardare alla realtà con spirito di verità, dal quale l’intera comunità non può prescindere. Quell’anelito di verità che è indispensabile nelle aule di giustizia affinché i processi ancora in corso disvelino appieno le responsabilità di quel crudele attentato e degli oscuri tentativi di deviare le indagini, consentendo così al Paese di fare luce sul proprio passato e poter progredire nel presente. Con questo spirito e nell’indelebile ricordo di Paolo Borsellino, rinnovo ai suoi figli e ai familiari degli agenti caduti, i sentimenti di gratitudine e di vicinanza dell’intero Paese».
Il Teatro Massimo di Palermo rende omaggio a Falcone e Borsellino con lo spettacolo “Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti” e la mostra Ansa
La mostra fotografica dell’Ansa, “L’eredità di Falcone e Borsellino“, sarà esposta al Teatro di Verdura per la stagione estiva del Teatro Massimo di Palermo, in occasione della presentazione dello spettacolo “Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti”, martedì 19 luglio, nel trentennale delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio. La mostra, realizzata dieci anni fa e ora aggiornata, con i testi dei giornalisti Francesco Nuccio e Franco Nicastro e con le immagini dell’archivio Ansa, oltre a foto inedite dell’album di famiglia dei due magistrati, è stata realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato Pubblica Istruzione. Nel corso degli anni è stata ospitata tra l’altro alla Camera dei Deputati, al Parlamento Europeo di Bruxelles, all’Assemblea Regionale Siciliana e nei due aeroporti internazionali di Palermo e Catania.
Lo spettacolo “Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti”
Sempre martedì 19 luglio, alle 21.15 al Teatro di Verdura, la Fondazione Teatro Massimo di Palermo presenta il racconto in musica Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti, l’atteso epilogo della stagione di opere, concerti e spettacoli, dedicata quest’anno a commemorare il trentennale delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio che sconvolsero la comunità cittadina e il Paese. Il compositore Marco Tutino è autore della musica originale, Emanuela Giordano firma la regia e la drammaturgia. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Massimo dirige il Maestro Alessandro Cadario tra i più carismatici giovani direttori italiani. Maestro del Coro è Ciro Visco. In scena con il giovanissimo e già apprezzato soprano Maria Teresa Leva, gli attori del Piccolo Teatro di Milano: Jonathan Lazzini, Anna Manella, Marco Mavaracchio, Francesca Osso, Simone Tudda. Il video e le immagini sono a cura di Pierfrancesco Li Donni e Matteo Gherardini. Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti è una coproduzione Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Torino, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Fondazione per la Cultura Torino MITO Settembre Musica.
«L’assenza di istruzione e di cultura rende le persone schiave, mentre la formazione, scolastica e culturale, le rende libere – commenta Roberto Lagalla, presidente della Fondazione Teatro Massimo e sindaco di Palermo. In quest’ottica – prosegue – la stagione di opere del Teatro Massimo, dedicata al trentennale delle stragi, di cui fa parte la produzione con le musiche di Marco Tutino e la regia di Emanuela Giordano, è testimonianza di una memoria che deve restare viva. Una memoria che strumenti come l’arte, la musica e il teatro di certo contribuiscono ad alimentare». «L’arte, la musica, il teatro contribuiscono al progresso civile della società, svegliano le coscienze – aggiunge Marco Betta, sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo – l’opera di Marco Tutino è un importantissimo momento di riflessione, di consapevolezza e di opposizione trent’anni dopo le stragi, contro la violenza mafiosa».
Lo spettacolo è diviso in tre parti narrativamente e temporalmente riconoscibili: Le Stragi, La Reazione e Il Presente. Musica, immagini, canto e narrazione si intrecciano con delicatezza e intensità ai documenti video originali messi a disposizione da Rai Teche, e alla drammaticità della voce di Paolo Borsellino che, dopo la morte di Giovanni Falcone, denuncia l’isolamento in cui era stato lasciato l’amico. Orrore, paura e senso di sconfitta, lo sgomento di un intero paese, la morte della speranza, l’Italia in lutto: questo emerge con forte intensità. E ancora, i rimandi poetici a Gesualdo Bufalino, il ricordo corale di quei giorni, che dal senso di sconforto vira al desiderio di riscatto, individuale e collettivo; ecco, dunque, le assemblee, le piazze gremite, il coraggio dei giovani, il riaffermarsi dei valori imprescindibili di verità, giustizia, onestà. Infine, ci si interroga su quale sia l’eredità lasciata dai Giusti. Nella seconda parte (insieme alle musiche composte appositamente per lo spettacolo) è stato inserito anche il Libera me Domine su testo del poeta Ignazio Buttitta che Marco Tutino realizzò nel 1993 per il “Requiem in onore delle vittime di mafia”.
