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Aria di scirocco, la Sicilia reggae degli Original Sicilian Style

Video Nuovo singolo per la band catanese - Vito, La Rizzo, Lorca Assassina, Maestro Garofalo, Salvo Privitera, Roberto Fiore, Turi Di Natale ed Enrico Caruso - che punta il dito contro lo sfruttamento dell'Isola invasa e depredata dalla propria dignità

Aria di Scirocco, Original Sicilian Style

Dopo il successo del fortunato singolo “Akkiana”, un tour nazionale ricco di soddisfazioni con un considerevole ed attivo gruppo di sostenitori sparso in giro per l’Italia gli Original Sicilian Style, band reggae catanese dal sapore giamaicano, ritorna in pista con il nuovo brano “Aria di scirocco”, edizioni Altipiani, in rotazione radiofonica dal 24 ottobre. Ritmo e denuncia sociale si fondono tra siciliano, italiano ed inglese per raccontare attraverso la voce e le note di Vito, La Rizzo, Lorca Assassina, Maestro Garofalo, Salvo Privitera, Roberto Fiore, Turi Di Natale ed Enrico Caruso tutto il marcio che c’è in Sicilia. “Na me terra ana pigghiatu, perennementi ana pigghiatu – recita il testo scritto e musicato da Enrico Pellegrino, Alessandra Rizzo e Alessandro Garofalo – e nenti mai anu tunnatu de milli ricchizzi nana sempre cunsumatu usatu trascuratu e poi nana salutatu”. (Questa la traduzione letterale: Nella mia terra hanno preso, perennemente hanno rubato e niente hanno mai restituito delle mille ricchezze, ci hanno sempre sfruttato, usato, trascurato e poi c’hanno salutato).

Original Sicilian Style

Una melodia orecchiabile dal sound coinvolgente che punta il dito contro lo sfruttamento della nostra terra invasa e depredata dalla propria dignità e soffocata da un’aria di scirocco opprimente come coloro che hanno promesso strade e ponti mai costruiti. «Nella nostra musica – spiega Lorca Assassina – sin dal 2011 anno della nascita degli Original Sicilian Style abbiamo parlato dei problemi sociali che affliggono la nostra realtà come nel brano “Mitra e pallottole” vincitore del festival contro le mafie ed anche stavolta con “Aria di scirocco” puntiamo l’attenzione sui numerosi danni provocati dalla mala politica con i suoi impianti petrolchimici o le milioni di promesse fatte durante le elezioni e mai mantenute solo per ottenere la poltrona».

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