«Ho cercato di scrivere una musica non retorica e più complessa dal punto di vista delle dimensioni” – racconta il compositore Marco Tutino. “L’eredità dei giusti è un’eredità ingombrante perché ci costringe a sapere che contro l’ingiustizia, la violenza, il sopruso e l’arroganza della criminalità e della mentalità mafiosa si può lottare, si può dire no. Falcone e Borsellino lo chiedevano allora, e continuano a chiedercelo ogni volta che li ricordiamo, in pubblico e in privato: non giratevi da un’altra parte, non abbassate lo sguardo. Questo racconto per musica, canto e parole recitate è il nostro modo di ribadire la possibilità di ribellarsi, e di non dimenticare chi lo ha fatto per tutti noi». Non è la prima volta che il compositore si confronta con questi temi, Tutino è stato l’ideatore, il promotore e, con altri sei compositori, l’autore del Requiem per le vittime della mafia, eseguito nella Cattedrale di Palermo il 27 marzo 1993. La sua musica viene programmata ed eseguita con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo dalle più prestigiose istituzioni concertistiche e sinfoniche e nei principali Teatri d’Opera.
Con gli stessi intenti ha lavorato Emanuela Giordano, allieva di Andrea Camilleri ed Eduardo De Filippo, che ha curato la drammaturgia e la regia. “Ho agito per sottrazione – afferma – c’è il rischio che l’emozione porti a strafare, invece bisogna cercare l’essenza. Se proprio dovessimo definirlo, questo spettacolo è un oratorio sociale, un corale. E’ il tentativo di trasformare il palcoscenico in una agorà, un’immensa piazza per rievocare la collettività degli italiani. Ho cercato di fare un mosaico del paese e non una cronologia di quei fatti: questa volta siamo in scena noi, la gente comune ”. Conduttrice e autrice di programmi culturali per la RAI, Emanuela Giordano cura progetti di formazione nelle scuole, nelle università, nelle carceri e nei teatri. Ha collaborato con il Conservatorio Santa Cecilia di Roma per l’allestimento di opere buffe. Ha scritto e allestito più di trenta opere teatrali. Partecipa dal 2012 al progetto Il Palcoscenico della Legalità. Ha realizzato una ventina tra cortometraggi, film e documentari, per cui ha ricevuto numerosi premi, tra cui un Sacher e tre Nastri d’Argento.
Sempre martedì 19 luglio, alle 21.10 in concomitanza con l’esecuzione dello spettacolo al Teatro di Verdura, andrà in onda su Sky Classica HD, “Cenere”, l’opera-inchiesta di Gery Palazzotto, prodotta dal Teatro Massimo, che ripercorre proprio quei giorni drammatici della storia recente del nostro Paese che culminarono con le stragi del 23 maggio e del 19 luglio. «Ci vuole coraggio per parlare con sincerità di tutto questo – si legge nel testo di presentazione del programma – e il coraggio lo hanno avuto il Teatro Massimo di Palermo e lo scrittore Gery Palazzotto, producendo e mettendo in scena una trilogia dedicata ai misteri legati a quelle morti».
Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti
Martedì 19 luglio Teatro di Verdura, Viale del Fante, 39
Inizio spettacolo ore 21:15 – Biglietti: da 5 a 30 euro.
Il Centro studi Paolo e Rita Borsellino invita a colorare via D’Amelio
Nel trentennale della strage di Via D’Amelio il Centro Studi “Paolo e Rita Borsellino” di Palermo organizza l’iniziativa “Coloriamo Via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani. Dedicato a Rita, Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter“. La questione educativa assume ancora una volta un’importanza centrale nell’impegno del Centro studi verso le nuove generazioni, centralità che ha contrassegnato l’intero impegno civile di Rita Borsellino, sorella di Paolo. In questo senso l’educazione rappresenta un investimento sul futuro, frutto di un progetto comprensivo di dimensioni individuali, sociali, culturali e politiche.
L’evento – che ha ottenuto il patrocinio gratuito della Struttura per la valorizzazione degli anniversari nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e gode della partnership del Ministero dell’Istruzione, dell’Università degli Studi di Enna “Kore”, del Polo Bibliotecario di Enna, di Nati per leggere -Sicilia e le Associazioni: Casa Àncora; Danisinni; Il Futuro delle Mamme; Laboratorio Zen Insieme; Emmaus Palermo; Il Quartiere di Monreale; San Giovanni Apostolo onlus; Santa Chiara e la Cooperativa sociale “Lavoro e non solo” di Corleone – si svolgerà il 19 luglio dalle ore 9 alle ore 12 attorno l’albero di ulivo di Via D’Amelio e vedrà l’alternarsi di testimonianze, animazione ludica, letture all’aperto e, infine, l’intervento artistico di Salvo Piparo, attore e cuntastorie palermitano. Coloriamo Via D’Amelio rappresenta l’evento conclusivo di un itinerario durato diversi mesi, nei quali la Bibliolapa, la biblioteca itinerante del Centro studi costruita su una moto ape, ha realizzato decine di attività nei quartieri della città. Alle ore 10 è prevista la visita di Patrizio Bianchi, ministro dell’istruzione e a seguire, alle ore 12, al termine delle attività ludiche, in diretta streaming dalla pagina Facebook del Centro Studi verranno proclamate le quattro opere vincitrici del Concorso nazionale “Quel fresco profumo di libertà – sesta edizione”, promosso congiuntamente dal Ministero dell’Istruzione e dal Centro Studi con il patrocinio della Siped, la Società italiana di pedagogia, la cui proposta tematica per il presente bando è stata “I diritti civili sono i diritti degli altri”.
Anche all’Aeroporto di Catania la mostra Ansa su Falcone e Borsellino
La vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, le loro inchieste contro la mafia, la passione civile che animò il loro impegno fino all’estremo sacrificio della vita, potranno essere conosciute e approfondite dai turisti e dai viaggiatori che sbarcano in Sicilia nei due aeroporti internazionali di Palermo e Catania. Un racconto per testo e immagini costituito dalla mostra fotografica dell’Ansa “L’eredità di Falcone e Borsellino” in occasione del trentennale delle stragi mafiose di Capaci e via D’Amelio.
Dopo l’allestimento permanente inaugurato il 20 maggio scorso nella sala pre partenze dello scalo di Punta Raisi, intitolato proprio a Falcone e Borsellino, dal 18 luglio la mostra sarà ospitata anche nella zona arrivi dello scalo etneo di Fontanarossa. La mostra, realizzata dieci anni fa e ora aggiornata, con i testi dei giornalisti Francesco Nuccio e Franco Nicastro e con le immagini dell’archivio Ansa, oltre a foto inedite dell’album di famiglia dei due magistrati, nel corso degli anni è stata ospitata tra l’altro alla Camera dei Deputati, al Parlamento Europeo di Bruxelles e all’Assemblea regionale siciliana.
Dibattito a Palermo con Purgatori, Scarpinato, Pif e Ranucci
Il 19 luglio, alle 20.30 in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, il Partito Democratico (Dipartimento cultura), coordinato da Manlio Mele, ha organizzato un dibattito sull’argomento nell’atrio della biblioteca comunale. Si intitola “A 30 anni dalle stragi: questione criminale e questione democratica. L’altra storia”. Parteciperanno il giornalista e scrittore Andrea Purgatori, l’ex procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato, il regista e autore televisivo Pif, il giornalista Sigfrido Ranucci, il procuratore aggiunto a Palermo Paolo Guido, il direttore di Micromega Paolo Flores D’Arcais, l’europarlamentare Pd Caterina Chinnici, il segretario regionale Pd Sicilia Anthony Barbagallo e la giornalista e scrittrice Stefania Limiti.
La domanda dei Sansoni: Caro Paolo Borsellino, sapremo mai la verità?
Il libro/1 Piero Melati dà voce alla famiglia Borsellino
Cucendo insieme ricordi e punti di vista diversi, “Paolo Borsellino. Per amore della verità” di Piero Melati, Sperling&Kupfer editore, illumina la figura di Paolo Borsellino da una prospettiva nuova e racconta – attraverso la voce dei protagonisti – «una delle pagine più vergognose e tragiche della storia giudiziaria italiana». Trent’anni in cerca della verità. Trent’anni nel nome di un’idea di giustizia da rivendicare con fermezza. Queste parole potrebbero riassumere la battaglia portata avanti dalla moglie di Paolo Borsellino, Agnese, e dai figli Lucia, Manfredi e Fiammetta per fare luce su uno degli avvenimenti più bui della nostra storia recente. Dopo la strage di via D’Amelio, infatti, al dolore per la perdita del grande magistrato e della sua scorta si è aggiunto l’ignobile capitolo del depistaggio nelle indagini sugli esecutori materiali del crimine, al quale ha fatto seguito un iter processuale lungo e tortuoso. Anni di lacune e omissioni, bugie e negligenze. Eppure, i figli di Paolo Borsellino hanno affrontato questo difficile percorso con dignità e determinazione, rimanendo spesso lontani dai riflettori e prendendo le distanze dalle celebrazioni che si sono succedute nel corso dei decenni. Lo hanno fatto con sobrietà e rispetto delle istituzioni, fedeli ai princìpi e agli insegnamenti appresi da un uomo, e da un padre, che ha dedicato la sua vita alla lotta alla mafia. In queste pagine c’è la storia di una famiglia e del suo impegno per l’affermazione del «diritto alla verità», ma c’è anche un ritratto corale del giudice che Piero Melati tratteggia con l’aiuto di molte testimonianze, tra le quali spiccano i contributi inediti di Lucia e Fiammetta Borsellino. Cucendo insieme ricordi e punti di vista diversi, questo libro illumina la figura di Paolo Borsellino da una prospettiva nuova e racconta – attraverso la voce dei protagonisti – «una delle pagine più vergognose e tragiche della storia giudiziaria italiana». E in questo modo ci esorta a raccogliere un’eredità preziosa, a partecipare attivamente alla ricerca della verità e all’affermazione della giustizia. Perché la storia di Paolo Borsellino e della sua famiglia è anche la nostra storia.
Il libro/2: “Centoventisei” di Ezio Abbate e Claudio Fava, dalla pagina scritta al teatro
“Centoventisei” di Ezio Abbate e Claudio Fava racconta i preparativi per la strage di via D’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992, quando la mafia uccise il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. A partire da quella Fiat 126 imbottita di tritolo. Un vecchio killer in disarmo, una sospettosissima moglie al nono mese di gravidanza, un balordo che vuole farsi mafioso. Accade tutto in una notte d’estate palermitana. Attorno al furto della “centoventisei” si accende un crescendo di presentimenti, equivoci, rivelazioni, fughe. Sullo sfondo, l’ombra densa e a tratti grottesca di Cosa Nostra e dei suoi progetti di morte. Finché la notte si spegne in un’alba limpida e imprevedibile. Claudio Fava ed Ezio Abbate scrivono un racconto di fulminante efficacia in cui, senza mai citarla, alludono ai preparativi della strage di via D’Amelio. Prendono distanza dalla cronaca degli eventi, ma mettono in scena tre personaggi nella cui vita e nella cui personalità vediamo il mondo di chi è nato sotto la mafia ed è abituato a ragionare e ad agire secondo lo schema “ubbidisco o muoio, uccido o vengo ucciso”.
“Centoventisei”, in libreria dal 28 giugno, diventerà uno spettacolo teatrale prodotto dal Teatro Stabile di Catania e dal Teatro Biondo di Palermo, con la regia di Livia Gionfrida e David Coco nel ruolo principale.
Ezio Abbate (Cassino, 1979), sceneggiatore, è fra i creatori delle serie tv “Suburra”, “Curon”, “L’ora”, “Squadra mobile”, “Le mani dentro la città”, e “I diavoli”. Ha scritto soggetto e sceneggiatura dei film “Banat” (2015, presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia) e “Frontiera” (vincitore del David di Donatello 2019 per il miglior cortometraggio).
Claudio Fava (Catania, 1957), giornalista, è inviato per i maggiori magazine italiani. Scrive per il cinema (“I cento passi”, David di Donatello 2001 per la migliore sceneggiatura), per la televisione (fra le altre, la serie “Il capo dei capi”) e per il teatro. Tra i suoi libri: “Nel nome del padre” (1996), “Il mio nome è Caino” (1997), “La notte in cui Victor non cantò” (1999), “Teresa” (2011), “Mar del Plata” (2013), “Prima che la notte” (con Michele Gambino, 2014), “Il giuramento” (2019) e “L’isola” (con Michele Gambino, 2020). Attivamente impegnato in politica, attualmente è presidente della Commissione Antimafia siciliana.
La canzone: Oriana Civile canta la storia dei fratelli Claudio e Luciano Traina
Si intitola “Claudio e Luciano” ed è la traccia numero dieci di “Storii (tra il serio e il faceto)” il nuovo album di Oriana Civile, artista originaria di Naso, nel Messinese, studiosa delle tradizioni musicali siciliane e interprete del repertorio di tradizione orale della sua terra. E’ la storia di Claudio e Luciano Traina, due fratelli poliziotti: il primo muore il 19 luglio del 1992, a soli 26 anni, in Via d’Amelio dilaniato dal tritolo, come altri della scorta di Paolo Borsellino; il secondo è nella squadra che nel 1996 cattura Giovanni Brusca. Entra per primo nel covo del latitante dopo due giorni di appostamento senza neanche mangiare. Subito dopo viene trasferito in Sardegna e poi prepensionato.
Nel 1992 Claudio è stato trasferito a Palermo da poco tempo ed è agente di scorta di un leader di un’associazione antiracket, Costantino Garraffa, che nei fine settimana non è quasi mai in città e perciò Claudio il sabato e la domenica viene utilizzato come jolly a disposizione di chi serve. Il 17 luglio, venerdì, chiama suo fratello Luciano col quale condivide la passione della pesca e lo invita ad andare a pescare la domenica successiva, il 19 luglio. Partono di buon ora, ma intorno alle 9 Claudio dice al fratello che alle 14 deve rientrare in servizio, deve fare una scorta. Luciano si risente un po’ perché uscire per tre ore in barca “non ne vale la pena”, ma Claudio risponde che voleva stare un po’ con lui da solo in mare. Prima di andarsene, gli dice: “Mi raccomando, stasera riunisci la famiglia, ci vediamo tutti a casa di mamma”. Claudio quel giorno sostituiva un agente della scorta di Paolo Borsellino.
Luciano è un agente della sezione catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Anche lui poliziotto, anzi è il tipo di poliziotto a cui suo fratello Claudio, di tanti anni più piccolo, si è sempre ispirato, anche se fanno lavori diversi. Luciano il 20 maggio 1996 è nella squadra che ha catturato Giovanni Brusca. Entra per primo nel covo del latitante dopo due giorni di appostamento senza neanche mangiare. Il giorno dopo della cattura viene chiamato dal Questore di Palermo e mandato in Sardegna, per motivi di sicurezza: pare che penda una taglia sulla sua testa. «Luciano – dice Oriana Civile – si è sempre chiesto se quella non fosse stata in realtà una punizione. In vacanza prima, in pensionamento anticipato dopo. Si è sempre chiesto perché si trovasse in prima fila nelle operazioni di cattura del latitante Brusca: un caso o forse qualcuno sperava in una sua reazione definitiva che chiudesse la bocca ad un potenziale collaboratore di giustizia, pericoloso per le “menti raffinatissime” di cui parlava Falcone? Domande che forse non troveranno mai una risposta».
“Storii (tra il serio e il faceto)” è il primo disco di inediti di Oriana Civile. Tredici brani, tredici racconti in lingua siciliana dalle sonorità minimaliste e di grande impatto. Registrato in presa diretta, come un live in studio insieme al chitarrista Nino Milia, sorprende per il carisma e la grande genuinità interpretativa della Civile. «Ho voluto un disco – dice l’artista – che fosse più vicino possibile a quello che si ascolta in un mio concerto. Per questo ho ricercato un suono reale e senza artifizi».
A comporlo, come indica il titolo, una manciata di storie. Storie personali e storie collettive. Storie individuali e storie universali. Tredici brani che si aprono con una canzone il cui testo è una poesia dell’avvocato Pippo Mancuso, tratta dal libro “Malu Tempu – strofe strofacce aneddoti”. Tra le tracce del disco incontriamo poi paesaggi, leggende, denunce, provocazioni e strambi interrogativi ai quali dare finalmente una risposta definitiva, come il sesso dell’arancin*. Ma anche personaggi come Attilio Manca (la cui morte è uno dei misteri italiani legati a Cosa Nostra), Claudio (agente di scorta di Paolo Borsellino) e Luciano Traina e addirittura Lady Gaga, la pop-star americana originaria di Naso, il paese in provincia di Messina da cui viene anche Oriana Civile.
«Questi brani – scrive la Civile nell’introduzione all’album – sono un esplicito invito ad approfondire la conoscenza di queste storie che sembrano lontane da noi ma non lo sono affatto».
Nel booklet ogni canzone è accompagnata da una fotografia estratta dal progetto “Life (serie Faces and Hands)” di Raffaele Montepaone, fotografo calabrese, instancabile ricercatore di espressioni ed atmosfere senza tempo, “lo ringrazio sentitamente di vero cuore per aver abbracciato la mia idea; queste fotografie sono la testimonianza di un mondo pieno di dignità e bellezza che ci appartiene nel profondo, il mondo che io canto, e io le trovo semplicemente meravigliose”. “Storii”, che è stato preceduto da una fortunata campagna di crowdfunding, esce per l’etichetta Suoni Indelebili ed è distribuito da Ird.
L’omaggio dello street artist Tvboy al coraggio di Borsellino
Il libro/3: “Visti da vicino. Falcone e Borsellino come nessuno li ha mai raccontati” di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, con un’intervista esclusiva a Fiammetta Borsellino
A 30 anni da Capaci e via D’Amelio l’editore Paper First pubblica il racconto più intimo dei due magistrati. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino raccontati dai loro amici più intimi e dai più stretti colleghi e conoscenti. Una lunga serie di aneddoti che risalgono a prima che diventassero famosi. Momenti indimenticabili, istanti divertenti che ci restituiscono il volto inedito dei due magistrati antimafia. Ed ecco, dunque, Giovanni Falcone che colleziona papere e penne stilografiche, con le sue battute di ironia demenziale, con la guerra delle molliche a tavola, ma anche con i suoi amori tormentati e le sue lacrime davanti ai drammi di alcuni dei collaboratori di giustizia che avevano deciso di parlare con lui.
Ed ecco Paolo Borsellino, uomo all’antica, dall’umanità travolgente, rilassarsi con la sua piccola barca di vetroresina o a cavallo di una bicicletta, a pesca grossa durante il soggiorno da “recluso” all’Asinara o “in fuga” dalla scorta per una passeggiata notturna a Mondello con un suo “fratello”. È la narrazione del volto ancora poco conosciuto di due uomini che, sotto l’immenso peso dell’ansia e delle responsabilità della missione che li ha portati insieme fino alla morte, sapevano anche sorridere e divertirsi. Ed è anche la storia di una grande amicizia fra due uomini diversi eppure uguali: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il libro si apre con un dialogo con Fiammetta Borsellino.
Francesco Viviano è stato inviato de la Repubblica, ha seguito i principali processi di mafia, analizzando l’evoluzione di Cosa nostra dalle stragi a oggi. Inviato in Iraq e in Afghanistan, è stato insignito di numerosi riconoscimenti e nominato più volte “Cronista dell’anno” (2004, 2007, 2008, 2009 e 2010). Ha ottenuto anche due premi intestati ai colleghi uccisi Giuseppe Fava (2010) e Mario Francese (2013). Tra i suoi libri, “Mauro De Mauro. La verità scomoda” (Aliberti, 2009) e “Io, killer mancato” (Chiarelettere, 2014).
Alessandra Ziniti è inviata de la Repubblica. Ha iniziato la sua carriera in Sicilia seguendo per trent’anni prima le cronache di mafia, le stragi e i grandi processi, poi il tema dell’immigrazione. Adesso segue la cronaca nazionale e l’attività del ministero dell’Interno. Con Francesco Viviano ha scritto diversi saggi di attualità tra cui: I misteri dell’agenda rossa (Aliberti, 2010) e Alfano, biografia non autorizzata (Editori Internazionali Riuniti, 2011). Per Imprimatur ha firmato il libro Il coraggio delle donne con il quale ha vinto il premio “Targa Il Molinello per il giornalismo”. È stata “Cronista dell’anno” nel 2008.
Una corona d’alloro in memoria a Caltagirone
A 30 anni dalla strage di via D’Amelio, la città di Caltagirone, esprimendo affetto e gratitudine, torna a ricordare Paolo Borsellino, gli agenti della scorta e le altre vittime della mafia. La cerimonia commemorativa, promossa dal Comune, si terrà martedì 19 luglio, alle 12, nel piazzale Falcone e Borsellino, con la deposizione di una corona d’alloro. Interverranno alla manifestazione il sindaco Fabio Roccuzzo con la Giunta municipale, il presidente Francesco Incarbone e altri consiglieri comunali. «Il sacrificio di Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta – dichiara il sindaco Roccuzzo – a distanza di 30 anni resta indelebile nella memoria collettiva. E’ doveroso rendere omaggio a questo grande servitore dello Stato e alle altre vittime di Cosa Nostra anche per trasmettere alle giovani generazioni esempi di lealtà e rettitudine che contribuiscono a formare le coscienze e a generare modelli positivi a cui ispirarsi».
La Rai per il 30° anniversario della strage di via D’Amelio
Nel “30° anniversario della strage di via D’Amelio” la Rai dedica una serie di iniziative a quel giorno e alla sua storia. Lunedì 18 luglio Rai 1 propone alle 23 la seconda puntata di “Cose Nostre” con il racconto della storia di Paolo Borsellino. Martedì 19 luglio, nel giorno dell’anniversario, Rai 1 racconta quella tragica giornata a cominciare dalla trasmissione Uno Mattina Estate, in onda alle 9.05, mentre in prima serata, alle 21.25, va in onda la fiction “Paolo Borsellino, i 57 giorni” con Luca Zingaretti.
Su Rai 3 il filo del ricordo di Borsellino e degli uomini della sua scorta viene dipanato a cominciare dalle 8 con Agorà Estate e continua alle 13.15 con la puntata di “Passato e presente” dal titolo “Le stragi di mafia del ’92”. Alle 21.20 Giorgio Zanchini ospita il procuratore Nicola Gratteri nella trasmissione Filorosso. RaiNews24 realizza uno speciale di mezz’ora alle 9 e seguirà con l’inviata Angela Caponnetto le iniziative che si svolgeranno a Palermo, dedicate al ricordo del giudice assassinato. La Tgr Sicilia seguirà le iniziative in programma sul luogo della strage con le scolaresche la mattina e con i protagonisti dell’antimafia nel pomeriggio. Verranno, inoltre, realizzati servizi con interviste a scrittori, giornalisti, magistrati e trasmessi alcuni discorsi di Paolo Borsellino, recuperati dalle teche di Palermo.
Tutte le Testate Rai dedicheranno ampia copertura informativa alla ricorrenza nelle edizioni dei rispettivi telegiornali. Il Tg2 ricorda Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, uccisi in quell’attentato, con servizi e approfondimenti nelle edizioni delle 13.00 e delle 20.30 su Rai 2. Il ricordo, con la ricostruzione di quanto accadde quel 19 luglio 1992, culminerà con che comprendono anche un’intervista a Luca Tescaroli, pubblico ministero al processo per la strage di Capaci, le immagini dell’ultimo discorso di Borsellino a Marsala e le parole di Agnese Borsellino, la moglie del magistrato, scomparsa nel 2013. Inoltre, la Rai ha prodotto uno spot che sarà trasmesso su tutti i canali da martedì 12 a martedì 19 luglio.
Rai 5 manderà in onda alle 18.30 di martedì “Prima della prima. Falcone e Borsellino. L’eredità dei giusti”, una puntata realizzata al teatro Regio di Torino. Su Rai Storia l’ampia programmazione inizierà con “Il giorno e la storia”, a mezzanotte e 40 e in replica alle 5.30, 8.30, 11.30, 14 e 20. Alle 20.30 andrà in onda “Passato e presente. Le stragi di mafia del ’92”, mentre alle 21.10 “Paolo Borsellino, parole e silenzi”, un racconto attraverso le parole del magistrato nelle interviste alla Rai. Alle 21.40 “Diario civile. All’altezza degli occhi. Le donne di scorta”, racconto di Alessandro Chiappetta, con la regia di Agostino Pozzi, della vita delle donne in Polizia, di scorta a uomini delle istituzioni e magistrati impegnati contro la criminalità. Alle 23.30 “Diario civile – Paolo Borsellino, l’ultima stagione” ricorderà il giudice Borsellino attraverso le parole di Pietro Grasso, gli ex giudici del pool antimafia Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, la presidente del tribunale di Marsala Alessandra Camassa, l’ex ministro di Grazia e Giustizia Claudio Martelli, il procuratore generale presso la Corte d’Appello di Palermo Roberto Scarpinato, il consigliere di Corte d’Appello del tribunale di Salerno Diego Cavaliero e i giornalisti Francesco La Licata, Saverio Lodato, Attilio Bolzoni, Umberto Lucentini e Giovanni Bianconi.
Rai Scuola proporrà alle 16 “Speciale Educazione Civica. Legalità” con l’ex magistrato Gherardo Colombo e l’ex procuratore Benito Melchionna, Francesca Rispoli dell’associazione Libera, l’avvocato Marina Garrone. A seguire una lunga serie di “La scuola in tv”: alle 16.30 “Il rapporto tra legalità e giustizia”, lezione che affronta il rapporto fra legalità e giustizia con l’analisi dal magistrato Antonio Balsamo della Fondazione Falcone; alle 17 “Legalità, mafia e orizzonte internazionale” sulla centralità dei diritti umani in un contesto internazionale, sempre con Antonio Balsamo; alle 17.30 “I soggetti di diritto”; alle 18 “I diritti e i doveri dei cittadini”, analisi della prima parte della Costituzione; alle 18.30 “La libertà tra le regole”, lezione di Diritto sui presupposti fondamentali della democrazia; alle 19 “La gente fa il tifo per noi” sul “movimento dei lenzuoli”; alle 19.30 “Caro Giovanni, Caro Paolo”, videomessaggi che i ragazzi delle scuole italiane hanno idealmente indirizzato a Falcone e Borsellino, descrivendo cosa è entrato nella loro vita dei due magistrati. Alle 20 ci sarà “Approfondimenti. I diritti umani”, a seguire alle 20.20 “Approfondimenti. Uguaglianza e giustizia”.
Il portale e i social di Rai Cultura propongono lo speciale “Paolo Borsellino, un uomo coraggioso”, che ricostruisce con filmati d’archivio e testimonianze i 57 giorni che intercorrono dall’attentato dell’amico Giovanni Falcone, fino a quella tragica domenica di luglio del 1992. Lo speciale comprende anche un documentario su Emanuela Loi, agente uccisa insieme agli altri quattro colleghi della scorta del magistrato. All’interno del documento la possibilità di approfondire con il link al Web Doc di Rai Cultura “La Giornata della Legalità”.
RaiPlay predisporrà un’articolata offerta nelle varie sezioni, con ampia evidenza in Home Page, nella fascia Da Non Perdere e nei lanci Hero. Inoltre, saranno pubblicate a cura di RaiPlay Learning, la playlist 30° Anniversario della strage di Via d’Amelio e la speciale Collezione Vittime di Mafia, che conterrà alcuni dei contenuti sopraccitati, insieme a numerosi altri selezionati dagli archivi Rai.
“Illegal”, Pif è il testimonial dell’agenda della legalità, in edicola e in libreria
Si trova in edicola e in libreria “Illegal”, l’agenda della legalità 2022/2023, la prima agenda scolastica, tascabile e interattiva dedicata alla lotta contro la mafia pubblicata da Paper First in collaborazione con NOma, Pigna e Gruppo Spaggiari. A trent’anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, questa agenda speciale intende parlare ai ragazzi raccontando loro la storia dei grandi uomini che hanno combattuto contro la mafia sacrificando la propria vita per un’idea di giustizia. “Illegal”, nella doppia versione nera e rossa – non è un semplice diario, ma è un’agenda tascabile ricca di contenuti extra attraverso i quali propone riflessioni, quiz e azioni concrete per diffondere la legalità.
Un prodotto unico nel suo genere che si pone l’obiettivo di coltivare la memoria e diventare un oggetto di quotidiana consapevolezza e impegno civile attraverso le storia narrate dall’App NOma – Luoghi e storie NOmafia (https://nomapalermo.it/), nata da un’idea di Tiziano Di Cara con coautore Piergiorgio Di Cara. Parte dei proventi delle vendite saranno destinati a Sulle nostre gambe, l’associazione culturale composta da Pif, Emanuela Giuliano, Roberta Ianni e Tiziano Di Cara che ha ideato e realizzato l’app NOma.
Pif: «Questa agenda ci aiuta a capire perché non sei un cretino se rispetti le regole. E quanto dobbiamo essere grati a chi ha sacrificato la vita per farle rispettare».
Che cos’è la mafia? E perché è un male così difficile da estirpare? Chi sono le tante persone che hanno scelto di combatterla, spesso pagando con la vita? Pif alla presentazione dell’agenda al Web Marketing Festival di Rimini: «C’è un’intercettazione meravigliosa dell’anno scorso di un mafioso arrabbiato perché ha scoperto che la figlia di una sua amica vuole andare alla manifestazione in ricordo di Giovanni Falcone. Il giorno della manifestazione va a controllare se la bambina sia andata alla manifestazione. Quindi questo mafioso non aveva paura di una retata della polizia, di un’indagine della magistratura. Questo mafioso aveva paura della scuola italiana».
Il 21 luglio la Casa Impastato presenta “Paolo Sono” di Alex Corlazzoli
Organizzato dalla Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, giovedì 21 luglio alle ore 17, all’Eco villaggio Fiori di Campo (traversa di Via Sandro Pertini, 1, a Cinisi), sarà presentato il libro di Alex Corlazzoli “Paolo sono, il taccuino immaginario di Paolo Borsellino”, Giunti Editori. Dialogheranno con l’autore Giovanni Paparcuri e Luisa Impastato. Giunti al trentesimo anniversario della strage via D’Amelio, dove furono uccisi il Giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, saranno raccontate alcune tappe significative della vita di Paolo Borsellino che ne testimoniano l’autentica, profonda ed esemplare umanità, attraverso il libro di Alex Corlazzoli che fa parte di una collana di biografie di grandi personaggi raccontati come appunti di viaggio, intervallati da disegni, con l’obiettivo di renderli vicini ai bambini e alle bambine in modo che possano immedesimarsi e appassionarsi alla loro vita e scelte.
Alex Corlazzoli, maestro, giornalista, viaggiatore e scrittore, collabora con “il Fatto Quotidiano”, “Altreconomia”, “Donna Moderna” e “Focus Junior”; conduce le rubriche “Dietro la lavagna” e “La nota” a Radio Popolare ed è spesso ospite di trasmissioni televisive come opinionista. All’insegnamento ha unito il volontariato in carcere per dieci anni, nei campi nomadi a Firenze e tra i ragazzini dei quartieri più difficili a Palermo. Nel 2008 ha fondato l’associazione “L’Aquilone”, che si occupa di integrazione dei migranti. Ha pubblicato tra gli altri: “Riprendiamoci la scuola” (2011), “L’eredità” (2012), entrambi per Altreconomia, “La scuola che resiste” (Chiarelettere, 2012), “Tutti in classe” (Einaudi, 2013), “Gita in pianura” (Laterza, 2014), “#lacattivascuola” (Jaka Book, 2015); “Sai maestro che da grande voglio fare il premier” (Add, 2015), scritto con un suo ex alunno; “Sussidiario per genitori. Consigli di un maestro per far piacere la scuola a tuo figlio” (Mondadori, 2019).
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